Spoiler a pioggia, ovvio. Non leggete se non avete visto il finale di serie!
Mi sono preso un po’ di tempo per commentare il finale di serie, pur avendolo visto subito martedì sera scorso. Il motivo è che non si tratta assolutamente di un finale banale, anzi, e le opinioni divergenti di cui si è riempito il web durante la scorsa settimana sono lì a dimostrarlo. Certo, perlopiù sono giudizi negativi quando non proprio incazzati, ma il perché è molto chiaro: non è stata offerta ai fan la soluzione più ovvia.
Anzi, dopo 9 stagioni che puntavano tutte ad un finale di un certo tipo, gli autori hanno stravolto l’assunto di base, mostrando che bastava guardare tutta la situazione da un altro punto di vista per capire che, be’… in realtà, a dispetto delle attese e di quanto era sempre stato fatto intendere, la serie non poteva che finire così. La storia di Ted non poteva che finire così.
E i figli di Ted l’hanno capito benissimo, infatti.
Certo, ci siamo “goduti” poco la madre, e considerato che era il motore di tutta la serie può sembrare strano… ma forse non lo è. Se ci mettiamo nell’ottica che il pubblico di riferimento di Ted sono i propri figli, è naturale che non si sia dilungato poi molto nei dettagli della sua vita con la madre, su cui i ragazzi sapranno già tutto. E’ quindi logico che il gusto della serie, il senso del racconto ai figli, sia tutto il percorso che ha portato Ted, in 9 anni della sua giovinezza, a incontrare sua madre. Perché quella parte di storie i figli non la conoscevano: non sapevano la determinazione di Ted nel trovare “the one”, “quella giusta”, non erano a conoscenza delle tante relazioni naufragate in cui il padre credeva tantissimo, non sapevano delle ferite, delle gioie, delle avventure, che magari spesso non c’entravano molto con la ricerca della propria anima gemella, ma… un comun denominatore c’era sempre, e posteriori appare chiarissimo.
Io ho sempre pensato, durante la mia visione d’insieme delle prime 8 stagioni, che il punto di arrivo di HIMYM fosse un mero pretesto per avere un filo rosso “particolare” con cui legare insieme una sit-com che in realtà aveva interesse semplicemente a raccontare la vita di un gruppetto di 5 amici, facendolo però con finezze narrative, flashback e flashforward, intuizioni geniali e una visione d’insieme piuttosto inedita.
La nona stagione, così particolare nel suo essere tutta ambientata nel weekend del matrimonio di Barney e Robin, dava un senso in più al progetto: la serie parte dall’arrivo in città di Robin, Robin con cui Ted ci prova subito, ci riproverà in seguito, si metterà insieme e si mollerà e, bene o male, resterà comunque un chiodo fisso sempre presente nel suo cuore. Il fatto che al matrimonio di lei lui conosca quella che invece sarebbe diventata sua moglie necessitava di raccontare tutto il background che stava dietro al rapporto tra Ted e Robin.
La svolta, invece, sta proprio qui, e dopo una settimana di riflessione posso sbilanciarmi e dire che la soluzione finale ha del geniale, e l’ho apprezzata. Tranne per un piccolo particolare, che ora esporrò e che comunque può essere inquadrato in una certa maniera, forse voluta dagli autori.
E’ geniale perché un conto è ribaltare il senso di un film di 2 ore negli ultimi 10 minuti, quando si svela che tutto quel che si è visto era da interpretare in maniera opposta rispetto a quanto gli sceneggiatori e il regista volevano far credere; un altro conto è fare questa cosa… dopo 9 stagioni da 24 episodi l’una! A maggior ragione se si tratta di una sit-com!
Scoprire per bozza dei figli che il motivo per cui Ted ha raccontato 9 anni della sua vita non era semplicemente rievocare quei momenti a fronte della morte della madre (e già questo sarebbe stato, da solo, un colpo di scena piuttosto forte e sentito), ma giustificare il motivo per cui Ted sentiva la necessità di riprovarci con Robin, mette sotto una nuova luce tutta quanta la serie, ma non in maniera negativa. In maniera affascinante e curiosa che, al contrario di quanto detto da alcuni nel web, invita proprio a rifarsi la maratona per vedere il tutto con nuova consapevolezza.
La cosa che mi lascia ancora un po’ così è questa ambivalenza: ok, Robin era stata importantissima per Ted, e viceversa, ma “alla fine è arrivata mamma”, Tracy era “the one”, avrebbe potuto esserlo anche Robin ma… non più, non ora, non dopo il matrimonio con Tracy!
Ma come dicevo è una cosa che si può accettare benissimo, e Deboroh l’ha espresso benissimo: pur con tutte le sue “irrealisticità” da serie tv, HIMYM riesce a descrivere le relazioni interpersonali in modo molto credibile e vicino alla realtà. Realtà dove difficilmente si riesce ad essere coerenti, ad avere un finale scontato nelle proprie attività o dei percorsi logici nelle situazioni sentimentali. Perché, dopo 6 anni dalla morte di Tracy, Ted non potrebbe riprovarci con Robin? Lui ne è sempre stato innamorato, tanto quanto di Tracy. Perché non provare ad essere felici insieme, considerando il lungo periodo di solitudine che anche la ragazza sta attraversando?
Io credo che tutti si siano affezionati a Ted, tutti lo vedano quasi come un amico, io mi ci sono immedesimato molte volte: ecco, Ted è un ragazzo che ha avuto molte sfortune nella vita, perlomeno in campo sentimentale. E’ vero, per dirlo ci basiamo su una serie che è raccontata dal suo punto di vista, che quindi può essere falsato e non oggettivo, ma in realtà non ha mai mancato di evidenziare i successi lavorativi e i momenti in cui le cose andavano anche bene, nella sua vita. Se crediamo alla disastrosa quanto sentita vita sentimentale che ha avuto, sapendo che quando ha trovato la donna giusta questa è deceduta precocemente, aggiungendo quindi un altro tassello di dolore dopo un po’ di felicità, non è forse bello pensare che possa ottenere ancora un po’ di serenità, che possa fare del bene a se stesso e ad un’altra “anima smarrita”? Non se lo merita, forse? Io penso che se lo meriti. E anche se non sappiamo cosa succederà dopo l’ultima scena, voglio credere che ormai i due siano maturati al punto da non rovinare più le cose.
Per quanto riguarda gli altri protagonisti… be’, Marshall e Lily proseguono coerentemente il loro percorso da coppia normale, ed è giusto così. Su Barney posso essere in parte d’accordo su chi ritiene che il suo percorso sia stato reso un po’ male nel corso di quest’ultima stagione, e il finale in cui torna forzatamente quello di un tempo per poi “ravvedersi” definitivamente con l’arrivo di una figlia mi pare pasticciato per il personaggio maggiormente di spicco della serie. Cioè, il fatto che nessuna donna sia riuscito a “sbarneyzzarlo”, ma ci riesca solo una bambina è poetico e sensato, ma la cosa viene raccontata un po’ frettolosamente e mi spiace.
Per il resto, in generale ho apprezzato la nona stagione. L’aumento esponenziale di flashforward accentua quella sensazione malinconica che, di base, è un po’ nel dna di HIMYM: anche alla luce della rivelazione sul fine ultimo di questo racconto padre-figli, non si può negare che un uomo che ricordi gli anni della giovinezza e che ripercorra in modo ordinato quel determinato periodo della propria vita, con i suoi cambiamenti, evoluzioni, involuzioni, persone che si perdono etc., proverà delle emozioni particolari, che spingono a riflettere e a immalinconirsi, dinnanzi a quello che in fondo è il tema del passare del tempo.
Un tema non certo inedito, ma gestito parecchio bene e che penso sarà una delle cose che più porterò dentro di questa serie, che rimane una delle mie preferite in assoluto, da top five proprio, anche alla luce del suo finale. I personaggi, le gag, i tormentoni, la narrazione non lineare e originale… certo, ricorderò tutto questo, ma porterò nel cuore soprattutto le emozioni che la serie nel complesso mi ha saputo offrire, l’immedesimazione, e la riflessione sul tempo che passa e sugli errori che si ripetono, sempre gli stessi, senza mai imparare da se stessi. Nelle relazioni come in altri aspetti della vita. Errori che, a volte, è pure giusto compiere, perlomeno in certi momenti.
Grazie