Uhm. Concordo in parte, mi limito ad esprimere il mio punto di vista su determinate opinioni.
Grrodon ha scritto:
Serie o Saga?
Qui nulla da dire, anche io penso che
Alias come
saga sia abbastanza debole, mentre presa singolarmente è una bella bomba. Vuoi per gli ibridismi da te citati, vuoi per la tecnica registica veramente eccellente (ci sono finezze nelle prime due stagioni che a mio parere si mangiano
Lost e
Fringe).
Le Missioni
Concordo a metà. Se è vero che spesso mi sono lamentato dei briefing confusionari e sbrigativi, oltre ad una certa ripetitività di fondo che rende
Alias poco vario, d'altro canto non è sempre così e ricordo delle missioni veramente stimolanti, non solo fatte di bombe e codici bancari. A partire da tutto quel ben di Dio mostratoci dopo la metà della seconda stagione che ci presenta un coinvolgimento dopo l'altro fatto di mutaforma, tensioni, rapimenti, sogni in laboratorio e quant'altro che mantiene vivo l'interesse.
La Mitologia di Rambaldi
Allora. Posso dirti che - sulla carta - l'idea di raggiungere un "grande tesoro" alla fine dei giochi, tramite molteplici indizi che portano ad altri indizi (lente che serve al telescopio che indica le coordinate per raggiungere il libro che contiene la mappa che porta alla caverna che contiene...) è vincente, ed è l'unico modo per occupare in modo sensato un lungo percorso che altrimenti sarebbe bello che risolto in 5 puntate. Sono d'accordo che la serie abbia spesso presentato questi meccanismi in modo confusionario (e a volte non risparmiando delle retcon inopportune), confondendo lo spettatore che difficilmente ricorderà la strada che l'ha portato ad un determinato punto. Ma possiamo dire che l'idea di fondo è sbagliata? No, perché raggiungere un tesoro tramite mille indizi che si rivelano per forza di cose superflui al raggiungimento del nuovo obiettivo è una tipologia narrativa funzionale e vecchia come il cucco, che
Alias ha sfruttato a volte molto bene (ricordo tanti oggetti e marchingegni veramente stimolanti, al netto della loro effettiva utilità alla vicenda globale), a volte semplicemente pasticciando.
Per quanto riguarda il grande piano di Rambaldi posso essere d'accordo con te che andasse spiegato, ma questo "non detto" non lo trovo così grave, visto che narrativamente non è così esigente e bisognoso di una spiegazione terrena e concreta come potevano esserlo tante altre cose che per fortuna hanno avuto una risposta (il significato del Mueller Device e l'origine dell'immortalità prima di tutto, visto che sono le due uniche cose su cui la serie ha marciato fin dall'inizio e hanno avuto una spiegazione diventando l'obiettivo principale delle due macro-cacce al tesoro). Rambaldi può essere visto come un pazzoide, un uomo che gioca a fare Dio, un essere misterioso e visionario i cui obiettivi possono essere privi di significato per noi mortali (Sloane nel corso della serie afferma che
"il vero significato di queste creazioni sarà sempre tenuto all'oscuro agli sciocchi come voi", anticipando già il mcguffin finale), ma chiari agli occhi dei prescelti colti dalla fede. Avrei gradito anche io una spiegazione del
PERCHE' di Rambaldi (magari con un bell'episodio tutto mitologico nel passato dedicato a lui, con tanto di sigla "antica"
), ma di certo abbiamo avuto il
COSA ed è stato concreto. E non ci speravo.
Gli Archi dei Personaggi
Sydney è bella, dolce, tenera, le è stata distrutta la vita più volte ma alla fine riesce a guadagnarsi un finale familiare sereno. Non si può dire che abbia veramente un arco di maturazione, che cambi in qualche modo, salvo l'apprendimento di alcune verità, ma va bene così.
Nel mio caso Sydney Bristow è stata la miglior cosa di tutta la serie (che, ricordiamolo, è intitolata appunto "Alias" e non "Rambaldi", "Profezie" o chissà cosa). La maturazione è semplice e ce l'ha in quanto passa da studentina piena di segreti e all'oscuro di tutto a donna e madre che non si stupisce più di niente, che ha passato le peggio cose e che alla fine riesce a costruirsi la vita che ha sempre desiderato e non ha mai avuto. Inoltre, sarò di parte e poco obiettivo ma credo che sia la miglior eorina di sempre, esteticissima nell'aspetto e nelle parrucche quanto adattissima a intepretare ottimamente sia il ruolo della bad girl tiracalci che quello della fragile ragazzina tutta sorrisini. E non è poco.
Jack Bristow ha il carisma di un grande attore e quindi il personaggio è veramente ben riuscito. Ma non si può dire che il suo arco narrativo superi le prime due stagioni, in cui si riavvicina a Sydney e dimostra di volerle bene e di essere protettivo nei suoi confronti. Da lì in poi il suo ruolo diventa puramente accessorio, i suoi segreti, i suoi litigi con Sydney sono brevi, brevissime parentesi. Bella l'uscita di scena a effetto, forse la cosa più bella del finale, ma si vede troppo che è un sacrificio a dir poco improvvisato e che narrativamente non era richiesto, visto che la sua maturazione si era compiuta stagioni fa.
Non è che se un padre ama la figlia per 5 stagioni alla fine i suoi sacrifici ci sembrano inutili.
Jack Bristow ha avuto un percorso non indifferente, partito come uomo glaciale incapace di provare emozioni fino a sciogliersi in modo sempre più esplicito grazie all'affetto della figlia e alla ricostruzione di un rapporto che non c'è mai stato. Dici che Jack si esaurisce dopo 3 stagioni, ma non dimentichiamo il suo ruolo di nonno premuroso che compie verso la fine, dove costruisce cullette e si preoccupa in modo sempre più evidente per la figlia. La sua uscita di scena è il naturale "sfogo" e un enorme sasso tolto dalla scarpa verso un uomo che ha distrutto da sempre la vita del suo bene più prezioso (oltre che vendetta personale per avergli causato morte certa sparandogli), non affatto forzata visto che le motivazioni accumulate c'erano tutte: Jack è stato sparato a morte dall'uomo che ha rovinato la vita di Sydney. Morire da pirla impedendogli di fargliela pagare sarebbe stato troppo.
E poi ecco il personaggio che mi è più caro, Arvin Sloane. Perché diciamocelo, quello che ha Sloane negli ultimi minuti di show è un cambio di personalità netto rispetto a quanto visto fino a poco prima, e la punizione che la storia gli riserva è assolutamente inadatta al nuovo Sloane.
Sicuro? Ok che nelle serie TV quando un personaggio si presenta buono tendiamo a pensarlo come buono, pure se ci mostrano un passato composto dalle peggiori azioni criminose. Ma questo passato non è passato, Sloane rimane una merda fino alla fine, o almeno finché ha a che fare con Milo Rambaldi.
Emblematica la scena di Sloane al monastero, recatosi con rabbia dalla sua guida che incolpa per averlo spinto alla ricerca ossessiva di Rambaldi fino a fargli perdere tutte le persone amate. Perché ciò che ci viene mostrato esplicitamente nella serie è la totale mancanza di razionalità e umanità che quest'uomo manifesta ogni volta che la sua strada si incontra con quella di Rambaldi. Nel profondo è un uomo buono, ama la moglie, protegge - a suo discutibilissimo modo - Sydney, addirittura è arrivato a rinunciare alla sua fede per amore di Nadia. Ma l'accecamento per Rambaldi ha sempre prevalso, finendo per provocargli l'autodistruzione alla fine. Il finale di Sloane è sorprendente: un uomo malato che incorre la sua fede ciecamente arrivando a ostacolare chiunque invada il suo cammino, che viene punito per l'eternità proprio dalla fede stessa.
Mi dici che Sloane ha un cambiamento repentino nel finale: discordo. Sloane è sempre stato così, e i suoi intenti erano ormai chiari fin dalla morte di Nadia. Accetta il sacrificio, è ormai a un passo dalla fine ed è pronto a tutto pur di trovare ciò che cerca. Nadia è stata l'unica parentesi servitagli a fargli mettere sul ring la sua bontà VS l'ossessione per la fede, e quest'ultima ha vinto. E direi che la punizione finale in cui si è finalmente reso conto di aver perso, di aver sbagliato e di essere stato abbandonato anche da sua figlia, è quanto di più giusto ed esemplare possa esserci.
Perché non si tratta soltanto di una fine inadatta per via del suo essersi guadagnato un background da buono: il suo finale è una Beffa, è il suo credo che si rivolta contro, è l'emblema di un lungo sbaglio che avrebbe dovuto essere stoppato da subito. E' tragico. Perché a questo punto nemmeno [spoiler]la morte[/spoiler] di Locke dovrebbe sembrarci giusta e adatta a un bellissimo e profondo personaggio come lui, che termina da pirla.
La Continuity Soap-Marvel
Hai ragione anche qui, perché oggettivamente hai detto il vero. Ma qui siamo nei gusti personali.
Ad esempio, uno dei motivi di punta che mi ha fatto adorare
Alias è dovuto proprio alla sua struttura soap-marvel che facesse sì che ogni episodio finisse con un
cliffhanger (nel vero senso della parola, ovvero "appeso a un filo") anziché un qualunque finale ad effetto privo di continuità immediata con l'episodio successivo, come possono essere i finali di
Fringe.
E' una precisa tecnica narrativa, che tu puoi apprezzare o meno ma che non può stabilire se sia oggettivamente pacco. Per quel che mi riguarda, se ben sfruttata questa tecnica può essere il meglio del meglio: dopotutto si sa che l'eroe non muore, il bello è vedere come se la caverà nell'episodio successivo. Per cui ben vengano i finali con Sydney che sta per esplodere ma poi no, o che sta per essere sparata ma poi no. Sono belli, divertenti e ti lasciano comunque in un momento in cui hai assolutamente voglia di continuare. Quindi imho pollice su per questi cliffhanger (che più in là con la serie purtroppo scompaiono, mentre all'inizio sono massicciamente presenti).
E' giusto che parli di Marvel visto che, come afferma un articolo della graphic novel di
Alias, che riporto tagliuzzando:
"La rocambolesca serie di J.J. Abrams ha infatti molti punti di contatto con il mondo dei comic book. Il personaggio di Sydney Bristow ha antenati eccellenti nel mondo dei supereoi. Basti pensare alla Vedova Nera e a Elektra, due personaggi della Marvel Comics che con la Bristow non condividono soltanto il fisico snello e agile, ma anche l'abilità nelle arti marziali e lunghi trascorsi in temibili associazioni segrete, legali ed illegali.
Tutta la serie di
Alias è costruita come se fosse un comic book. Le puntate sono semi-autoconclusive, ovvero contengono sì elementi e situazioni che nascono e si sviluppano in ognuna di esse, ma rimangono strettamente connesse una all'altra a formare un unico corpus narrativo.
La protagonista ha una doppia vita, proprio come un supereroe. Certo, Sydney non ha né un costume, né particolari superpoteri, ma il continuo uso di travestimenti rimanda al primo, mentre le spiccate abilità fisiche e mentali che mette in mostra non fanno rimpiangere i secondi.
Altro punto di contatto coi comics è dato dai cliffhanger, come vengono definiti in gergo i finali in sospeso (letteralmente "appesi a un dirupo", riferendosi al protagonista lasciato in una situazione pericolosa e drammatica). La serie di
Alias ne è piena, così come il comic book, con l'eroico protagonista lasciato in fin di vita di fronte al suo più temibile avversario. Al lettore e allo spettatore il compito di trattenere il fiato, per scoprire non "se" l'eroe si salverà, cosa scontata, ma "come" farà ad uscire dai guai e a battere l'avversario di turno."
A conti fatti hai (abbiamo) assistito a un vero e proprio telefilm-fumetto, con tutti i pregi e difetti che esso comporta.
Per quel che mi riguarda, se in futuro uscisse una nuova serie con queste strutture e la "ripulissero" un po' delle ingenuità di
Alias, sviluppando maggiormente gli archi narrativi, ci metterei la firma da subito.
Ah, già. Sydney, scappaaa!!!!
*ALIAS*