[Leverage] In Treatment (HBO)
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[flv]http://www.cult-tv.it/warehouse/videos/in_treatment.flv[/flv]
E' iniziata questa settimana su Cult una serie molto particolare. In treatment mostra le sedute psicanalitiche di cinque "casi umani", uno dei quali è Paul, lo psicanalista stesso, interpretato da Gabriel Byrne, vero istrione di tutta la serie.
In Treatment è tratto da una serie israeliana, BeTipul, di cui riprende fedelmente gli episodi.
Fra gli altri attori troviamo il due volte premio Oscar Dianne Wiest, che molti ricorderanno per il suo ruolo nel film Edward Mani di Forbice (la venditrice Avon che entra nel castello di Edward). Pochi giorni fa Dianne Wiest ha vinto l'Emmy per la sua interpretazione in questa serie.
E c'è un altro collegamento fra questa serie e Tim Burton, stavolta più recente: l'attrice che interpreta Sophie è Mia Wasikowska, prossima Alice in Alice in Wonderland.
Un altro attore che mi preme far notare è Josh Charles, l'interprete di Knox Overstreet in L'attimo fuggente.
Ogni episodio è dedicato ad uno dei cinque pazienti, ciclicamente, dura meno di mezzora e segue il tempo del racconto, senza balzi temporali. Seguiamo tutta la seduta, dall'inizio alla fine, chiusi nello studio di Paul senza mai cambiare set. O meglio, una volta a settimana il set cambia perché lo studio diventa quello di Gina, la psicanalista vecchia mentore di Paul a cui questo si rivolge per essere a sua volta psicanalizzato.
Questa serie diventa rapidamente una droga, lo scambio di dialoghi fra i pazienti e Paul è ipnotico, così come i loro gesti, inevitabilmente limitati dalla monotonia dello studio: chi si versa dell'acqua, chi tocca i soprammobili, chi si stravacca sul divano, ecc... e quando si comincia ad adorare Paul per il modo in cui manipola i suoi pazienti, scopriamo che anche lui è debole, ha problemi, e che forse non è all'altezza di giudicare/aiutare gli altri.
Per ora ho visto solo il primo episodio, ovvero la prima settimana, ovvero i primi cinque incontri dei cinque casi (in America andavano in onda quotidianamente, Cult invece li raggruppa per "settimane"), perciò non so come si evolverà la storia. C'è anche un mezzo mistero, riguardante il passato di Paul e Gina, ma confido che verrà progressivamente svelato senza troppi sensazionalismi.
La "pecca" che ho colto, per ora, è che la serie sfrutta i luoghi comuni sugli psicanalisti. Già nei primi cinque episodi abbiamo un transfert erotico, e pazienti che si credono superiori al loro dottore, che si alzano e fanno per andarsene, che dicono "forse non ci dovevo venire", ecc...
Poi boh... io non sono mai andato da uno psicanalista, ma magari questo è il comportamento di TUTTI quelli che vanno in analisi, quindi è inevitabile parlarne.
Altra nota: in italiano Paul ha la voce di Rodolfo Bianchi, il doppiatore di John Locke di Lost. Questo, almeno per me, purtroppo influirà molto sul significato delle sue parole... Inoltre Jake, uno dei pazienti, ha la voce di Fabio Boccanera, alias Sawyer. Se Paul e Locke sono tipi di personaggi molto diversi quindi ci ho messo un po' a riconoscere la voce, Jake e Sawyer sono incazzosi allo stesso modo, e se chiudevo gli occhi mi ritrovavo nella giungla, mancava solo che Jake chiamasse Paul "Mastrolindo" o "Colonnello Kurtz"
Comunque, credo di aver trovato la mia serie ideale (dopo Lost), quindi nel mio piccolo, se vi capita, ve la consiglio caldamente. E se il mio piccolo è troppo piccolo per voi, ve la consiglia anche Tito Faraci nel suo piccolo, che è molto più grande del mio“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
Mh.
Cioè, in tutto l'episodio si vede solo lo studio in cui viene effettuata la psicanalisi?
E' "ad ambientazione fissa" come avviene in The Big Kahuna?
Non ci sono neanche flash dei protagonisti, magari visti mentre fanno le scene che descrivono a parole nella psicanalisi?
Se così è, devono esserci dei signori sceneggiatori. Parrebbe interessante.
Cioè, in tutto l'episodio si vede solo lo studio in cui viene effettuata la psicanalisi?
E' "ad ambientazione fissa" come avviene in The Big Kahuna?
Non ci sono neanche flash dei protagonisti, magari visti mentre fanno le scene che descrivono a parole nella psicanalisi?
Se così è, devono esserci dei signori sceneggiatori. Parrebbe interessante.
non so i prossimi episodi, ma credo proprio di no. Dalla lista del cast si scorge solo il padre di uno dei pazienti e soprattutto la famiglia di Paul (ma quella si intravede prima delle sedute, non in dei "flash"... anzi, abbiamo già visto il figlio e sentito la voce della moglie fuori campo).DeborohWalker ha scritto:Non ci sono neanche flash dei protagonisti, magari visti mentre fanno le scene che descrivono a parole nella psicanalisi?
Non conosco il curriculum degli sceneggiatori, ma per ora mi sembrano dei gran Signori Comunque se è la noia o la monotonia che temi, puoi decisamente stare tranquillo. Se è una serie che si è fatta notare lo è soprattutto per questo. Insomma, è quella che si chiama "impostazione teatrale". Se non annoia a teatro non annoia nemmeno in tivì.
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”
No, no, figuriamoci se proprio a me spaventa un'impostazione teatrale!
Stavo pensando proprio a quello, già un film come The Big Kahuna era un esperimento bizzarro, che sicuramente sarà risultato piuttosto "pesante" per molti spettatori, nonostante la validità del copione e la bravura degli attori, ora addirittura un serial... Bè, che coraggio!
Se mi capita sotto mano ci darò un'occhiata.
Stavo pensando proprio a quello, già un film come The Big Kahuna era un esperimento bizzarro, che sicuramente sarà risultato piuttosto "pesante" per molti spettatori, nonostante la validità del copione e la bravura degli attori, ora addirittura un serial... Bè, che coraggio!
Se mi capita sotto mano ci darò un'occhiata.
E' iniziata la scorsa settimana in America la seconda stagione di In Treatment, con quattro nuovi pazienti (mentre l'ultimo appuntamento è sempre con la collegamicanemica Gina).
“DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”