Once è infatti un enorme, gigantesco, sontuoso ibrido fra due cose che amo: Lost e Disney. E' la risposta trollona a chiunque nel corso degli anni abbia preso parte qui da noi alla diatriba su tale binomio.
Ma limitarsi a dire che è un ibrido sarebbe riduttivo. Bisogna descriverlo l'ibrido per far capire perché lo è.
Prendiamo Disney. Il telefilm è della ABC, il canale per i telefilm non adolescenziali della Disney, e questo significa che non è Disney in maniera indiretta, lo è totalmente, senza sotto-società in mezzo, senza intermediari. E' il telefilm di punta della Disney, e come tale ha diretto accesso a tutto il patrimonio e l'immaginario Disneyano. E quello che fa Once è proprio questo, prendere tutto questo gigantesco patrimonio, provare a incastrarlo in modo intrigante, dandogli riletture più complesse e metterlo finalmente in scena, con giochi di parallelismi molto interessanti. Senza dimenticarsi di omaggiare Walt in modo anche molto raffinato, dando una certa centralità ai suoi due primi film ([spoiler]Biancaneve e Pinocchio sono un po' l'inizio di tutto anche qui[/spoiler]), conservando abiti, caratteristiche, nomi e persino in un paio di casi la colonna sonora. E nel far questo vince, perché già di per sé distacca la serie dal proceduralismo, dalle atmosfere ordinarie che si trovano in buona parte del resto della serialità, e ci pone innanzi qualcosa di veramente insolito nel suo medium. Qualcosa che ha appeal e che abbiamo visto poche volte in tv.
E poi prendiamo Lost. Sembrerebbe facile creare l'erede su misura, sembrerebbe la solita ruffianata, ma così non è. Perché non è che ci ripropone roba già vista, sfruttando furbescamente il successo di Lost. Quello che viene raccolto da Lost è un diverso tipo di eredità, ed è quella che ha senso raccogliere per andare avanti. Si cerca di trarre da Lost ciò che effettivamente lo faceva funzionare e cioè un certo tipo stile di scrittura, un certo modo di tenere lo spettatore incollato episodio dopo episodio, un certo modo di piazzare i cliffanger, di mettere enfasi in alcuni concetti, di dare carisma a determinati personaggi (ma Tremotino quanto è bravo?), di chiudere le stagioni in modo che lo spettatore si senta soddisfatto di quanto visto e ansioso di passare alla successiva, giocata su un livello ancora più profondo. E poi la questione centricità/flashback. I maligni potrebbero vedere in questo elemento la riprova più evidente della scoppiazzatura, quando in realtà è la riprova più evidente dell'intelligenza degli autori che hanno capito che quella era una soluzione giusta per cucinare uno show davvero interessante. Questo perché il concentrarsi di volta in volta su un personaggio diverso, pur portando avanti la trama, è sempre intrigante, e aumenta il feeling dello spettatore con il personaggio in questione. Con il flashback si risolve inoltre la scomoda questione del caso della settimana. Ogni telefilm deve infatti districarsi tra la trama orizzontale, dedicata ai fedelissimi, e quella verticale, necessaria per i casualoni. E' sempre una spina nel fianco riuscire a conciliarle, ed è il motivo per cui il proceduralismo è tanto diffuso. Se in Buffy e in Fringe avevamo il concetto di mithalone, cioè casi autoconclusivi che venivano usati per portare avanti anche la trama orizzontale, qui andiamo oltre e vediamo come il caso autoconclusivo possa coincidere con il flashback, sorta di "indagine" dello spettatore sul passato del protagonista, che occupa solo metà dello screen time dell'episodio, e che riesce a spiegarci in qualche modo le sue azioni presenti. Così nessuno si annoia, nessuno ha la sensazione che parte dell'episodio sia ininfluente, o meno degna di memoria, e anzi spesso e volentieri è quella la parte più interessante, visto che il passato nel mondo fiabesco è pura mitologia della serie. Insomma, direi che è uno stratagemma davvero vincente, che risolve un problema e potrebbe seriamente trasformarsi in una formula anche per il futuro, senza che nessuno si scandalizzi troppo.
Come è stato possibile ottenere questo ibrido vincente? Bé, pare che gli autori siano Kitzis e Horowitz, due dei migliori sceneggiatori di Lost e Tron Legacy, che pare si siano messi in proprio e abbiamo portato in Disney un'idea che avevano sin da prima di iniziare a lavorare a Lost. Il duo non risparmia citazioni a Lost, anche molto spinte, va detto, come la presenza insistente dell'Oceanic, L'Ajira, le barrette Apollo, il whisky McCutcheon, i numeri, la presenza di alcune vecchie glorie come Hurley nel ruolo del gigante del fagiolo, Claire in quello di Belle, Widmore in quello di Re George e via dicendo. Però ciò che veramente fa è trovare una strada propria che razzia da Lost ciò che veramente andava preso.
Poi sì, qualche difetto c'è. In primis il green screen di castelli e ville delle ambientazioni fiabesche. sapevamo già da Lost che la Disney non è generosa col budget per la CGI delle sue serie televisive, ma qui ci sono veramente dei fondali imbarazzanti, che rovinano un po' l'atmosfera. Ma per fortuna gli attori reggono la scena da dio, e i loro dialoghi sono scritti davvero bene, per cui basta concentrarsi su di loro. O sulle foreste quando ci sono, che sono veramente una gioia per gli occhi. E poi va detto che manca un po' di quell'imprevedibile trollosità nera che portava i personaggi che in Lost venivano "risolti" a morire in modo beffardo. Non che sia per forza un male, ma verso la fine della seconda stagione, si iniziano ad avere un po' troppi personaggi sulla scena, molti dei quali sembrerebbero aver concluso il loro arco da tempo. Ma sono sottigliezze, e un minimo di zuccherosità in una serie che si basa sulla fiaba di Biancaneve è assolutamente legittima.
Ma veniamo alle due stagioni prodotte fino ad ora. La prima è veramente buona, perché si basa su un meccanismo assai intrigante. C'è di male che essendo 22 episodi ci sono alcune parti in cui il brodo viene un po' allungato, ma di fronte invece ad alcuni concetti che tornano alla perfezione, direi che non c'è proprio da lamentarsi. Anche considerato che la sua conclusione è soddisfacente, lancia un aggancio al futuro risolvendo il passato. Poi abbiamo la seconda che ha sollevato alcune critiche. Personalmente l'ho trovata persino migliore della prima per molte ragioni, ma è vero che negli ultimissimi episodi ho avvertito un leggero calo di ritmo. Ma la ripresa sul finale rilancia la posta in gioco in modo assolutamente ottimo, per cui ci si proietta alla terza (e persino al suo spin-off!) con molta voglia.
E infine, attenzione che adesso si entra in area SPOILER, perché come per Lost e Fringe, penso che anche questa serie richieda di fare il punto della situazione con un bel:
Diario Misteri
Wonderland. Cosa avvenne di preciso dalla caduta di Cora in quel mondo al rapimento del marito Henry in qualità di Regina di Cuori?
Sleeping Beauty. Com'è andata davvero la fiaba di Aurora? In che modo vanno ricomposti i pezzi della storyline di Malefica in cui l'abbiamo vista prima in forma di drago e poi umana? In che modo Filippo è stato salvato?
Neverland. Cosa accadde a Baelfire nel tempo intercorso dal suo arrivo tra i Bimbi Sperduti al suo ritorno sulla Terra? Quali sono i piani dell'ombra di Peter Pan per Henry e come si collega questo a Tamara & Greg e alla loro missione per conto dei Sognatori? In che modo si avvererà la profezia sulla fine di Tremotino?