[Rainbow/Iginio Straffi] Winx Club

Satira, avventura, fantascienza, commedia e ci scappa anche il musical: ben lungi dal rivolgersi al solo pubblico dei più piccoli, già da anni l'animazione televisiva occidentale sta sperimentando in lungo e in largo ottenendo sempre più consenso.
  • Madonna, ma come te lo deve dire? Si tratta di un prodotto commerciale, e in questo contesto assai ben realizzato, che a te non deve neanche passare per la testa di fruire, in quanto non destinato a te. E' in quest'ottica che va visto, considerato, inquadrato.
  • Io credo che per un prodotto seriale lo sviluppo naturale voglia semplicemente dire continuare a dare vita a una serie con nuove storie, non ci sono altre motivazioni. Sulla plausibilità o l'inverosimiglianza delle soluzioni direi che il problema non si pone, stiamo parlando di adolescenti con poteri magici.
    Quello che continuo a non capire da parte dei critici e dei detrattori della serie - un discorso che vale per Winx Club come per qualsiasi altro prodotto - è perchè ci si ostini a seguire un cartone animato che non piace.
    Winx Club è un prodotto commerciale che si pone sul mercato e si sottopone al giudizio del pubblico; a moltissime persone piace e non vedo dove sia il problema. Non capisco neppure perchè per qualcuno debba essere un problema e sentir parlare di Winx Club, della Rainbow o di Iginio Straffi come del "nemico" la trovo una cosa un po' sconsolante, ma tant'è…
  • Francesco ha scritto:Io credo che per un prodotto seriale lo sviluppo naturale voglia semplicemente dire continuare a dare vita a una serie con nuove storie
    Ho capito come la pensi, ma aiutami a definire meglio alcune cose: ci sono prodotti che hanno un finale prefissato, pensato dall'inizio e oltre il quale non è previsto un proseguio (parlo di Lost, sei stagioni, e Harry Potter, sette volumi, ad esempio). Come si concilia col tuo discorso? Sono opere seriali dallo sviluppo innaturale, o sviluppi naturali di opere non seriali?
  • Grrodon ha scritto:
    Francesco ha scritto:Io credo che per un prodotto seriale lo sviluppo naturale voglia semplicemente dire continuare a dare vita a una serie con nuove storie
    Ho capito come la pensi, ma aiutami a definire meglio alcune cose: ci sono prodotti che hanno un finale prefissato, pensato dall'inizio e oltre il quale non è previsto un proseguio (parlo di Lost, sei stagioni, e Harry Potter, sette volumi, ad esempio). Come si concilia col tuo discorso? Sono opere seriali dallo sviluppo innaturale, o sviluppi naturali di opere non seriali?
    Nel caso di Winx come della maggior parte delle serie il finale non è prefissato. Il programma si adatta strada facendo; se la serie va bene si producono seguiti, se non funziona si chiude o si ridimensionano gli obiettivi. Questo genere di produzioni deve avere dunque un piano editoriale e produttivo ma deve avere anche una struttura creativa elastica alle spalle, in grado di adattarsi alle circostanze. Nel caso del fumetto si era partiti con una stagione da 12 episodi che in corso d'opera si era ridotta a 9 e di fronte al successo improvviso è tornata ai 12 episodi iniziali con la richiesta di produrre subito altri 12 episodi. Winx Club funziona e si va avanti, nascono spin off, nascono lungometraggi e parchi a tema. Nessuno l'aveva previsto all'inizio ma ora che ci siamo dentro si lavora per gestire la situazione e ottenere i risultati migliori.
  • Sì, ho capito come la pensi su Winx. Stavo volutamente divagando, più per curiosità intervistatrice che per altro. Quindi le consideri eccezioni? O prodotti che traggono il loro successo commerciale proprio dall'hype scaturita dal fatto stesso di avere un finale?
  • Grrodon ha scritto:Sì, ho capito come la pensi su Winx. Stavo volutamente divagando, più per curiosità intervistatrice che per altro. Quindi le consideri eccezioni? O prodotti che traggono il loro successo commerciale proprio dall'hype scaturita dal fatto stesso di avere un finale?
    Sicuramente il successo deriva dalla confezione e dal contenuto. I sette libri di Harry Potter delineano una saga ma sono i derivati che portano i soldi più grossi: film, merchandising fino ad arrivare al nuovissimo parco a tema. In sostanza il finale è come se non ci fosse mai; fin quando una prodotto (o una property, come dicono quelli che parlano fino) è vivo commercialmente parlando, il finale è una cosa relativa.
    Non credo nei finali, in sostanza; l'hype sulla morte di un personaggio, sulla fine di una serie serve a creare il suo seguito. Nell'industria dell'intrattenimento tutto è fatto per perpetuarsi, per essere sfruttato, per produrre altro lavoro (sennò non sarebbe industria, sarebbe artigianato che sforna pezzi unici :) ).
  • Francesco ha scritto: Non credo nei finali
    Bé ma questo mi lascia molto perplesso. Se avessi detto "non credo nella fine di un fenomeno" avrei concordato con te, ma il finale mi sembra il minimo perché qualsiasi storia (indirizzata ad un pubblico affamato di STORIE appunto) acquisti una sua finitezza. Una storia è bella se finisce e lascia pure spazi vuoti per un universo espanso che possa mungere per benino le zone oscure, far soldi, alimentare fandom, ma senza alterare quello che è la storia, che dev'essere il punto focale. Il Signore degli Anelli non ha mai smesso di far soldi, specie in quest'ultimo periodo, ma un suo finale ce lo aveva, ed è stato quello a renderlo una storia così bella da poter essere riproposta a lungo e munta per benino. Lo stesso si può dire di Star Wars, che al momento fa soldi a palate con il merchandising e le serie animate, ma non sono un proseguire della storia, ma qualcos'altro di complementare, un in più che non intacca la storia.
    Inoltre una saga può concludersi con un finale ma lasciare dietro sé ottime referenze per gli autori. E alla fine è così che funziona per i registi acclamati di opere one shot, no?
  • Grrodon ha scritto:
    Francesco ha scritto: Non credo nei finali
    Bé ma questo mi lascia molto perplesso. Se avessi detto "non credo nella fine di un fenomeno" avrei concordato con te, ma il finale mi sembra il minimo perché qualsiasi storia (indirizzata ad un pubblico affamato di STORIE appunto) acquisti una sua finitezza. Una storia è bella se finisce e lascia pure spazi vuoti per un universo espanso che possa mungere per benino le zone oscure, far soldi, alimentare fandom, ma senza alterare quello che è la storia, che dev'essere il punto focale. Il Signore degli Anelli non ha mai smesso di far soldi, specie in quest'ultimo periodo, ma un suo finale ce lo aveva, ed è stato quello a renderlo una storia così bella da poter essere riproposta a lungo e munta per benino. Lo stesso si può dire di Star Wars, che al momento fa soldi a palate con il merchandising e le serie animate, ma non sono un proseguire della storia, ma qualcos'altro di complementare, un in più che non intacca la storia.
    Inoltre una saga può concludersi con un finale ma lasciare dietro sé ottime referenze per gli autori. E alla fine è così che funziona per i registi acclamati di opere one shot, no?
    Beh, nel finale di una storia, tecnicamente parlando, ci credo per forza.
    Mi sono forse espresso in maniera incompleta e poco chiara; quello che volevo dire è che non credo nei finali veri, definitivi, tombali quando si parla di prodotti seriali.
    Lì si tende a tirarla per le lunghe, a spremere il limone fino alla fine perchè un prodotto seriale di successo è una miniera d'oro da sfruttare fino in fondo e tutti, produttori e autori, vogliono ottenere il massimo dalla singola serie. L'esempio di Guerre stellari è calzante perchè Lucas a un certo punto della sua vita ha sentito la necessità di realizzare anche il prequel (e il progetto originale, se non ricordo male, si componeva di 9 capitoli - quindi il pericolo non è ancora scampato del tutto).
    Nel settore dell'intrattenimento sono pochi i progetti nati per essere blindati; se l'occasione si presenta allora un'idea per aggiungere un'altra stagione, un altro capitolo, si trova sempre (magari finendo la serie e producendo film per il grande schermo e così via). In fondo anche Dumas ha sentito la necessità di far tornare i suoi moschettieri, vent'anni dopo, e lì siamo dalle parti dei classici della letteratura, non di un serial per la Fox.
    I produttori e gli autori lavorano per ottenere il successo commerciale del loro prodotto e quando questo si presenta nessuno molla l'osso tanto in fretta.
    Quanto cinismo (ma lo faccio di proposito per offrire nuove occasioni di sdegno ai nemici delle Winx)
  • Comunque Bloom è veramente una gnocca.
  • Scusa Grrodon, ma io parlo anche e soprattutto in virtù delle cose che mia sorella (9 anni) mi ha detto. Nel momento in cui io, che mi occupo della sua educazione, sono chiamata a spiegare (e quindi anche guardare) determinate cose, ebbene me le guardo. Non c'è target che tenga. Dovrei chiudere gli occhi dicendo "Ehi, è roba da bambini, chi se ne frega, non riguarda me"?

    Io non parlo di credibilità rispetto al mondo reale (è chiaro che i poteri magici non sono realistici), ma rispetto a ciò che è stato detto sull'universo di Winx. In qualsiasi storia la credibilità cade nel momento in cui all'inizio di un libro mi viene detto (si tratti pure di poteri magici) che il protagonista spara fuoco dalla bocca, mentre a metà libro mi si dice che non è fuoco ma vento. E non sono cose che vedo io, le vede qualunque bambino che guarda il cartone.

    Il punto non è se piace o non piace, il punto è se si tratta di una cosa valida, coerente e che trasmette qualcosa di "buono". Devo far finta di niente solo perché a me Winx magari non piace?
    Sono state mosse moltissime critiche alla quarta serie, che vanno dalla poca coerenza alla superficialità, per i temi, le situazioni e le azioni dei personaggi. E non da gente che come me l'ha guardata solo per "documentazione", ma da fan che seguono Winx da anni e che sono rimasti molto delusi da questa quarta serie.
  • iku88 ha scritto:
    Il punto non è se piace o non piace, il punto è se si tratta di una cosa valida, coerente e che trasmette qualcosa di "buono". Devo far finta di niente solo perché a me Winx magari non piace?
    Sono state mosse moltissime critiche alla quarta serie, che vanno dalla poca coerenza alla superficialità, per i temi, le situazioni e le azioni dei personaggi. E non da gente che come me l'ha guardata solo per "documentazione", ma da fan che seguono Winx da anni e che sono rimasti molto delusi da questa quarta serie.
    Sulla coerenza non sono d'accordo, la trama era lineare e i personaggi avevano uno sviluppo semplice, adeguato al pubblico di riferimento. Per la delusione, come il gradimento, rientra nell'economia delle cose.
    I fan e i forum non sono rappresentativi di nulla, parlando in termini numerici e di percentuali.
    La maggioranza però perr fortuna non ha sempre ragione e sicuramente è importante guardarsi intorno per capire l'umore generale. I forum e i fan purtroppo non sono mai obiettivi, nè in un senso nè nell'altro quindi su ogni esaltazione o bastonatura è necessario farci la tara.
    Il fatto che la serie (Winx o una qualsiasi altra) debba trasmettere qualcosa di buono invece non lo capisco molto; oltre ai temi tradizionali dell'amicizia, della solidarietà e tutto il resto dell'armamentario di tematiche classiche di questo genere di produzione, che cos'altro dovrebbe contenere una serie televisiva per ragazzi? Winx Club non pretende di essere un viatico per le nuove generazioni ma solo puro e semplice intrattenimento per bambini. Quando sento parlare di velinismo o di cartone diseducativo e altre aberrazioni mi cadono le braccia e trovo innaturale l'accanimento che i detrattori riservano alla serie.
    Se una serie è ritenuta diseducativa o inadatta non la si fa vedere a un minore; i bambini detengono il telecomando ma i genitori, fino a prova contraria, un ruolo di qualche rilievo dovrebbero ancora averlo.
  • Per quanto la trama sia lineare ci sono errori che anche i bambini individuano facilmente, credimi: "sviluppo semplice" non deve necessariamente voler dire superficialità o soluzioni comode. Sull'obiettività di bastonature ed esaltazioni permettimi di dire che, con gli episodi in mano, chiunque abbia visto la quarta serie è in grado di individuare le incongruenze senza inventarsele. Se i fan non sono rapresentativi di nulla allora chi dovrebbe decretare il gradimento della serie? I genitori, a cui spesso basta vedere il glitter di Winx per decidere che è innocuo?
  • iku88 ha scritto:Per quanto la trama sia lineare ci sono errori che anche i bambini individuano facilmente, credimi: "sviluppo semplice" non deve necessariamente voler dire superficialità o soluzioni comode. Sull'obiettività di bastonature ed esaltazioni permettimi di dire che, con gli episodi in mano, chiunque abbia visto la quarta serie è in grado di individuare le incongruenze senza inventarsele. Se i fan non sono rapresentativi di nulla allora chi dovrebbe decretare il gradimento della serie? I genitori, a cui spesso basta vedere il glitter di Winx per decidere che è innocuo?
    Per gli errori e le incongurenze portami degli esempi concreti, riscontrati personalmente e non per sentito dire e ne riparliamo.
    Per il resto ho detto che i forum non sono rappresentativi di nulla e lo ribadisco. Quanti sono gli iscritti a un forum? 100? 1000? E' una percentuale insignificante rispetto la maggioranza silenziosa - ma non supina e bovina - che segue il cartone. L'errore, da parte degli autori e produttori, sarebbe quello di seguire pedissequamente gli appunti e le critiche dei forum, popolati da fan incontentabili e wannabe livorosi e troppo cresciuti.
    Sul glitter mi sfugge il concetto ma ribadisco che il compito di un genitore è quello di fare il genitore e non parcheggiare il figlio davanti alle Winx affidando a un cartone animato l'educazione di un bambino.
  • mah... l'ho sempre evitato come la peste, visto appena 10' oggi in attesa di Toy Story e penso di non essermi mai perso niente. Della storia ho visto pochissimo, ma mi ha stancato già abbastanza (uh, quanto siamo fiche, uh quanto siamo sbrilliccicanti, uh con la forza dell'amicizia vinciamo i cattivoni e poi acchiappiamo un casino), nemmeno la realizzazione tecnica è sufficiente (del tipo il più vecchio di 12 anni toy story è eoni avanti come fluidità e realismo) -_-

    L'unico rammarico è che di cotanta produzione (fumettistica e non) italiana, solo delle cose peggiori ne vengono create adattamenti tv/cinematografici... -_-

    e mi dispiace per Francesco Artibani che adesso è costretto ad associarsi a delle cose di così basso livello (anche se non lo ammetterà mai, visto che non si sputa nel piatto in cui si mangia), lui che un tempo scriveva signore storie...
  • Andrea87 ha scritto: e mi dispiace per Francesco Artibani che adesso è costretto ad associarsi a delle cose di così basso livello (anche se non lo ammetterà mai, visto che non si sputa nel piatto in cui si mangia), lui che un tempo scriveva signore storie...
    Andrea87 non dispiacerti per me perchè, in confidenza, non sono costretto da nessuno a fare quello che faccio.
    Delle Winx si è già detto: se hai più di dieci anni è dura farsele piacere.
    Scrivo fumetti e cartoni animati da più di venti anni e - non per fare il falso modesto - sono convinto di non aver mai scritto quelle che tu chiami "signore storie" ma semplicemente la storia giusta per il personaggio giusto perchè è questo l'obiettivo principale di chiunque faccia questo lavoro: dare all'editore e al lettore quello per cui paga e quello che si aspetta.
    Le Winx sono un prodotto che funziona benissimo in tutto il mondo e la ricetta, nella sua semplicità, continua a dare risultati e il mio compito è garantire che le storie continuino a non piacere a chi ha più di dieci anni.
    Qui non si tratta di ammettere verità inconfessabili, sputare nei piatti di portata o fare mea culpa pubblici; si tratta semplicemente di fare bene il proprio lavoro. Una storia che fa registrare al cartone il picco d'ascolto durante la sua fascia oraria di trasmissione è, in questo caso, una "signora storia".
    Tentare di convincere una persona adulta della bontà delle Winx mi pare un'operazione del tutto insensata; allo stesso tempo, per agevolare il ragionamento, dall'altra parte mi piacerebbe leggere giudizi meno apocalittici e verità un po' meno assolute.
  • Va bene, veniamo agli esempi...

    Nella prima serie Faragonda parla degli anni di studio delle fate ad Alfea. Sono cinque, eppure nella quarta serie le Winx hanno finito gli studi e diventano addirittura insegnanti.
    Nella terza serie si parla dell'Enchantix come del più alto grado di trasformazione raggiungibile dalle fate. Nella quarta serie scopriamo invece che "ogni trasformazione porta ad un nuovo stadio di potere e ad una successiva trasformazione".
    Nella prima serie Bloom è al centro dell'attenzione perché di fate sulla Terra non se ne vedevano da secoli. Nella quarta (guarda caso) serie improvvisamente c'è una fata sulla Terra, ha 16 anni e sua madre (regina delle fate terrestri, pare) ha amato un essere umano solo una ventina d'anni prima.
    Queste non me le sto inventando.

    Ci sono anche errori più terra-terra, come personaggi che si trasformano assieme al gruppo anche se sono in un luogo diverso, o che vengono uccisi, poi definiti "in attesa di risveglio", poi morti, personaggi capaci di ridare la vita in una serie e in un'altra no o il cui carattere cambia improvvisamente.
    Ci sono cose imputabili a fan incontentabili, e altre che si possono oggettivamente riconoscere. Il fatto che Winx non debba piacere a chi ha più di 10 anni non lo autorizza ad essere incoerente e superficiale. Bambino non vuol dire stupido.

    Parcheggiare i bambini davanti alla tv è una cosa che nessuno dovrebbe fare, ma non è questo quello che intendevo. Se (caso assurdo, faccio un esempio) in WInx ci fosse qualcosa di diseducativo, credi che i genitori se ne accorgerebbero? Non sto parlando di genitori che parcheggiano per ore i figli davanti alla tv, ma quanti genitori guardano effettivamente tutto quello che guardano i figli?

    Non voglio dare giudizi apocalittici, però ho l'impressione che nella quarta serie siano state fatte molte scelte per puro merchandising, e che spesso non si abbia avuto nemmeno la decenza di "mascherarle" all'interno della trama. Spero che sia solo una mia impressione.
  • iku88 ha scritto:Va bene, veniamo agli esempi...

    Nella prima serie Faragonda parla degli anni di studio delle fate ad Alfea. Sono cinque, eppure nella quarta serie le Winx hanno finito gli studi e diventano addirittura insegnanti.
    Nella terza serie si parla dell'Enchantix come del più alto grado di trasformazione raggiungibile dalle fate. Nella quarta serie scopriamo invece che "ogni trasformazione porta ad un nuovo stadio di potere e ad una successiva trasformazione".
    Nella prima serie Bloom è al centro dell'attenzione perché di fate sulla Terra non se ne vedevano da secoli. Nella quarta (guarda caso) serie improvvisamente c'è una fata sulla Terra, ha 16 anni e sua madre (regina delle fate terrestri, pare) ha amato un essere umano solo una ventina d'anni prima.
    Queste non me le sto inventando.

    Ci sono anche errori più terra-terra, come personaggi che si trasformano assieme al gruppo anche se sono in un luogo diverso, o che vengono uccisi, poi definiti "in attesa di risveglio", poi morti, personaggi capaci di ridare la vita in una serie e in un'altra no o il cui carattere cambia improvvisamente.
    Ci sono cose imputabili a fan incontentabili, e altre che si possono oggettivamente riconoscere. Il fatto che Winx non debba piacere a chi ha più di 10 anni non lo autorizza ad essere incoerente e superficiale. Bambino non vuol dire stupido.

    Parcheggiare i bambini davanti alla tv è una cosa che nessuno dovrebbe fare, ma non è questo quello che intendevo. Se (caso assurdo, faccio un esempio) in WInx ci fosse qualcosa di diseducativo, credi che i genitori se ne accorgerebbero? Non sto parlando di genitori che parcheggiano per ore i figli davanti alla tv, ma quanti genitori guardano effettivamente tutto quello che guardano i figli?

    Non voglio dare giudizi apocalittici, però ho l'impressione che nella quarta serie siano state fatte molte scelte per puro merchandising, e che spesso non si abbia avuto nemmeno la decenza di "mascherarle" all'interno della trama. Spero che sia solo una mia impressione.
    La riduzione degli anni di scuola, tra cinque a tre, è la conseguenza dei meriti ottenuti sul campo dalle Winx nel corso del primo film, in cui riescono a riportare in vita il regno di Domino. Se qui c'è stata una carenza di informazioni in apertura della quarta serie è stato semplicemente a causa di una svista produttiva, non per un cambio delle carte in tavola. Gli altri appunti che riporti non sono errori ma un semplice meccanismo favolistico in cui le cose portano ad altre rivelazioni, taciute fino a quel momento (da Faragonda o dal mago di turno).
    Sulla questione dell'ultima fata sulla Terra non c'è contraddizione: Morgana è una fata in esilio che ha rinunciato ai suoi poteri e le altre fate terrestri sono state rinchiuse in una dimensione diversa da quella terrestre. Roxy è una fata "latente" e solo dopo l'incontro con le Winx scopre i suoi poteri.

    Sull'equazione bambino=stupido non mi sono mai permesso di dire una cosa del genere; quello che sostengo è che le cose si costruiscono per arrivare ad un certo tipo di pubblico (il famigerato target). Winx è una serie lineare, ha una sua continuità in cui i personaggi crescono (a differenza delle Witch che, per scelta editoriale erano state fermate in un'età adolescenziale bloccata nel tempo) ma allo stesso tempo non ha un intreccio troppo complesso.

    Sulla questione del ruolo dei genitori vorrei soltanto che i genitori o chi per loro agissero di più e si lamentassero di meno. Un genitore chiaramente non può trascorrere i pomeriggi davanti alla tv con i figli ma ha il dovere di informarsi su quello che è l'offerta televisiva. Le Winx sono il male assoluto? Sottrai tua figlia alle Winx e il discorso è chiuso.
    L'immagine di queste famiglie inermi di fronte alla perfidia dei cartoni animati è poco credibile: se questo accade è solo perchè qualcuno lascia i bambini a vegetare di fronte ai teleschermi e la colpa in questo caso non è certo dei cartoni animati.

    Ultima cosa, il merchandising. L'influenza commerciale c'era nella quarta serie così come nelle altre tre serie che l'hanno preceduta. Una produzione del genere non parte senza i contratti dei vari licenziatari; questo vale per le Winx come per qualsiasi altra serie popolare e di successo (o che ambisce ad esserlo).
    In conclusione continuo a non capire dove sia il problema o lo scandalo.
    Cambiare canale è ancora possibile; le Winx nel loro infinito potere cosmico ancora non riescono a bloccare i telecomandi a distanza (ma questa potrebbe essere una buona idea da usare nella quinta stagione). :)
  • Francesco ha scritto:Delle Winx si è già detto: se hai più di dieci anni è dura farsele piacere.
    e perchè questo target specifico? ci sono stati tantissimi prodotti che vanno bene per i bambini da 5 a 99 anni (celebre slogan di un prodotto che adesso mi sfugge)...

    quanti film/fumetti/cartoni animati abbiamo visto da piccoli, ma rivedendoli da grande ci hanno dato una nuova chiave di lettura?


    Per il resto, ognuno è libero di ritenere il proprio lavoro come meglio creda, però molte tue storie le ho davvero amate e non lo dico di facciata, ma lo penso davvero. E di Artibani, l'autore del visconte dimezzato, della saga di Amelia & family nelle winx non vedo assolutamente nulla!
  • Andrea87 ha scritto:
    Francesco ha scritto:Delle Winx si è già detto: se hai più di dieci anni è dura farsele piacere.
    e perchè questo target specifico? ci sono stati tantissimi prodotti che vanno bene per i bambini da 5 a 99 anni (celebre slogan di un prodotto che adesso mi sfugge)...

    quanti film/fumetti/cartoni animati abbiamo visto da piccoli, ma rivedendoli da grande ci hanno dato una nuova chiave di lettura?


    Per il resto, ognuno è libero di ritenere il proprio lavoro come meglio creda, però molte tue storie le ho davvero amate e non lo dico di facciata, ma lo penso davvero. E di Artibani, l'autore del visconte dimezzato, della saga di Amelia & family nelle winx non vedo assolutamente nulla!
    Questo target specifico è quello che richiedono le televisioni. Winx e mille altre serie come questa nascono per un pubblico specifico. Chi vende giocattoli, chi produce calzettoni colorati secondo te pensa al trentenne-quarantenne?
    L'animazione non è tutta uguale e oggi più di ieri nasce per essere il veicolo di merchandising e altro; il cartone animato è un veicolo commerciale e i produttori (ma anche gli autori) lavorano perchè il proprio lavoro renda, economicamente parlando.
    Per finire, se di me non vedi nulla nelle Winx è giusto così: quelle storie disneyane che tu citi sono state scritte per altri personaggi con altre caratteristiche e per un altro pubblico. I bambini e le bambine che seguono le Winx non apprezzerebbero il sarcasmo alla Pikappa applicato alle sei fate: quello che si aspettano sono sei personaggi carini, un po' vacui e mossi da buoni sentimenti e ragionamenti lineari. Non serve il dramma interiore, non è una storia di supereroi adulti ma di ragazzine con poteri magici. Chi scrive deve lavorare per il personaggio, non per sè stesso e nelle Winx è quello che faccio.
    Quando non scrivo le Winx e scrivo Lupo Alberto o Monster Allergy lì ritrovi altri personaggi e lo stesso accade nelle nuove serie di animazione di prossima uscita come Pop Pixie o Spike Team.
    La scrittura funziona così ed è quello che fanno tutti quelli che fanno questo lavoro; c'è chi decide di specializzarsi in un genere scrivendo la stessa storia o lo stesso personaggio per tutta la vita e chi - e sono la maggior parte degli autori - preferisce portare il proprio lavoro da un personaggio all'altro, da un genere all'altro.
    Winx evidentemente non è il tuo cartone (e mi pare più che normale); al momento è uno dei miei lavori, non l'unico, e sono assolutamente contento di farlo.
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