[Nelvana] Ruby Gloom
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http://en.wikipedia.org/wiki/Ruby_Gloom
Poco più di due settimane fa, non avrei mai creduto che un giorno avrei potuto aprire una discussione su ciò di cui vi sto per parlare. Ovvero, una serie d'animazione tratta da una linea di abbigliamento per bambine. Una cosa che, sulla carta, ha quindi le stesse origini di "Hello Kitty" e di tanti hellokittidi vari. Cose che non hanno mai destato in me il minimo interesse. Eppure, eccomi a parlare di Ruby Gloom. Ma andiamo con ordine.
Due settimane fa, installo nel mio computer un bel programma per gestire animazioni, della serie "Toon Boom". Lo trovo molto ben fatto, e mentre provo a prenderci confidenza, scopro che la sua versione "pro" è servita per creare diverse serie di successo oltreoceano, la più nota delle quali è una certa Ruby Gloom. Per scoprire che livello di prestazioni raggiunge il programma, decido di informarmi su quella produzione. Il primo impatto non è dei migliori: leggo che i personaggi nascono appunto per una linea d'abbigliamento per ragazzine, e nelle immagini promozionali vedo quest'aria pseudo-timburtoniana, un po' gotica e un po' stucchevole, che mi fa pensare a certe deleterie tendenze modaiole e musicali ("emo"?) che vanno tanto per la maggiore tra i giovanissimi di oggi. La protagonista, Ruby Gloom, su magliette e astucci pare una superchicca depressa, con abiti aderenti neri, calze a strisce e tacconi a spillo, accompagnata da alcune "catchphrase" tipo: «Sto ridendo dentro», e via così.
Poi vedo un episodio, per scoprire com'è, a parte tutto, l'animazione. La sigletta quasi-techno mi demoralizza ancor di più. Dopodiché, nel giro di mezz'ora, divento drogato di Ruby Gloom.
La serie televisiva non c'entra nulla con la linea d'abbigliamento. Si può definire una sorta di sit-com animata, in cui ogni personaggio è dotato di una caratterizzazione comica piena di arguzia. L'ambientazione "gotica" è, tutto sommato, solo un pretesto: dopo alcuni episodi, è quasi possibile dimenticarsi dell'aspetto da simpatici freak dei personaggi, perché le loro personalità e l'inventiva delirante delle trame sovrastano tutto il resto.
Prima di andare avanti, preciso subito che, per quanto di alta qualità, si tratta di animazione indubbiamente per bambini. Ma magari fosse tutta così, quella che oggi si chiama animazione televisiva per bambini.
Ruby Gloom è una produzione Nelvana: una casa canadese, dunque potenzialmente d'illustre scuola. Nello staff vi sono vari "fuoriusciti" della Disney: in particolare, si tratta di autori legati ai "famigerati" sequel. Così, il regista dell'intera serie (in due stagioni, per un totale di 40 episodi) è Robin Budd, co-regista di Ritorno all'Isola che Non C'è; l'Art Director è Adrian Thatcher, che lavorò per Il Libro della Giungla 2; il direttore dell'animazione è Kevin Micallef, da La Sirenetta 2; e poi c'è Charlie Bonafacio, animatore che invece prestò servizio in Mulan. I risultati si vedono: anche se gestita al computer, l'animazione 2D tira fuori il meglio da quei personaggi stilizzati, persino migliorando nel corso della serie e trovando un bel punto d'equilibrio tra la fluidità espressiva disneyana e le bruschezze di certi grafismi alla Tartakovsky/McCracken. La regia, poi, non ha paura di qualche piccolo "virtuosismo" occasionale (split screen, giochi di controluce) che rende il tutto ancor più accattivante.
Ma il vero punto di forza della produzione è la scrittura. Le sceneggiature sono infatti quasi sempre dei piccoli meccanismi d'umorismo ad orologeria, in cui il tempismo delle battute è micidiale, e -nei contenuti- l'ingenuo si sposa con l'ingegno alla perfezione. Le manie e i tic dei personaggi, che sono il motore primo delle storie, forniscono anche spunti per una sorta di continuity: anche se quasi tutti gli episodi sono autoconclusivi, certe battute della seconda serie non si possono capire se non si sono guardate le puntate in ordine. Per carità, ci sono anche episodi brutti (due, in particolare: "Shaken, not scared" e "Ubergloom"), ma sono una decisa minoranza. Invece, le cose si fanno veramente divertenti quando entrano in gioco due sceneggiatori in particolare: Carolyn Hay (che ha creato tutto l'universo della serie televisiva) e Alan Resnick. Per finire, ogni puntata è preceduta e seguita da un paio di brevissimi "corti" che in genere ricordano, nella forma, gli "How to..." di pippesca memoria.
La Ruby animata è completamente diversa dalla sua controparte "fashion": è stata resa decisamente più "bambina", e il suo motto si è trasformato in «Look on the bright side!». Definita «The happiest girl in the world», è positiva ed ottimista: nella serie, è colei che dispensa consigli ai suoi squinternati amici, invitandoli a vedere il bicchiere "mezzo pieno", come si dice. Tuttavia, questo non fa di lei il classico protagonista saputello e moraleggiante: piena anch'essa di debolezze (è fissata con i party a sorpresa, ed è segretamente innamorata di... un altro dei protagonisti), risulta infine decisamente più simpatica di tanti altri personaggi titolari di serie.
Ruby vive in una grande dimora in stile gotico-vittoriano, nella città di Gloomsville. Con lei condividono l'abitazione i suoi amici, dall'aspetto più o meno mostruoso. C'è ad esempio Iris, la bambina-ciclope iperattiva, che è solita sfracellarsi ovunque durante i suoi giochi (spesso in groppa al verme volante Squig), riemergendo poi da ogni disastro con un tranquillo «I'm good». C'è Skullboy, uno scheletro che non sa... di chi è stato scheletro, e che è dunque perennemente alla ricerca della sua identità, reinventata di volta in volta (la sua frase tipica è: «Hey! I must be related to a long line of...» e poi, a piacere: pittori, registi, cuochi, fannulloni...). Ci sono Frank e Len, gemelli con un solo corpo e due teste, fanatici del rock 'n' roll, che tendono a fare un po' gli "Stanlio e Ollio" della situazione; c'è il corvo Poe, sedicente discendente dell'animaletto da compagnia di Edgar Allan Poe, che millanta studi a Cambridge; c'è Scaredy Bat, un pipistrello terrorizzato da qualunque cosa, e specialmente da Boo Boo, un piccolo fantasma con il vizio dei dispetti; e c'è anche Doom Kitty, la gatta di Ruby, che "parla" con il mimo e con suoni di violino.
E poi c'è Misery. Che è la classica scene stealer. Misery ha una scalogna cosmica che neanche Paperino. Misery ha una famiglia di bis-bis-bis-bis-bis che nemmeno Pippo. Ognuno dei bis-bis, ovviamente, è stato sulla scena di una delle peggio catastrofi della storia. Misery ha un'alta concentrazione di metallo nel sangue, e per questo attira i fulmini (e questo fatto, accennato nella prima puntata, diventerà importante in uno degli episodi conclusivi). Misery è stonatissima, ma quando dorme le viene una voce fenomenale (e quindi di solito viene portata in concerto mentre è a letto). Misery ha come animaletti domestici i dust bunnies (termine inglese per indicare le palle di polvere), solo che giocare con loro le fa venire da starnutire, e i poveri dust bunnies vivono nel terrore di passare all'altro mondo. Se Misery sorride, si spaccano vetri e specchi. Ma Misery non è un personaggio triste. Vive la sua condizione con filosofia, sapendo che qualcuno, nell'ordine delle cose, deve pur avere il ruolo che le è stato assegnato. Certo, non è che tutto quel che le capita le faccia granché piacere, e se potesse ne farebbe volentieri a meno: ma, quanto capita, si limita a commentare, stoicamente: «Ow».
Ho accennato al fatto che Misery canta... e, infatti, un altro degli aspetti che rende Ruby Gloom una serie veramente particolare è quello musicale. Gli episodi, molto di frequente, sono arrichiti da canzoni, che appaiono quando uno meno se lo aspetta: sono musiche piacevoli, decisamente orecchiabili, parodie di tanti generi diversi (dal rock, al jazz, al musical di Broadway) e dotate di testi nella maggior parte dei casi pieni di nonsense assolutamente esilaranti. La vena "canterina", in Ruby Gloom, culmina in un vero e proprio piccolo musical: "Hair(less)", una puntata doppia che, nel clima, mi ha piacevolmente ricordato certi vecchi special televisivi dei Peanuts. In effetti, considerato il tipo d'umorismo e la forte caratterizzazione dei personaggi, non mi pare del tutto insensato avvicinare questa serie alla "commedia bambina" di Charlie Brown & Co.
C'è un ultimo aspetto, legato alla musica, per cui Ruby Gloom brilla, ed è il doppiaggio. Credo che, in una serie televisiva recente, io non abbia mai sentito un doppiaggio così curato e fine. Ogni personaggio ha la sua inconfondibile inflessione vocale, piena di piccoli dettagli riconoscibilissimi. Anche gli accenti "bizzarri" sono resi con esilarante bravura: Scaredy Bat ha qualcosa di "indiano" (dicono) nella parlata, Poe sproloquia in un distinto British English, e Skullboy cambia accento a seconda della nazionalità della sua (presunta) famiglia. So che una versione italiana della serie ha cominciato ad andare in onda a gennaio su RaiSat Smash: non ho trovato in rete nessuna clip nella nostra lingua, ma credo che sia veramente arduo riprodurre il lavoro vocale fatto sull'originale (oltre che tradurre tutti i giochi di parole strettamente inglesi, e i testi delle canzoni).
Di solito, chi ha oggi tra i 20 e i 30 anni, è solito dire «Quando eravamo piccoli noi, i cartoni animati erano belli. C'erano Pollon, le Duck Tales, Siamo fatti così... Oggi, invece...». È diventato quasi un luogo comunque, con cui però mi trovo d'accordo, considerando la media di ciò che l'animazione televisiva propina ai bambini da dieci anni a questa parte. Però se, tra dieci anni, un ventenne dicesse che tutto sommato i cartoni animati per bambini degli anni 2000 non erano così male, «perché almeno c'era Ruby Gloom», be'... io gli darei ragione.
P. S. Per comodità, vi riporto qui l'episodio n. 1. Non è tra i migliori (non è quello con cui ho iniziato io), ma comunque è divertente e presenta sufficientemente bene i personaggi.
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Concludo la presentazione di questa meritevole (secondo me) serie, riportando qui il doppio episodio Hair(less) - The Musical.
Con queste due puntate (#31 e #32) Ruby Gloom ha guadagnato quattro candidature ai Gemini Awards (gli Emmy canadesi, in pratica): Miglior serie animata, Miglior regia per serie animata, Miglior musica per una serie animata, Miglior interpretazione individuale o di gruppo in una serie animata. Ha vinto solo nella categoria musicale: il premio è andato dunque agli autori delle canzoni, ossia Tom Szczesniak, Carolyn Hay e Ray Parker. http://www.geminiawards.ca/gemini23/pro ... itid=13165
[youtubehd]ahmFI75Kf5E[/youtubehd] [youtubehd]10b5UqXrflU[/youtubehd]
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Con queste due puntate (#31 e #32) Ruby Gloom ha guadagnato quattro candidature ai Gemini Awards (gli Emmy canadesi, in pratica): Miglior serie animata, Miglior regia per serie animata, Miglior musica per una serie animata, Miglior interpretazione individuale o di gruppo in una serie animata. Ha vinto solo nella categoria musicale: il premio è andato dunque agli autori delle canzoni, ossia Tom Szczesniak, Carolyn Hay e Ray Parker. http://www.geminiawards.ca/gemini23/pro ... itid=13165
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Ho iniziato a seguire questa serie che è ricominciata da poco dal primo episodio su Rai Gulp.
Il look e le animazioni sono piacevoli da guardare e l'atmosfera è una versione più divertente di Emily The Strange.
Al punto in cui è arrivata la messa in onda italiana (siamo al quarto episodio) non ho riscontrato traccia degli elementi musicali citati da Rebo, probabilmente è una direzione che la serie ha intrapreso col tempo.
Il doppiaggio è buono con voci ben caratterizzate (direi in linea con le produzioni di Cartoon Network), credo leggermente inferiore al livello di eccellenza vocale che ha descritto Rebo; però per quanto riguarda l'opening l'ho sentita in lingua originale e devo dire che mi piace di più la versione italiana, dove la luna ha una vocetta acuta che fa un effetto davvero particolare in sottofondo alle immagini "dark" che passano sullo schermo...
Il look e le animazioni sono piacevoli da guardare e l'atmosfera è una versione più divertente di Emily The Strange.
Al punto in cui è arrivata la messa in onda italiana (siamo al quarto episodio) non ho riscontrato traccia degli elementi musicali citati da Rebo, probabilmente è una direzione che la serie ha intrapreso col tempo.
Il doppiaggio è buono con voci ben caratterizzate (direi in linea con le produzioni di Cartoon Network), credo leggermente inferiore al livello di eccellenza vocale che ha descritto Rebo; però per quanto riguarda l'opening l'ho sentita in lingua originale e devo dire che mi piace di più la versione italiana, dove la luna ha una vocetta acuta che fa un effetto davvero particolare in sottofondo alle immagini "dark" che passano sullo schermo...
Credevo di essere il solo "nerd" a cui fosse piaciuta questa serie (quando ancora guardavo la TV anni fa e prima del passaggio al digitale che ormai mi ha precluso anche quello che -forse- guarderei pure ora), invece vedo che ce ne sono altri
In origine mi incuriosiva lo stile grafico, perchè a fronte di una stilizzazione che deve molto a Tartakowski, anche io avevo notato i rimandi a Burton e, soprattutto, le animazioni a risparmio, fatte con una cura e una abilità assolutamente consumate.
Scoprire che questi gioiellini sono stati fatti da artisti Disney (transfughi e per di più legati a prodotti che ho considerato mediocri) mi fa vedere la major sotto una nuova luce e niente affatto brillante
In origine mi incuriosiva lo stile grafico, perchè a fronte di una stilizzazione che deve molto a Tartakowski, anche io avevo notato i rimandi a Burton e, soprattutto, le animazioni a risparmio, fatte con una cura e una abilità assolutamente consumate.
Scoprire che questi gioiellini sono stati fatti da artisti Disney (transfughi e per di più legati a prodotti che ho considerato mediocri) mi fa vedere la major sotto una nuova luce e niente affatto brillante
La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)