[Tito Faraci] Death Metal

Qui è dove si parla di storie, di storie che parlano di cose che magari non sono successe davvero ma che potrebbero anche o che sono successe tanto tempo fa. Quel che è certo è che spesso ci toccano più di quanto non facciano le storie vere di cui siamo testimoni tutti i giorni.
  • Da prendere anche solo per il titolo. Da uno come Tito però mi aspetto citazioni colte eh, sennò gli anni da giornalista sul Rock sono serviti solo al portafogli.
  • In fase di lettura.
    Citazioni ce ne sono, e sono molte, e certe non le ho colte neanche io. :arramp:
    Arrivato a metà posso dire che mi sembra un bel lavoro, molto più violento di quanto mi aspettassi.
  • http://www.finzionimagazine.it/news/fuo ... to-faraci/

    Racconto inedito di Tito Faraci che centra (non ho ben capito in che modo non avendo ancora letto il libro) con Death Metal.
  • Terminai. Evito la megarecensioneperdincibacco. Decisamente meritevole. Per più motivi, primo fra tutti la scorrevolezza dei fatti raccontati. Si nota immediatamente quanto il susseguirsi dei fatti in un crescendo sempre maggiore di tensione sia descritto in modo tale da non permettere al lettore di non voler sapere cosa succederà subito dopo, tanto è fluido e lineare il tutto. Ogni parte è direttamente collegata alla successiva con una tranquillità disarmante. Più che la violenza in sè - che comunque è tanta - a farla da padrone in questo horror sono le atmosfere e il continuo senso di abbandono, non per niente ho trovato più angoscianti le scene che descrivono i continui tentativi di fuga di Barbara, più che i vari sbudellamenti, che comunque fanno il proprio lavoro. La tematica metal incide poco nel filone principale della trama, molto più nel lungo flashback che separa le due parti che compongono il libro, e l'ho trovata decisamente coinvolgente, perfettamente comprensibile da chi, come me, è cresciuto a pane e metal (per quanto non death, che non sono mai riuscito a digerire, tranne gli Slayer, ma loro sono gli Slayer, micacazzi). Risulta molto facile immedesimarsi in quei personaggi un po' mal visti da tutti, con i loro capelli lunghi, l'aria cupa e la tendenza all'asocialità ma che quando vengono messi nella stessa stanza capiscono di far parte tutti dello stesso branco, sviluppando un senso di appartenenza unico, che qualunque metallaro ha sperimentato in vita sua. Le citazioni. Sono tante, come già ho scritto, e certe - si - sono da intenditori, non si citano solo i classicissimi Cannibal Corpse o gli ancora più classici Death, si da un piccolo spazio dalla Storia (Metallica - Iron Maiden) e tantissimo al brutal death più intransigente e, almeno mi sembra, molto poco se non niente al melodic moderno. Dopo un paio di pagine la prima cosa che dici è "Tito è un true", chiaro!
    In sostanza, un ottimo horror, te lo prendi e te lo spazzoli in poco tempo tanto è coinvolgente, in più se si è anche fan del genere il tutto sarà ancora più piacevole. Per finire, piacevolissima la dedica a Jeff Hanneman venuto a mancare pochi mesi fa, commovente. Un ottimo lavoro. \m/
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