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[Uwe Rosenberg] Agricola (2007)

Inviato: mercoledì 30 marzo 2011, 20:59
da Alecs Endriu
[Al buon Eddy]

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Premessa.
Che in Italia (quasi) nessuno conosca i giochi da tavolo è un dato di fatto. La maggior parte della gente fa fatica a ricordare il regolamento del gioco dell'Oca, e sono ormai pochi quelli che hanno giocato più di un paio di partite a due titoli storici - ed ormai obsoleti - quali sono RisiKo! e Monopoli. Obsoleti perchè dopo ormai mezzo secolo - strano ma vero - le meccaniche di gioco sono state brillantemente sopravanzate da centinaia (migliaia) di altre piccole perle del settore ludico tradizionale. Settore che un po' in tutto il mondo (Bel Paese in primis) risente della spietata concorrenza dei videogiochi, che ormai si sono imposti sul mercato. Gli unici luoghi in cui in Italia si può venire a conoscenza di una frazione dello sconfinato universo dei Giochi da tavola (con la G maiuscola) sono le fiere di fumetto (ed anche qui la concorrenza è spietata, contro i giochi di ruolo cartacei, dominati dal capostipite "Dungeons & Dragons" e/o contro l'universo delle miniature - "Warhammer" in primis). La mia esperienza in questo settore non è così profonda, ma da ormai tre-quattro anni (complice anche l'inutilità degli stand fumettistici che compaiono al Romics) mi sono avvicinato alle varie Ars Ludiche e mi ritengo ben soddisfatto.

Agricola.
La "Internationale Spieltage" (nota forse a qualcuno come "Fiera di Essen"), si svolge annualmente nell'omonima città tedesca, ed è uno dei maggiori appuntamenti mondiali del gioco da tavola. Forti del loro settore ludico tradizionale, ogni anno i bravi tedeschi rilasciano fior fiori di giochi da tavola intelligenti che con le loro potenzialità non hanno nulla da invidiare ai più moderni videogiochi. L'edizione del 2007 ha dato alla luce quello che può essere considerato il degno rivale dello storico "Puerto Rico" (classe 2002, un gioco che fin dalla sua pubblicazione si era imposto nel mercato di questo settore, ed ancora oggi è rank #2 sul sito BoardGameGeek, l'I.N.D.U.C.k.S. dei giochi da tavolo): sto parlando di "Agricola", di Uwe Rosenberg.

Agricola è il "classico" gioco di gestione risorse; ogni giocatore si trova a dover amministrare una fattoria ed i suoi due inquilini; le risorse scarseggiano e le condizioni di partenza non sono delle più rosee, ma nel corso della partita bisogna sviluppare la propria plancia di gioco, ingrandendo la propria casa, arando e coltivando campi, costruendo recinti, allevando animali, facendo crescere il numero di componenti della famiglia, etc. Sembra una trama scontata, che forse offre poco all'immaginazione ma la varietà delle meccaniche, delle combinazioni di azioni, di strategie utilizzabili per raccogliere il maggior numero di punti vittoria è pressochè sconfinata. Il gioco non scade mai nella banalità, ed ogni azione deve essere soppesata, valutandone pro e contro, per ottimizzare i tempi ed accrescere il proprio patrimonio. Il cavallo di battaglia del gioco - ormai punto di forza dei giochi che negli ultimi anni hanno riscontrato maggior successo - è la (quasi) totale assenza di alea. Senza nessun dado a rovinare le partite, la limitata presenza della fortuna si riduce alla pesca delle carte all'inizio della partita, fattore che difficilmente sbilancia le sorti in maniera preponderante (senza contare che l'utilizzo delle carte è facoltativo, tra la miriade di azioni utilizzabili in game).

Pollici in su anche per l'ottimo materiale di gioco nella confezione italiana che, per la cifra non insignificante di una cinquantina abbondante di euro (eh già, la poca pubblicità dei giochi da tavola va a ricadere inesorabilmente sui prezzi), offre un set di buona qualità (plance di gioco in cartoncino, stampate su ambo i lati, centinaia di tasselli di legno a rappresentare case, campi, ortaggi, animali, ed un numero di carte pressochè illimitato).

Per concludere, Agricola è una signora "esperienza di gioco". Probabilmente non sarà gradito ai giocatori occasionali, o a chi vuole evitare di spremere le meningi ed affidarsi maggiormente alla fortuna di un lancio di dado, evita senza problemi di scadere nella ripetitività (soprattutto se la partita è supportata da un numero di giocatori maggiore di tre). A voler trovare l'unico (quasi) difetto, l'interazione tra giocatori non è delle maggiori: non si gioca per ostacolare un avversario, ma solo per aumentare le proprie risorse, e i modi in cui si possono mettere i bastoni tra le ruote agli altri sono pochi.

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Voto: 9
Difficoltà: Alta (giocatori assidui)
Meccaniche: gestione risorse, scelte multiple.
Durata: 30 minuti a giocatore (e ve lo dice uno che ha giocato molte partite, sono stati precisissimi a calcolare il tempo).