[WDTA] DuckTales: Avventure di Paperi

Satira, avventura, fantascienza, commedia e ci scappa anche il musical: ben lungi dal rivolgersi al solo pubblico dei più piccoli, già da anni l'animazione televisiva occidentale sta sperimentando in lungo e in largo ottenendo sempre più consenso.
  • Episodio 43 (18 Novembre 1987)
    FUGA NEL TEMPO (Time Teasers)

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    In questo episodio vediamo Zio Paperone e nipoti alle prese con il tempo, tematica più volte affrontata nel corso della serie (che avrà modo di raggiungere il suo massimo apice nello special “Time Is Money” che introdurrà la seconda stagione) grazie ad Archimede Pitagorico, che anche questa volta è artefice della vicenda che gira attorno ai paperi.
    Il “congelatempo”, infatti, è un orologio di sua creazione che permette di bloccare letteralmente il tempo permettendo ai possessori del suddetto oggetto di svolgere qualsiasi faccenda in un istante.
    Qui, Quo e Qua lo utilizzano inizialmente per sbrigare in poco tempo le commissioni di Zio Paperone, ma la Banda Bassotti è in agguato e lo ruba per impossessarsi in qualche istante di tutto il denaro di Paperone. Le conseguenze saranno imprevedibili, finendo per viaggiare nel tempo.

    Notevole la comparsa di un antenato piratesco di Gambadilegno, qui chiamato Capitan Cuordilegno, come buffa è la bizzarra canzoncina che i Bassotti cantano per intrattenere i pirati, dedicata alla loro mamma.
    Non si tratta probabilmente di uno dei migliori episodi della serie ma prevede un canovaccio abbastanza classico per chi è abituato alle storie dei paperi fumettate. A tal proposito, l'episodio in questione ha ispirato il cartoonist Don Rosa a realizzare una storia a fumetti intitolata “Paperino in: Tempo Rubato”, molto rassomigliante a questa puntata ma arricchito di spiegazioni scientifiche parecchio più plausibili, come è nello stile realistico dell'autore.

    Episodio 44 (19 Novembre 1987)
    ZIO PAPERONE E I DISCHI ROTANTI (Back in the Outback)

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    Bello.
    Un episodio dai sapori barksiani che racconta del mistero che si aggira nel ranch australiano di Zio Paperone, dove dei dischi volanti compaiono all'improvviso tosando tutte le pecore di Zio Paperone.
    Il mistero si infittisce quando la piccola Gaia si smarrisce nella foresta australiana, ma sarà proprio lei a risolvere l'enigma degli strani aggeggi, sconfiggendo il malvagio direttore del ranch che voleva costringere Zio Paperone a venderglielo per poter sfruttare delle miniere di opali che aveva segretamente scoperto.

    La focalizzazione su Gaia smarrita nella foresta, con tanto di animaletti al seguito, rende l'episodio adatto a un pubblico più infantile, ma per fortuna la serie è stata molto equilibrata nel gestire il proprio target.
    Da segnalare una bella atmosfera australiana che sembra provenire direttamente da “Zio Paperone e la Regina dei dingo” del Maestro Barks, e i due cattivi impersonati dalle classiche faine che ricordano la coppia di scagnozzi di Famedoro visti nell'episodio animato “Horse Scents”.

    Episodio 45 (20 Novembre 1987)
    I PREDATORI DELL'ARPA PERDUTA (Raiders of the Lost Harp)

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    Probabilmente uno degli episodi che più dimostra le potenzialità che questa serie avrebbe potuto offrire in maniera costante, e proprio per questo uno dei migliori.
    Perché questa volta abbiamo un vero gioiellino, una vicenda archeologica davvero appassionante, in perfetto stile Indiana Jones (d'altronde lo stesso titolo è un palese omaggio alla prima avventura dell'archeologo), con un tesoro particolare e una minaccia assolutamente degna di nota.
    Che l'episodio sia veramente eccezionale lo si nota già solo dall'incipit con Paperone e i nipoti intenti a rovistare fra le rovine della città di Troia, dove viene scoperta nientemeno che un'arpa magica (con il potere di rivelare le menzogne) appartenuta ad Elena di Troia e custodita da una gigantesca e altrettanto incantata statua di un minotauro.
    Una piccola storia a sé che si rivela essere soltanto il prologo a quella che poi sarà la vera storia: Amelia vuole impadronirsi dell'arpa per sfruttarne il suo potere, e questo complicherà non poco la quotidianità di Zio Paperone.
    E proprio parlando di Amelia, non si può che rimanere piacevolmente sorpresi dal notare un suo utilizzo atipico e pressocché perfetto, dove per una volta la fattucchiera che ammalia non appare stereotipata nella sua ossessionata ricerca della Numero Uno ma si focalizzi su un oggetto di tutt'altro (ma comunque interessante) valore.

    L'episodio offre tante scene appassionanti e memorabili, dall'inseguimento sottomarino del minotauro risvegliato alla lotta tra Paperone e Amelia con tanto di inseguimento cittadino a bordo d'auto, dai trasformismi della strega ai buffi tentativi dei nipotini di mascherare le bugie di fronte all'arpa fatata.
    Bella anche l'evacuazione cittadina nel finale e la ricomparsa della fabbrica di dolciumi di Zio Paperone apparsa nel ciclo del “Tesoro del Sole d'Oro”.

    Insomma, l'episodio è la prova che l'idea alla base di DuckTales è ottima, e che sfruttata al meglio avrebbe potuto dare con costanza grandi, grandi prove. Sarà per tutti questi fattori, poi, che le espressioni di Paperone in questa puntata appaiono anche più curate?
  • Episodio 46 (23 Novembre 1987)
    JET NELLO SPAZIO (The Right Duck)

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    Uno dei non rari episodi incentrati su Jet McQuack.
    Di certo non il migliore del gruppo (per quello si dovrà aspettare il capolavoro “Double-O-Duck”), e a tratti anche un po' banale per l'argomento trattato. Qui vediamo riprendere l'abusato tema degli alieni, più in particolare i classicissimi omini verdi provenienti da Marte, popolo con il quale il nostro Jet si scontra dopo essere finito sul pianeta grazie ad un razzo della DASA (parodia paperopolese della ben nota NASA), agenzia dove il nostro pilota vorrebbe farne parte.

    Nulla di particolarmente memorabile, anche se ci sono molte gag riuscite come i vari test di ammissione falliti, la battuta finale - non resa in italiano - del pianeta Pluto (Plutone) popolato da cani, e soprattutto si nota uno dei rarissimi omicidi commessi in chiave Disney, come uno schiavo gettato - per motivi futilissimi - nella botola di un mostro dal tirannico sovrano di Marte.

    Da notare che da questa puntata in poi le animazioni per i personaggi avranno un design leggermente diverso dai precedenti episodi, probabilmente dovuto a un cambio di studi d'animazione per la produzione dei rimanenti episodi della prima serie.

    Episodio 47 (24 Novembre 1987)
    CENERENTOLO (Scroogerello)

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    Bellissimo!
    Siamo di fronte a una vera e propria genialata in cui abbiamo un insolito Zio Paperone febbricitante costretto a letto come un bambino, ed è buffissimo vederlo sbuffare e sbraitare perché non gli riesce di prendere la medicina o di stare buono sotto le coperte.
    La piccola Gaia decide quindi di raccontargli la favola di Cenerentola per farlo addormentare, e Paperone sogna di essere immerso nella stessa storia nel ruolo di... Paperontolo!
    E ci sono deliri pazzissimi come Cuordipietra nei panni del matrigno, i Bassotti in quelli dei fratellastri, e addirittura la presenza di Doretta Doremì (o Goldie) in versione giovane - dev'essere rimasta così nel cuore di quel romanticone di Paperone - pronta a interpretare il corrispettivo femminile del Principe Azzurro.

    Quasi tutto il cast della serie compare con un suo ruolo ben preciso (e a Jet viene cambiata anche la voce, probabilmente la sua versione ranocchiuta deve averlo reso irriconoscibile ai doppiatori italiani), e l'episodio nel suo intento di essere un sogno si prende tante licenze, diverte e intrattiene. Molto belle anche le gag di Goldie karateka e dei biscotti “leggeri” delle Giovani Marmotte.

    Davvero riuscitissimo, e oltretutto la chicca maggiore avviene nel finale dopo la guarigione di Paperone: con un tocco poetico e romantico degno del più ispirato Don Rosa si fa luce sulla rassegnazione di Paperone di fronte alla suo amore perduto, e la tuba che diventa d'oro (nonostante sia un topoi utilizzato tante volte) riesce anche ad emozionare. Insomma, veramente eccezionale.

    Episodio 48 (25 Novembre 1987)
    00-JET (Double-O-Duck)

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    Ed ecco il capolavoro.

    Ebbene sì, lasciamo da parte le dinamiche infantili, le animazioni televisive scadenti e i temi leggeri, perché qui siamo di fronte ad una autentica gemma che mai avrà modo di essere eguagliata dai successivi episodi.
    La trama vede il nostro Jet chiamato dalla P.I.A (sì, proprio come la stessa agenzia tanto presente nei fumetti Disney italiani, dove nell'episodio animato la P sta per “Paperopoli” e non per “Paperone”) per impersonare un suo sosia accusato di spionaggio, e per questo motivo dovrà eseguire diverse missioni.

    Intendiamoci, non che lo spionaggio alla James Bond sia questo gran colpo di genio, ma è la confezione generale che rende questo episodio veramente superbo, a cominciare dall'umorismo molto più fresco e adulto per passare a sparatorie e pericoli mortali come se piovesse, fino a giungere addirittura ad allusioni sessuali piuttosto evidenti. Abbiamo infatti una vera e propria Jessica Rabbit formato papera (Feathers Galore, ovvero Pium Galore, evidente citazione alla Bond-Girl vista in Missione Goldfinger) che si butta letteralmente sul genuino e imbarazzato Jet su di un divano, accennando di lasciarsi andare al piacere. La scena colpisce sicuramente, specie quando poco tempo dopo notiamo la stessa avvenente pupona cercare di ucciderlo a suon di mazzate e rossetti avvelenati, dando il via ad un rapporto che presto si tramuterà in amore da parte di lei.

    Come se non bastasse, nel finale assistiamo anche alla morte del villain di turno, tale Dottor Nobono, che viene addirittura sciolto nell'acido.
    Sembra davvero troppo rispetto a certi episodi molto più infantili visti in precedenza (e che appariranno più in seguito), e non si capisce come abbiano fatto a partorire una simile bellezza.
    DuckTales avrebbe dovuto muoversi sempre in questa direzione, ma evidentemente, oltre agli autori del programma, anche dai piani alti si preferì puntare ad un prodotto che osasse di meno.
    Sta di fatto che questo gioiello è stato permesso, e oltre ad aver dato l'ispirazione per creare la serie Darkwing Duck, è la prova che un personaggio come Jet McQuack usato bene può dare tantissimo (la quasi totale assenza di Paperone non pesa per niente).

    Il finale romantico tra Jet e Pium Galore, poi, si prende il lusso di citare direttamente Casablanca, e a nobilitare tutto l'episodio ci pensano anche le animazioni che appaiono parecchio più curate e dinamiche (specie nei becchi dei personaggi) rispetto al solito standard televisivo.
    Tanto di cappello.
  • Interrompo il resocontone per una domanda da niubbo: 3 anni fa in visita a Londra mi ero accapparrato il cofanetto DVD dei DuckTales, dato che aveva l'audio italiano e anche qualche episodio assente nella nostra versione...
    C'era solo però la prima parte degli episodi; quando nei giorni scorsi mi sono ritrovato di nuovo nel Regno Unito, speravo di poter recuperare il secondo cofanetto che completasse la serie, ma mi hanno detto che non è uscito. Come mai?
    Non uscirà mai? Bisogna aspettare con fiducia?
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  • Non mi risulta che il cofanetto UK abbia più episodi dei 20 del cofanetto italiano. Sei sicuro che siano 27 (come quello americano) e che ci sia l'audio italiano in TUTTI?

    Per il resto, in America sono fermi al terzo cofanetto (mancherebbe solo il quarto per completare la serie), e nel resto del mondo non si è andato oltre il primo.
    Probabilmente la Disney credeva che proporre cofanetti raffazzonatissimi senza manco uno straccio di extra e contenuti speciali avrebbe portato gli stessi incassi dei dvd di Hannah Montana e High School Musical, e per queste vendite "insoddisfacenti" hanno deciso di sospendere la riproposizione.

    Ah, se può essere di consolazione, però, il nuovo fumetto scritto da Warren Spector è già in ristampa... :P
  • Il cofanetto che ho io ha 27 episodi, con alcuni episodi senza audio italiano (se faccio il Play italiano, in quelli mi scatta l'audio originale e i sottotitoli)
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  • uno dei miei cartoni preferiti, anche se l'ho scoperto un po' tardi!
    Comunque ho visto circa una 10-15 di episodi, e ho amato in particolare 00Jet, quello del lemming, Paperino che diventa faraone, anche il tanto criticato episodio del Klondike (ritengo sia la versione di Carl Barks che questa animata ottime), uno che aveva a che fare con una nave (ma non mi ricordo bene nè il titolo nè la trama), l'episodio del Vello D'oro.

    L'episodio "Sfida all'Ultimo Derby" mi è piaciuto, non un capolavoro, ma piacevole come anche "Paperremoto"

    L'episodio più debole a mio avviso è "Le Dolci Piume della Giovinezza"
  • Bè, alla facciazza di Grrodon in quest'intervista a Warren Spector vengono ribadite cose che ho sempre sostenuto anche io, come il fatto che ai tempi del debutto l'animazione era di qualità molto buona rispetto a ciò che passava in televisione, o che nonostante il target ci siano elementi e temi che ne garantiscono il fascino evergreen anche ai più cresciuti. :P
    Bello anche il sottolineare come sia la punta di diamante di tutto ciò che la Disney Television abbia prodotto.
  • E detto da Warren Spector, l'uomo che ha dimostrato di avere un'idea tutta sua del concetto di qualità... :rotfl:
  • Episodio 49 (26 Novembre 1987)
    LA FORTUNA DEI DE' PAPERONI (Luck o' the Ducks)

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    Siamo agli sgoccioli per quanto riguarda gli episodi con il “vecchio stile animato” (nel caso di questa puntata siamo dalle parti del pilot), e dopo il buonissimo dinamismo di “00-Jet” si ritorna alle origini con un episodio molto classico.
    Si tratta infatti di una storia dal sapore decisamente evergreen, a base di folletti e caverne d'oro.
    I nostri si trovano dalle parti dell'Irlanda, più precisamente nell'Isola di Smeraldo (buffo come il nome della località sia un sinonimo stesso dell'Irlanda), per esplicita richiesta di Zio Paperone che aveva diritto a un desiderio per aver salvato la vita a un folletto giunto nel suo Deposito.
    Lo scopo di Zio Paperone è quello di impossessarsi dell'oro contenuto nelle caverne reali, che lo scapestrato folletto rivelò inopportunamente al facoltoso papero. Infatti il Re dell'Isola non vuole permettere che qualcuno metta le mani sul tesoro reale, e questo causerà diversi scontri tra il popolo dei folletti e i nostri paperi.

    L'episodio è molto piacevole e con una buona atmosfera, anche se dal punto di vista della sceneggiatura presenta diversi buchetti che danno l'idea di una realizzazione un po' frettolosa (il più notevole: com'è possibile che uno spettro venga bloccato da un armadio?), però l'avventura rimane ben fatta e il carattere di Paperone viene ritratto al suo meglio, con balletti, occhi a dollaro, crisi isteriche e un bel po' di avidità. Davvero un ottimo Scrooge.

    Episodio 50 (27 Novembre 1987)
    VERDURE STELLARI (Duckworth's Revolt)

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    Questo episodio fa liberamente il verso a Star Wars, a partire dalla famosissima scritta-prologo iniziale che scorre sullo schermo e dall'azzeccato titolo della versione italiana, e di per sé sembra promettere molto bene.
    Se non fosse che l'episodio è dedicato ad... Archie.
    Inserire il tranquillo e sofisticato maggiordomo di Paperone (per certi versi molto simile al - personalmente - più riuscito Battista, invenzione italiana ad opera di Rodolfo Cimino) in un contesto spaziale con alieni di tutte le forme, sembra quasi una presa in giro per quanto sembri assurdo.
    A dire il vero il suo senso questo episodio ce l'ha eccome, basti vedere il titolo originale per capire che ci troviamo di fronte alla storia di una rivincita personale, di un personaggio timido e pacato rimasto nell'ombra e licenziato da Paperone che riesce a dimostrare il suo coraggio e il suo valore.
    Ma il risultato finale non è del tutto riuscito; si sente molto la mancanza di personaggi come Paperone (relegato a una scena iniziale e al finale, dove apprendiamo in una sequenza molto divertente della sua incapacità nel guidare) oppure Jet, anche se la presenza dei nipotini - rapiti dagli alieni insieme ad Archie - aiuta a rendere più gradevole un episodio deboluccio.

    Se da un lato si sente la sensazione di “spreco” per un episodio che poteva essere sviluppato in modo diverso, dall'altro lato è bello aver voluto dare risalto a tutti i personaggi con un episodio a loro dedicato (l'ebbero Tata, Tonty, Archimede, perché non Archie?), e nonostante la debolezza del personaggio si è cercato di fare il possibile per costruire una trama gradevole, e l'inseguimento a bordo delle auto con la battaglia finale tra cattivi e schiavi è molto ben fatta.

    Inoltre questo episodio tratta un tema molto delicato come la schiavitù e il giusto desiderio di libertà, spiegando con vera intelligenza la differenza dallo svolgere lavori umili perché se ne ha voglia, rispetto al lavorare perché schiavizzati.
    E questo riesce forse a salvare una puntata dall'incipit un po' ridicolo.

    Episodio 51 (30 Novembre 1987)
    LO SPECCHIO MAGICO / I BASSOTTI IN FUORIGIOCO (Magica's Magic Mirror / Take Me Out of the Ballgame)

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    Uh, l'episodio speciale. Non si capisce il motivo preciso per cui sia stato permesso un esperimento simile sulla serie, ma questo è l'unico caso di episodio con due mini-storie all'interno da dieci minuti l'una, formato che caratterizza numerose serie televisive Disney e non.
    Si poteva fare di meglio, sinceramente.
    Il primo mini-episodio è una storia simpatica e poco più che mette in scena un ingegnoso piano di Amelia per impossessarsi del decino di Paperone con uno specchio magico, ma il tutto è raccontato in maniera decisamente infantile rispetto agli standard abitudinali della serie (specie dalla seconda stagione in poi, dove verrà introdotto un tipo di umorismo assai più visivo e frizzante).
    Oltretutto la sequenza iniziale con Paperone e nipoti che camminano tra la folla è animata in modo quasi vergognoso, con le stesse persone che ciclicamente passano sullo schermo, ricordando non poco gli innumerevoli comodini e quadri appesi sempre identici che i personaggi Hanna-Barbera si ritrovavano davanti quando correvano in casa.

    La seconda storia è assai più piacevole e ci mostra una buffissima partita di baseball con le Giovani Marmotte e - udite udite - i Bassottini, capitanati da Ma' Bass. E' Archie invece a fare da allenatore ai nipotini (per sostituire Jet McQuack, impegnato a condurre in Francia Zio Paperone), e la sua presenza questa volta è decisamente azzeccata in quanto i suoi modi aristocratici e la sua totale ignoranza nei confronti del baseball danno vita a momenti molto divertenti.
    Puro divertissement per una storia che sembra uscita da un fumetto Disney americano anni 60, ma che sullo schermo rende assai meglio.

    Molto bella la gag finale della palla colpita così forte da arrivare addirittura a Parigi, colpendo Jet sulla testa e causandogli la perdita del controllo dell'elicottero, che finisce in mare.
  • Mi sono sparato la maratona negli ultimi giorni, e ho qualche dubbio sull'utilizzo di Bubba e Felton/RoboPap.

    La seconda stagione è composta da due saghe, ognuna dedicata a uno dei due personaggi. Nella seconda però, nonostante Bubba sia già entrato nel cast, non viene mai sfruttato. E vabbè.
    Ma nella terza stagione in quasi tutti gli episodi (ad eccezione di 2, su un totale di 18) compare uno dei due personaggi. Sembra quasi che ci sia il filone RoboPap e il filone Bubba, ma in nemmeno uno degli episodi vengono sfruttati assieme. È stramba come cosa, è come se nella prima stagione ci fossero episodi con Jet McQuack e altri con Tata+Gaia, senza che i nuovi ingressi nel cast però si incontrino mai tra di loro.
    È solo una coincidenza o c'è un qualche possibile motivo dietro? Ci sono due differenti team di scrittori?

    E perchè nonostante fossero già presenti nella serie televisiva da due stagioni, Felton e Bubba scompaiono completamente in Zio Paperone e la lampada Perduta? Capisco che magari il pubblico di massa li conosceva meno e sarebbe stato avventato dargli un ruolo principale, ma almeno una comparsata dopo il modo in cui erano stati introdotti così pesantemente nell'economia della serie...

    Ed è un peccato che nella quarta stagione, nonostante compaia Dijon, non si veda mai Genio che invece alla fine del film sembra essere stato adottato da Paperone esattamente come Bubba.
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  • La mia ipotesi è che avessero pensato a due differenti linee guida.
    Gli episodi di Bubba, col dinosauro buffo addietro e le interazioni col "gruppo dei piccoli" (Gaia, i nipotini) erano stati pensati per un pubblico più infantile.

    Mentre quelli con FeNton erano destinati ad una fascia più grande: lo si nota dall'umorismo più frizzante, dalle tematiche (gioiellini gli episodi con le spie svizzere e quello con Gina Robotica, il robot pazzo), dal fatto che Robopap sembri quasi praticamente pensato per un pubblico di nerd affamati di supereroi (e non è un caso che il personaggio verrà ripescato per Darkwing Duck), e quindi era più difficile che i personaggi si incontrassero.

    Quelli con Bubba invece, se ci fai caso, sono tutti più sempliciotti (tranne la mini saga e Lassù sui Monti Paperi), e lo stesso paperotto ha un ruolo marginalissimo.

    Comunque Bubba appare insieme a Fenton nel sopracitato episodio con Robotica, nelle scene in cui il robot viene attivato e spaventa i ragazzini per la sua inquietudine.

    Per quanto riguarda il film, credo semplicemente che i creatori abbiano voluto mostrarci il DuckTales degli esordi, senza i nuovi personaggi che alzarono sì l'umorismo, ma penalizzando quasi del tutto i toni avventurosi. E infatti pure i due episodi finali non contengono né Bubba né Fenton (a proposito, in italiano circola una versione tagliatissima dell'ultimo episodio, recuperalo in inglese se non l'hai già fatto!), per dare una degna conclusione a una serie che ha sempre avuto la mappa di un tesoro come sfondo nei credits. Anche... urgh... nell'episodio dei Bassotti cantanti. :P
  • Mh, però è un peccato.
    Fe*coff!coff!*ton Paperconchiglia poi è l'alter ego di Paperino in tutto e per tutto: oltre a somigliargli fisicamente (togligli ciuffo e giacchetta elegante) in molte storie ricopre il suo ruolo nei fumetti, in un episodio addirittura Paperone lo mette a contare una per una tutte le monete del suo deposito, com'è abituato a fare Paperino nei fumetti... Ormai il cast di DuckTales si era affermato, potevano prendere in considerazione di far tornare Paperino dalla Marina e magari infilarci Paperinik invece di RoboPap! No, vabbè, mi piace troppo RoboPap per pensare a un mondo senza di lui.
    Comunque la presenza di Fenton/Robopap mette totalmente in ombra la presenza dell'altro vice-Paperino imbranato, ovvero JetMcQuack; è triste che non abbiano saputo far agire contemporaneamente tutto il vecchio cast, solo perchè i nuovi personaggi erano più interessanti.
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  • Concordo con le somiglianze paperiniane... Molto probabile che Fenton nasca come sfogo all'impotenza di usare decentemente il Paperino dei fumetti nell'animazione, a causa della sua voce che lo costringe a ruoli più comici e poco parlati...
  • Episodio 52 (1 Dicembre 1987)
    UN PAPERO NEL FUTURO (Duck to the Future)

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    Ecco di nuovo le citazioni cinematografiche, tema molto caro alla serie dei paperi che con “Duck to the Future” omaggia palesemente la celeberrima trilogia Ritorno al Futuro, con M.J. Fox e Christopher Lloyd.

    Zio Paperone, preoccupato per il futuro affaristico dei nipotini, desidera vedere avanti nel tempo per sincerarsi che la sua eredità sia lasciata in buone mani, e viene convinto da una zingara (che altri non è che la fattucchiera Amelia abilmente camuffata) a farsi predire il futuro.
    Anzi, quest'ultima fa molto di più: spedisce realmente il papero avanti di quarant'anni, mostrando una Paperopoli decisamente futuristica per essere il 2027, segno dei pronostici fin troppo ottimistici che si avevano sul progredire della tecnologia.

    Certo, il fatto che la vicenda si basi sulla sparizione di Paperone avvenuta nel 1987, e che quindi Amelia abbia potuto facilmente impadronirsi della Numero Uno e possedere il potere necessario per attuare una sua dittatura, può giustificare l'esagerato progresso tecnologico della Paperopoli futura (costruita grazie ai poteri di Amelia, quindi); peccato che ci siano delle piccole sviste come la presenza di una giovane (e carinissima!) Gaia, che non dimostra affatto i quarantacinque e passa anni che dovrebbe avere. Ma anche Tonty (che scopriamo essere il marito di Gaia), o gli stessi Qui Quo e Qua non sembrano andare oltre la trentina, quando dovrebbero attenersi sui cinquanta circa. Potere della tecnologia avanzata di Amelia che ringiovanisce la pelle? Più probabile che si possa giustificare il tutto con l'estrema malleabilità disneyana, nonostante sarebbe stato molto più semplice spostare la vicenda avanti di vent'anni anziché quaranta.

    A parte questo apparente difetto, l'episodio è interessantissimo e presenta numerose chicche, come svariate citazioni al Mago di Oz o la presenza dell'Hindenburg (qui chiamato Zeppelburger), dirigibile responsabile di un famoso disastro, sul quale Paperone e Amelia vengono catapultati con la polvere del tempo.

    Si segnala che l'adattamento italiano traduce erroneamente il decino di Paperone con cent, cosa già avvenuta nell'episodio “Lo Specchio Magico”.

    Episodio 53 (2 Dicembre 1987 )
    PIUME DELLA GIUNGLA (Jungle Duck)

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    Molto bello.

    Questo episodio adatta la famosa storia di Tarzan, di Edgar Rice Burroughs, in chiave papera. I nostri eroi sono alla ricerca di una statua d'argento perduta nella giungla, ma si imbattono in un papero selvaggio che rapisce la Tata.
    Si scopre che in realtà il rapitore altri non è che un principe (di nome Greydrake, omaggiando in chiave anatresca il cognome Greystoke, appartenuto al padre di Tarzan) che Tata aveva accudito da piccolo e al quale è stato sottratto il trono.

    L'episodio in questione è veramente piacevole e ben fatto, presenta una buona atmosfera giunglesca ed è ricco di azione: tra fughe in barca a motore, lotte con indigeni, animali selvaggi ed esibizioni di lancio con le liane, si può assistere forse uno degli episodi più avventurosi dell'intera serie, che contribuisce non poco a simboleggiare lo spirito di base di DuckTales.

    Da segnalare che già dall'episodio precedente l'animazione si è stabilisce definitivamente col nuovo stile avvertito saltuariamente in precedenza, e che continuerà stabile fino alla fine della prima stagione.

    Episodio 54 (3 Dicembre 1987)
    ATTERRAGGIO ALLA JET (Launchpad's First Crash)

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    Per colpa di una improvvisa tempesta, Paperone e Jet sono costretti a un atterraggio di fortuna su una cima rocciosa nel deserto. L'aereo su cui viaggiavano non è in condizioni di volare, e per passare il tempo i due cominciano a ricordare il giorno in cui si sono conosciuti per la prima volta.

    La particolarità dell'episodio consiste infatti nel suo essere un lungo flashback che racconta una particolare missione di Paperone al fianco di un giovane e gracile McQuack alle prime esperienze come pilota.

    Vediamo alcune scene interessanti, come la parte in cui i due diventano schiavi di una tribù di corpulente donne (quest'ultime li usano come esche per granchi giganti, che le guerriere non si fanno problemi a uccidere per poi cibarsene), ma si citano anche le sequenze col mostro marino e soprattutto la scoperta della perduta città dei diamanti, veramente di grande impatto visivo.

    Il simpatico finale fa luce sul rapporto tra lo Zione e l'imbranato pilota, facendo emergere una vena d'amicizia piuttosto rara per i sentimenti del burbero Paperone.

    Da notare che questo è l'ultimo episodio espressamente dedicato (fin dal titolo) a Jet McQuack.
  • Episodio 55 (4 Dicembre 1987)
    LA (S)FORTUNA DI GASTONE (Dime Enough for Luck)

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    Dopo un breve cameo di pochi istanti avvenuto nell'episodio “Sweet Duck of Youth”, venne il momento della ribalta per il papero più fortunato del mondo, quel Gladstone Gander di invenzione barksiana.
    Conosciuto dalle nostre parti come Gastone Paperone, il personaggio non aveva mai avuto modo di comparire in un ruolo rilevante per l'animazione, limitandosi a riscuotere un buon successo per i fumetti.

    Con questo episodio le carte in tavola cambiano, e Gastone diventa il protagonista assoluto della vicenda, che lo vede perdere la sua proverbiale fortuna per colpa di un incantesimo di Amelia.

    Dal punto di vista della sceneggiatura e della trama, questa puntata è uno dei migliori lavori di tutta la serie: memorabili diverse sequenze, dalla disattivazione delle trappole del Deposito ai micidiali trabocchetti di Amelia (veramente suggestiva la “sala degli specchi”).
    Zio Paperone e Gastone sono gli unici protagonisti della vicenda (Amelia esclusa, of course), ed entrambi si rivelano un ottimo duo. Il fortunato papero è splendidamente caratterizzato, anche se la “r” moscia del doppiaggio italiano lo rende forse un po' troppo snob.

    Importante anche il ruolo della Numero Uno: sebbene alla sua scomparsa comincino diversi guai per Paperone, quest'ultimo fa severamente notare al nipote di aver accumulato la sua fortuna “con lacrime, sudore e sangue”, a dispetto della leggenda che lo vuole arricchito grazie ai poteri della monetina.

    Veramente un ottimo episodio, che non risparmia neppure divertenti citazioni alla Fabbrica di cioccolato e al Signore degli Anelli.

    Episodio 56 (7 Dicembre 1987)
    LA MASCHERA DI FERRO (Duck in Iron Mask)

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    Ispirato alla celebre opera di Alexandre Dumas Il visconte di Bragelonne o, più generalmente, al ciclo dei Tre Moschettieri, questo episodio è infatti incentrato sul rapporto tra i nipotini, mai così evidenziato prima d'ora.

    Quo è stufo di essere confuso con i suoi fratelli, e decide di sviluppare una propria personalità. Parallelamente, Zio Paperone decide di andare nel regno di Montedumas (evidente citazione al cognome dello scrittore sovracitato, ma anche al suo romanzo Il conte di Montecristo) a trovare un amico, il Conte Roy, che a suo tempo insegnò lo Zione a duellare con la spada (carinissimo il flashback con Paperone duellante).

    Scopriranno che Roy è stato imprigionato in una torre con indosso una pesante maschera di ferro, e che il suo regno è nelle mani del suo malvagio gemello e del capitano, un Pietro Gambadilegno con accento fancese che sembra riprendere la tradizione dei pietridi indefiniti dei corti classici Disney.

    Tutto l'episodio ruota attorno alla somiglianza dei nipotini, e sarà proprio il loro essere identici a salvare la situazione.

    Atmosfere inquietanti per un episodio nobilitato dalla sua palese ispirazione letteraria.

    Episodio 57 (8 Dicembre 1987)
    L'INDISTRUTTIBILE HINDENTANIC (The Uncrashable Hindentanic)

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    Zio Paperone scommette con Cuordipietra Famedoro di riuscire a far volare un dirigibile scassato: si tratta dell'Hindentanic (ibrido tra il dirigibile LZ 129 Hindenburg e il RMS Titanic, transatlantico britannico, entrambi protagonisti di due dei più grandi disastri della Storia), che però viene rimesso in sesto e pronto per una crociera volante che ospita la crema di Paperopoli.

    A mettere i bastoni fra le ruote a Paperone e soci ci pensa il malvagio Famedoro, che abilmente camuffato da sceicco agisce indisturbato per sabotare il volo e far perdere così la scommessa allo Zione (che con l'aiuto di tutti riuscirà a giungere a destinazione sano e salvo).

    Viene ripreso il personaggio dello strambo Capitano Foghorn, già visto nell'episodio “Bermuda Triangle Tangle”, e lo stesso Paperone si perplime alla sua vista (ricordandosi dei guai provocatogli in passato).

    La puntata non offre particolari guizzi, ed essendo tutta incentrata su un viaggio a bordo di un dirigibile, l'assenza di avventura si fa abbastanza notare; tuttavia ci sono parecchi spunti simpatici, come la fuga delle api caricate a bordo o i siparietti dell'attrice Gloria Swansong (parodia di Gloria Swanson, celebre star del cinema muto hollywoodiano).

    Non male.
  • Episodio 58 (9 Dicembre 1987)
    ZIO PAPERONE E LA MASCHERA DI KUTU LULU (The Status Seekers)

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    Questo episodio è un adattamento della storia di Carl Barks “Zio Paperone snob di società” (The Status Seeker), per certi versi molto simile al fumetto se non per l'oggetto di contesa che muove la vicenda: se nel fumetto si trattava del leggendario Rubino Striato, qui lo status symbol che Zio Paperone va a ricercare per poter avere privilegi in società è l'orripilante maschera dell'idolo Kutu Lulu. La scelta di raffigurare un oggetto tanto sgradevole è dovuta molto probabilmente al voler accentuare la negatività di crearsi un'immagine snobistica a qualsiasi costo, sacrificando gli amici (aspetto assente nella storia a fumetti, dove Zio Paperone recupera il rubino ed ha così diritto a partecipare in esclusiva ad ogni ricevimento altezzoso).

    E' un Paperone delizioso e perfettamente caratterizzato, quello che ci viene mostrato in questa puntata, che dimostra splendidamente come il papero più ricco del mondo sia in realtà una persona “terra terra”, al quale piace mangiare roba semplice, avere abitudini semplici, e non ha paura di sporcarsi nel fango giocando a rugby coi nipotini (come dimostra la carinissima sequenza d'apertura).

    Facciamo anche conoscenza con un gruppo di Bassotti altolocati che risiede in un carcere lussuoso, che sembrano la copia dei Bassotti di sempre ma che hanno delle piccole differenze di base (ad esempio un dente d'oro in bocca ad uno dei tre).

    L'episodio riesce a fare un po' di satira sull'altolocato e snobistico mondo dei vip, e per fortuna Zio Paperone sceglie di non farne parte.

    Episodio 59 (14 Dicembre 1987)
    NIENTE PAURA (Nothing to Fear)

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    Divertente episodio “casalingo” in cui assistiamo alle paure dei nostri eroi prendere vita sottoforma di incantesimo (che si scopriranno provocati da Amelia la fattucchiera).
    Questo gioiellino non solo presenta deliziose trovate umoristiche, ma fa luce sul rapporto più sviluppato tra Zio Paperone e i nipotini: emblematica la sequenza con un Paperone spaventosamente cattivo che chiede ai nipoti di sparire, spaccando addirittura davanti ai loro piedi la foto incorniciata di Paperino (qui ritratto con il suo look originale, senza tenuta marinaresca), che lo Zione accusa per avergli affidato i ragazzi.
    Ovviamente si tratta della più grande paura di Qui, Quo e Qua tramutatasi in realtà, e la stessa cosa accade con Zio Paperone che si vede sparire davanti agli occhi i suoi nipoti, e addirittura una nuova paura si manifesta con gli stessi che gli si rivoltano contro deridendolo e scacciandolo di casa.

    Nel suo piccolo, dunque, l'episodio fa luce sui sentimenti e sull'affetto reciproco che Zio e nipoti provano l'uno per gli altri (ma il punto più alto di questo rapporto avrà modo di essere raccontato nell'episodio 93, “A DuckTales Valentine”), dimostrando un'evoluzione dai primi episodi dove Paperone si dimostrava abbastanza refrattario all'idea di “famiglia”.

    Da segnalare il simpatico ruolo di Archie, usato molto bene (e che ricorda non poco il “nostro” Battista), e la morale che insegna ad affrontare le proprie paure per sconfiggerle.

    Episodio 60 (23 Dicembre 1987)
    DOTTOR JEKYLL E MISTER DE' PAPERONI (Dr. Jekyll & Mr. McDuck)*

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    Bellissimo.

    Poco ci sarebbe da aggiungere a questo fantastico episodio che, grazie all'idea di base, avrebbe potuto benissimo essere sviluppata in un lungometraggio, ma che per ovvie ragioni va giudicato per quello che è.

    E' con con questa puntata (che si ispira palesemente a Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, di R.L. Stevenson) che possiamo scoprire quanto significativo può rivelarsi il denaro, al punto da impedire a Zio Paperone di poterlo toccare per non tramutarsi in uno svitato spendaccione.

    Per colpa di una pozione trovata in una cassa comprata ad un'asta, lo Zione si trasforma in “Zio Scialacquone” (Uncle Moneybags), alter ego dalle mani bucate che elargisce soldi a tutti. E' un bel disastro quando si trova nei pressi del suo Deposito, visto che non ci pensa due volte prima di lanciare interi barili di pecunia dalla finestra ai contenti cittadini.
    I nipotini scoprono che il contenuto della cassa è appartenuto a un certo Dottor Jekyll di Londra, e i paperi vi si recano per cercare una cura.

    Una storia nebbiosa che presenta atmosfere da Sherlock Holmes (possiamo notare un investigatore chiamato Sherlock Jones che lo parodizza chiaramente) e uno Zio Paperone veramente inquietante, che non appena tocca il denaro si trasforma in un pazzo ridente.
    In quest'episodio ritorna anche Gastone, in un piccolo ruolo (ma fondamentale per l'evolversi della vicenda), e facciamo la conoscenza del ladro Jack Sgambetto (Jack the Tripper in originale, chiara citazione al famoso serial killer londinese Jack the Ripper, da noi conosciuto come Jack lo Squartatore). Inoltre possiamo vedere anche la divertente versione papera della Regina, che vive a Duckingham Palace.

    Molto bello che il Dottor Jekyll sia invece raffigurato con le fattezze del vecchio Scrooge, con l'unica differenza sottolineata da un abbigliamento più “gotico” e l'assenza di occhiali.

    Insomma, a conti fatti si tratta di un lavoro riuscitissimo, una gara contro il tempo per salvare Zio Paperone dalla pazzia perenne, e una storia che - nel suo piccolo - presenta pure i suoi colpi di scena. E il finale è molto bello (accentuato da una classica ma sempre efficace strumentale di Ron Jones).


    * Personalmente, si tratta del mio episodio preferito della prima serie, escludendo le puntate in più parti ovviamente.
  • Episodio 61 (24 Dicembre 1987)
    C'ERA UNA VOLTA... LA NUMERO UNO (Once Upon a Dime)

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    Ben prima che il famoso cartoonist Don Rosa scrivesse e disegnasse la celebre e osannata Saga di Paperon de' Paperoni, che vanta 12 capitoli e diverse appendici extra, tutta la vita del ricco papero era stata raccontata assai più modestamente proprio all'interno di questa serie animata.
    E' il caso di “Once Upon a Dime”, vera e propria mini biografia di Zio Paperone, narrata con il pretesto delle origini della Numero Uno, la moneta-simbolo di Scrooge che gli servì da ispirazione per costruire il suo impero.
    E' proprio da questo episodio che il sopracitato Rosa prende spunto dalla sequenza del giovane Paperone lustrascarpe, per inserirla a modo suo nella sua opera.

    Tutto inizia quando Paperone decide di raccontare ai suoi nipotini, durante la lucidatura annuale della Numero Uno, la storia della medesima monetina.
    Per la prima volta assistiamo a delle vere e proprie chicche, come i genitori di Paperone (decisamente diversi da quelli che poi Rosa avrebbe sviluppato), per la prima volta visti in animazione, o sequenze adattate dalla storia di Barks “Zio Paperone e la regina del cotone”.
    Scopriamo che lo Zione lasciò la Scozia per cercare fortuna in America, incontra per la prima volta i Bassotti (ovviamente di una generazione precedente, a parte Ma' Bass), racimola i suoi fantastiliardi nel Klondike, in Africa e in giro per il mondo: una versione assolutamente plausibile del personaggio, che conserva splendidamente i suoi “paletti” di base, rimanendo intatti ed illesi nonostante le diverse interpretazioni che gli autori ci hanno dato nel corso degli anni.
    Ed è proprio questo, probabilmente, il miglior modo di usare i personaggi Disney: evitare snaturamenti, tenere presente dei piccoli dati basilari per poi sbizzarrire la propria fantasia senza problemi di contrasti con diverse versioni.
    Non stupisce che questo episodio sia tra i più amati dagli appassionati.

    Molto, molto bella anche la riflessione finale, con Zio Paperone che ammette di essere diventato ricco solo grazie alla sua famiglia, pensiero che Don Rosa avrebbe tramutato in una delle caratteristiche principali del suo malinconico e romantico Paperone.

    Episodio 62 (25 Dicembre 1987)
    A ME GLI OCCHI, SPIA! (Spies in Their Eyes)

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    Nel 1984, l'allora amministratore delegato della Walt Disney Company Michael Eisner e Frank Wells crearono una regola interna all'azienda, chiamata “Legge dei 65 episodi”, secondo la quale ogni serie televisiva della Disney avrebbe dovuto interrompersi al termine del sessantacinquesimo episodio, per incentrarsi su nuovi prodotti ed evitare prolungamenti sulle serie già create.

    Prima che il successo di DuckTales fece produrre 35 episodi aggiuntivi, dando modo alla “legge” di infrangersi, anche questa serie fu fermata all'episodio 65. I realizzatori dello show, vicini alla fine di questo glorioso cartoon, pensarono bene di riportare in scena l'amato Paperino, dapprima con diverse citazioni negli scorsi episodi, poi con due storie interamente incentrate su di lui (compreso un cameo nel “corale” season finale).
    Questo episodio presenta forse, dopo “Sphinx for the Memories”, il miglior utilizzo del classico cast dei paperi, e la miglior interazione tra Paperino e Paperone mai vista in animazione.

    E' un episodio molto classico dalla trama per nulla scontata, che, salvo la parentesi marinaresca di Paperino, potrebbe davvero mescolarsi al canonico universo standard dei personaggi.
    Innanzitutto la storia, ambientata a Singapore, riprende il tema dello spionaggio, già splendidamente usato nel fantastico “Double-O-Duck”, stavolta con Paperino negli inconsapevoli panni di una spia ipnotizzata per carpire degli importanti segreti della Marina Americana.
    Il povero papero viene infatti arrestato per alto tradimento, ma ci pensano Zio Paperone e nipoti a salvargli le penne.

    Veramente un episodio intelligente e ben fatto, soprattutto il “climax” finale, con Paperino nel sottomarino del nemico e Zio Paperone che pilota un motoscafo, inseguito da alcuni missili subacquei.

    Ottimo.

    Episodio 63 (30 Dicembre 1987)
    MACCHIA NERA E L'AEREO INVISIBILE (All Ducks on Deck)

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    Continua la parentesi “paperiniana”, stavolta con un secondo episodio dedicato alla vita marinaresca del papero pasticcione, dalle dinamiche che ricordano non poco quelle dei corti classici in cui Paperino si arruolava nell'Esercito.
    Infatti è divertente vederlo pelare le patate o combinare fior di danni al povero Ammiraglio Grimitz, esattamente come succedeva oltre un quarantennio prima con il Sergente Gambadilegno.

    Ma la curiosità più importante dell'episodio non è certo questa, bensì il debutto in animazione del personaggio di Macchia Nera, quel Phantom Blot che esordì (senza la parola “Phantom” che gli venne in seguito attribuita) sulle strisce di Mickey Mouse per i quotidiani, ad opera di Floyd Gottfredson, nella splendida storia “Topolino e il mistero di Macchia Nera”.

    Peccato che il Macchia subdolo e inquietante di quell'esordio venne in seguito totalmente appiattito e snaturato dai comic book americani, che usarono il fascinoso personaggio in ruoli buffoneschi, privandolo, graficamente e caratterialmente, della sua aurea di criminale oscuro.

    Non c'è da sorprendersi, dunque, se il Macchia Nera visto in questo episodio sia assai più vicino all'immagine fornitaci dai comic book, medium che i realizzatori di DuckTales saccheggiarono a piene mani per scovare l'ispirazione necessaria alle storie: se naturalmente funzionò con i capolavori barksiani, non si può certo dire la stessa cosa dell'universo di Topolino (che faceva furori sui quotidiani), che spesso e volentieri vedeva i suoi comprimari caratterizzati in ruoli dimenticabili e privi di mordente.
    Questo Macchia Nera non è poi usato così male, ed il suo piano criminale è ingegnoso, ma dispiace un po' notare il suo aspetto poco inquietante (con bocca visibile) e la perdita della sua vena più deliziosamente noir e aristocratica.

    Ma fa sempre piacere vedere nello stesso episodio Zio Paperone, Paperino e Macchia Nera, soprattutto quando per l'ennesima volta è stato dimostrato che il caro vecchio Donald può essere utilizzato in storie dal respiro più ampio del semplice contenitore di gag.

    Episodio 64 (31 Dicembre 1987)
    PAPER HORROR PICTURE SHOW (Ducky Horror Picture Show)

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    Il titolo è un evidente omaggio alla celeberrima commedia musicale The Rocky Horror Picture Show, e l'episodio rivisita il genere horror con una bella sfilza di classici mostri entrati nell'immaginario popolare grazie a letteratura, cinema o semplicemente famose leggende.

    Zio Paperone compra un vecchio rudere per trasformarlo in un Centro Congressi, non sapendo di dar modo a una banda di mostri di usarlo come propria sede per raduni: le bizzarre creature sono così selvagge che in una sola notte di follie distruggono completamente l'alloggio, finendo per occupare la casa di Paperone che Zio Paperone ha inconsciamente suggerito loro come albergo.
    E' un episodio zeppo di buffe trovate, che presenta una pittoresca carrellata di mostri e creature di ogni tipo, dalla Mummia presa pari pari da “Sphinx for the Memories” a King Kong (qui chiamato Ping Pong, dando vita a una divertente gag che vede il gorilla gigante girovagare per la città con racchetta e pallina), che si accamperà in cima al Deposito di Paperone.

    Il finale presenta una scenetta musicale, come a voler omaggiare il film che l'episodio cita fin dal titolo, con un insolito Paperone che chiude il balletto sotto gli occhi estasiati dei paperopolesi.

    Episodio 65 (1 Gennaio 1988)
    LE NOZZE DI ZIO PAPERONE (Till Nephews do Us Part)

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    Zio Paperone conosce un'affascinante donna d'affari di nome Milionaria Vanderbucks, e se ne innamora.
    Con questo incipit gli autori hanno deciso di concludere (prima del rinnovo) questa gloriosa serie, che vede un imbambolato Paperone pronto a convolare a nozze, nonostante i meschini fini della donna.
    I nipotini, infatti, scoprono che le intenzioni di Milionaria sono ben altre: mettere le mani sul patrimonio dell'ingenuo consorte e spedire i ragazzini al riformatorio!

    L'episodio prevede inoltre una piccola caccia al tesoro in Malesia, come a voler ricordare il vero tema principale di DuckTales e chiudere così un glorioso cerchio.
    Ma non è tutto: per il finale di serie, gli sceneggiatori hanno deciso di fare le cose in grande, presentandoci buona parte dei comprimari apparsi lungo tutto lo show, nei panni degli invitati alla celebrazione del matrimonio (che avviene simpaticamente in una banca). E' una vera caccia alla citazione, dove fra i tanti possiamo notare anche Gastone o Pium Galore, la seducente spia vista in “Double-O-Duck”.
    Compare anche Paperino nelle vesti del testimone dello sposo, che ovviamente non perde occasione per combinare uno dei suoi soliti pasticci.
    E' curioso, inoltre, notare come Amelia e Cuordipietra Famedoro siano tra gli invitati, al contrario dei Bassotti a cui non è permesso partecipare.

    Nel degenerante e comico finale, a rimettere le cose a posto è la tanto indimenticata Doretta Doremì (ovvero la scintillante Goldie), che arsa di gelosia farà rinsavire il ricco papero a colpi di fucile.

    E' con un Paperone fuggente dagli spari (che pateticamente ricorda a Doretta di amare soltanto lei) che si conclude questo primo capitolo del miglior prodotto animato mai uscito dalla Walt Disney Television.

    To be continued...
  • SPECIALE SECONDA SERIE
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    Serie o stagione?

    DuckTales ce l'aveva fatta.

    Il successo della serie di Paperone fu tale da permettere agli studi della Disney di andare avanti per ben 35 episodi supplementari ai 65 prestabiliti, formando quella che si può tranquillamente definire “la seconda serie di DuckTales”.
    Tecnicamente l'intera serie sarebbe formata da quattro stagioni, tutte abbastanza disomogenee l'una dall'altra (basti pensare che la prima conterrebbe interamente i 65 episodi iniziali, mentre l'ultima solamente 7), e per comodità si potrebbe dividere lo show in due serie da quattro stagioni.
    La “seconda serie” è infatti formata da una prima stagione di due mini-cicli da 5 episodi l'uno, una seconda stagione di 18 episodi autoconclusivi, e una terza di soli 7, contenente 3 puntate appositamente realizzate per la stagione precedente ma scartati per permettere all'ultima stagione di essere più corposa.

    Poche avventure da quelle parti

    Ci vengono presentate un bel po' di novità, che caratterizzeranno lo spirito di questo nuovo tronco aggiuntivo. Innanzitutto, salvo poche eccezioni, la serie prenderà una svolta più divertente e “domestica”: niente più rivisitazioni di opere letterarie o cinematografiche; le avventure intorno al mondo diminuiscono drasticamente per lasciare spazio a storie “cittadine”, che si avvicinano parecchio ai fumetti disneyani made in Italy.
    Se da un lato la serie può perderci in “epicità”, dall'altro ci guadagna sicuramente in divertimento: l'umorismo più slapstick, la presenza massiccia di effetti sonori cartooneschi (nella prima stagione erano invece molto rari), e un nuovo stile di animazione tendente al gommoso e al deforme contribuiscono a creare un'immagine più comica ad uno show che nella sua prima stagione si era caratterizzato come serioso.

    A proposito dello stile animato: se gli ultimi episodi della prima serie, dal punto di vista grafico, vi erano sembrati più scadenti e con un movimento tendente allo scattoso, la spiegazione è da ricercare nei diversi studi orientali che si occuparono dell'animazione.
    La Tokyo Movie Shinsha, che realizzò buona parte della prima stagione, lasciò il testimone alla Wang Film Productions, conosciuta un tempo come Cuckoo's Nest Studio. Quest'ultimo studio è famoso per le sue produzioni a basso costo (specie per le serie di Hanna-Barbera), e sebbene sia riuscito a realizzare animazioni molto notevoli, come in “Double-O-Duck”, dalla seconda stagione in poi il livello diverrà parecchio inferiore e scattoso, riuscendo però ad equilibrare l'animazione più scadente con una buona e piacevole gommosità dei personaggi.

    Il cavernicolo e il ragioniere

    All'elenco delle novità di questo nuovo DuckTales aggiungiamo la caratteristica principale, ovvero la presenza di due nuovi personaggi che contribuiranno a definire i filoni portanti di questa serie: si tratta del paperotto preistorico Bubba e del contabile “occasionalmente supereroe” Fenton Paperconchiglia.
    L'uno è un piccolo cavernicolo dai capelli rossi che Zio Paperone incontra dopo aver viaggiato nel tempo, l'altro è un impiegato dello Zione che vive in una roulotte con la madre teledipendente, e un giorno si ritrova per caso nei panni del supereroe Robopap.

    I due personaggi entrano a far parte del cast fisso della serie, ed è curioso notare come siano completamente indipendenti l'uno dall'altro, facendo sì che la seconda serie di DuckTales si possa dividere in “episodi con Bubba” ed “episodi con Fenton”. Questa netta divisione, molto probabilmente, fu dovuta dall'esigenza della Disney di voler creare diversi target di riferimento per la serie: possiamo infatti notare come gli episodi con Bubba siano più infantili ed ingenui, spesso incentrati alle interazioni con i nipotini e Gaia, mentre le puntate con Fenton assumono un tono più adulto e divertente, dovuto dalla volontà degli studios di creare un vero e proprio personaggio-beniamino, quel Robopap tanto amato dai fan di tutto il mondo, che tanto successo avrebbe avuto da essere inserito anche in alcuni episodi di Darkwing Duck.
    I due personaggi si meritarono l'onore di apparire nella sigla, appositamente rinnovata con alcune clip prese dai due mini-cicli da 5 episodi l'uno che presenteranno rispettivamente Bubba e Fenton-Robopap.

    Il cast regolare è costretto a sfoltirsi: scomparirà Tonty, la Giovane Marmotta amica dei nipotini (per comparire solo in un brevissimo cameo), Amelia avrà un solo episodio e il ruolo di un mattatore come Jet McQuack verrà decisamente diminuito per lasciare spazio a Fenton, che, per moltissime assonanze, sembra ricoprire anche il ruolo dell'amato Paperino.
    E parlando del vecchio Donald, è davvero un peccato notare come anche quest'ultimo sia stato completamente accantonato, non comparendo in nessun episodio dei 35 aggiuntivi. Nemmeno nel series finale (diviso in due parti), che ha comunque il pregio di riportare sullo schermo quella grande avventura che tanto fece la fortuna di DuckTales, chiudendo così la gloriosa serie con un graditissimo ritorno alle origini.
  • Seconda Stagione

    IL TEMPO E' DENARO (Time is Money)

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    Episodio 66 (24 Novembre 1988/20 Febbraio 1989)
    IL TEMPO DELLE PIETRE (Marking Time)

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    Con uno special di due ore tagliato per rientrare nei tempi, e successivamente ritrasmesso integralmente sottoforma di episodi divisi, fa il suo debutto il secondo capitolo della saga di DuckTales, che decide di raccontarci un viaggio nel tempo.

    Il plot della trama è parecchio intrigante: Zio Paperone, sotto contratto, compra la più occidentale delle isole dell'arcipelago di Cuordipietra Famedoro, per poter sfruttare una caverna piena di diamanti di cui il rivale barbuto non era a conoscenza: per questo scherzetto, Famedoro decide di sfruttare la situazione a suo vantaggio e, con l'aiuto dei Bassotti, riesce a dividere in due l'isola affinché la metà senza diamanti risultasse la più occidentale (privando così Paperone dei diamanti).
    Per rimediare a questo imbroglio, Paperone vuole tornare indietro nel tempo per impedire che l'isola venga divisa, ma qualcosa va storto e la macchina del tempo porta lui, i nipotini e Jet McQuack nella preistoria.

    E' proprio qui che faranno la conoscenza del piccolo papero delle caverne Bubba e il suo triceratopo domestico Tootsie, unici abitanti della caverna (che ai tempi contiene ancora carbone invece che diamanti).

    E' un ottimo inizio per presentare una divertente e particolare storia sui viaggi temporali, volutamente piena di “licenze poetiche” e leggerezze storiche in pieno stile Disney ma non per questo poco affascinante.
    La serie comincia a sfruttare la potenza dei cliffhanger, e la chiusura dell'episodio è efficace per invogliare lo spettatore a non perderne il seguito.

    Il compositore Ron Jones ritorna in pompa magna con tante strumentali nuove, che doneranno alla serie ancora più freschezza e piacevolezza grazie alla superba qualità della sua musica.

    Si segnala la divertente citazione al ciclo iniziale del “Tesoro del Sole d'Oro”, nella scena in cui Archimede rivela al perplesso Paperone che sarà Jet a pilotare il trabiccolo di turno, e soprattutto la presenza del Bombastium, la misteriosa sostanza inventata da Carl Barks che poteva permettere di ottenere qualsiasi gusto di gelato, e qui ritratto come un ghiacciolo che permette di viaggiare attraverso i secoli.
    Nota doppiaggio dell'edizione italiana: dalla seconda serie i nipotini saranno doppiati da Laura Lenghi, fino ad oggi la doppiatrice ufficiale di tutte le loro apparizioni.

    Episodio 67 (24 Novembre 1988/21 Febbraio 1989)
    IL PAPERO CHE VOLLE FARSI RE (The Duck Who Would Be King)

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    Zio Paperone e compagnia finiscono ai tempi dell'antica Cina, dove dovranno affrontare la furia di un diabolico tiranno che si vede usurpare il trono con l'arrivo di Bubba, che il popolo vede come una divinità descritta da una profezia.
    Non solo: Paperone sarà costretto a vedersela con una banda di tagliagole e un gigante giunti in città per eliminarlo, e sarà proprio il piccolo Bubba a salvargli la vita.

    E' bello notare come il cavernicolo provi amore puro e ingenuo verso lo Zione, sebbene le sue dimostrazioni d'affetto non siano ricambiate (restituendoci in questo modo l'arido Paperone di un tempo, più vicino alla caratterizzazione dei fumetti).

    Questo è un altro grande episodio in cui l'atmosfera orientale e le musiche appropriate di Jones la fanno da padrone, che non risparmia neanche stavolta citazioni barksiane come la sequenza in cui Paperone si tuffa nel Tesoro Reale per “nuotarci dentro come un delfino, scavare gallerie come una talpa e lanciarlo in aria per farlo ricadere in testa”.

    Molto divertente anche la sottotrama amorosa del playboy imbranato per eccellenza, il nostro Jet McQuack, che non risparmia di fare conquiste neppure a millenni prima della sua nascita.

    Episodio 68 (24 Novembre 1988/22 Febbraio 1989)
    BUBBA TRUBBA (Bubba Trubba)

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    Strano come il titolo di quest'episodio non sia stato tradotto, risultando assai poco comprensibile per lo spettatore italiano.

    Ad ogni modo ci viene mostrato come Bubba e Tootsie giungano a Paperopoli, diventando protagonisti di divertenti gag sul contrasto tra la civiltà moderna e e quella preistorica.

    Bello come Archimede accenni al vuoto temporale che Paperone avrebbe causato portando Bubba nel presente, teoria scientifica approfondita in modo del tutto semplicistico nel cartone quanto fulcro centrale di tanti film e telefilm basati sui paradossi temporali. Di certo era improbabile imbattersi in spiegazioni credibili e cervellotiche in DuckTales, ma fa piacere che l'eventualità del buco temporale sia stata ipotizzata.

    La trama di Cuordipietra e l'isola dei diamanti però va avanti, e per impedire a Paperone di impossessarsene (per via di alcuni simboli apportati dallo Zione nella caverna quando vi arrivò nella preistoria, che ne dimostrano ora la legittima proprietà) decide di far rapire il paperotto per rispedirlo indietro nel tempo affinché distrugga i marchi.

    Abbiamo anche un siparietto musicale abbastanza sciocchino ma gradevole, inscenato dai nipotini e i loro compagni di classe per descrivere le prodezze del “nuovo arrivato”.

    Paperone ritiene che Bubba sia la causa di tutti i suoi guai, e questo pensiero avrà modo di concretizzasi nell'episodio successivo. Molto bella la chiusura con i Bassotti che si impadroniscono del Deposito.

    Episodio 69 (24 Novembre 1988/23 Febbraio 1989)
    UN PAPERO IN GABBIA (Ducks on the Lam)

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    Per Paperone cominciano guai di ogni sorta: i Bassotti (grazie all'aiuto dell'ingenuo Bubba) si sono impadroniti del Deposito, e Cuordipietra tenta di sfruttare la situazione per impedire a Paperone di completare il pagamento dell'isola (poiché gli mancano 10 milioni di dollari da pagare a Famedoro entro un certo limite di tempo), e riscuoterla così definitivamente. Inoltre, fa spacciare lo Zione per un impostore del vero Paperone, e finisce così in galera in modo che non possa prelevare il denaro mancante in tempo.

    L'episodio è ricco di buone trovate, a cominciare dalla bella scena dell'attacco al Deposito da parte di militari e ninja, per arrivare all'evasione dal carcere di Paperone e Bubba e la fuga dalla polizia.
    Veramente divertente ed esagerata la sequenza in cui Paperone, inseguito da Famedoro e la polizia, riesce a telefonare ai nipotini per chiedere aiuto, il tutto a bordo di un carrello della spesa (!).

    Abbiamo anche due bellissime scene in cui Paperone si commuove per la generosità spontanea di Bubba che gli dona calorosamente una monetina trovata per strada, e la successiva spiegazione in cui lo Zione fa notare al paperotto che tornare indietro all'Età della Pietra è la cosa più giusta da fare, non risparmiandosi una severa autocritica.

    Si segnala infine la gradita apparizione della statua di Cornelius Coot (il fondatore di Paperopoli) al parco cittadino, che però viene immediatamente distrutta dal maldestro Bubba.

    E ora il capitolo finale.

    Episodio 70 (24 Novembre 1988/24 Febbraio 1989)
    LA CAVERNA DI ALI' BUBBA' (Ali Bubba's Cave)

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    Lo Zione ritorna alla caverna dell'isola per trovare un diamante da 10 milioni di dollari in modo da saldare il contratto con Cuordipietra, ma si imbatte in quest'ultimo e i Bassotti (prelevati dal Deposito) che gli mettono i bastoni fra le ruote, facendo sì che il pagamento risulti una gara all'ultimo secondo.

    Nel frattempo Bubba è ritornato a casa sua, ma si sente solo senza Paperone. Decide così di provare a tornare da lui usando le ultime risorse del Bombastium, ormai quasi sciolto del tutto.

    Un bell'epilogo in cui non mancano sequenze degne di nota come l'assalto del mostro marino e l'esplosione della caverna di diamanti, che finalmente rendono giustizia a un Paperone che ne ha passate di tutti i colori. Bubba va a vivere stabilmente da Paperone, e quest'ultimo finalmente si intenerisce con il piccoletto, dando una piacevole chiusura al tutto.

    Ottimo ciclo, con una trama abbastanza difficilotta da seguire per il più piccolo, ed è un peccato constatare che - pochissime eccezioni a parte - gli episodi con Bubba saranno assai sempliciotti, lasciando ad un certo contabile pasticcione il compito di puntare in alto.

    Nota di demerito per il doppiaggio italiano, che ha tradotto il nome dell'arcipelago di Famedoro in mille modi diversi (e riesce anche a trasformare i 10 milioni in soli 2, anche se ciò avviene nel riassunto dell'ultimo episodio).
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