[Fausto Vitaliano] Lorenzo Segreto

Qui è dove si parla di storie, di storie che parlano di cose che magari non sono successe davvero ma che potrebbero anche o che sono successe tanto tempo fa. Quel che è certo è che spesso ci toccano più di quanto non facciano le storie vere di cui siamo testimoni tutti i giorni.
  • Quello che posso dire su Lorenzo Segreto è che si tratta di un libro sulla solitudine e sulla ricerca di se stessi.
    L’omonimo protagonista, infatti, dimostra di vivere la sua vita sostanzialmente da solo, dal momento che ogni relazione che intesse non supera mai le convenzioni e non ha modo di approfondirsi: né il rapporto con la propria capa, né quello col fratello, né quello con il biscazziere cinese Shéng. Gli unici rapporti che cercano di essere significativi sono quello con la madre, che per una malattia non lo riconosce più, e quello con Adriana, una ragazza che è entrata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno ma che invece di renderla più stabile l’ha arricchita di venature ancora più claudicanti.
    La Milano del Giubileo del 2000 è la cornice perfetta per un personaggio del genere: un uomo smarrito, un uomo che non sa bene cosa vuole dalla vita, un uomo con dei sensi di colpa, un uomo che per lavora recupera crediti. Milano, la Milano che Fausto Vitaliano ci ha già così ben illustrato nel romanzo d’esordio Era solo una promessa, è la città ideale per una personalità del genere.

    Quello che posso dire su Lorenzo Segreto è che si tratta di un romanzo sull’importanza del passato. Non certo inteso come quell’Eden immaginario, falsato dalla memoria che lo vuole solo come contenitore di bei momenti ormai perduti (e il libro presenta un bel passaggio proprio su questo argomento), il passato è qui visto come qualcosa da cui si può imparare, ma di cui spesso si preferisce ignorare gli insegnamenti. Milano è ancora protagonista in tal senso, vista come una città che non ha memoria, non le interessa averla, le interessa solo ricominciare ogni volta che si crea una crisi di qualche tipo, ma ignorando quel che è stato.
    Il passato di Lorenzo è in parte avvolto nella nebbia, e affonda le sue radici addirittura in un episodio dimenticato della Seconda Guerra Mondiale. Il passato di Lorenzo, man mano che lui e i lettori lo possono cogliere nella sua ampiezza, dice del protagonista molto più di quanto si poteva immaginare, nonostante lui stesso ne fosse all’oscuro. Ma evidentemente certe cose ti rimangono sotto pelle, che tu ne sia cosciente o no.
    Il passato dei singoli individui, il passato della metropoli milanese, il passato di chi si è indebitato fino all’orlo, il passato di chi è sopravvissuto a Tangentopoli. Il passato è la chiave di volta del libro, secondo me.

    Quello che posso dire su Lorenzo Segreto è che si tratta di un libro sulla guerra. Nella seconda parte del racconto il riferimento è chiaramente alla Seconda Guerra Mondiale, della quale l’autore racconta un episodio fittizio ma purtroppo realistico e costruito sulla falsariga di tanti episodi di guerra simili, molti dei quali dimenticati e sotterrati per diverse ragioni, da quelle di convenienza a quelle di scarsa diffusione per quelli che erano avvenimenti tragici ma ristretti comunque a piccoli paesini di campagna.
    Ma la guerra che Vitaliano descrive è una più sotterranea: non è un caso se anche nella prima parte questa parola viene usata più volte, perlopiù dai due squali della finanza con cui Lorenzo incrocia la sua strada: il Conte di Leocata, anziano veterano della Milano economica, e la sua capa, che si propone invece di aggredire il futuro. Due risvolti della stessa medaglia, ma entrambi sotto la superficie parlano la stessa lingua, dicono le stesse cose, entrambi parlano di guerra rifiutandosi di accettare il passato o di imparare da esso.
    La guerra allora diventa un concetto più vasto, più generale: e al contempo personale, per assurdo, perché è la guerra degli individui. Ognuno contro qualcosa o qualcuno di diverso.

    Quello che posso dire su Lorenzo Segreto è che non è un libro sulla finanza e le su storture. Certo, questo aspetto ha una certa rilevanza nella trama considerando anche solo il lavoro di Lorenzo, ma non appare come il centro del romanzo. È anzi usata più come metafora per parlar d’altro secondo me, e quell’altro sono i temi che ho provato ad evidenziare sopra.

    Quello che posso dire su Lorenzo Segreto è che non è un libro privo di difetti. Migliore della semi-biografia musicale sui Sex Pistols dello scorso anno, ma meno riuscito del romanzo d’esordio del 2012, Lorenzo Segreto richiede probabilmente un seconda lettura per essere assorbito appieno. Ha certi elementi che forse vanno lasciati decantare per essere davvero apprezzati. Certi passaggi, certi personaggi sono molto complessi e non sempre la scrittura di Vitaliano riesce a star loro dietro, risultando meno incisivi al lettore di quanto invece non potrebbero essere. Ma magari è un problema mio.
    Gli intermezzi in corsivo tra un capitolo e l’altro, poi, danno quel tocco di intimismo originale e inaspettato per iniziare a carpire alcuni dettagli della vicenda che si dipanerà verso la fine del romanzo, ma in alcuni casi si dimostrano fin troppo ermetici e quindi, nonostante il buon intento, non sempre riusciti.
    Per quanto riguarda invece il narratore onnisciente della storia… la rivelazione delle ultime pagine non mi ha colto di sorpresa, in alcuni punti avevo sospettato una spiegazione del genere, ma ciò non vuol dire che mi abbia soddisfatto. E anche se in una storia in cui il ruolo della famiglia è centrale tale scelta ha sicuramente il suo senso profondo, mi ha lasciato l’amaro in bocca, una soluzione non troppo originale e piuttosto rassicurante, in un finale che già diventa quasi forzatamente rassicurante nelle ultime pagine, anche senza questa chiosa.

    Ad ogni modo sono piccoli difetti (ed è bene dirlo, “difetti” solo dal mio personale e opinabile punto di vista), che non inficiano affatto la bontà di un lavoro molto sentito e steso con grande perizia e cura.
    Vitaliano sta compiendo un suo personale percorso autoriale molto interessante, come sceneggiatore Disney grazie al suo recente ritorno tra le fila degli sceneggiatori di Topolino, come autore di fumetti a tutto tondo, in vista del suo esordio in Bonelli con il numero di Le Storie del prossimo luglio e come scrittore all’interno di Laurana Editore, dove unisce uno stile di scrittura molto personale a tematiche che partono dal piccolo per parlare della società, della storia, dell’Italia e da lì tornare indietro, per raccontare ancora del singolo individuo. Lorenzo Segreto si pone come conferma importante di questo percorso, specie dopo quello strano ibrido che era il libro sui Sex Pistols del 2013, e attesta la qualità narrativa dell’autore, pur con qualche inciampo.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Torna a “Narrativa a 360°”