Re: [Marvel Studios] Progetto Defenders (Netflix)
Inviato: mercoledì 29 luglio 2015, 23:04
Daredevil - Season 1
La terza serie televisiva targata Marvel è anche la prima a non venir trasmessa sulla ABC (per quanto sia stata prodotta anche coi soldi della rete Disney), venendo distribuita sulla piattaforma Netflix.
La prima stagione di Daredevil infatti è stata rilasciata in un'unica soluzione sul celebre sito americano di contenuti televisivi, che sta preparandosi a sbarcare anche in Italia il prossimo autunno e che in patria è già stato responsabile di prodotti importanti come House of Cards. Come da tradizione di Netflix, quindi, tutti i 13 episodi della season 1 sono stati resi disponibili in un colpo solo, lasciando poi la libertà ai propri abbonati di decidere dove e quando vedersi i vari "capitoli" del serial.
Uso "capitoli" non a caso, perché Daredevil si presenta come una storia quanto mai unitaria e coesa, un lungo racconto che lo spezzettamento in episodio rende più simile ai capitoli (appunto) di un romanzo piuttosto che alla fusione di narrazione orizzontale e verticale tipica della serialità televisiva.
Questo è senz'altro uno dei motivi che me l'hanno fatto apprezzare molto. L'altro è l'atmosfera: io non ho (ancora e decisamente colpevolmente) letto il ciclo di Devil scritto da Frank Miller, ma è questa l'atmosfera che mi immagino di respirare tra quelle pagine: hard-boiled, ambientazione quasi sempre notturna, demoni interiori, dubbi esistenziali, un giustiziere credibile e tormentato. La serie è stata in grado di regalarmi tutte queste emozioni, e molte altre, grazie ad una trama che fa presto dimenticare di star guardando una serie con un supereroe protagonista e ti cala invece in un mondo molto concreto, fatto di criminali comuni, un quartiere che cade a pezzi, corruzione, soldi che ungono ingranaggi e fanno marcire il buono che ancora c'è. E un uomo che decide di intervenire in modo diretto in tutto questo, al di fuori della legge e mettendosi in gioco in prima persona. Il fatto che quest'uomo, in abiti civili, sia un avvocato rende tutto molto ironico
La prima stagione di Daredevil mi ha ricordato molto l'approccio di Christopher Nolan a Batman in Batman Begins: un giustiziere solitario che interviene mosso da un forte senso di giustizia, muovendosi nell'oscurità e che senza particolari poteri esce semplicemente di notte per spaccare la faccia ai cattivi. Certo, Matt Murdock qualche potere ce l'ha, considerando i 4 sensi che ha iper-sviluppato per sopperire alla mancanza della vista, ma sono abilità diverse e meno appariscenti dei superpoteri di un Superman o di un Thor.
Altro parallelo tra la pellicola di Nolan e Daredevil è che entrambi si prendono tutta la propria durata per raccontare le origini dell'eroe: i 13 episodi del serial sono infatti tutti tasselli per la formazione di Matt e per la sua maturazione come eroe. In ogni puntata il protagonista parla con qualcuno, o si scontra con una situazione molto forte che lo fanno riflettere su quanto sta facendo, e da tutto ciò ne esce fortificato e più consapevole, Anche simbolicamente la cosa viene sottolineata, visto che per tutta la serie il Diavolo di Hell's Kitchen ha come costume solo una tuta nera e una bandana che gli copre la parte superiore del viso, e solo a fine stagione sfoggia il suo costume completo e caratteristico, con cornini e tutto quanto.
I personaggi principali sono tutti efficaci e recitano davvero bene. L'interprete di Matt regala un'interpretazione riuscita, simpatico nei panni civili e spietato nelle ronde notturne. Riesce ad essere credibile anche nelle mosse più agili, nonostante di giorno lo vediamo muoversi a tentoni. Il suo amico e socio Foggy Nelson è un trionfo di divertimento e spontaneità, uno splendido contraltare alla cupezza generale della serie, l'elemento ironico che ci ricorda l'impronta Marvel. Ma anche lui sarà credibile quando verrà mostrato arrabbiato, deluso, distrutto.
Karen Page è molto carina, e interpreta bene il ruolo di segretaria intraprendente.
Vincent d'Onofrio nei panni di Wilson Frisk è spettacolare, infine: già il fatto di introdurre il cattivo solo dalle conseguenze delle sue azioni sulla città nei primissimi episodi, per farlo esordire fisicamente solo a stagione avanzata, è geniale. Ma è proprio quando iniziamo a vederlo agire che l'attore dimostra tutto il proprio valore, consegnandoci un villain unico, in cui tutto (dalla silhouette ad ogni singola espressione del volto, dal tono di voce al suo passato) sono costruiti in modo tale da apparire come una persona tranquilla e tormentata, che mostra la propria violenza latente solo in rare circostanze. Meraviglioso.
La spiegazione di alcuni passaggi importanti del passato dei personaggi viene spiegata con flashback sempre legati in modo intelligente a quanto accade in quello specifico episodio. Così facendo ci sono anche passaggi importanti (come la nascita dell'amicizia tra Matt e Foggy) che vengono mostrati solo a stagione inoltrata, e lo trovo un modo non lineare di raccontare davvero adorabile, che rompe con il mostrare tutto in modo ordinato come se gli spettatori fossero troppo stupidi per affrontare un modo diverso e più "artistico" di raccontare i vari aspetti di una storia.
Daredevil si pone, all'interno dell'universo Marvel, come qualcosa di diverso da quanto visto sinora, sia al cinema che in televisione. Pur profondamente immerso nel Cinematic Universe, il mood lo differenzia dalle altre produzione della Casa delle Idee, ed è un cambiamento positivo perché si cuce perfettamente indosso a questo personaggio in particolare.
Sono lieto del successo che la serie ha avuto e del fatto che ci sarà una seconda stagione. E attendo con curiosità AKA Jessica Jones, seconda serie Marvel che verrà distribuita su Netflix entro la fine del 2015 e che comporrà il secondo tassello del cosiddetto "Progetto Defenders". E no, stavolta non la aspetto solo per la presenza nel cast di David Tennant
La terza serie televisiva targata Marvel è anche la prima a non venir trasmessa sulla ABC (per quanto sia stata prodotta anche coi soldi della rete Disney), venendo distribuita sulla piattaforma Netflix.
La prima stagione di Daredevil infatti è stata rilasciata in un'unica soluzione sul celebre sito americano di contenuti televisivi, che sta preparandosi a sbarcare anche in Italia il prossimo autunno e che in patria è già stato responsabile di prodotti importanti come House of Cards. Come da tradizione di Netflix, quindi, tutti i 13 episodi della season 1 sono stati resi disponibili in un colpo solo, lasciando poi la libertà ai propri abbonati di decidere dove e quando vedersi i vari "capitoli" del serial.
Uso "capitoli" non a caso, perché Daredevil si presenta come una storia quanto mai unitaria e coesa, un lungo racconto che lo spezzettamento in episodio rende più simile ai capitoli (appunto) di un romanzo piuttosto che alla fusione di narrazione orizzontale e verticale tipica della serialità televisiva.
Questo è senz'altro uno dei motivi che me l'hanno fatto apprezzare molto. L'altro è l'atmosfera: io non ho (ancora e decisamente colpevolmente) letto il ciclo di Devil scritto da Frank Miller, ma è questa l'atmosfera che mi immagino di respirare tra quelle pagine: hard-boiled, ambientazione quasi sempre notturna, demoni interiori, dubbi esistenziali, un giustiziere credibile e tormentato. La serie è stata in grado di regalarmi tutte queste emozioni, e molte altre, grazie ad una trama che fa presto dimenticare di star guardando una serie con un supereroe protagonista e ti cala invece in un mondo molto concreto, fatto di criminali comuni, un quartiere che cade a pezzi, corruzione, soldi che ungono ingranaggi e fanno marcire il buono che ancora c'è. E un uomo che decide di intervenire in modo diretto in tutto questo, al di fuori della legge e mettendosi in gioco in prima persona. Il fatto che quest'uomo, in abiti civili, sia un avvocato rende tutto molto ironico
La prima stagione di Daredevil mi ha ricordato molto l'approccio di Christopher Nolan a Batman in Batman Begins: un giustiziere solitario che interviene mosso da un forte senso di giustizia, muovendosi nell'oscurità e che senza particolari poteri esce semplicemente di notte per spaccare la faccia ai cattivi. Certo, Matt Murdock qualche potere ce l'ha, considerando i 4 sensi che ha iper-sviluppato per sopperire alla mancanza della vista, ma sono abilità diverse e meno appariscenti dei superpoteri di un Superman o di un Thor.
Altro parallelo tra la pellicola di Nolan e Daredevil è che entrambi si prendono tutta la propria durata per raccontare le origini dell'eroe: i 13 episodi del serial sono infatti tutti tasselli per la formazione di Matt e per la sua maturazione come eroe. In ogni puntata il protagonista parla con qualcuno, o si scontra con una situazione molto forte che lo fanno riflettere su quanto sta facendo, e da tutto ciò ne esce fortificato e più consapevole, Anche simbolicamente la cosa viene sottolineata, visto che per tutta la serie il Diavolo di Hell's Kitchen ha come costume solo una tuta nera e una bandana che gli copre la parte superiore del viso, e solo a fine stagione sfoggia il suo costume completo e caratteristico, con cornini e tutto quanto.
I personaggi principali sono tutti efficaci e recitano davvero bene. L'interprete di Matt regala un'interpretazione riuscita, simpatico nei panni civili e spietato nelle ronde notturne. Riesce ad essere credibile anche nelle mosse più agili, nonostante di giorno lo vediamo muoversi a tentoni. Il suo amico e socio Foggy Nelson è un trionfo di divertimento e spontaneità, uno splendido contraltare alla cupezza generale della serie, l'elemento ironico che ci ricorda l'impronta Marvel. Ma anche lui sarà credibile quando verrà mostrato arrabbiato, deluso, distrutto.
Karen Page è molto carina, e interpreta bene il ruolo di segretaria intraprendente.
Vincent d'Onofrio nei panni di Wilson Frisk è spettacolare, infine: già il fatto di introdurre il cattivo solo dalle conseguenze delle sue azioni sulla città nei primissimi episodi, per farlo esordire fisicamente solo a stagione avanzata, è geniale. Ma è proprio quando iniziamo a vederlo agire che l'attore dimostra tutto il proprio valore, consegnandoci un villain unico, in cui tutto (dalla silhouette ad ogni singola espressione del volto, dal tono di voce al suo passato) sono costruiti in modo tale da apparire come una persona tranquilla e tormentata, che mostra la propria violenza latente solo in rare circostanze. Meraviglioso.
La spiegazione di alcuni passaggi importanti del passato dei personaggi viene spiegata con flashback sempre legati in modo intelligente a quanto accade in quello specifico episodio. Così facendo ci sono anche passaggi importanti (come la nascita dell'amicizia tra Matt e Foggy) che vengono mostrati solo a stagione inoltrata, e lo trovo un modo non lineare di raccontare davvero adorabile, che rompe con il mostrare tutto in modo ordinato come se gli spettatori fossero troppo stupidi per affrontare un modo diverso e più "artistico" di raccontare i vari aspetti di una storia.
Daredevil si pone, all'interno dell'universo Marvel, come qualcosa di diverso da quanto visto sinora, sia al cinema che in televisione. Pur profondamente immerso nel Cinematic Universe, il mood lo differenzia dalle altre produzione della Casa delle Idee, ed è un cambiamento positivo perché si cuce perfettamente indosso a questo personaggio in particolare.
Sono lieto del successo che la serie ha avuto e del fatto che ci sarà una seconda stagione. E attendo con curiosità AKA Jessica Jones, seconda serie Marvel che verrà distribuita su Netflix entro la fine del 2015 e che comporrà il secondo tassello del cosiddetto "Progetto Defenders". E no, stavolta non la aspetto solo per la presenza nel cast di David Tennant