[BBC Wales/Hartswood] Sherlock (BBC)

Ancora poco conosciute nel nostro paese, le serie inglesi rappresentano un ottimo punto a favore dei sostenitori della monarchia!
  • Valerio ha scritto:Insomma, belli questi episodi del Dottore privi di inutile ferraglia tipo Dalek e Cyberuomini.
    Poveri, ma sono l'unica a cui piacciono sia i Dalek, sia i Cybermen?
    :P

    Col senno di poi, ripensandoci bene e in maniera obiettiva senza lasciarmi incantare da Cumberbatch, anche io ho trovato l'episodio dei Baskerville meno "riuscito" degli altri, per quanto si possa dire che non è un episodio "riuscito".
  • Lavi-Schroeder ha scritto:
    Valerio ha scritto:Insomma, belli questi episodi del Dottore privi di inutile ferraglia tipo Dalek e Cyberuomini.
    Poveri, ma sono l'unica a cui piacciono sia i Dalek, sia i Cybermen?
    :P
    No, non sei l'unica. Ma in prevalenza si tratta di un gradimento derivativo. Tipo, la gente sa che sono i nemici storici del Dottore da 50 anni e allora hanno timor reverenziale e dicono "woah!" quando li vedono. Idem la rete che ha chiaramente paura di sbarazzarsene e si sente costretta a inserirli ogni tot. Senza mai voler davvero costruire una sotryline coerente ai rispettivi popoli. Ma come idee in sé non sono niente di che, è roba che ha avuto successo in maniera del tutto casuale in un momento in cui la tv non proponeva niente di meglio, e che quindi è diventata un mito. Ma sono quei miti che si autoalimentano, non è che alla base hanno un'idea veramente forte come invece è il concetto di Dottore o di Tardis.
  • Valerio ha scritto:
    Lavi-Schroeder ha scritto:
    Valerio ha scritto:Insomma, belli questi episodi del Dottore privi di inutile ferraglia tipo Dalek e Cyberuomini.
    Poveri, ma sono l'unica a cui piacciono sia i Dalek, sia i Cybermen?
    :P
    No, non sei l'unica. Ma in prevalenza si tratta di un gradimento derivativo. Tipo, la gente sa che sono i nemici storici del Dottore da 50 anni e allora hanno timor reverenziale e dicono "woah!" quando li vedono. Idem la rete che ha chiaramente paura di sbarazzarsene e si sente costretta a inserirli ogni tot. Senza mai voler davvero costruire una sotryline coerente ai rispettivi popoli. Ma come idee in sé non sono niente di che, è roba che ha avuto successo in maniera del tutto casuale in un momento in cui la tv non proponeva niente di meglio, e che quindi è diventata un mito. Ma sono quei miti che si autoalimentano, non è che alla base hanno un'idea veramente forte come invece è il concetto di Dottore o di Tardis.
    No, con me hai toppato, li stai rivestendo di tutta un'importanza che nel mio caso non riguarda il "valore affettivo" in quanto nemici del Dottore: in realtà, a me sono piaciuti sin da subito perché mi piace proprio come sono fatti, quindi esteticamente simili a dei robot (i Dalek, per esempio, mi piacciono un casino!), e mi piace l'idea che li rende i "cattivi": i Dalek come razza a cui è stata tolta ogni abilità alla compassione, lasciando solo l'odio e lo sterminare e i Cybermen come esseri organici (e a volte umani) senza alcuna emozione umana o comunque anche qui convertite. Sono molto simili in questo e io ammetto di subire il fascino di cliché fantascientifici come esseri con emozioni inibite e macchine umane.
    :P

    [Chiudo l'OT]
  • Bé, sai, di base non è che siano niente di troppo aberrante. Ma non si tratta né di un'idea così nuova, né di un'idea che giustifichi il reiterato farli tornare, o un ciclo così lungo da dipanarsi (con forti contraddizioni interne) lungo 50 anni di serie.
  • Spero di recuperare in fretta la serie entro lo speciale XD Sono ancora alla seconda stagione, ma mi piace tantissimo (e sono anche diventata una Cumberbitch, lo ammetto)
  • E special fu.


    Credo che Moffat prima o poi mi romperà severamente le palle con tutto questo suo barbatrucchismo fanfictionaro in cui tra i frame vedo lui che fa "Visto? VISTO? EEEH?!"

    Per fortuna, non è questa la volta.

    Anche perché è lo stesso setting ad essere un barbatrucco fanfictionario (lo Sherlock Ultimate che finge di essere quello classico) e non solo questo fa perdonare tutto, ma consente anche finezze mica da poco, [spoiler]come riprendere le deduzioni un po' sui generis dello Sherlock di Conan Doyle ("questo profumo è il suo!" "i suoi passi pesanti sono inconfondibili!") o travestire Molly prima per gioco e poi invece no.[/spoiler] Si arriva poi alla finezza suprema, così fine che stavo quasi per perdermela ed addebitarla ad un difetto: [spoiler]classic!Watson più brillante dell'Ultimate all'inizio sembra solo fanservice spudorato, poi RIMANE fanservice spudorato ma non solo è pienamente giustificato da tutto l'espediente narrativo, consente anche a darci uno scorcio inedito della considerazione che Sherlock ha del dottore.[/spoiler]


    Quindi sì, bello. Avrei solo preferito si fossero evitate certe paraculatone metanarrative tipo "ma non è questo l'importante, il pubblico vuole altro!", che glissano su come alla fine ci sia quasi una redenzione del colpevole, anche se come al solito si distrae lo spettatore in modo ammirabile: io sono caduto IN PIENO nella trovata [spoiler]dei costumi da KKK, sputtanata subito dopo da Moriarty...[/spoiler] e ho adorato essere preso per il culo.

    Temo solo il giorno in cui non lo adorerò più. Nel frattempo, ne godo.


    Ed ora vai con la quarta stagionee *SIGH*
  • Visto anch'io, con leggero ritardo, il Christmas Special 2015 di Sherlock.
    E trovo che siamo davvero su alti livelli.
    Da qui in poi, pioggia di spoiler!

    Steven Moffat e Mark Gatiss giocano letteralmente con lo spettatore, e lo fanno almeno in due maniere: con l'occhiolino e con il trollaggio.
    Volendo ambientare l'avventura nell'epoca di effettiva azione dello Sherlock Holmes di Conan Doyle, i due autori non potevano esimersi dal piazzare alcune battute di pura metanarrativa, che personalmente ho adorato: le storie su Holmes scritte da Watson per i quotidiani, le "frasi celebri" del protagonista che verrebbero in realtà dalla fantasia di Watson, la signora Hudson che lamenta di non parlare mai nei racconti scritti da Watson, le cascate di Reichenbach... sono tutte idee brillanti e intelligenti che gli sceneggiatori usano sia per creare scene di sano umorismo sia per dare di gomito allo spettatore scafato.
    Il trollaggio è tutto chiuso nel colpo di scena, che così è stato almeno per me: la rivelazione che quest'avventura di fine Ottocento non è altro che una variante del "castello mentale" dello Sherlock del presente che ben conosciamo dove rifugiarsi per poter rimettere insieme le idee sulla nuova sfida che gli si para davanti, cioè il presunto ritorno di Moriarty.
    Io pensavo sul serio che questo speciale, anche per via della sua natura stessa, fosse qualcosa di "extra", uno sfizio che Moffat e Gatiss si erano voluti togliere per mostrare che la loro versione del personaggio funziona anche calata nei panni classici. Nemmeno il "recap" all'inizio dell'episodio mi aveva fatto nascere sospetti, pensando semplicemente che fosse un'idea per ricordare al pubblico le "radici" della serie. Ma quando il giochetto è stato chiaro, ho goduto molto: in primis perché poi sono iniziate a tornare alcune cose dell'intrigo, e poi perché ho capito che quei due autori lì sanno il fatto loro, e possono scrivere una storia calata nell'ambientazione usuale giustificandola in modo narrativamente brillante e sensato.
    C'è rispetto per lo spettatore e c'è complicità con esso: niente di meglio, insomma!

    È molto buono anche il caso a cui è dedicato il titolo dell'episodio, per quanto appare meno macchinoso nella risoluzione di quanto sia accaduto in precedenza nella serie: ad ogni modo permangono le deduzioni-fiume di Sherlock che tanto amo, e l'atmosfera è magnifica.
    Alla luce del finale, comunque, mi rodo l'anima al pensiero di quanto la serie tornerà con la quarta stagione, visto che viene piazzato un bel cliffhanger sul mistero, che avanza di molto poco rispetto a quello della 3x03. Malvagi come sempre! :P
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Chiaramente questa serie è un enorme esercizio di stile, esercizio condotto con mostruosa bravura da parte di tutti, ha successo proprio per questo. Quindi anche questo episodio è spettacolare sotto questo aspetto. Scrivevo ieri che se fossi un attore vorrei partecipare a roba come Galavant, ma avrei dovuto scrivere: Galavant e Sherlock (e altra roba, a 'sto punto :P ).
    A mio avviso, però, il successo sta veramente legando le mani a Moffetta e soci. Questo lo noto soprattutto in DW, ma anche qui ho l'impressione che abbiano semplificato la messa in scena per rendere più comprensibili i riferimenti e le allusioni al pubblico. Mi riferisco ai "flash spiegoni", quelle inquadrature che riprendono scene o battute viste/dette prima ed inserite in fase di spiegone. Scelta stilistica che personalmente trovo degna di opere di seconda fascia. Non ricordo che nelle prime due stagioni fosse utilizzata (ma nella terza mi sembra di sì).
    Inoltre, questo caso in particolare mi è sembrato un caso piuttosto ovvio: le allusioni [spoiler]di Mrs.Hudson, Molly, a Irene, al suffragio allargato[/spoiler], ecc. rendevano piuttosto chiaro il quadro.
    Per il resto, comunque: grande tecnica (adorabili le dissolvenze vecchio stile), recitazione impagabile, atmosfera notevole.
    E sono curioso di vedere cosa si inventano ora con [spoiler]Moriarty[/spoiler]. Se solo mi decidessi a leggere le opere originali... (sottinteso: ...magari potrei intuirlo prima)
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    Ottimo lavoro.
  • Eccomi! Con tipo nove mesi di ritardo ho visto lo special di Natale.

    Che sarebbe stato forse il mio episodio preferito di sempre se non fosse che alla fine mi sono perso un po' per strada.

    Che fosse tutto un livello mentale dello Sherlock attuale mi è parso bellissimo... solo che quel paio di falsi risvegli nel mezzo hanno incasinato un bel po' tutto quando, sicché quando sono arrivato alla vera fine, ci sono rimasto un po' così. E ancora non sono sicuro di aver capito tutto l'ambaradam, i vari livelli di svarione etc.

    Sì, continuo a pensare che Moffat sia un po' troppo eccessivo. Ma ritengo anche che siamo noi, mondo, i manchevoli che devono imparare a stargli dietro e non il contrario. Chiamasi evoluzione umana.
  • 4x01: The Six Thatchers

    Divertente come di consueto (nonostante tutto). Mi è piaciuto più dell'interlocutorio Special, anche perché ho avvertito echi di questo + seguiti (gli sherlockiani di ferro inorridiranno :P).
    E infatti alla fine arriva... LUI!
    Me lo aspettavo da... mmmboh, dall'inizio?

    Eccellenti le rivisitazioni dei riferimenti originali. Qualcuno dovrebbe mettersi lì a controllare tutti i casi risolti all'inizio.
    PORTAMANTELLO ha scritto:Eh ma lui è scanon :P
    Eh :P
    (ma probabilmente si inventeranno qualcosa per confondere le acque)
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    Ottimo lavoro.
  • 4x02 (The lying detective)

    Credo che questo episodio rientri perfettamente nella definizione di magistrale data da Sclavi alla serie. Tutto perfetto, dal titolo a triplo senso alla struttura circolare, tutto studiato nel minimo dettaglio. Certo, tutto anche molto prevedibile (e questa volta avevo pure letto il racconto originale), eccezion fatta per le scene demenziali con Mrs.Hudson :D
    La trama di S. non mi ha sorpreso per nulla, ma mi è parsa lo stesso una gran figa.
    La recitazione di 'sti damned dirty brits non cessa mai affascinarmi.
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    Ottimo lavoro.
  • 4x03 (The final problem)

    Finita anche questa "stagione", e già la malinconia si taglia con un grissino. "Stagione" complessivamente ovvia, con un finale in cui il prevedibile assurge a livelli cosmogonici. Eppure non ho provato nemmeno per un nanosecondo nemmeno un briciolo di seccatura o di noia. Alla fine gli autori di questa ennesima versione sherlockiana hanno avuto ragione a puntare sui personaggi demistificando i casi, perché... beh, perché a questi personaggi squilibrati mi sono affezionato; magari con la ritrosia d'un Mycroft, ma mi sono affezionato. L'affetto, si sa, fa perdonare molte cose, fa chiudere un occhio, fa accettare quel che prima pareva brutto e apprezzare quel che prima si tollerava, e toglie importanza a ciò che prima pareva basilare. Quest'ultimo episodio presenta alcuni aspetti discutibili, opinabili, persino faciloni (qui siamo alle spacconate vere e proprie). Eppure, come diceva Ferruccio Amendola al termine di quel famoso film, "ho pensato: chissenefrega". E mi è bastato constatare che un personaggio che prepara [spoiler]minivideo da utilizzare ANNI dopo[/spoiler] sia decisamente più pazzo di qualsivoglia Joker o Harley Quinn per convincermi che questo finale zum zum zum sia, tutto sommato, meglio di un drammone definitivo (sarà capitato anche a voi di sentire una musica in testa, no?).
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    Ottimo lavoro.
  • Finita pure io questa stagione. Eccellente, davvero eccellente.

    Certo, il primo episodio l'ho trovato un po' loffietto, molto alla Gatiss e poco alla Moffat, ma con gli altri due si ridecolla. Il secondo è ottimo, mentre il terzo... bé è Moffat al suo apice.

    E' vero che ormai si è capito come lavora, è vero che stilemi come la donna pazza, o bizzarrie come "i corti nell'episodio" (lo scherzone horror a Mycroft), o le cose al limite del credibile gliele abbiamo sgamate sin dai tempi del Dottore.

    Ma succede ad ogni autore che prima o poi le sue chiavi vengano decodificate, e malgrado questo Moffat continua ad essere così "edgy" da continuare a costituire per me la frontiera dell'intrattenimento. Quella così eccessiva, così virtuosa che nemmeno io riesco a starci dietro.

    Sorprendente anche che al termine di questa "quadrilogia di stagioni" (che - sì - potrebbe benissimo essersi conclusa) ci si possa guardare indietro e notare come i casi siano sempre stati poca roba, meri pretesti per parlare dei temi veri: amicizia e famiglia. Banale? No, perché non si cade nel facile miele, ma si usa tutto ciò per imbastire una sapiente parabola sul concetto di empatia.

    Capolavoro.
  • Discordo.

    Ho amato The Lying Detective e avevo gradito pure la fin troppo criticata premiere di Gatiss, ma la 4x03 l'ho trovata davvero tremenda.

    Finora tutti gli episodi avevano mantenuto un minimo di credibilità di fondo ma in The Final Problem la mia sospensione dell'incredulità è stata pesantemente sbriciolata. Troppe, troppe situazioni di un'assurdità a tratti imbarazzante (uno con la mente di Sherlock che RIMUOVE completamente il ricordo della sorella? Quest'ultima che incanta tutti con uno sguardo? LA BOMBA?), si fa fatica a credere a ciò che si vede e l'episodio è pervaso da una sgradevole atmosfera surreale. Anche i personaggi, del tutto in balia della magica Eurus (dai, ma che personaggio è?) , perdono parecchio smalto. Una sequenza finale abbastanza inspida narrata dall'onnipresente Mary corona il tutto.

    TFP avrebbe scalfito la perfezione di Sherlock anche se fosse stato un episodio qualsiasi ma come finale trovo che costituisca un handicap non da poco per una serie che fino ad oggi aveva mantenuto costante tra alti e bassi una qualità media elevatissima.

    Speriamo che almeno con il Dottore Moffat si sia dato una svegliata.
  • Guarda, probabilmente allora il fatto che io non abbia mai creduto a mezza cosa io abbia mai visto sullo schermo quando c'è di mezzo Moffat deve aver aiutato il mio gradimento.

    Perché io gradisco soprattutto se non ci credo.
  • Ma io avrei anche potuto apprezzare o comunque passare sopra alle scene wtf (comunque moolto più numerose del solito) se contenutisticamente l'episodio mi avesse dato qualcosa.

    Il punto è che non ho visto nulla che potesse interessarmi minimamente. I giochetti della sorellina psicopatica li potevo trovare da qualsiasi altra parte, da Sherlock, dal FINALE di Sherlock (!), volevo altro.
  • Io sono indietro e ho visto le prime tre stagioni in questo mese, grazie a un cofanetto di dvd da 13 euro. Tutto molto bello. Ogni primo episodio di stagione fa pensare fino alla sua metà di essere peggiore della stagione precedente, ma non ci si può non ricredere. È un crescendo. La prima stagione è molto lineare con un terzo episodio incomprensibile. La seconda presenta i casi migliori (anche perché la terza, di fatto, non è che presenti casi), sempre particolari e sempre più distinti rispetto alla fonte (che comunque i libri li ho letti a nove anni, tipo, quindi potrei non ricordare benissimo). Poi cambia tutto. Il primo episodio resta abbastanza solido, si presenta come semplice continuo dell'ultimo della seconda stagione. Il secondo episodio ti fa un po' dubitare della serie. I micro-casi sono un'idea abbastanza stupida, e il matrimonio è un po' vacuo, però ti diverti lo stesso perché conosci i personaggi. Il macro-caso è fiacchissimo e la stessa regia cerca di farlo apparire il più facile possibile da intuire. È il terzo episodio che poi riprende gli episodi precedenti della stagione e le scuote, fa cambiare di significato, e propone un caso all'altezza di quelli della seconda stagione. E dà una conclusione perfetta, se non fosse per il finale, che incuriosisce e fa aspettare la nuova stagione.
    In generale gli episodi migliori sono comunque quelli di Moffat da solo- Gatiss e Thompson sono un po' deboli.
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