ELLERY QUEEN (serie televisiva)
Ellery Queen è un personaggio letterario nato dalla penna dei cugini Frederic Dannay e Manfred B. Lee. I due scrittori pubblicarono le loro opere sotto lo pseudonimo di Ellery Queen, lo stesso nome del loro personaggio, fin dal loro esordio avvenuto nel 1929 con La poltrona n. 30, primo di una lunga serie di romanzi e racconti con protagonista lo scrittore/investigatore Ellery, tra i quali ricordo alcuni titoli (quelli che ho letto io) come L’affare Khalkis, Il mistero delle croci egizie, Il delitto alla rovescia, I denti del drago, Il paese del maleficio, Il gatto dalle molte code, L’origine del male, Il re è morto, Le lettere scarlatte, Il villaggio di vetro, più molti altri, senza contare i molti romanzi “apocrifi”e le raccolte di racconti.
Tra i vari adattamenti radiofonici e televisivi dei romanzi di Ellery Queen, nel 1975 venne creata la serie televisiva che porta il suo nome ad opera degli stessi autori di
Colombo e della successiva
Signora in giallo.
La serie è composta da una sola stagione di 22 episodi, e a discapito del buon successo di pubblico, venne interrotta nel 1976, e a causa della morte dell’interprete principale, Jim Hutton (padre di Timothy Hutton) avvenuta per malattia nel’79, vennero accantonati i progetti per proseguire con la produzione di una nuova stagione. Qualche tempo dopo nacque però quello che può essere considerato per certi versi il corrispettivo femminile di Ellery Queen, ovvero la Signora in giallo.
Gli altri interpreti principali oltre a Hutton sono David Wayne (Richard Queen, il padre di Ellery ispettore capo della squadra omicidi della polizia di New York), Tom Reese (sergente Thomas Velie) e John Hillerman (Simon Brimmer, il borioso attore radiofonico e investigatore dilettante spesso rivale di Ellery).
La serie televisiva di Ellery Queen si presenta come un prodotto professionale e ben confezionato, i cui punti di forza sono riscontrabili nelle sceneggiature assai curate con intrecci gialli di altissima fattura e buone ambientazioni. Il risultato è una serie TV con ottime interpretazioni degli attori e con una messa in scena credibile e seria, e in questo si avvicina se vogliamo più a Colombo, che alla Signora in giallo, dove spesso le caratterizzazioni dei comprimari appaiono stereotipate, con caratteri poco approfonditi e con sceneggiature non sempre impeccabili.
Passo ora a commentare l’episodio pilota della serie, risparmiandovi delle analisi più approfondite di ogni episodio, visto che già qui si possono trovare quelli che saranno i punti cardine della serie, magari se troverò il tempo potrò aggiungere anche i commenti ai vari episodi più avanti:
EPISODIO PILOTA : Delitto nei quartieri alti
Sono le 22:25 a New York quando una donna morente rantola sul pavimento del suo appartamento con in sottofondo le notizie del telegiornale trasmesso da una televisione accesa, finché giunge strisciando sino alle prese dell’apparecchio televisivo e di un orologio posto su di esso. Con un ultimo gesto spasmodico la donna riesce a togliere la corrente. La vittima dell’omicidio è Monica Gray, una delle disegnatrici di moda più in voga del dopoguerra e il delitto pare senza movente, con l’assoluta mancanza di indizi, a parte le due prese sfilate. Perché avrà compiuto quel gesto? Avrà voluto indicare l’ora precisa della sua morte? O nelle intenzioni della stilista c’era qualche altro motivo, più nascosto delle semplici e razionali spiegazioni degli agenti di polizia? A queste e altre domande troverà risposta Ellery Queen, con il suo metodo di indagine classico, deduttivo, estremamente metodico. Per primo viene accusato del crimine l’amante della vittima, un ricco e stimato finanziere capo di una associazione che ha sede nello stesso grattacielo in cui si è svolto l’omicidio. Ma le cose, neanche a dirlo, sono più complicate di così. Alcuni momenti della puntata si svolgono in tribunale, come nelle classiche situazioni giudiziarie che vedono protagonista Perry Mason, in un'altra trasmissione televisiva di successo.
L’episodio pilota è diviso in due puntate da circa 45 minuti ciascuna e pone delle solide basi per quella che sarà la prima e unica stagione di questo telefilm, composta da 22 puntate. Troviamo la presentazione dei personaggi principali, Ellery Queen, sbadato scrittore e investigatore dilettante con la testa perennemente tra le nuvole, il suo burbero padre Richard, ispettore di polizia, il manesco e coriaceo sergente Velie e l’attore radiofonico Simon Brimmer.
Già in questo primo episodio si presentano gli elementi chiave della serie, tra cui il più famoso e caratteristico: verso la fine della puntata Ellery guarda in camera rivolgendosi allo spettatore coinvolgendolo attivamente nella risoluzione del caso, così come in molti dei suoi romanzi si poteva ritrovare la “sfida al lettore” in cui l’investigatore, ora che tutti (o quasi) gli elementi dell’indagine sono stati messi in luce, sprona chi legge a identificare il colpevole. Alla fine, l’assassino viene svelato nelle puntate così come nei libri nel modo più classico, cioè con Ellery che ripercorre tutte le fasi del delitto, talvolta con ricostruzioni meticolose della scena del crimine, dinanzi a tutti i protagonisti e gli indiziati riuniti assieme per un briefing finale in cui annuncia finalmente il colpevole.
In conclusione, anche se l’ho finita di vedere relativamente da poco tempo, questa è una delle mie serie TV preferite (penso che questo sia dovuto oltre che alla sua qualità, anche al fascino che su di me hanno provocato le letture di questi classici del giallo), e penso che chiunque sia appassionato di gialli e polizieschi potrà almeno trovarla interessante.