[WDTA] DuckTales: Avventure di Paperi

Satira, avventura, fantascienza, commedia e ci scappa anche il musical: ben lungi dal rivolgersi al solo pubblico dei più piccoli, già da anni l'animazione televisiva occidentale sta sperimentando in lungo e in largo ottenendo sempre più consenso.
  • Do il benvenuto a Vito tra i sollazzatori e spero che non se la prenda se inserisco i miei commenti tra le sue recensioni.
    1) la voce di Paperino nel primo episodio. Io ho registrato dalla televisione sia la versione "spezzettata", trasmessa da RAI1 in "Big!" alla fine degli anni '80, sia quella in lungomentraggio, trasmessa sempre da RAI1 in uno speciale Disney nel 1994, e mi è parso che effettivamente Paperino parli in modo diverso: decisamente comprensibile nella prima versione, poco più di uno starnazzo nella seconda. A quanto pare c'è stato davvero un cambio di doppiatore, o sbaglio?
    2) Il Gran Mogol "robusto" appare solo in questo episodio, in futuro come Gran Mogol ci sarà Jet McQuack(!). Paperone compra da lui il Manuale delle Giovani Marmotte, sebbene in diverse storie a fumetti si dica che il libro non sia vendita ma si possa ottenere solo con l'iscrizione nei ranghi delle GM. Mi è sfuggita la storia dei berretti di Qui, Quo, Qua.
    3) Sia il museo del deposito che la fabbrica di dolciumi ritorneranno nell'episodio "Predatori dell'arpa perduta".
    4) Paperi a sangue freddo: sono alcuni anni che mi chiedo se la trama possa essere stata ispirata dalla storia italiana "Topolino e l'ultra-ghiaccio", o se si tratti solo di somiglianze casuali (la civiltà pinguinesca in Antartide).
    5) Il passaggio da quest'ultimo episodio a "La febbre dell'oro", al contrario, mi è sembrato troppo brusco, per come vengono presentati i sintomi della sua ossessione. Quando lo vidi per la prima volta, mi sembrò assolutamente ragionevole che Paperone, con tutti i guai che aveva passato, desiderasse di mettere al più presto le mani sul tesoro.
  • Giona ha scritto:Do il benvenuto a Vito tra i sollazzatori e spero che non se la prenda se inserisco i miei commenti tra le sue recensioni.
    E perché mai, mica voglio parlare da solo? ;) Grazie del welcome.
    Giona ha scritto: 1) la voce di Paperino nel primo episodio. Io ho registrato dalla televisione sia la versione "spezzettata", trasmessa da RAI1 in "Big!" alla fine degli anni '80, sia quella in lungomentraggio, trasmessa sempre da RAI1 in uno speciale Disney nel 1994, e mi è parso che effettivamente Paperino parli in modo diverso: decisamente comprensibile nella prima versione, poco più di uno starnazzo nella seconda. A quanto pare c'è stato davvero un cambio di doppiatore, o sbaglio?
    Bè, certo. Anni '80 = Franco Latini, così come tutte le apparizioni nella serie, mentre lo special trasmesso negli anni '90 fu ridoppiato invece dall'odierno Luca Eliani, evidentemene per conformità con i recenti doppiaggi, dato che Eliani stava doppiando (e ridoppiando) film e corti cinematografici.
    Giona ha scritto: Mi è sfuggita la storia dei berretti di Qui, Quo, Qua.
    Oltre al manuale gli compra anche i cappelli... in pratica è Paperone che tiene a battezzo le GM... :D
    Giona ha scritto: 3) Sia il museo del deposito che la fabbrica di dolciumi ritorneranno nell'episodio "Predatori dell'arpa perduta".
    Occhio esperto, il ragazzo... (EDIT: avevo letto velocemente solo la parte della fabbrica, il museo apparso in Predatori è un museo vero e proprio con tanto di custode...)
    Giona ha scritto: 4) Paperi a sangue freddo: sono alcuni anni che mi chiedo se la trama possa essere stata ispirata dalla storia italiana "Topolino e l'ultra-ghiaccio", o se si tratti solo di somiglianze casuali (la civiltà pinguinesca in Antartide).
    Boh, chissà! Fattostà che i produttori di DuckTales erano abbastanza nerd, la serie è zeppa di citazioni cinematografiche e fumettistiche (Carl Barks in primis) e non mancano strizzatine d'occhio ai più grandi.
    Giona ha scritto: 5) Il passaggio da quest'ultimo episodio a "La febbre dell'oro", al contrario, mi è sembrato troppo brusco, per come vengono presentati i sintomi della sua ossessione. Quando lo vidi per la prima volta, mi sembrò assolutamente ragionevole che Paperone, con tutti i guai che aveva passato, desiderasse di mettere al più presto le mani sul tesoro.
    Anche a me è perso veloce, avrei donato qualche sintomo a $crooge da metà episodio precedente, ma ciò è marginale sulla trama complessiva.
  • Episodio 6 (21 Settembre 1987)
    CACCIA ALLA NUMERO UNO (Send in the Clones)

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    Primo episodio di DuckTales che presenta la fattucchiera Amelia, uno dei personaggi più affascinanti creati da Carl Barks.

    In questa puntata Zio Paperone deve ricevere la visita di una giornalista dell'Eco di Paperopoli (Webra Walters, che parla con una forte erre moscia e comparirà in seguito in svariate puntate - e alcune di Darkwing Duck - anche come ruolo di giornalista televisiva), per un'intervista.
    I nipotini sfruttano a loro favore la situazione e ne approfittano per farsi dare qualche soldo da Paperone, suggerendogli che un simile gesto di generosità avrebbe impressionato favorevolmente la giornalista. I ragazzi vanno così al cinema, ma in casa compaiono altri nipotini. Possibile?
    Sì, se si tratta della Banda Bassotti trasformata da Amelia in Qui, Quo e Qua.
    Amelia, come al solito, vuole la Numero 1 di Paperone, e in questo episodio questa ossessione viene messa in evidenza nelle scene iniziali.
    La differenza principale con i fumetti si evince quando Amelia spiega di volere il decino per inserirlo in un amuleto che le permetterebbe di impadronirsi del mondo e di tutto il denaro esistente (poiché il famoso dime avrebbe dentro di sé "le vibrazioni psichiche di ogni affare, di ogni decisione, di ogni dollaro della vita di Paperone", rendendolo così un potenziale talismano per la fattucchiera).
    Altre differenze con i fumetti: nella versione animata Amelia non vive in un piccolo laboratorio alle pendici del Vesuvio, bensì in una enorme sfinge con le sue sembianze (chiamata Mount Vesuvian in originale) in mezzo all'oceano, arredata in modo sinistro ed oscuro come fosse la casa degli inferi; Amelia ha sì con sé un corvo, ma si tratta del fratello Poe - omaggio al noto poeta Edgar Allan Poe - trasformato in uccello da un incantesimo, che qui prende il posto del noto Gennarino. La Numero 1 renderebbe Amelia così potente da poter riportare il fratello alle sembianze originarie.
    L'adattamento italiano però donerà al corvo proprio il nome di Gennarino. E sia il corvo che Amelia dalle nostre parti parleranno con uno spiccatissimo accento napoletano, mentre in inglese il volatile si limiterà a pronunciare quasi sempre soltanto la parola "Nevermore" (Mai più, altra citazione dai poemi di Poe).
    Ciò comunque non intacca la godibilità degli episodi con Amelia; dopotutto anche in molte storie a fumetti, spesso disegnate da Al Hubbard, la fattucchiera che ammalia ha posseduto un castello nei pressi di Paperopoli, con al suo fianco anche più di un corvo. La dimora-sfinge potrebbe essere interpretata come seconda abitazione (bisogna ammettere comunque che il design del lugubre luogo è fascinoso a dir poco). Peccato per il fascino mediterraneo del personaggio, del tutto assente anche per via dello strano accento russo che la fattucchiera possiede in originale.
    La puntata è senza dubbio tra le più divertenti in assoluto, una commedia degli equivoci a suon di fraintendimenti e situazioni paradossali (come dimenticare la Tata con il riflesso dei Bassotti allo specchio mentre è convinta di avere con sé i nipotini, oppure quando Quo e Qua credono che Qui sia un alieno?), che avranno modo di sfociare in una lunga e movimentata scena d'azione nel finale, quando tutto il gruppo è al maniero di Amelia e cominciano inseguimenti a non finire. Queste scene, poi, risultano decisamente accattivanti grazie alla superba musica orchestrata del sempre ottimo Ron Jones, pronto a coinvolgere lo spettatore.
    La trama è scritta molto bene ed è esente da pecche, le animazioni sono sì ben fatte ma rimarranno in questo caso quasi un unicum dello stile grafico generale della serie, presentando espressioni facciali particolari e movimenti molto noti all'animazione orientale.

    Episodio 7 (22 Settembre 1987)
    PAPERINO E LA MUMMIA VIVENTE (Sphinx for the Memories)

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    Un episodio... da brividi.
    C'è poco da fare, questa volta c'è solo da togliersi il cappello e inchinarsi di fronte a cotanta bellezza al servizio di una "semplice serie TV da sabato pomeriggio".
    Paperino ottiene un permesso dalla Marina per sbarcare in Egitto, dove poter incontrare Paperone ed i nipotini, ma per un equivoco viene scambiato per un antico faraone e rapito da due sconosciuti.
    La puntata è praticamente da cardiopalma: un sacerdote geloso della sovranità di Paperino gli piazza una mummia assassina alle calcagna (inquietante la scena notturna della mummia che si intrufola in camera da letto di Paperino mentre lui dorme beato), Zio Paperone e nipoti alla ricerca di Donald finiscono in mortali trappole piramidali degne di Indiana Jones, Paperino viene posseduto al chiaro di luna dallo spirito dell'antico faraone, Paperone e nipoti vengono condannati ad essere spolpati vivi dagli avvoltoi da un incosciente Paperino, e così via...
    Si parla di superstizioni egizie, di maledizioni, c'è l'avventura, c'è azione, c'è finalmente il classico e "fumettoso" quintetto di paperi al completo (senza nuovi personaggi), le musiche sono ottime e azzeccate, e le animazioni sono tra le migliori che la serie avrebbe offerto.
    Un episodio che difficilmente farebbe inarcare le sopracciglia ai fan dei soli fumetti, e che si pone come uno dei principali esempi per avvalorare la tesi che vuole di DuckTales uno show assolutamente vincente.

    Episodio 8 (23 Settembre 1987)
    VIAGGIO NEL PAPERSPAZIO (Where No Duck Has Gone Before)

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    Una caratteristica peculiare della celeberrima serie TV è il suo prendere ispirazione da tanti generi cinematografici, allora (come oggi) di moda.
    La serie è chiaramente ispirata, perfino nel logo, alle avventure del famoso archeologo con la frusta Indiana Jones, ma c'è spazio per ogni genere: Western, Avventura, Azione, Commedia, Spionaggio, Fantascienza, Fantasy, Horror e chi più ne ha più ne metta, conferendo allo show uno stile etereogeneo che non avrebbe avuto eguali in seguito.
    Questa volta è la fantascienza a farla da padrone. Zio Paperone decide di rimodernare a sue spese uno sgangherato studio televisivo che produce una serie TV a basso costo, inserendo Archimede come progettista. L'inventore lavora fin troppo bene e costruisce una vera astronave che porta i nipotini, Tonty (la Giovane Marmotta amica dei ragazzi, sciocchino e mangione), Jet McQuack e un attore fanfarone nel vasto cosmo. Il gruppetto è però ignaro di essere nello spazio tra veri alieni invasori, credendo di assistere a una finta missione improvvisata dell'attorucolo.
    Questo episodio non è tra i migliori che la serie ha da offrirci ma presenta alcuni messaggi non indifferenti, come quello di non credere a tutto ciò che la televisione propina. E il riscatto finale di Jet, che per tutto l'episodio si becca l'appellativo di "geloso" poiché fin da subito sospettoso del Maggiore Coraggio (l'attore sbruffone), salva una trama senza troppe pretese ma di certo non noiosa.

    Episodio 9 (24 Settembre 1987)
    ARMSTRONG, IL ROBOT (Armstrong)

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    Armstrong presenta un canovaccio già ampiamente sfruttato in tante storie e film, ovvero la macchina impazzita che cerca di dominare il mondo.
    Tuttavia questo gioiellino è tra i migliori episodi che la serie abbia sfornato, donandoci un'ottima sceneggiatura e delle scene d'azione tra le migliori dell'intero show.
    La storia in sé è chiara e pulita, non troppo intricata e di facile scorrevolezza: Armstrong, provetto robot tuttofare inventato da Archimede, si inserisce a casa De' Paperoni guadagnandosi il rispetto dello Zione e dei nipotini grazie alle sue mansioni impeccabili. Jet McQuack viene messo da parte dai ragazzi e per lui è un duro colpo, dato il suo desiderio di essere sempre ricordato come il loro eroe.
    Oltretutto Jet viene messo in competizione con l'automa in una spettacolare sequenza di volo che vedrà un esito negativo per lo sbadato McQuack.
    Quando Armstrong sembra essere diventato un mito per tutti, cominciano i guai a partire dal povero Paperone: viene presentata sicuramente una scena tra le più inquietanti mai viste (se non la maggiore di tutta la serie), quando il vecchio $crooge nella sua camera blindata viene fermato all'improvviso da un Armstrong più sinistro che mai che lo rinchiude all'interno, lasciando solo i suoi occhi rossi a brillare nel buio della stanza.
    Sicuramente un tocco difficilmente raggiungibile, che dimostra ancora una volta il desiderio di realizzare una serie fruibile un po' da tutti.
    Ma il meglio viene offerto dalle due principali sequenze d'azione, come il fantomatico inseguimento dei nipotini da parte dei giocattoli elettronici comandati dal malefico robot, o l'ancor più impressionante sequenza di volo con l'inseguimento degli aerei da caccia pronti ad abbattere McQuack e i ragazzi.
    Entrambe le sequenze sono musicate dall'ottimo Jones in modo impeccabile. A tal proposito è bene segnalare il sito del compositore, dove è possibile ascoltare alcune splendide tracce tra cui Toy Wars, che come suggerisce il titolo è la musica che accompagna l'attacco dei giocattoli.

    In questo episodio viene infine messa in evidenza una simpatica abitudine di Paperone: bere cioccolata calda con meringhe (in inglese sono marshmallows, ma alle orecchie degli italiani negli anni 80 la parola sarebbe sembrata aliena). In barba all'avarizia, una volta tanto.

    Episodio 10 (25 Settembre 1987)
    I ROBOT COSTRUTTORI (Robot Robbers)

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    Primo di una lunga serie di episodi ispirati a una storia fumettata di Carl Barks, in questo caso "Zio Paperone e la meraviglia scientifica".
    In questo episodio torna di nuovo all'attacco Cuordipietra Famedoro, assente dal ritrovamento del galeone spagnolo nella seconda avventura dello show, e soprattutto appare per la prima volta un curioso personaggio: Ma' Bass (Ma' Beagle in originale), madre dei Bassotti del tutto assente nei fumetti. Un personaggio che in qualche modo riveste i panni del famigerato Nonno Bassotto, nonostante alcuni sviluppi della serie saranno decisamente possibili soltanto grazie alla natura femminile del personaggio (ad esempio, quando Ma' Bass deciderà di sposarsi con la Vecchia Tuba per diventare proprietaria legale di metà della sua fortuna).
    Vengono presentati anche altri tre fratelli dei quattro Bassotti principali (Picobass, Bambabass, Burgerbass, Boxybass), ovvero Numero Uno, Bancobass e Bebop.
    Questo episodio mostra anche un piccolo accenno di continuity: viene infatti citato l'ultimo robot di Archimede che per poco non dominava il mondo, con chiaro riferimento al precedente Armstrong.
    La trama è bella e vede Famedoro e Paperone collaborare stranamente insieme per fermare i Bassotti, che infilatosi nei robot giganti (nuovo progetto edilizio di Cuordipietra del quale Paperone è dubbioso) ne prendono il possesso e devastano la città e il Deposito.
    Da notare che, dall'episodio con Armstrong, Paperone rimarrà sempre contrario alla costruzione di robot, e avrà modo di ripeterlo in seguito al bizzarro inventore in uno degli episodi migliori della terza stagione.

    Si decide di dare il giusto riconoscimento al grande Carl Barks, inserendo il suo nome nei credits finali. Probabilmente è anche il legame con questo Genio del Fumetto che conferirsce alla serie una maggior rilevanza rispetto a tante altre produzioni televisive disneyane.
    Ultima modifica di Vito il mercoledì 25 agosto 2010, 16:26, modificato 2 volte in totale.
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  • Veniamo ora ai miei "annessi e connessi"

    - Caccia alla "Numero Uno": la cosa che più colpì in questo episodio fu, oltre alle "insolite" origini di Gennarino, l'isola di Amelia, che appare isolata e terrificante in mezzo al mare. In Predatori dell'arpa perduta si vedrà ancora l'effigie della fattucchiera scolpita nella montagna, ma i dintorni saranno diversi: qui emergerà da una folta vegetazione e vi arriverà un tremebondo postino in furgone per portare la posta. Anche il tetro aereo personale di Amelia non comparirà più: ne La guerra delle ombre Amelia arriverà a Paperopoli con un volo di linea, tanto che alla dogana dovrà denunciare tutti gli ingredienti da lei usati per i filtri magici. Il doganiere non solleverà obiezioni, limitandosi a constatare l'assenza di frutta (probabilmente una satira delle severe normative americane sull'importazione di generi alimentari da parte dei viaggiatori).
    - Paperino e la mummia vivente: quando lessi il titolo pensai che ci doveva essere un riferimento alle scene della sigla in cui i tre nipotini risuscitano una mummia grazie ad un anello magico. Non fu così e ne rimasi alquanto sconcertato, ma apprezzai lo stesso l'episodio.
    - Viaggio nel Paperspazio: il telefilm parodiato in misura maggiore è evidentemente Star Trek.
    - Armstrong, il robot: conobbi questa storia, prima ancora che nella versione animata, nella riduzione a fumetti pubblicata sul Mega Almanacco. È per me il migliore episodio dei Duck Tales in assoluto. Anche in assenza del termine "marshmallow", una cosa bastò a sconvolgere la mia mente di bambino: il fatto che Paperone pranzasse senza tovaglia, appoggiando piatti e posate direttamente sulla tavola di legno!
    - I robot costruttori: notai con interesse come la camera blindata del deposito fosse rappresentata come "un deposito dentro al deposito", capace di resistere indipendentemente dalla struttura esterna.
  • Giona ha scritto: - Caccia alla "Numero Uno" ne La guerra delle ombre Amelia arriverà a Paperopoli con un volo di linea, tanto che alla dogana dovrà denunciare tutti gli ingredienti da lei usati per i filtri magici.
    Senza contare, in omaggio alla tradizione italiana (è italiana, no? :P ), che nell'episodio "barksiano" Il Secur - Deposito, Amelia arriva volando bellamente su una scopa.
    Giona ha scritto: - Armstrong, il robot: È per me il migliore episodio dei Duck Tales in assoluto.
    E' davvero riuscito benone, non me ne stupisco. Dall'inseguimento dei giocattoli ai caccia in volo poi la tensione è bella forte.
    Giona ha scritto: Anche in assenza del termine "marshmallow", una cosa bastò a sconvolgere la mia mente di bambino: il fatto che Paperone pranzasse senza tovaglia, appoggiando piatti e posate direttamente sulla tavola di legno!
    Malol... manco ci avevo fatto caso!
  • Grazie al (anzi, per colpa del) resoconto di Vito, ho deciso di cominciare la visione totale di Ducktales, che in vita mia ho osservato solo in tv da infante, quindi non sono sicuro di aver visto tutte le puntate, nè di averle viste in ordine, e anche se fosse, sono ben poche le cose che ricordo.
    Quindi, rivedere tutta la serie a circa 15 anni di distanza, oltre a farmi fare un bel salto nel passato, mi permetterà di osservarla con occhi completamente diversi, e valutarla con il mio gusto attuale.

    Quello che più mi ha spiazzato è stato il doppiaggio, peggiore di quanto ricordassi: molti personaggi secondari sono quasi inascoltabile, mentre per i protagonisti le cose vanno un po' meglio. Eccezion fatta per Jet McQuack, il personaggio più buffo del cast quando ero bambino, mentre ora ho trovato la sua voce italiana "eccessiva", forzatamente divertente fino a un livello poco credibile. Buona invece la voce di Paperone, che tra l'altro riesce a rendere più che bene attraverso il doppiaggio (caso più unico che raro) espressioni e onomatopee derivanti dal fumetto come "sgrunt!", "sdeng!", "gasp!"...
    Siamo all'inizio di una mini-serie di 5 episodi che costituirà il ciclo chiamato unicamente "Il Tesoro del Sole d'Oro", speciale a "collage" composto di un unico grande episodio avuto in vhs da noi il 1988 e in tv negli anni '90 con le scene tagliate dalla versione USA per l'eccessiva lunghezza.
    Si sa in cosa consistono le scene tagliate?
    Episodio 2
    VIAGGIO NEL RONGUAY (Wronguay in Ronguay)
    La caratterizzazione di Famedoro mi è sembrata fin troppo vicino a quella di Paperone, fortunatamente alla somiglianza fisica sopperiscono le due voci dei doppiatori...
    Episodio 4
    PAPERI A SANGUE FREDDO (Cold Duck)
    Buon esordio di due personaggi femminili della serie; Gaia evidentemente è stata inserita per fare leva anche sulle bambine, e la sua voce fastidiosa alla fine si apprezza, caratterizzando più che bene la paperotta.
    Nella storia, assolutamente assurdo e forzato l'elemento diapason, neanche fosse un cannone sonico.
    Episodio 5
    LA FEBBRE DELL'ORO (Too Much of a Gold Thing)
    Oltre alla citata inquadratura verso il tramonto che cita Indiana Jones, aggiungo il riferimento quando Jet McQuack trova nell'aereo un serpente e urla "Serpenti? Io odio i serpenti! ...ma cosa dico, a me piacciono i serpenti!", chiara parodia della fobia del buon vecchio Indy.
    Ah, è una mia impressione o nella scena all'interno del tempio c'è un enorme innalzamento qualitativo dei disegni e delle animazioni?
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  • DeborohWalker ha scritto:Grazie al (anzi, per colpa del) resoconto di Vito,
    Andrò a dormire con la coscienza sporca... :D
    DeborohWalker ha scritto: Si sa in cosa consistono le scene tagliate?
    Ce ne sono abbastanza, dai un po' un'occhiata al primo episodio caricato sul tubo... ti accorgerai dei tagli quando sbucherà il doppiaggio tedesco dal nulla... :P Ce ne sono abbastanza specie nel quarto e nel quinto, ma nel complesso ci hanno privato di un quarto d'ora buono circa. Poi non so se intendevi che elencassi tutti i tagli. Comunque sono tagli fatti dagli americani ad hoc, dato che alcune scene sono pure musicate diversamente per evitare l'effetto stonato di una musica di sottofondo che si sarebbe spezzettata ogni 10 secondi...

    Ti quoto abbastanza per tutto il resto, in particolar modo all'apprezzamento per i versi onomatopeici che hanno reso probabilmente Paperone l'unico personaggio dei fumetti e dei cartoni a pronunciarne (spero di non aver dimenticato qualcuno)...
  • Episodio 11 (28 Settembe 1987)
    LA GUERRA DELLE OMBRE (Magica's Shadow War)

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    Si ripropone la fattucchiera che ammalia in questo episodio dalla trama più che angosciante.
    Cosa succederebbe se la propria ombra, stanca delle continue sottomissioni, prendesse vita e cominciasse a ribellarsi? Senza dubbio guai per tutti, ed è proprio ciò che accade ai nostri paperi che questa volta dovranno vedersela con un subdolo piano di Amelia, pronta come sempre a sottrarre a Paperone la sua adorata monetina da 10 centesimi.
    La prima parte dell’episodio vede la riuscita apparente del piano della strega, che riesce a materializzare la propria ombra per farle rubare il decino (tramite l’ombra di quest’ultimo) in casa di Zio Paperone. Tuttavia le cose non vanno per il verso giusto e l’ombra decide di ribellarsi assumendo una forma spaventosa e completamente diversa dalla silhouette della fattucchiera partenopea, con vistosi occhi rossi e la possibilità di esprimersi a parole. L’intero l’episodio mantiene una certa cupezza, ambientato quasi esclusivamente di notte, e oltretutto vengono mostrati altri aspetti lugubri come il raduno di ombre svolazzanti che ronzano attorno al Deposito come zanzare o il tetro maniero che Amelia prende in affitto per l’alloggio a Paperopoli. Le pozioni e gli oggetti sinistri con cui Amelia ha a che fare, tra teschi, teste di drago et similia, contribuiscono all’atmosfera cupa dell’episodio, anche se di "mediterraneo" alla fattucchiera rimarrà davvero poco: non fosse per l’ottima voce che la bravissima Sonia Scotti (che presterà la voce al personaggio anche nel 2000, nel platform Paperino Operazione Papero) dona ad Amelia e al corvo Gennarino, rendendoli molto più simpatici della versione originale.
    Da notare l’elemento chiave dell’episodio (così come lo era stato il diapason nella puntata numero 4), ovvero una macchina fotografica a sviluppo istantaneo inventata da Archimede e donata ai nipotini, che avrà il suo scopo ai fini della trama.
    In questa puntata viene anche introdotto il bizzarro personaggio di Vacation Van Horn (chiamato in Italia Trotter), del tutto simile a Ciccio ma abbigliato come se fosse un turista perenne. Tuttavia il personaggio non avrà mai ruoli importanti nella serie e si limiterà a fugaci e rari cameo nel corso delle puntate.
    Assolutamente stupefacente infine la caratterizzazione di Zio Paperone nella seconda metà dell’episodio, che mantiene una certa durezza affermando di essere stato “il più duro dei duri, il più intelligente degli intelligenti”, rimanendo molto fedele al modello dei fumetti.

    Episodio 12 (29 Settembre 1987)
    Il GENIO DELLA LAMPADA (Master of the Djinni)

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    Probabilmente uno degli episodi più classici e famosi (per la notevole pubblicità alla videocassetta che conteneva l’episodio e per il suo trattare il tema principale del lungometraggio della serie), Il Genio della Lampada - titolo italiano molto banale, per la verità - stravolge i canoni della solita caccia alla lampada perduta di Aladino, mostrandoci un Genio del tutto antipatico e sleale che si ritrova in balia di due contendenti: Zio Paperone e Cuordipietra Famedoro, entrambi alla ricerca della lampada. All’idea di perdere la libertà stabilendo il vincitore al termine di una gara tra i due paperi, il Genio decide di spedire i rivali all’epoca delle mille e una notte, dove i nostri, fatti prigionieri, devono collaborare per salvarsi le penne. A venir loro in aiuto è la bellissima principessa Sherabazar, narratrice di favole così rilassanti da permettere a chi le ascolta di addormentarsi.
    Viene sviluppata una sottotrama importante, dove i nipotini, saputo dell’imbroglio del Genio, tentano di incastrarlo per costringerlo a riportare i due rivali nell’epoca attuale.
    Molto bella la sequenza della fuga sui cavalli nel deserto che troverà il suo apice con l’arrivo dell’Emiro, fidanzato della bella principessa, con il suo esercito imponenti di cammelli.
    La spettacolarità dell’episodio avviene nel finale, quando per una serie di equivoci e colpi di scena finali si scoprirà che i nostri eroi [spoiler]non avranno mai vissuto quella avventura![/spoiler]
    Assolutamente geniale.
    Da notare il voler evidenziare da parte degli sceneggiatori il carattere altruista di Paperone, in netta contrapposizione a quello di Cuordipietra, quando lo Zione si preoccupa della salute del rivale dopo una caduta mentre Famedoro poco prima aveva tentato di eliminarlo con una frana provocata dalla dinamite.
    La trama della lampada magica verrà riproposta col botto dalla Disney nel decennio a seguire, rendendola il fulcro principale del lungometraggio di DuckTales, Zio Paperone Alla Ricerca Della Lampada Perduta (1990), e del famosissimo Aladdin (1992) e i suoi relativi sequel.

    Episodio 13 (30 Settembre 1987)
    IL MISTERO DEL FANTASMA (Hotel Strangeduck)

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    Probabilmente il migliore (se non altro, tra i migliori sicuramente) dal punto di vista delle animazioni, questo episodio presenta dalla sua una storia molto divertente mascherata in salsa horror.
    La trama si rifà per molti versi al capolavoro barksiano "Paperino e il segreto del vecchio castello", ma qui viene sviluppata ed adattata in modo da risultare simile al filone già abusato in molte serie televisive (primo fra tutti Scooby Doo): la caccia al fantasma-misterioso-che-forse-fantasma-non-è.
    Teatro delle vicende è un tetro castello che Zio Paperone vuole trasformare in un grande albergo (battezzato Hotel Stranopaper) pronto ad ospitare i turisti. Nonostante le voci su un ipotetico fantasma, Paperone decide comunque di cominciare le attività, ospitando due personaggi che avranno modo di apparire in seguito nella serie, l’uno come presenza fissa in un episodio, mentre l’altro in vari cameo in soap televisive paperopolesi (DuckTales riciclerà spesso molte delle sue comparse per svolgere altri ruoli): Benzino Gasolini, playboy italiano doppiato con accento siculo da un frizzante Tonino Accolla, e la bella Duchessa di Swansylvania, meglio conosciuta come Federica Von Stranopaper e con la voce della brava Ludovica Modugno.
    Episodio infarcito di trovate curiose e divertenti, alle quali susseguirà una stupenda e mozzafiato battaglia tra il presunto fantasma e Paperone sul ponte levatoio del castello, reso invisibile da una vernice spray. Anche in questo caso è la colonna sonora di Ron Jones a farla da padrone, che riesce a gestire molto bene la puntata alternando sinfonie simpatiche e tranquille con musiche del tutto epiche e coinvolgenti.
    Nel complesso un buon mystery, non troppo impegnativo ma neppure di facile intuizione, capace di intrattenere senza annoiare.
    Da notare una svista: i nipotini affermano che alla prima comparsa del fantasma (durante la consumazione di un pasto a tavola) Benzino non fosse presente, quando in realtà sedeva a tavola con gli altri.
    Piccola curiosità: alla fine dell’episodio si palesa il fratello della Duchessa, tale Ludwig Von Stranopaper (Ludwig Von Strangeduck), ricalcato palesemente sulla figura del ben noto professor Pico De Paperis.
    Anche in questo caso, assolutamente banale e stereotipata la traduzione italiana del titolo, laddove l'originale appare senza ombra di dubbio migliore.

    Episodio 14 (1 Ottobre 1987)
    LA CORONA PERDUTA DI GENGIS KHAN (Lost Crown of Genghis Khan)

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    Ecco qui un episodio che si rifà a un altro classico barksiano: "Zio Paperone e la corona perduta di Gengis Kahn", stavolta così palesemente da inserire il nome di Carl Barks nei credits finali come fonte di ispirazione per la trama. E risulta alquanto strano che non sia stato fatto anche per l’episodio precedente, quando questo della storia originale di Barks non mantiene praticamente nulla se non proprio l’elemento della corona.
    Tuttavia non è il confronto con la storia di Barks che deve essere analizzato, DuckTales è da considerare come una serie che si ispira agli elementi barksiani per creare nuove storie, la fedeltà alle versioni fumettistiche non è mai stata un’intenzione della serie.
    E nel complesso infatti, per quanto assolutamente diverso dalla storia coi balloon, questo episodio ha la sua ragion d’esistere come storia a se, che vede Zio Paperone gareggiare con altri miliardari per il titolo di Esploratore dell’Anno, e per ottenerlo deve ritrovare la corona smarrita di Gengis Khan.
    L’episodio ha lo stile della classica caccia al tesoro, e più che mai in questo caso Paperone viene dipinto come un esploratore e cacciatore di tesori, donando un senso alle intenzioni della serie che fin dal logo si rifà alle imprese del noto uomo con la frusta, Indiana Jones. Nonostante tutto però, è da ammettere che la trama in questione presenta alcuni risvolti un po’ più infantili del solito, come l’affezione di Gaia per lo yeti donna che prepara i gelati (!), e confrontando questi elementi con altri molto più adulti che appariranno in seguito lo stridìo si nota abbastanza ma riesce tutto sommato ad essere accettabile. Ciò detto, si tratta pur sempre di una buona storia, con battute anche molto divertenti, e infarcita di scene piuttosto movimentate come la valanga scatenata da un’esplosione.
    Anche in questo caso, viene mostrata l’avversione di Paperone per coloro che guadagnano imbrogliando, discostandosi molto dal modello tutto italiano dettato dallo sceneggiatore Guido Martina.

    Episodio 15 (2 Ottobre 1987)
    FUGA DA ACQUATRAZ (Duckman of Aquatraz)

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    Ecco un piccolo capolavoro.
    Questo episodio (chiaramente ispirato al film Birdman of Alcatraz del 1962) è senza dubbio importantissimo per la psicologia di Paperone ed è la dimostrazione di quanto la serie abbia meritato fino al midollo gli apprezzamenti e il successo ottenuti, nonostante il budget non molto ampio e il target di riferimento abbastanza limitato.
    Paperone vive in prima persona l’esperienza delle carceri, condannato alla bellezza di 15 anni di prigione per aver rubato un prezioso quadro. Come se non bastasse è costretto a dividere la cella con un bestione dai modi scontrosi, tal Cane Pazzo McGurk, che palesa fin da subito il suo odio per i ricconi.
    Paperone è così destinato a passare giorni difficili scontrandosi con diversi bulli, subendo la prigione pur essendo innocente.
    La psicologia e la caratterizzazione di Paperone vengono esaminate in molti modi: viene mostrata la sua proverbiale forza che nasconde sotto il suo esile corpicino, battendo tutti i carcerati a suon di braccio di ferro, e si commuove quando Cane Pazzo afferma di sentire la mancanza della madre.
    Assolutamente struggente ed adulta la scena in cui McGurk piange di fronte alla foto di sua madre raccontando al vecchio papero di come lei sia talmente povera da non potersi neppure permettere di far visita al figlio. Ed è qui che si raggiunge il momento massimo di maturità dell’episodio, durante i dialoghi tra Cane e Pazzo e Paperone:
    - Che cosa vuoi saperne tu, sei solo un povero carcerato come me!
    - Non dovresti mai sottovalutare un povero carcerato. Specialmente se si chiama Paperon de’ Paperoni.


    Non ci si può non commuovere alla successiva visita della madre di Cane Pazzo, quando i due si abbracciano e si sfidano a braccio di ferro, mentre Paperone guarda la scena isolato e sorridendo per la buona azione compiuta.
    Buona azione che però finisce per metterlo nei guai, quando il bestione decide di ripagarlo coinvolgendolo in una fuga che si rivelerà tutt’altro che sicura.
    Episodio assolutamente eccellente, con picchi di maturità elevatissimi che mostrano davvero cosa sia il personaggio di Zio Paperone: duro e forte con chi tenta di ostacolarlo, ma assolutamente di buon cuore di fronte a chi mostra evidenti problemi, come la lontananza di una persona importante come la propria madre.
    Ultima modifica di Vito il domenica 09 agosto 2009, 21:55, modificato 3 volte in totale.
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  • - La guerra delle ombre: ne ho già parlato nel mio precedente intervento. Aggiungo che ho letto da qualche parte che in origine, nella scena in cui Amelia mostra all'ombra la posizione della villa di Paperone sulla pianta di Paperopoli, doveva esserci invece la posizione del deposito.
    - Il genio della lampada: il mio cruccio maggiore riguardo a questo episodio è che non si possa inserire nella continuity della serie, a meno di escludere il film Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta.
    - Il mistero del fantasma: episodio da far paura. Non sono però mai riuscito a capir bene come mai [spoiler]Bernardo diventi visibile dopo la caduta nel fossato: forse l'acqua ha lavato via la vernice invisibile?[/spoiler]. In ogni caso questo episodio è emblematico per come, nella serie, si mostri scetticismo sull'esistenza dei fantasmi (si veda anche La maledizione del castello di zio Paperone mentre gli extraterrestri vengono accettati senza problemi.
    - La corona perduta di Gengis Khan: stavolta è lo yeti è stato "ingentilito" forse più del dovuto.
    - Fuga da Acquatraz: non mi è chiara una cosa nel finale: [spoiler]Cuordipietra viene costretto per punizione a tenere in casa un ritratto di Paperone, ma è possibile che non venga condannato anche per l'ingiusta detenzione di Cane Pazzo?[/spoiler]
  • Giona ha scritto: - Il genio della lampada: il mio cruccio maggiore riguardo a questo episodio è che non si possa inserire nella continuity della serie, a meno di escludere il film Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta
    E perché? Si può sfruttare più volte lo stesso elemento. E a maggior ragione mai come stavolta l'inserimento del film è sensatissimo, dato che come ho detto Paperone e i nipotini [spoiler]non ricordano di aver vissuto nulla alla fine dell'episodio[/spoiler].
    Giona ha scritto: - Il mistero del fantasma: Non sono però mai riuscito a capir bene come mai [spoiler]Bernardo diventi visibile dopo la caduta nel fossato: forse l'acqua ha lavato via la vernice invisibile?[/spoiler].
    Cosa che poi è un classico di molti cartoon.
    Giona ha scritto: - Fuga da Acquatraz: non mi è chiara una cosa nel finale: [spoiler]Cuordipietra viene costretto per punizione a tenere in casa un ritratto di Paperone, ma è possibile che non venga condannato anche per l'ingiusta detenzione di Cane Pazzo?[/spoiler]
    E' vero, anche perché poi il giornalista afferma che [spoiler]Cuordipietra non può andare in galera dato che ha commesso un furto di un quadro che gli apparteneva, ma ha comunque incastrato Cane Pazzo (e a ben vedere poi, anche se si ruba una cosa che ti appartiene ma per questo fai finire in galera un altro è comunque reato... ma possiamo passarci sopra dato che Paperone ha scelto per lui la punizione, probabilmente invece di denunciarlo... e avrà fatto la stessa cosa Cane Pazzo!)[/spoiler]
    Dopotutto è questo il bello dei cartoni, altrimenti i Bassotti dovrebbero marcire in galera da millenni, invece più volte dopo un furto Paperone si "accontenta" di mandarli via a spingardate...

    (PS: chissà come mai ho una voglia irrefrenabile di philadelphia spalmabile...)
  • - La guerra delle ombre: Decisamente inquietante e bello proprio per questo. La guerra delle ombre spicca fra i vari episodi per un notevole contenuto horror che decisamente non ci si apetterebbe vedendone la sola prima parte (molto più puntata sull'ironia). A dir poco geniale in più di un punto, come quando l'ombra attraversa il cavo elettrico o si moltiplica grazie ai riflettori. Doveroso è un applauso per il doppiaggio italiano di Amelia da parte della bravissima Sonia Scotti (che oserei dire la avvicina notevolmente a Sophia Loren, come giustamente dovrebbe essere), che le dona una simpatia straordinaria e quel bel po' di mediterraneo che le manca.
    "Non sei altro che un'ombra. E ricordati che non sei niente di niente senza di me."
    - Il genio della lampada: Per rispondere a Giona, in effetti non mi pare che il genio del lungometraggio abbia mai nominato Aladino, perciò può benissimo tratarsi di un genio alternativo a questo. Comunque, siamo di fronte ad un altro episodio superiore alla media. Esplosioni di dinamite a non finire ed un aereo spappolato danno il via ad un susseguirsi di situazioni critiche che non rivedremo spesso nella serie, se non altro così una di seguito all'altra. Ottima la parte ambientata nel regno delle Mille e Una Notte, fra coccodrilli, racconti soporiferi ed inseguimenti a cavallo. Un Cuoredipietra meravigliosamente senza scrupoli e la magica abilità di Ron Jones completano l'opera, rendendo questo episodio uno spettacolo per gli occhi.
    "Ah, ah! Vorrei proprio vedere la faccia di De' Paperoni in questo momento!"
    - Il mistero del fantasma: "Sarà stato il vento ch-che... che ha anche firmato il registro!", afferma un Qua tremante dopo la prima splendida apparizione del fantasma. Uno degli episodi migliori, dove azione, mistero, humor ed un pizzico di horror, si mescolano insieme con abilissima regia. Ottime sequenze come quella della cena ("VOI!"), quella della cucina (quando il fantasma sporco corre via "senza testa" da piccolo andavo in visibilio) o lo scontro sul ponte invisibile, sono a dir poco meravilgiose. Grandissima la simpatia del personaggio di Benzino, doppiato da un Accolla evidentemente particolarmente ispirato ("Un bacio ancoraaa...") Le musiche di Jones fanno il loro dovere e rafforzano splendidamente le favolose sequenze che costituisco questo episodio che io semplicemente adoro.
    "Si può sempre provvedere!"
    - La corona perduta di Gengis Khan: Non rientra tra i miei preferiti al contrario dei precedenti, tuttavia possiede sequenze notevoli. Un po' deludente forse la troppa presenza di parti infantili (lo yeti che prepara gelati in effetti...) però quoto Vito, perché la combinazione di adulto ed infantile è proprio quello che la Disney ha sempre cercato nell'animazione. Bella la parte della valanga ed il Jet al salvataggio. A spiccare in questo caso è più la musica che l'azione, però, e questo la dice tutta.
    - Fuga da Acquatraz: Bello, bello e bello. Situazione originale quanto inusuale per Paperone che, da che io ricordi, non ha mai avuto avventure da galeotto nei fumetti (se non altro non di questo tipo) e davvero ben scritto. Tenera la sequenza della visita della madre di Cane Pazzo e fantastica quella della fuga. Ben costruito l'imbroglio di Cuoredipietra e il modo in cui viene sbrigliato dai nipotini (e buona l'idea di mostrarci come la prova d'innocenza del quadro viene scartata). Un episodio con la maiuscola che merita di entrare tra i migliori della serie.
    "Il prossimo...!"
    Ultima modifica di Eddy il giovedì 14 maggio 2009, 17:53, modificato 1 volta in totale.
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  • Eddy ha scritto: - Il mistero del fantasma: "Sarà stato il vento ch-che... che ha anche firmato il registro!", afferma un Quo (è lui, si?)
    E' Qua (distinguibile solo dal doppiaggio italiano). :P

    Per il resto noto che la pensi esattamente come me, non aggiungo altro.
  • Girone non al top, il meglio verrà più avanti.

    Episodio 16 (5 Ottobre 1987)
    E' SPARITO IL DENARO! (The Money Vanishes)

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    Probabilmente uno dei primi episodi ad essere stato doppiato in Italia (ad evidenziare il sospetto è la traduzione di Paperopoli, qui chiamata semplicemente come in originale, Duckburg. Evidentemente gli adattatori non avevano ancora ben chiaro il concetto di Paperopoli, ma per fortuna non è nulla di particolarmente grave poiché il nome viene pronunciato in una breve circostanza da un cronista di una maratona cittadina).
    Questo episodio è sicuramente ben fatto e dalle buone trovate, e vede anche il debutto del piccolo Edi nella serie (tralasciando il breve cameo all’interno dell’ottima sigla di apertura).
    La trama è davvero molto semplice e leggera, ma ben sviluppata in modo da occupare senza troppi problemi i 22 minuti di episodio: La Banda Bassotti evade di prigione e incappa nel laboratorio di Archimede, dove quest’ultimo ha appena ultimato la sua ultima invenzione, un raggio sposta-oggetti che nelle intenzioni originali era previsto per un maggiore agio nelle pulizie domestiche. Peccato che i furfanti però, rubato l’ordigno, ne approfittano per spostare ben altro!
    Assistiamo a una grande prova di sprint di un Paperone che fa di tutto per impedire che i suoi soldi spariscano, e la parte più divertente dell’episodio è senza dubbio la grande fuga dei nipotini attraverso lo zoo, inseguiti dai Bassotti (qui si fa anche più chiarezza per i loro nomi, e probabilmente è questo l’episodio a cui si fa più riferimento quando bisogna trascrivere i nomi dei Bassotti che compaiono nella serie. Ciò nonostante a seconda delle traduzioni capiterà che in altre puntate alcuni membri del gruppo vengano chiamati diversamente).
    Complessivamente si ha un risultato più che buono, anche se forse si avrà la sensazione che l’episodio in sé manchi di un briciolo di azione in più, ma questo molto probabilmente è dovuto dal fatto di avere una trama semplice e di facile scorrevolezza, che in un episodio da più di 20 minuti deve trovare il suo incastro. Ciò nonostante, davvero godibile.
    Menzione d’onore per Burger vestito da tarma gigante!

    Episodio 17 (6 Ottobre 1987)
    SIR ARCHIMEDE PITAGORICO (Sir Gyro de Gearloose)

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    Davvero molto carino.
    Sebbene sia uno dei rari casi in cui Zio Paperone non compaia (succederà solo in altre due occasioni, per un totale di 97 episodi su 100 che vanteranno l’apparizione del vecchio Scrooge), questo episodio ha la sua ragion d’essere ed è sicuramente la puntata più classica della serie, che avrebbe potuto benissimo essere una storia tratta da un buon fumetto disneyano, italiano, americano o che dir si voglia.
    Infatti la puntata vede i nipotini far visita ad Archimede e incappare nello stress di quest’ultimo, stufato per la scarsa considerazione che i clienti hanno nei suoi confronti. Così Archimede decide di andare indietro nel tempo (usando una macchina capace di trasportare le persone anche nel tempo così come si immagina) in un’epoca in cui gli inventori non sono mai esistiti, per poter magari diventare cavaliere. Un incidente però fa azionare prima del previsto la macchina del tempo del buon Gyro (a forma di vasca da bagno, altro elemento classico dei fumetti, tipico delle storie disegnate da Tony Strobl) e Archimede e i nipotini vengono così catapultati a Quackelot, ai tempi della Tavola Rotonda di Re Artù.
    Non è però costui ad essere presente, bensì Re Artie, il re che adora i party, che invita subito gli stranieri in un ricevimento a corte. A tramare contro il povero re è però il suo infido nipote Lesdred, che ostacolerà non poco i nostri eroi pur di impossessarsi del regno di Quackelot.
    Ironia della sorte, sono proprio le invenzioni di Archimede a tornare utili in un’epoca cui tutto viene creduto stregoneria. Il mago di corte, Morloon, infatti non gradisce la presenza dell’inventore che con i suoi macchinari offusca la sua magia.
    L’episodio vede una lunga sequenza notturna ricca di complotti e combattimenti, e alla fine viene presentata una morale non da poco: bisogna sempre amare il lavoro e la vita che si fa, e che non si può riuscire in ogni disciplina (in particolar modo riferita al mago geloso delle invenzioni di Archimede).
    Un buonissimo Archimede che caratterialmente è identico alla sua versione originale fumettistica, e una simpatica trama rendono questo episodio molto piacevole da seguire, anche se si nota la mancanza di una figura importante come Zio Paperone, pur accettando ovviamente la puntata come piacevole variazione.

    Episodio 18 (7 Ottobre 1987)
    DINOSAUROPAPERI (Dinosaur Ducks)

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    Il classico filone della valle perduta dei dinosauri, usato sia in passato dallo stesso Carl Barks che in futuro da Don Rosa, oltre che in una miriade di film, fumetti e letteratura popolare.
    Questo episodio avrebbe lo scopo di presentare una storia avventurosa ma è svolta in maniera tale da risultare quasi più umoristica delle intenzioni originali.
    Paperone viene a sapere dell’esistenza di dinosauri e parte col prode Jet McQuack alla loro ricerca, con le intenzioni di catturare qualche esemplare per lo zoo del ricco papero.
    Vengono presentati topoi classici dell’impostazione della serie, come i nipotini che puntualmente si nascondono nei bagagli poiché proibiti della partecipazione al viaggio (succederà abbastanza nel corso della serie), oppure la piccola Gaia che finisce sempre per scomparire e mettersi nei guai facendo preoccupare ben poco i familiari.
    Episodio a suon di battute da parte di Jet McQuack, battute che in qualche caso a seconda dei doppi sensi inglesi non verranno perfettamente riuscite nel nostro adattamento, ma tutto sommato dinanzi ad un personaggio assurdo e simpatico come Jet ci si passa comunque sopra ipotizzando dei nonsense generali.
    Buono il combattimento finale tra i due dinosauri, ma nel complesso comunque non rimane di grandissimo impatto avventuroso, limitandosi a toni più infantili quando si presenta il solito cucciolo di dinosauro cui i nipotini avranno a che fare.
    La sparizione di Gaia, rapita dai paperi primitivi, funge da morale finale, che fa riflettere lo stesso Paperone. È bene non dividere mai una famiglia, che si tratti persone umane (o paperi antropomorfi che dir si voglia), o specie animali.
    La preistoria è un tema che non verrà più toccato dalla serie almeno fino all’inizio della seconda stagione, con l’incontro del piccolo Bubba Duck.
    Nota: in questo episodio appare per la prima volta (escludendo il brevissimo cameo in "Armstrong, il Robot") la Signora Featherby, clone di Miss Paperett (che noi chiameremo Miss Paperett a partire dalla seconda serie).

    Episodio 19 (8 Ottobre 1987)
    UN EROE A NOLEGGIO (Hero for Hire)

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    Per la prima volta viene presentata una coppia abbastanza usata nel corso della serie, Jet McQuack e il piccolo e grassoccio Tonty, che ne è il più grande ammiratore nonostante Jet combini disastri a profusione. E difatti questa volta riesce addirittura a distruggere una banca appena inaugurata da Paperone, che provvede immantinente a licenziarlo. Così il nostro McQuack decide di farsi assumere come “eroe a noleggio”, per piccole missioni quotidiane come salvare gatti sugli alberi o aiutare vecchine ad attraversare la strada. La Banda Bassotti, camuffata, vede bene di approfittarsene per farsi aiutare inconsapevolmente da Jet a svaligiare banche, facendo credere a quest’ultimo di recitare in un film.
    Sotto il nome e il costume di Webbed Wonder (tradotto qui da noi con un banale Super Papero), Jet si mette in svariati pasticci credendo di essere sotto copione cinematografico.
    Questo episodio (pur non essendo certamente tra i migliori) è molto carino, presentandoci delle buone scene musicate e tanta azione, come la sequenza in elicottero con schianto in mare, dove un commosso e tenero Paperone crede di aver perduto per sempre il suo pilota.
    I Bassotti sono bene usati, abbastanza subdoli da rapire e imbavagliare il povero Tonty, ricattando McQuack senza farsi scrupoli.
    Puntata che sfoggia animazioni che presentano alcune scene animate con un particolare stile più "nervoso" (vedasi alcune linee attorno agli occhi dei personaggi quando Paperone licenzia lo sbadato McQuack), distaccato dalla media degli episodi, anche se tuttavia svariate puntate della prima produzione (all’incirca la prima quarantina di episodi) ne avranno, come "Il Cucciolo di Paperone", o "La Gemma dei Superpoteri".
    Plauso alle musiche, in questo caso utilizzate davvero egregiamente. Come la sequenza di Jet nel suo biplano che incombe in casa di Ma’ Bass, che presenta un bellissimo tema di rock leggero che richiama palesemente a quei i gloriosi anni ’80 fatti di tastiere e schitarrate elettriche.

    Episodio 20 (9 Ottobre 1987)
    LA GEMMA DEI SUPERPOTERI (Superdoo!)

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    Questo è un episodio molto sottotono alla media della serie, che perdipiù non vede la partecipazione di Zio Paperone (per la seconda volta, su un totale di 3 episodi esenti dalla sua presenza), ma un buon motivo per cui andrebbe salvato è il fatto di presentarci per la prima e unica volta un’intera storia ambientata al campo delle gloriose Giovani Marmotte, fatto di tende, focolari, medaglie al merito ed escursioni, nel modo più classico e puro che ci sia (fatta eccezione per l’assenza del Gran Mogol, sostituito dall’impavido Jet McQuack). Oltretutto, chicca delle chicche, come compagni delle GM ci sono nientemeno che due personaggi – non chiamati per nome – che somigliano in tutto e per tutto a Newton e Lardello usati dagli autori italiani nel corpo delle Giovani Marmotte negli anni ’90.
    E se per il secondo parrebbe una coincidenza per via dell’anno di realizzazione dell’episodio, precedente alla serie nostrana delle GM, per Newton (personaggio fumettistico, nipote di Archimede, assai più vecchio) sembrerebbe davvero un dotto omaggio.
    Infatti è proprio questa sua attinenza con le Junior Woodchucks dei fumetti che dona una certa dose di nobiltà ad un episodio dalla trama piuttosto banalotta che vede il goffo Tonty (Doofus Drake) dotato di superpoteri da un ciondolo spaziale a forma di ciambella. La trama però non è esente da una buona morale, ossia che bisogna essere sempre sé stessi per essere apprezzati, e che le amicizie vere non si possono comprare, con nessuna qualità soprannaturale.
    Tonty rimane un personaggio simpatico, un buon amico per i nipotini che incarna la figura del goffo pasticcione del gruppo che non manca mai in svariate serie tv e fumetti, ma tuttavia è stato un bene dedicare soltanto un episodio al personaggio, poco pertinente al tema principale della serie, dedicato alle grandi avventure di Paperone.
    Le Giovani Marmotte appariranno, oltre che citate molto banalmente in un episodio di Quack Pack, in un corto di Mickey Mouseworks. Ma se quest’ultimo è ispirato al classico corto Good Scouts del 1938 (versione prototipo delle GM che inventerà in seguito il grande Carl Barks), questo episodio di DuckTales va apprezzato per la sua unica versione delle Giovani Marmotte nel miglior modo mai narrato sul piccolo e grande schermo.
  • -È sparito il denaro: anche questo è tra i miei episodi preferiti. I Bassotti, quando travestiti da medici vanno a trovare Archimede, si presentano come "I medici della mutua". Sarei curioso di sapere cos'avevano detto nella versione originale.
    -Sir Archimede Pitagorico: se fossi stato nello sceneggiatore di quest'episodio, avrei eliminato [spoiler]la "coda sentimentale" e l'avrei fatto finire semplicemente con Archimede che, tronato nel presente, riprende in mano le sue invenzioni. In fondo sono queste il suo unico e vero amore![/spoiler]
    -Dinosautopaperi: dovrei riprendere in mano la videocassetta per controllare, ma ero sicurissimo che già in questo episodio Paperone si rivolgesse alla segretaria chiamandola "Miss Paperett".
  • Giona ha scritto: -Dinosautopaperi: dovrei riprendere in mano la videocassetta per controllare, ma ero sicurissimo che già in questo episodio Paperone si rivolgesse alla segretaria chiamandola "Miss Paperett".
    E' "Signora Featherby" come in originale. ;)

    A ben vedere poi "Miss Paperett" verrà così pronunciato solo nel film, mentre nel corso della serie la segretaria verrà chiamata, a parte Featherby che è un caso per sole alcune puntate della prima stagione, Signora/Signorina Paperett...
  • Causa divisione temporanea di pc con mia sorella, e conseguente mancanza di tempo da dedicare a recensioni varie, ho deciso comunque di continuare a postare anche se per adesso credo mi convenga a gruppi di 3. :)

    Riprendo dall'episodio numero 21.

    Episodio 21 (12 Ottobre 1987)
    I VICHINGHI ALL'OPERA (Maid of the Myth)

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    Episodio con delle gradevolissime animazioni, che dona a Paperone e soci una buona dose di espressività.
    Zio Paperone e nipoti sono ad uno spettacolo teatrale in cui a recitare è la signora Beakley, nei panni di una cantante lirica in ambito vichingo.
    Inaspettatamente sono proprio dei veri e selvaggi vichinghi a irrompere a teatro saccheggiando gli spettatori e rapendo la Tata, attratti dal suo canto (per loro) soave.
    Paperone e nipoti partono alla ricerca della Tata a bordo di un motoscafo diretto nei pressi della Groenlandia, e incappano in un villaggio dimenticato da Dio.
    E' proprio questo uno degli esempi più classici della narrazione disneyana, sia fumettistica che animata. Quando si vuole narrare di un popolo di un altro tempo, che siano gli antichi egizi, primitivi o vichinghi, sbuca fuori il villaggio nascosto alla civiltà dove vive il popolo di turno non evoluto.
    Non si sa se si trattano di persone primitive discendenti dai loro antenati dell'epoca, oppure se sono semplicemente persone emarginate dal resto del mondo, isolate da tutto e da tutti e facenti parte di qualche sorta di scelta di vita propria, fattostà che il narrarci avventure di ogni epoca non utilizzando prettamente una macchina del tempo è un buon metodo che non ha bisogno della razionalità storico-scentifica per non essere apprezzato (siamo nel fantasioso mondo Disney, dopotutto).
    L'episodio è molto divertente nella parte iniziale, e diventa assai coinvolgente durante i complotti dei vichinghi per impedire ai paperi di vincere una gara che determinerà la loro libertà (molto emozionante e umoristico allo stesso tempo il discorso da duro che Zio Paperone pone al capo del villaggio, dopo essere stato definito da quest'ultimo una donnicciola, e il senso stesso della proposta di una sfida da uomo a uomo per la libertà è un tocco di classe e stile che rende una bella storia del buon Zio Paperone degna di ricevere sempre una buona gratificazione).
    Da menzione il personaggio di Griselda, papera tanto bella e affascinante quanto malvagia ed inquietante, in contrapposizione con l'altra bella del villaggio, l'intelligente e gentile dal nome non definito.
    Da vedere, uno dei migliori.

    Episodio 22 (13 Ottobre 1987)
    SU E GIU' PER PAPEROPOLI (Down & Out in Duckburg)

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    Questo episodio è l'unico della serie a essere stato animato da una divisione asiatica dello studio australiano Burbank Films.
    Adattamento abbastanza libero della storia di Barks "Zio Paperone e la cassa di rafano", conosciuta anche come "Paperino e l'Oca d'Oro"), la puntata presenta un'animazione abbastanza differente dalle altre. Lo si nota dai colori più vivi degli sfondi, dalla pulizia del tratto e dai movimenti dei personaggi. Non si raggiungono i livelli qualitativi dei migliori episodi animati dallo studio giapponese TMS, come Armstrong, il Robot o Il Mistero del Fantasma, ma il risultato è comunque una buona prova.
    Zio Paperone perde la sua fortuna a causa di un contratto stipulato tanto tempo fa da un suo antenato, e si trova a vivere sotto un ponte indossando vecchi cenci.
    La puntata gira tutta intorno al messaggio "tratta il prossimo come te stesso", con un miserabile Paperone che prova vergogna nel chiedere asilo ad amici come Jet McQuack o Archimede a causa dei suoi vecchi comportamenti egoistici.
    Buona movimentazione nella seconda parte dell'episodio, con Scrooge che da povero vagabondo passa a combattimenti sottomarini con squali poco raccomandabili per poter recuperare un carico di biglie che gli servirà a riavere tutta la sua fortuna.
    [spoiler]Finale decisamente buonista con Paperone che ripaga le persone dei torti fattogli in passato, che ricorda (in maniera assai meno riuscita) la sua straordinaria interpretazione avvenuta quattro anni prima nel Canto di Natale di Topolino,[/spoiler] ma si tratta comunque di un episodio riuscito che vanta la particolarità di un'inedita animazione.

    Episodio 23 (14 Ottobre 1987)
    MOLTO RUMORE PER NULLA (Much Ado About Scrooge)

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    Quando la nobiltà può far parte di un cartone animato seriale targato Disney.
    Non esiste forse episodio più colto di questo (forse a contendersi il podio c'è anche Ritorno a Itaquack), e non parlo dell'attinenza fedele a questa o quella opera, quanto nelle intenzioni di incentrare un'avventura dei nostri paperi basata unicamente su un unico filo conduttore, William Shakespeare il poeta.
    A cominciare dal titolo, ovvia citazione all'omonima commedia teatrale, per poi presentarci creature e citazioni provenienti dritte dritte dai racconti di Shaky (uno su tutti, "Sogno di una notte di mezza estate").
    Zio Paperone riceve la visita di un piazzista (Spazzola Appiccicatutto, e qui una standing ovation ai traduttori italiani per l'adattamento di un nome che più Disney non si può) talmente insistente e capace da riuscire a vendere la sua mercanzia anche al più ricco avaro del pianeta. Paperone compra da lui quasi ipnotizzato, soltanto al termine si capacita della marea di cianfrusaglie acquistate, tra cui una carrellata di volumi del celebre scrittore William Drakespeare (l'inserimento di Drake, che significa anatra, è l'evidente storpiatura di Shakespeare). In uno di questi tomi trova una lettera del poeta indirizzata alla madre dove narra di una sua tragedia inedita, nei pressi di un castello situato nell'Isola della Grande Scrittura.
    La lettera specifica che la tragedia non è un granché, ma Paperone ha comunque intenzione di recuperarla perché l'annuncio di un'opera inedita del drammaturgo gli avrebbe fruttato comunque enormi guadagni.
    A Grande Scrittura i paperi sono seguiti anche da Spazzola, che saputo della lettera si è subito messo anch'esso alla ricerca.
    La puntata si svolge tra misteri e strane apparizioni nell'isola, alla soluzione dell'enigma descritto nella lettera di Drakespeare per trovare l'opera.
    Grande sorpresona nel finale che personalmente trovo molto divertente, e che donerà a Paperone una buona dose di perplessità.
    Morale fine anche in questo caso, dove si spiega che non bisogna agire a scopo di lucro a danno delle persone, presentando merce scadente che equivarrebbe ad una truffa.
    La sola frase finale fuori campo, ricca di poesia e presa pari pari da Shakespeare in persona, varrebbe tutto l'episodio: "Il mondo è un grande palcoscenico, e gli uomini sono solo semplici attori."

    Un'unica nota di demerito ai tecnici audio che ci hanno privato di buona parte dei suoni cartooneschi presenti nell'episodio, intaccati nell'edizione USA (donando però d'altro canto ancora più serietà alla puntata, in netto contrasto con la grinta e la comicità di alcuni episodi della seconda stagione, con situazioni al limite dello slapstick).

    (E in tutto questo ho sempre timore che vi rompa i cosidetti a coprirvi la discussione di Lost :P ...)
  • - I Vichinghi all'opera: A me questo episodio ha ricordato il film, prodotto guarda caso dalla Disney, L'isola sul tetto del mondo, del 1974, che ho rivisto alcune settimane fa trasmesso da La7. Si noti che da questa storia appare che Paperopoli non può essere sulla costa americana del Pacifico, altrimenti ci vorrebbe troppo tempo (ed un percorso troppo tortuoso attraverso l'Arcipelago Artico Canadese) per giungervi dalla Groenlandia. Su un piccolo catalogo delle VHS della Disney allegato ad un Topolino della fine degli anni '80 compariva la seguente stupidaggine a proposito della videocassetta contenente questo episodio: "L'acuto di una cantante lirica scongela Vichinghi ibernati da secoli".
    - Su e giù per Paperopoli: Anche il titolo di questo episodio riecheggia quello di un celebre film, Su e giù per Beverly Hills, del 1986. Quando lo vidi rimasi colpito dal fatto che la "norma della reciprocità" era stata definita come regola d'oro, che più tardi scoprii essere tratta dal Vangelo. Questa definizione dev'essere comune nel mondo anglosassone, tanto che in un episodio di Gumby era chiamata con lo stesso nome: a Gumby, a scuola, veniva chiesto di preparare una relazione sulla regola d'oro per il giorno successivo e allora lui sfruttava il suo potere di sportarsi nel tempo e nello spazio (entrando materialmente nei libri di storia!) con i suoi amici. A causa di un fraintendimento venivano a trovarsi nel mito del Vello d'oro, ma riuscivano comunque a scoprire cosa fosse la regola d'oro chiedendolo all'oracolo di Apollo a Delfi.
    - Molto rumore per nulla: Qui l'adattamento italiano ha inevitabilmente cancellato molti dei giochi di parole presenti nell'originale (uno dei pochi rimasti è "Romeo e Giuliotta"), a partire dal titolo dell'episodio, che riecheggiava il Much Ado about Nothing della commedia scespiriana: in italiano invece si è preferito unificarlo, riottenendo così Molto rumore per nulla. Del resto, "Grande Scrittura" era probabilmente in originale "Great Writing" (Vito, correggimi se sbaglio!), che si pronuncia in modo simile a "Great Britain", così come [spoiler]"McDuck", il nome della tragedia perduta, ricordava la vera tragedia di Shakespeare Macbeth[/spoiler].
    Interessante come uno solo dei tre nipotini mosti una vera venerazione per Spazzola Appicicatutto, fino a dichiarare di volerne seguire le orme.
  • vito, ancora nn mi facesti pubblicità?

    mi ritengo moralmente offeso :P poi ci facciamo i conti!
  • Riprendo dopo un sacco di tempo la continuazione del mio personale commento agli episodi della serie.

    Episodio 24 (15 Ottobre 1987)
    TOP JET (Top Duck)

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    Se nel fumetto si è sempre stati molto più titubanti nell'affrontare questioni come le parentele dirette per madri e padri, preferendo dei più comodi zii e cugini, nell'animazione le corde sono molto meno robuste, permettendosi di venir spezzate più volte per parlare di determinati argomenti senza rischiare di infrangere chissà quali tabù. Nella stessa DuckTales poi, il massimo verrà raggiunto da un personaggio principale come Fenton Crackshell (Paperconchiglia in italiano), caricatura dello sfigato in eterna ricerca di successo, che vive in una disastrata roulotte con una madre sfaccendata e teledipendente (con la quale Fenton avrà in modo di approfondire i legami difficili madre-figlio). Se in un fumetto Disney con i paperi questi elementi potrebbero sembrare un tantino inopportuni, in una serie televisiva basata su determinati canoni ci può stare.
    Come ci può stare che Jet McQack, il pilota personale di Zio Paperone, riceva la visita della propria famiglia. E non una famiglia composta da zio, cugino e nipotino, ma dai due rispettivi genitori più la sorella, ragazza spigliata e cotonata in puro stile anni '80. Per Jet non è motivo di gioia, poiché quest'ultimo imbarazzato per via di una magra figura fatta in un'esibizione aerea con i suoi genitori, al punto da decidere di lasciare la famiglia per cercare la propria strada.
    Il motivo dell'approdo a Paperopoli da parte dei familiari di McQuack è l'occasione di una nuova esibizione aerea dove Paperone vuole approfittarne per mostrare al pubblico le prodezze del suo nuovo Paper X, il nuovo caccia sperimentale delle industrie de' Paperoni. Per riscattarsi con i suoi parenti, Jet decide di offrirsi come volontario per guidare il Paper X, non sapendo che su quest'ultimo la Banda Bassotti, più ingegnosa del solito, ha in serbo ben altri progettoni. Il Paper X infatti dispone di un potente sonar capace di perforare superfici molto spesse, e ovviamente i mascalzoni, camuffati da piloti, sabotano i voli dimostrativi di Jet per far sì che Zio Paperone scelga loro come nuovi piloti.
    L'intero episodio brilla per la sua aria di novità rispetto all'elemento classico della narrazione della serie (il cartone fin dal titolo è un chiaro rimando a Top Gun), , presentandoci spettacolari e divertenti scene di voli aerei, alternando momenti intriganti e ricchi di pathos a sequenze assai spassose.
    Da segnalare alcune cose, come il ritorno del personaggio di Benzino Gasolini, o l'introduzione di un nuovo componente dei Bassotti, Bombard, che non apparirà più in seguito.
    Da notare infine come il Deposito di Paperone al momento dello squarcio della cupola non presenti il simbolo del dollaro su quest'ultima, o del cronista che al momento dell'arrivo di Benzino parla di un "Cam (?) Giovanni", che più che un errore di traduzione (dopo infatti è chiamato normalmente Benzino) potremmo giustificare la cosa come fosse il nome del suo aeroplano di presunte origini italiane.

    In un episodio di Darkwing Duck, Jet avrà un flashback sulla sua infanzia dove si vede anche il padre, con le fattezze attuali dell'episodio di DuckTales, cosa incongruente poiché nei flashback di Jet in DuckTales, al momento in cui lui da ragazzo decise di andarsene di casa, il padre era ritratto assai più smilzo, e non bello imponente così come lo si vede nel presente o nel flashback di Darkwing Duck con Jet bambino.

    Episodio 25 (16 Ottobre 1987)
    LA PERLA DEL POTERE (Pearl of Wisdom)

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    DuckTales, si sa, è una serie che tiene poco conto della Disney animata e dei suoi precedenti, basandosi principalmente sulle opere fumettate. Nella serie quindi non appare una ipotetica ToonTown dove Topolino, Paperino, Pippo e Paperina vivono insieme, ma è ufficializzata per la prima volta Duckburg, la nostra Paperopoli, creata da Carl Barks nel 1944 proprio per la necessità di far chiarezza in un universo dove topi e paperi erano abituati a interagire insieme.
    Paperopoli quindi, oggi elevata a città più importante del panorama disneyano, nasce come spin-off alle avventure di Topolino, dato il prorompente distacco di Paperino dal ruolo di spalla per elevarsi a protagonista principale. E se tutt'oggi nell'animazione tutti i personaggi convivono insieme, DuckTales pone ben chiaro il concetto della Paperopoli che conosciamo, con il Deposito sulla collina Ammazzamotori, assenza di topolinesi e affini, e addirittura la statua del fondatore Cornelius Coot nel parco cittadino.
    Tuttavia, qualche eccezione di attinenza all'animazione la serie ce l'ha. Trattasi della figura di Pietro Gambadilegno, personaggio clonato nei cartoni come villain di turno, che può essere un boscaiolo, un ricco imprenditore, un ladro, un pirata, un accalappiacani, e via dicendo. Così vengono storpiati anche i relativi nomi, ottenendo un'aggiuntiva al Pete americano che può essere Mighty Pete, Dirty Pete, Pee Wee Pete, Bootleg Pete (solo per citarne alcuni) a seconda delle situazioni. DuckTales però, rimanendo affezionata al fumetto, decide di usare il Pietro visto nei fumetti americani disegnati da Paul Murry, con il gattone impiegato spesso con le vesti di capitano fluviale. Il legame con l'animazione è dovuto al fatto dell'ennesima variante di nome, che diventa stavolta un più improbabile Sharky (in un'altra apparizione del lestofante nella serie, sarà conosciuto invece come Black Pete), lasciando a noi la traduzione più classica e omogenea di Gambadilegno (ovvero Peg-Leg Pete), e soprattutto poiché un personaggio dell'universo topolinese si trova ad interagire con quello di Paperopoli, cosa rara nei fumetti. Perdendo ogni legame con la protesi di legno da pirata che il personaggio sfoggiava nelle sue prime apparizioni, Pietro in America è oggi conosciuto maggiormente con il semplice nome di Pete, mentre qui in Italia, pur avendone ufficializzato da tempo il nome di battesimo, nei cartoni animati (dagli anni '90 in poi) è sì chiamato unicamente Pietro, ma Gambadilegno (Gamba come soprannome) resterà il nome più identificativo per i fumetti. L'assenza della protesi legnosa viene giustificata pensando che il personaggio abbia adesso un arto artificiale.
    In questo episodio Gamba viene presentato al fianco di un suo socio storico, il complice Sgrinfia, che cercheranno di smerciare a Paperone una perla rubata da un'isola, Banana Island.
    Ce la faranno, ma subito dopo si scoprirà essere la magica Perla della Saggezza, capace di rendere scaltri come faine chiunque la possegga. Un episodio in cui la commedia degli equivoci la fa da padrone, con lo Zione che dà il permesso a Gaia di giocare con le biglie non sapendo che lei prenderà la grossa perla, e inseguimenti a non finire tra sotterfugi vari rendono tutto l'intermezzo molto piacevole da seguire. Finale più scadente con una dose forse un po' eccessiva di buonismo, e soprattutto disastroso il doppiaggio italiano che confonde per tutto l'episodio alba con tramonto, sottolineando più volte che il potere della perla apparirà al tramonto, quando poi i personaggi aspettano l'alba. E difatti non ci si può non stupire quando un nipotino afferma "sta sorgendo il sole!", quando si è parlato di tramonti tutto il tempo. Un errore così grossolano, uno in mezzo ai tanti che la serie purtroppo dispone, che non ci si può non sorprendere della grande quantità di distrazione avuta nel tradurre e doppiare la serie. Che c'entri direttamente la Royfilm o i traduttori dei dialoghi?

    Episodio 26 (19 Ottobre 1987)
    LA MALEDIZIONE DEL CASTELLO DI ZIO PAPERONE (The Curse of Castle McDuck)

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    Ecco una gran bella puntata liberamente ispirata alla storia di Carl Barks Il clan di Zio Paperone (o Il cane dei Whiskervilles).
    E' un episodio che si prende molte libertà dalla versione cartacea, e sicuramente non va considerato come un adattamento ma come una versione libera e alternativa del clan dei paperi.
    Che poi, essendo realizzato alla fine degli anni '80, questo episodio sarebbe potuto benissimo non risultare così "apocrifo", data l'assenza a quei tempi del genealogista Don Rosa che avrebbe poi fatto chiarezza dando la sua versione (seppur personale, ma ormai ritenuta quantomeno ufficiale) della storia dei de' Paperoni. Quindi sarebbe opportuno far chiarezza ed evitare di porsi mille domande (inutili) sul perché in questo episodio non furono citati Fergus o Piumina, e altre questioni simili. Anche perché poi DuckTales in seguito avrebbe detto la sua anche sulla vita di Zio Paperone, tema con il quale Don Rosa divenne famoso per la sua celebre Life and Times of $crooge McDuck, ma questa è un'altra storia e verrà approfondita con l'analisi del corrispettivo episodio della serie.
    L'episodio inizia con un prologo davvero d'effetto, di pochi secondi, ma quanto basta per far intuire l'elemento horror presente nell'episodio. E' suggestivo vedere un pastore e la sua pecorella smarrita fuggire via per gli ululati di uno spaventoso cane fantasma.
    Quando il prologo termina, è altrettanto notevole la piacevole sequenza iniziale con Paperone e nipoti diretti nella vecchia Scozia a bordo di un treno, che per lo Zione sembra essere una volta tanto un viaggio di piacere. E' dunque una boccata d'aria vedere un plot iniziale che non vede Paperone come al solito in viaggio attorno al mondo per concludere affari, ma soltanto per questioni sentimentali, come la voglia di rivedere i luoghi verdeggianti scozzesi dove egli vi è cresciuto, o rivisitare il vecchio cottage abbandonato dove nacque e crebbe prima di lasciare il Paese per l'America. Probabilmente è la prima volta che viene fatta chiarezza sull'abitazione scozzese di Paperone, e se Don Rosa ce l'ha presentata come una modestissima abitazione popolare nelle vie di Glasgow, non si può non rimanere affascinanti dalla favolistica casetta in mezzo al verde proposta in DuckTales. Un piccolo cottage che al suo interno conserva ogni cosa intatta, a partire dai giocattoli di Paperone nella sua cameretta. Carinissimo poi il piccolo Scrooge in un quadro che Gaia scambia per una ragazzina, per via del kilt, con conseguente risata dello Zione (il tormentone del Paperone scambiato per donna poiché con indosso il gonnellino sarà utilizzato ancora nella serie).
    Ed ecco che, chicca delle chicche, assistiamo per la prima e unica volta all'apparizione sullo schermo del castello dei de' Paperoni, che nell'episodio si dice sia stato costruito pietra su pietra da un vecchio antenato dello Zione. Viene detto poi che questo castello sia da sempre maledetto per via di una maledizione scagliata da dei druidi sui de' Paperoni, poiché inferociti della costruzione del castello. La maledizione consisteva nell'apparizione di un cane fantasma che dovesse scacciare via i McDuck da quelle terre, e così fu per il clan che si disperse. Da quel momento nessuno ha più presenziato nel castello. Paperone, raccontando la vicenda ai nipotini, spiega che tutta la sua famiglia visse nell'angoscia per il segugio, compreso egli stesso, messo in guardia dai racconti di sua madre che lo tenevano in guardia dall'avvicinarsi al castello. Paperone adesso è cresciuto e non ha più la stessa paura che aveva da bambino, ma continua infondo a credere alla storia, che durante l'avventurosa vicenda avrà modo di prendere i suoi sviluppi, con Paperone che giustamente combatterà per riprendersi le sue radici e la sua proprietà ereditaria.
    Da notare la sostituzione del fumettoso clan rivale dei Whiskervilles con la confraternita dei druidi incappucciati, descritti dallo stesso Paperone come gente strana, riservata e che rifiuta di socializzare. Non viene dato nessun significato religioso nell'episodio, raccontato con molta disneyanità, ma è comunque notevole come venga spiegato la natura di questa gente, che amava starsene per conto proprio per poter effettuare lo loro cerimonie in pace. Cerimonie che non si riesce ad immaginare pensando all'ottica Disney (e risulta assai d'impatto quando i druidi si riuniscono attorno ad un calderone pronunciando versi da rituali spiritici), ma è comunque d'effetto rivedere questo episodio con gli occhi di un adulto.
    In comune coi fatti fumettistici c'è la storia di fondo, ovverosia i de' Paperoni cacciati dal castello poiché infestato da un cane fantasma. Ovviamente poi i fatti della vicenda sono raccontati in maniera diversa dalle due versioni, ma ciò nonostante questo episodio di DuckTales rimane un piccolo gioiello che, fan o meno dello Zione e delle fedeltà sulle opere originali, andrebbe guardato anche solo per le novità narrative e alcune tematiche che vi sono raccontate, che non vedremmo neppure con il binocolo in una storia Disney attuale.

    Da segnalare l'omissione nella versione nostrana dell'ululato del segugio che spaventò Gaia facendo cadere Paperone in acqua, che da noi pare soltanto che Paperone abbia perduto l'equilibrio, e la ripetizione della sequenza musicale quando i druidi pronunciano i loro versi rituali. Sicuramente per errore, nel "copincollare" più volte un verso da usare in ripetizione, gli addetti al doppiaggio nostrano hanno selezionato anche il pezzo di colonna sonora che vi era in sottofondo.

    Nota anacronistica abbastanza grave con la serie: nell'episodio "C'era Una Volta la Numero Uno", Paperone narra di come lasciò la famiglia da adolescente per partire in America, in questo episodio spiega invece che i suoi genitori, da poveri agricoltori, lasciarono la Scozia per sempre (per cercar fortuna da qualche altra parte) quando lui aveva appena 6 anni.

    Da citare in chiusura una bellissima battuta:
    Paperone indossa per la quasi totalità dell'episodio un completo scozzese, con il nipotino Qui dissacrante: "Ora capisco perché i cani vi inseguivano!"
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