[Stefano Benni] Margherita Dolcevita
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Non avevo mai letto niente di Benni e non mi aspettavo certo di essere preso così tanto dalla lettura di Margherita Dolcevita, quando l'ho iniziato con scarsa convinzione, giusto per far contento mio fratello. E invece no, sin dall'inizio si viene catturati da ciò che più di ogni altra cosa attrae al giorno d'oggi: l'umorismo. E questa storia, raccontata in prima persona da una quattordicenne così arguta e disincantata da far invidia alla Mafalda di Quino, fa non poco ridere. Un libro decisamente simpatico che fa fare grasse risate ironizzando sui familiari, sui compagni di classe e su tutto il resto dell'umanità che gravita attorno a Margherita. Umanità che sarà messa a repentaglio dall'arrivo dei Del Bene, che nella visione manichea di Benni portano ogni genere di negatività, rappresentando i mali del mondo. Ed è col loro arrivo che il clima si fa pesantuccio facendo virare gradualmente la storia verso il dramma. E' un piccolo tradimento quello che Benni fa nel finale, presentando una situazione imbarazzantemente negativa e sostituendo le carrettate di umorismo dell'inizio con pennellate di malinconica poesia. E la sostituzione è graduale e quasi indolore, visto che il registro surreale necessario per far ridere non dev'essere cambiato di una virgola quando subentra la tristezza, e che tanto gira e rigira dalla risata al pianto il passo è breve se lo si compie a suon di frasi a effetto. Eppure alla fine di tutto rimane come un vuoto e un finale malinconicamente astratto come quello di Margherita Dolcevita può affascinare come non convincere il lettore più concreto. E io appartengo alla schiera di quelli che si sono fatti sbigottire da cotanto finale, rimanendo in bilico tra il ma come e il maddai. Ma c'è un altro motivo per cui posso dire di avere apprezzato assai il libercolo: e cioè che Benni rivela essere un nerdaccio della peggior specie, infarcendo il libro di citazioni intelligenti al mondo Disney che riguardano zii, depositi, mucche ciarliere e non risparmiando neanche il comparto ludicità: quando all'inizio Margherita enumera i nomi con cui chiama le stelle e cita Zelda, non è detto che si riferisca proprio al noto gioco che porto in avatar, ma quando poi nel corso della lettura viene più e più volte fatto riferimento al videogioco Zelinda 4, sulla cui custodia c'è un ragazzetto vestito di verde con una spada, ogni dubbio viene fugato e, non senza vergogna, mi vedo costretto a metterlo tra i motivi per cui consigliare caldamente a voi nerd questo spiazzante delirio di Benni.
Una favola moderna, questo libro di Benni. Devo dire che quando l'ho letto nell'estate 2005 (comprato perchè grande fan dell'immenso Benni) non mi entusiasmò, ma dopo la "grrodonica" recensione me lo sono risfogliato e ho riletto frasi che forse non avevo ben colto tre anni fa. La storia in effetti è tipica di Benni, le citazioni le avevo colte anch'io al volo, ricordo l'atmosfera magica ma straniante del libro, come quella che colgo sempre nelle opere di questo autore ma che aveva un che di diverso dal solito.
Comunque, appena finirò la valanga di libri che ho in attesa (nel 2050 o giù di lì... ) me lo rileggerò molto volentieri...
Comunque, appena finirò la valanga di libri che ho in attesa (nel 2050 o giù di lì... ) me lo rileggerò molto volentieri...
Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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