[Bad Robot] Revolution (NBC)

L'America non vive di soli hamburger ma anche di una grassissima infornata annuale di serie tv di tutti i generi, dal tentacolare procedural a piccole grandi epiche.
  • Vito ha scritto:Ah lol poi c'è Person of Interest che ho saltato dall'elenco, ma direi che per il momento se ne sta buonino buonino a casa sua, ché l'ultima cosa che voglio adesso è una roba di CIA, FBI e proceduralismi assortiti. :P
    max brody ha scritto:PoI non l'ho visto, ma Tyrrel dice che ha una trama orizzontale, e direi che ci si può fidare. Oltre a questo, è vero, tutto si riduce alla Sacra Triade. Ma quanto ci ha dato quella Triade.
    Tyrrel dice anche che non solo ha una trama orizzontale, ma che pure quelle verticali sono davvero di alto livello. Che si parte che il tutto pare un simil-procedurale, e si finisce per avere molto altro. Dovendolo confrontare PoI con la Sacra Triade, vi dico che è qualcosa di completamente diverso. Però chi ha apprezzato Alais dovrebbe poter gradire diverse trame principali, fatte di spy story e doppi/tripli giochi, tra l'altro ben gestiti.
    C'è da dire che quando guardo un episodio difficilmente lo faccio pensando che si tratti di una produzione Bad Robot; questo perché rispetto alla Triade e ad altre produzioni "minori", PoI ha uno stile completamente diverso, che lo pone come un unicum, al momento, nella produzione badrobottiana. Ha infatti uno stile molto più realistico, sia in quanto ad ambientazione che a trame, e anche lo spunto dal quale parte è un fatto reale; ma non si tratta solo di questo, anche sceneggiatura, fotografia e regia hanno uno stile completamente diverso, ma molto esaltante. Non per niente, dietro c'è Nolan jr.

    Comunque facciamo così: considerato che è da un sacco che vorrei aprire la discussione, appena ho un po' più di tempo (il che non è detto che sia nell'immediato) la apro e ne parliamo più approfonditamente lì.
  • E una ventina di giorni fa, nel disinteresse generale, è ricominciato Revolution. Ma qualcosa è cambiato: il babbo ha disdetto l'abbonamento a Merdaset, così per vedere le nuove puntate ho dovuto infiltrarmi nella resistenza ribelle. Con questo approccio metanarrativo mi sono nuovamente immerso nel contesto verdeggiante imbastito da Eric e GeGio e, beh, devo dire di averlo goduto. Certo, dopo il Guatemù di Agents of SHIELD nella mia testa si è attivato l'Allarme Facilonate, e quando il carretto di Miles e soci è apparso e scomparso tra una fuga e l'altra tale Allarme ha suonato forte. Ha però taciuto quando o' figl' e' Esposito ha nuovamente disertato, e pure quando alla fine Danny è stato mitragliato come era ovvio che sarebbe stato mitragliato, segno che alla fine è un Allarme più tollerante di quanto possa sembrare. Perché in fondo sul piano visivo Revolution non è mica male, e pure se è una soap opera priva di particolari guizzi almeno è fatta benino.
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    Ottimo lavoro.
  • Mmm, il titolo non l'ho mica capito. Poi fa una comparsata il libro "The stand" di King, che guarda caso è il titolo dell'1x11, e allora mi chiedo se... D'altronde è la serie dei ribaltoni, questa, in cui gli autori fanno la Ziche e giocano con i cliché usandoli in modo massiccio. Così prima sembra che la Mitchell debba essere rapita di nuovo, e invece no, poi sembra che la moglie del nuovo arrivato debba morire, e invece no, però lo lascia com'era ovvio, Randall dice cose di una stereotipicità assoluta, e con lui Monroe, epperò i nuovi Stati sembrano interessanti e offrono lo spazio per robe come il Governatore Affleck :P. Inoltre ogni episodio si ritaglia uno spazietto per una piccola aggiunta alla trama orizzontale e ciò non può che essere un bene: in questo episodio scopriamo che i ciondoli che attivano la corrente sono [spoiler]chiavette usb[/spoiler], un altro ribaltone sarcastico ma anche serio, capace di riportare eventuali derive fantastiche dentro un ben più sano razionalismo. Alla faccia del titolo.
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  • Ma la Serena Paccagnella che cura i dialoghi italiani è una parente...? L'ho notata solo adesso.
    E potrei chiudere qua: la canzone è sempre la stessa, ovvero succedono varie cose, ma alla fine tutto ritorna com'era prima: il gruppo si divide, genitori e figli si separano, l'elettricità è sempre il deus ex machina, o casus belli che dir si voglia, che tutto muove. L'elettricità, già. Ve lo ricordate (se per caso leggete questo topic) quando nelle prime stagioni di Lost girava la teoria del Fumo composto da nanomacchine? Ebbene, in Revolution il Blackout è causato da nanomacchine! :D Anzi, dato che le nanomacchine sono sparse nell'aria, si può dire che è composto da nanomacchine. Roftl, non foss'altro che per l'autoironia degli autori questa serie vale la visione.
    Next: Uottefak©.
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    Ottimo lavoro.
  • The Night the Lights Went Out in Georgia magicamente tramutato in Missione pericolosa. Vabbé, la missione c'è. Ed è in Georgia, primo Stato (all'infuori della Repubblica di Monroe) dell'America post blackout che i protagonisti vedono e mostrano agli spettatori. La differenza appare lampante: mentre la Repubblica di Monroe è una dittatura che affonda le proprie radici nella paura dei villici, la Georgia è uno Stato dell'Est di fine ottocento, più civilizzato e perbenino, nonché comandato da una donna (la Presidente Foster, presumibilmente un'altra ex fiamma di Miles). Ma la differenza psicologica è invece minima, ed ecco che anche la Foster vuole impossessarsi della bomba atomica nascosta in città da un agente di Monroe (quello della bomba è un WTF che dura da un paio di puntate e che in questo episodio raggiunge in suo apice, ma consente la realizzazione di un mini intrigo internazionale action in stile hollywoodiano) .
    L'agente è un altro ex figlioccio di Miles e anch'esso fa una brutta fine. Come fa una brutta fine l'ex collega lesbica (e con Under the dome fanno due coppie lesbo bianconere in poche settimane) di Rachel, sempre diretta alla Torre. E con gli scleri di Monroe e della Foster, entrambi decisi a dichiararsi guerra, anche la stagione rischia una fine non dico brutta, ma prevedibile. E' vero che la serie ci ha abituato ad un ribaltone a episodio, ma è anche vero che in quest'ultimo episodio il ribaltone manca, a meno di non considerare tale la rivelazione su Danny che prima di morire era tenuto in vita dai naniti. Che il blackout sia stato ottenuto per sottrazione e trasferimento di energia in corpi umani? A parte questo, la rivelazione non mi dice nulla. Per ora si sa soltanto che il telefilm procede per accumuli ed espansioni, come da buona tradizione BR, e che per il finale sembra profilarsi la consueta miccia esplosiva.
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  • Riecco Colpon De' Scenoni: sembrava che la guerra dovesse essere l'obbiettivo di fine stagione e invece è già scoppiata. Spiazzante, all'inizio, trovare i nostri nella tenda da esercito in mezzo alle cannonate, ma nel complesso l'aria da guerra civile 2-la vendetta non mi dispiace affatto. Inoltre l'episodio è ricco di elementi, dal ritorno di Mark Pellegrino alla sottotrama della moglie di Aaron (che a quanto pare arriva a conclusione) all'altra sottotrama sentimentale di Monroe che sfotte Twilight e al contempo si premura di dare ai due avversarsi Monroe e Miles un ulteriore motivo d'odio reciproco - e così fa in modo che il telefilm non chiuda anticipatamente (benché ormai il continuo rinvio dello scontro finale sia stucchevole, ma con la frustrazione di Charlie gli autori mostrano di voler giocare anche con questo clichè). Inoltre, la sottotrama di Aaron e Rachel fornisce la scusa per mostrare pure un altro Stato, la Nazione delle Pianure, la quale sicuramente occupa il Missouri, il resto vedremo. Peccato soltanto che la città natia di Miles e Monroe rimanga innominata, darle un nome e renderla "reale" sarebbe stato utile ad avere un inquadramento geografico più preciso e affascinante.
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  • Bell'episodio fluviale in cui Giancarlo Esposito (che nel nuovo status quo, creatosi nello scorso episodio, è alleato) semina zizzania nel gruppo provocando proteste e ammutinamenti. Il titolo sfotte la nota serie, ma è l'atmosfera da C'era una volta in America (la serie a fumetti) a farla da padrone, complice pure la disavventura di Rachel e Aaron nel Kansas, ora trasformato in una (parte della) Nazione delle Pianure nella quale i superstiti bivaccano in villaggi di tende e roulottes e sono inflessibili con i forestieri. Il telefilm, come sempre scritto benissimo, offre la consueta rivelazione di puntata, prospettando ad Aaron un ritorno ad un ruolo di primo piano, e in più trova pure il modo di piazzare un cliffhanger da paura.
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  • E' morto Jacob! La Georgia si arrende (o quasi)! I giovani si baciano!
    Se la intitolavano "Paranoia" o "Sconfitta" era meglio: Monroe, Neville, Miles, Rachel, Aaron fanno tutti pessime figure. E un giorno soltanto si rivela determinante nello svolgimento della guerra.
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  • Ed ecco l'Exposé di Revolution. Aka l'episodio giallo. Chi è la talpa fra i ribelli? La paranoia continua a seminare zizzania nel gruppetto composto da Miles, Charlie, Neville padre e figlio, James e la rientrante Norah, il cui rapimento da parte di Monroe è durato un solo episodio ma narrativamente tre settimane. La risposta è [spoiler]James[/spoiler] e a me scafatissimo spettatore la cosa ad un certo punto era diventata abbastanza ovvia. Ma mentre ognuno ha un movente e sembra colpevole, e Monroe invade la Nazione delle Pianure, e Rachel porta una bomba a Monroe, tutti e tre i gruppi convergono verso la Torre... mi chiedo: lo fanno per provocare il cliffhanger che ha chiuso Love boat? O quello è da considerare fine a sé stesso, dato che né in questo episodio né nel Giorno più lungo è stato ripreso? Non vedo indizi in tal senso, se non nella struttura narrativa a incastro. Non c'è dubbio, invece, sulla trollaggine del finale di questo episodio, che imita il lostiano The incident e si chiude con lo scoppio della bomba nel campo di Monroe, scoppio che però - immagino - non potrà fare grandi danni pena la chiusura anticipata di una fetta importante del telefilm.
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  • Alfonso Cuaròn è un depistaggio. L'episodio è più una via di mezzo fra Cluedo e Doom: tutti, dentro la Torre, combattono prima fra di loro e poi contro un nemico sconosciuto. Fanno eccezione soltanto i due Neville, rimasti fuori a sobillare i soldati di Monroe contro il loro capo. Dentro la Torre, Rachel (una Mitchell in canotta e sudata, particolarmente gnocca) rimane isolata con Monroe ma per l'ennesima volta non riesce ad ucciderlo. Ora, dopo il flop della bomba la cosa sta trasformandosi in un tormentone. Per fortuna la sottotrama degli abitatori segreti del Livello 12 della Torre aiuta a non pensare troppo alla patetica Rachel portando mistero e suspence. Alla fine questi signori si rivelano essere i superstiti e i discendenti dei lavoratori della Torre, rimasti isolati per più di un decennio, e dunque colleghi di Rachel ed Aaron nonché di quella Grace il cui destino era rimasto in sospeso tre episodi fa. Ora il cliffhanger di Love boat è definitivamente sciolto. Si presenta però un altro problema (e meno male che è così), dato che Grace e i suoi soci bruciano il diario e rivelano di non voler riattivare la corrente, pena la fine di tutte le cose.
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  • Ed eccoci alla fine. Nella Torre "oscura", aka Dark Tower, aka Torre Nera. J.J. ed Eric, dannati citazionisti. Finisce così la prima stagione della serie più metanarrativa e politica che abbia mai visto, Lost e Supernatural a parte - guardacaso le due serie di Abrams e Kripke. (Solo Doctor Who può vantare dei connotati simili, ma lì siamo oltre l'oceano.) Ma la metanarrativa di Revolution è invisibile, non è esplicita, per chi non sa nulla di scrittura nemmeno esiste. E' una continua strizzata d'occhi. Un'esperienza, questa, che ho trovato "nuova" ed insolita, e che mi ha divertito non poco. Come mi ha divertito la bizzarra storia che ha raccontato in questi primi venti episodi, un po' telenovela un po' fantascienza un po' politic drama, specialmente da quando a metà stagione è scoppiata la guerra civile, guerra che sa tanto di passato quanto di presente e futuro.
    In quest'ultimo episodio le alleanze si rimescolano di nuovo, e forse Norah ci lascia la pelle, il che ci sta visto che negli ultimi tempi era diventato il personaggio meno utile. Non ho letto il ciclo letterario di Stephen King, per cui non so dire se mi sono perso citazioni/parodie della Torre Nera, in compenso ho apprezzato parecchio il finale con il suo consueto colpo di scena. Consueto in quanto ogni episodio di questa prima stagione ne ha contenuto almeno uno, cosa che ha ricreato in me quell'"attesa per la sorpresa" che non avvertivo dalle prime stagioni di quell'altro bizzarro telefilm, un po' telenovela un po' fantascienza un po' politic drama, che era stato il Lost delle origini. Oggi la reiterazione del colpo di scena ha portato ad un season finale con un cliffhanger meno scioccante della media dei cliffhanger dei seasons finali, ma non meno bello di quello che chiuse la prima stagione del mitico Lost. Con la [spoiler]riaccensione della corrente[/spoiler] e soprattutto con la rivelazione riguardante il mandante del folle Tom, e dunque con l'apparizione del [spoiler]Presidente USA in esilio nella colonia di Guantanamo[/spoiler], la sensazione ricreata è stata la stessa che mi diede la barchetta degli Altri nell'ormai remoto 2006: ovvero quella di un mondo che sembrava piccolo ed invece è molto più grande.
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  • Ma perlomeno ha un finale?
  • Mica s'è capito. Il timore è che, visto che l'annuncio è stato dato solo ora che le cose finiranno come con Alcatraz (serie che ancora grida vendetta).
  • Ecchedduepp... vabbè, lo immaginavo. La seconda stagione parte benissimo, ma poi si addormenta paurosamente (i commenti li sto scrivendo anche se li posterò solo alla fine). In ITA al momento è all'episodio 2x14, in USA al 2x20 a -2 dalla fine. Immagino dunque che finirà a muzzo.
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