[BBC Wales] Doctor Who (BBC)

Ancora poco conosciute nel nostro paese, le serie inglesi rappresentano un ottimo punto a favore dei sostenitori della monarchia!
  • Questa stagione promette di essere una delle peggiori, invece. La cosa delle bilogie è buona se può ridurre il numero di storie raccontate all'anno, ma non dev'essere una scusa per produrre coppie di episodi in cui il primo non offre niente per mezz'ora se non un aggancio superfighissimo che nobiliterà il prossimo. E mettetemi tra gli entusiasti di questo aggancio superfighissimo, ovviamente. Bellissima la rivelazione del precedente capaldide, e bello anche il discorso sulla triste immortalità e l'aggancio con cui verrà usata Arya Stark.

    Ma prima abbiamo veramente solo la solita guerra tra la popolazione contadina e la falsa divinità che in realtà è un alieno col piano di conquista. Per fortuna abbiamo avuto la musichetta di Benny Hill, altrimenti ci sarei rimasto molto peggio.

    Ora confidiamo nel prossimo, ovviamente. Ma spererei di non dover continuare a godermi solo gli episodi pari.
  • Devo dire di essere perplesso anche io per questo modo di gestire i doppi.

    Moffat disse che a questo giro ci sarebbero stati doppi perché ci sarebbero state storie atte ad essere narrate in due episodi. Quello che pare, invece, è che ci siano semplicemente meno storie, e la cosa temo sia dovuta in gran parte al sensibile calo di finanziamenti (e qualità media, di conseguenza) che la BBC sta notoriamente subendo.

    Detto questo, sono entusiasta di molti degli elementi, primi fra tutti la rivelazione del motivo della scelta di faccia, e [spoiler]il sottointendere, a più riprese, che la perdita di Clara sarà un duro colpo[/spoiler]. Ah, e Capaldi è uno spettacolo.

    Il personaggio di Ashildr, per ora, dice un po' poco. Sento però che si riprenderà nel prossimo.
    Lorenzo Breda
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  • Il problema di Ashildir è essenzialmente uno: è Arya e nient'altro.

    C'è la possibilità che dal prossimo divenga altro. O che divenga la Arya della casa del bianco e del nero :P


    Sta cosa dei finanziamenti non la sapevo. Si sa a cosa è dovuta?

    Perché di un abbassamento della qualità della regia (e della musica) me n'ero accorto da questo episodio, che in alcuni momenti aveva proprio una gestione delle scene, delle carrellate e dei montaggi che pareva fanmade.
  • Valerio ha scritto:Il problema di Ashildir è essenzialmente uno: è Arya e nient'altro.
    Boh no.
    Valerio ha scritto:Sta cosa dei finanziamenti non la sapevo. Si sa a cosa è dovuta?
    Le malelingue e il Breda dicono sia dovuta all'influenza delle TV private a pagamento sulla politica.
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    LBreda ha scritto:Devo dire di essere perplesso anche io per questo modo di gestire i doppi.
    Moffat disse che a questo giro ci sarebbero stati doppi perché ci sarebbero state storie atte ad essere narrate in due episodi. Quello che pare, invece, è che ci siano semplicemente meno storie
    Mah, non sono d'accordo. Non lo ero la settimana scorsa e a maggior ragione non lo sono ora, alla luce del 9x06.
    Se gli episodi doppi (la doppietta dei fantasmi e quella di Arya, perché i primi 2 formano una storia piuttosto compatta) sono divisi in una prima parte con una certa ambientazione e un certo mood e una seconda parte che cambia le carte in tavola modificando setting, personaggi, epoca e quant'altro non mi pare proprio che si possa raffrontare una penuria di idee, perché abbiamo praticamente 2 storie diverse. Il plus, al contrario dell'anno scorso, è che le 2 storie diverse sono collegate tra loro da robusti cavi, completandosi a vicenda con personaggi, risoluzioni di misteri visti nella prima parte ecc. Il che, a mio avviso, risulta più complesso da realizzare che 12 storie stand-alone come nell'ottava stagione, e più affascinante anche per lo spettatore.
    Se la cosa si avvertiva, ma attenuata da qualche problemi di troppo, con il 9x03-9x04, con The Woman Who Lived tutto soddisfa pienamente, grazie ad un'idea di fondo più stuzzicante e ad una co-protagonista d'eccezione che, sia come concetto che come prova attoriale, non sfigura accanto all'istrionico Peter Capaldi.
    Si era capito dalla conclusione dello scorso episodio quale sarebbe stato il destino di Ashildir, e che il Dottore l'avrebbe incontrata nuovamente in un'altra epoca, ma il bello era vedere come sarebbe stato trattato il tema dell'immortalità della ragazza. Rendendola una persona che ha sofferto a causa del suo sopravvivere alle persone che frequentava, e che ha usato queste esperienze per costruirsi una vita in solitudine e nella mancanza di considerazione verso gli altri esseri umani, gli autori l'hanno resa un personaggio straordinariamente sfaccettato, e soprattutto un ottimo "specchio" nel quale far riflettere il Dottore. Tanti sono infatti gli accenni alle persone e alle conseguenze che il protagonista si lascia dietro dopo ogni sua avventura, alla sua attitudine a scappare via dai problemi e alle perdite che ha subito nel corso del tempo (i riferimenti all'ormai prossima uscita di scena di Clara sono sempre più pesanti ed espliciti, ormai...). Tutti questi inserimenti meta-testuali e psicologici sulla figura del Dottore impreziosiscono la narrazione e non la appesantiscono, perché si inserisce perfettamente nel tessuto del racconto.
    Certo, con il goffo piano dell'alieno dalle fattezze leonine (che forse un cosplayer avrebbe fatto meglio), i detrattori della serie avranno di che sbizzarrirsi. Ed io per primo non sono molto entusiasta di una sottotrama del genere. Anche perché, se pure è vero che si tratta semplicemente di un pretesto per raccontare altro di maggiormente interessante, la stessa cosa è successa due settimane fa, e forse quindi diventa meno giustificabile. Possibile che per fare un episodio maggiormente riflessivo occorra per forza mettere la quest vecchio stile, dedicandole per giunta poco spazio - perché, appunto, non è il cuore dell'episodio - e quindi rendendola costruita ancora peggio?
    Ma, a parte queste note, aver creato un personaggio come Ashildir è sicuramente un buon colpo per lo show, che sono sicuro saprà utilizzarla in maniera adeguata in futuro. In fondo, il ruolo che la ragazza si è scelta per sfruttare la sua immortalità è decisamente stuzzicante e ovviamente richiede a gran voce un suo ritorno.
    Trovo infine molto rilassante aver fatto a meno di Clara per quasi tutto l'episodio :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • E' vero, senza Clara si sta meglio. E poi quando arriva alla fine si sente il suo bellissimo tema musicale, che se l'erano dimenticato di recente.

    Il resto dell'episodio l'ho trovato valido, anche se non so se recluteranno di nuovo Arya a breve. Il leone ovviamente è il simbolo di ciò che il Dottore dovrebbe lasciarsi alle spalle, perché dai.

    Ma ad ogni modo, episodio migliore della stagione direi, pur non dicendo niente di troppo nuovo sul rapporto tra effimeri e immortali.
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    The Zygon Invasion è un episodio ambivalente: per metà è perfettamente immerso nella continuity della serie più serrata, ponendosi come "sequel" della sottotrama vista in The Day of the Doctor (ho ovviamente adorato l'intro in cui si rivedevano alcune scene-chiave dello speciale in questione), dove assistevamo al patto di "tacita e reciproca sopportazione" tra umani e Zygon, e riprendendo la Unit, Oswin Osgood e quant'altro.
    Per l'altra metà, proprio in virtù del tipo di nemico rappresentato dai mutaforma rossicci, l'episodio si attesta su una media standard fatta del Dottore che deve impedire l'ennesimo attacco delle ennesime creature aliene.
    Il mio gradimento verso il 9x07 è stato quindi altalenante, alternando momenti di enfasi a momenti di leggera noia. La storia poggia su buone basi, il fatto che non si sappia quale delle due Osgood sia sopravvissuta e il colpo di scena finale su Clara sono due mosse azzeccate e riuscite, ma non riesco ad essere soddisfatto al 100%.
    Trovo poi che il Dottore appaia poco, il che contribuisce a rendere meno coinvolgente la puntata visto che solitamente era proprio Capaldi l'elemento in grado di migliorare un episodio non troppo coinvolgente.
    Ma questa è solo la prima parte, comunque, e la seconda vedrà la collaborazione alla scrittura del buon Moffat, quindi mi aspetto una crescita complessiva della qualità della storia. Anche in considerazione del fatto che, in effetti, lo scenario (il Nigthmare Scenario ;) ) che abbiamo nelle ultime scene è davvero interessante, come ogni preludio all'apocalisse ovviamente ;) Vedremo come se la giocano sabato :)
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  • Notare che a 'sto giro hanno evitato del tutto il "next"
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  • Ha detto tutto Bramo.

    Belle le cose legate alla continuity, i contenuti relativi alla PACE e la questione Osgood che volutamente si confonde con la gemella. Bello anche il Dottore, come sempre, specie adesso che hanno deciso che è un rocker.

    Cacca i colpi di scena, gli andirivieni procedural/militari che ricordano più un episodio delle ultime stagioni di X-Files con Dogget e i Supersoldati, la poca presenza del Dottore, la noia diffusa.

    L'opinione mia resta la stessa che mi porto dietro dall'anno scorso. La serie è in peggioramento costante, purtroppo. L'anno scorso era semplicemente meno brillante e innovativa, quest'anno con il formato luuuuungo in stile Dottore Classico siamo messi piuttosto male. E' lontana la run di Smith purtroppo. Ed è un peccato che la fuffa sia toccata a Capaldi che dopo Tennant, Hartnell, Pertwee e Throughton è il mio Dottore preferito.
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    Può un intero episodio reggersi su 10 minuti di monologo e uscirne vincitore proprio in virtù di quella lunga scena?
    La risposta, alla luce di The Zygon Inversion, è sì. Per i primi 20 minuti del 9x08 infatti non succede molto di succulento: sì, l'inizio con Clara rinchiusa nella propria testa è intrigante e ben realizzato, e successivamente anche il dialogo tra Evil-Clara (aka Bonnie) e quella reale ha avuto il suo pregio. Ma di fatto l'evoluzione del piano di Bonnie e della rivoluzione, per quanto buona nell'idea, mi è parsa messa in scena in modo poco coinvolgente. Perlomeno, io ne ero poco coinvolto.
    Ma poi arriva quello splendido momento in cui Peter Capaldi tocca una nuova vetta nella sua interpretazione del Dottore: un lungo discorso sulla follia della guerra, parlando per metafore, riferimenti, ragionamenti di causa-effetto e ricorrendo tanto a parole taglienti quanto ad una recitazione e ad una mimica davvero d'effetto, che colpiscono dritto all'obiettivo. Non nascondo che l'enfasi con cui il Dottore ha smascherato la banalità del male mi ha emozionato e letteralmente commosso, e questo anche prima che facesse l'ovvio richiamo alla Guerra del Tempo, che ha solo sottolineato ulteriormente quelle sensazioni già provocate.
    Applausi, davvero. Ma non agli sceneggiatori dell'episodio, a Capaldi. E a chi dei due sceneggiatori ha scritto quelle righe del copione, così solenni e delicate. Uno dei momenti più intensi di tutta la stagione.
    Spiace solo che, nel complesso, questa storia degli Zygon sia stata un "vorrei ma non riesco", doveva essere la grande invasione aliena e invece non sono riuscito a percepirla tale per come le due parti dell'avventura sono state gestite. E questo, al di là del magistrale Capaldi, un po' spiace.
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  • Poco da dire, episodio magistrale.

    Che cavolo dici Bramo, è stato bello tutto, dall'inizio alla fine.

    E il motivo penso sia Moffat. L'inizio onirico poteva essere solo suo, con tutti quei giochetti sulle percezioni distorte che tanto ho amato nella sua opera. E poi vabbè il monologo da 10 e lode, con un Capaldi in formissima.

    Il problema è che questo non fa che confermare la struttura delirante della stagione, con gli episodi dispari validi e quelli pari al limite dell'inguardabile. Peccato che questo significhi che nessuna bilogia funziona veramente. Perché c'è poco da dire, l'andamento dello scorso episodio pareva un brutto episodio di X-Files, qui siamo nel miglior Dottore invece. Non si concilia, non funziona questo stiracchiamento.
  • Ma questo era pari :P

    (ah, non sono più verde... avete fatto bene, sono ben poco lucido ultimamente)
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    Ottimo lavoro.
  • Vabbè si è capito, intendevo che i pari sono belli e i dispari sono brutti :P
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    Mark Gatiss firma l'episodio più sperimentale, nella forma, di tutta la stagione: viene utilizzata infatti la tecnica del found footage (i cui più celebri esempi sono The Blair Witch Project e Cloverfield) e in virtù di essa, oltre ad avere un punto di vista diverso dal solito, per quanto non unico, viene eliminata la sigla.
    Sono accorgimenti che modificano sensibilmente la fruizione dell'episodio, per quanto ambientato in un contesto tipico della serie (una base spaziale preda di qualche tipo di mostro/pericolo) , e il risultato è che mi è piaciuto ben poco. Non sono mai stato un grande amante del found footage, e anche in questo Sleep No More non mi sono sentito particolarmente coinvolto dallo stile narrativo. Sì, le scene con momenti di concitazione non mancano e vengono viste in maniera "credibile", e anche la scoperta del Dottore in merito alla provenienza di queste registrazioni è apprezzabile. Ma per il resto mi è parso che questa tecnica aggiungesse poco ad un classico episodio di Doctor Who, anche perché l'escamotage per cui il punto di vista delle riprese deriva da più fonti diventa una furba via di fuga al limite autoimposto.
    I membri dell'equipaggio, purtroppo, restano anonime comparse senza spessore, e anche cose potenzialmente interessanti (ma non nuove nella serie) come il Grant vengono trattate molto poco.
    Il cattivo è efficace, anche se i colpi di scena ad esso legati sono piuttosto telefonati e la sua identità, per quanto pretenda di essere almeno parzialmente celata, diventa ben presto palese. Sicuramente il nucleo centrale sta nella natura della minaccia: l'idea dei Sandmen come mostri nati dalla privazione di sonno è effettivamente evocativa e, essendo inerente ad una cosa con cui tutti abbiamo a che fare nel quotidiano, riesce efficacemente nell'intento di spaventare in modo concreto.
    Poi c'è l'ultima scena del 9x09, che ribalta tutto quanto appena visto. Certe facilonerie narrative vengono giustificate in modo quasi metanarrativo nelle parole che si possono ascoltare negli ultimi minuti, momenti che mettono effettivamente i brividi (che comunque non sono mancati anche prima). L'ultima scena è quella che dà valore, contesto e spiegazione a tutto quanto visto nei 40 minuti di episodio, ed è bella, è quasi geniale per quanto inequivocabilmente furba, ma non mi basta a rivalutare *davvero* tutto il resto dell'episodio. Lo mette sotto una nuova luce, ma rimane una puntata secondo me debole (la peggiore della stagione), proprio perché basa tutta sé stessa sugli ultimi minuti.
    Poi vabbè, Peter Capaldi è sempre in forma, gigioneggia, cita Shakespeare, fa le sue deduzioni perfettamente recitate... Capaldi fa sempre un ottimo lavoro e non è mai in discussione, nemmeno stavolta. Quando parla dritto in camera (e succede almeno un paio di volte, giustificato dal found footage) ha una presenza scenica che metà ne basta. Capaldi salva l'episodio insieme alla sua conclusione, ma fino ad un certo punto.
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  • Prevedibile dall'inizio alla fine ("colpo di scena" incluso).
    Però non mi è dispiaciuto, perché sono un collezionista e il found footage meta(+o-)narrativizzato mancava alla collezione.
    Dunque, fingendo di non aver visto un altro episodio della camera spaziale chiusa poche settimane fa, l'ho trovato accettabile. Sempre meglio della ragazzina che si atteggiava a donna formosa e provocante di tre puntate fa, quella veramente inaccettabile. E forse meglio anche della doppia Zygon, composta da vari elementi apprezzabili o belli ma complessivamente dai, che ronfata.

    Cribbio, le prime due doppie mi erano piaciute... possibile che 'sto Groodon debba avere sempre ragione? :ops:
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    Ottimo lavoro.
  • Grrodon non ce l'ha mica fatta, sto giro.

    L'episodio l'ha tramortito, lasciato malconcio, poi lui poveraccio provava a rialzarsi, a riaprire gli occhi, ma lo stordimento non cessava, peggiorava sempre più. E infine l'oblio.

    Direi che no, possiamo girarcela e rigirarcela come vogliamo. Ma no.

    La serie è tracollata, e direi che ormai è un fatto, non solo una lamentela di Grrodon. Una stagione di bilogie allungate e poi uno one shot che prende i peggio difetti della serie e li esalta non è la mia idea di intrattenimento. E la cosa brutta è che questa percezione di qualcosa che non va ho iniziato ad avercela sin dal primo episodio della stagione scorsa.

    The Time of the Doctor ha chiuso non solo la run di Smith, ma proprio una stagione creativa per la serie. E il povero, ottimo Capaldi se l'è presa sonoramente nel culo.
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    Are you ready to Face the Raven?
    Se dovete ancora vedere il 9x10 di Doctor Who, il consiglio è di prepararsi ad un episodio decisamente ricco di elementi interessanti.
    La storia, innanzitutto. Abbandonate base spaziali o sottomarine, misteri della camera chiusa e mostri della settimana, l'episodio di questa settimana miscela alcune delle influenze di queste tipologie narrative ampliandone il senso, e catapultando il Dottore e Clara in un posto che non ha il mostro della settimana... ne ha 72. E neppure una di queste creature è il problema da risolvere o il nemico da sconfiggere.
    L'idea alla base del racconto è che a Londra (come, si presume, in altre città) ci sono delle strade nascoste all'occhio umano, dei vicoli celati in piena vista che portano a "sottocittà" in cui trovano rifugio alieni, reietti e persone ai margini. Lo spunto è affascinante, almeno per me: d'altro canto sembra preso paro paro da Nessun Dove, romanzo e serie televisiva scritti da Neil Gaiman, una delle storie migliori a mio avviso realizzate dallo scrittore britannico dove si presumeva che esistesse una "Londra di sotto" popolata dagli essere più strani, e che viveva a stretto contatto con quella normale, pur nascosta. Non è un caso se quindi un'idea tanto simile abbia risvegliato interesse in me, specie considerando che anche alcuni elementi magici di Harry Potter (Diagon Alley, ma anche la casa dell'Ordine della Fenice per citare solo due esempi) si basano su questo assunto.
    L'estetica con cui questa strada viene rappresentata, poi, è altamente d'atmosfera: un aspetto a metà tra il borgo medievale e una città settecentesca è forse banale come setting, ma funziona perfettamente.
    Torna poi [spoiler]Ashildr, ormai ufficialmente ribattezzata Me[/spoiler], che per la terza volta appare in un'epoca diversa e in ruolo e costume diversi. Credo che questa versione sia quella che apprezzo maggiormente per connotare il personaggio: il vestito la fa apparire più adulta rispetto alle precedenti incursioni, e anche le espressioni e la recitazione aiutano in tal senso, regalandoci un personaggio ancora più profondo di quanto non fosse in [spoiler]The Woman Who Lived[/spoiler].
    Trovo che rendere [spoiler]la Williams[/spoiler] così frequente e importante nella storyline del Dottore sia una gran mossa, uno dei meriti principali della nona stagione, sia per la performance dell'attrice sia per il personaggio in sé, estremamente ambiguo: è assai pericolosa e non si fa scrupoli a tramare contro il Dottore, ma non è un vero e proprio "cattivo".
    Ho amato anche il Corvo, e il suggestivo sistema di morte che esso porta collegato ai tatuaggi.
    Mi è piaciuto poi che la storia appaia a metà episodio quasi come un giallo (c'è stato un omicidio e il buon Rigsy, spalla di Clara in Flatline dell'anno scorso, è accusato di essere l'assassino), ma che non voglia davvero esserlo, perlomeno non nel senso istituzionale del termine. Perché ovviamente il Dottore indaga, come del resto fa sempre, solo che deve scoprire cos'è che non torna nella vicenda.
    Siamo in quella che viene denominata una "strada trappola", in fondo... cosa ci suggerisce questo?

    La sceneggiatrice è brava nel dissimulare continuamente che il cuore e l'obiettivo dell'intrigo è proprio l'indagatore, il protagonista. Anche se gli indizi non mancano, prima fra tutti proprio l'ambiguità di [spoiler]Me[/spoiler], la puntata offre così tante suggestioni che si resta rapiti da mille cose, fino ai 10 minuti finali, dove i nodi vengono al pettine e dove... [spoiler]muore Clara.
    E muore senza senso.[/spoiler] O meglio, in modo perfettamente sensato con la china che ha preso da un po' di tempo a questa parte il personaggio: l'avventatezza, la sicumera, quel certo "so-tutto-io" che le accusavo da tempo e che, alla fine, [spoiler]l'ha portata al destino peggiore[/spoiler].
    Un colpo di scena che in realtà si era intuito da un po', che potrebbe sembrare quasi "sciocco" per come gestito ma che in realtà, come detto sopra, ribadisco che mi è sembrato coerente con la china presa dal personaggio. [spoiler]E, per quanto ormai il personaggio mi avesse stufato, il fatto mi ha commosso abbastanza.[/spoiler]

    Come se tutto questo non bastasse, il finale ci mostra come questo terzultimo episodio non fosse altro che un pre-finale, una preparazione all'epilogo che occuperà i prossimi due episodi, e in cui davvero può succedere di tutto.
    Soddisfatto? Soddisfattissimo!
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  • Il Dottore a Diagon Alley? Caruccio assai, devo dire. Non che il giallo imbastito mi abbia fatto impazzire, ma quando tutte le carte sono in tavola e avviene ciò che avviene, bé ovviamente non si può restare indifferenti.

    [spoiler]Ma quindi come valutarla questa Clara? Per quel che mi riguarda un personaggio molto pasticciato. Partito in un modo, era stato condotto alla sua risoluzione nel miglior modo possibile nell'arco di una mezza stagione. Poi ecco un altro arco, riuscito un po' peggio... che conduceva a uno speciale Natale che offriva un'altra risoluzione che poi invece era tutto un sogno. E poi ancora Clara per un'altra stagione, la sua peggiore... che l'ha portata ad un'altra risoluzione ancora, coerente con quanto visto dall'inizio dell'anno, ma nemmeno troppo gloriosa diciamo. L'hanno un po' stressata questa Clara e quando ha iniziato a mostrare la corda come personaggio, l'hanno buttata via facendola morire per errore. Uhm.[/spoiler]
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    La settimana scorsa sentenziai che avevamo avuto il miglior episodio del Dottore delle ultime due stagioni.
    Ora mi tocca sovrascrivere quel commento, visto che Heaven Sent dà le piste perfino all’ottimo Face the Raven.
    In realtà potrebbero quasi stare sullo stesso piano, visto quanto sono diversi per tipologia e costruzione: agli spazi aperti e quasi magici del 9x10 si contrappone un unico luogo d’azione, chiuso, dove il Dottore è solo insieme alla creatura che lo minaccia. Non c’è Clara, non c’è nessun personaggio occasione che può spalleggiare il Dottore.
    In realtà, però, proprio per via dello “one man show” del 9x11, quest’ultimo episodio si erge e svetta sopra al precedente, grazie alla raffinatezza dell’intreccio, alla qualità dei dialoghi/monologhi e soprattutto grazie alla bravura artistica e recitativa di Peter Capaldi, che qui offre la sua migliore performance di questi due anni.
    L’attore riesce infatti a trasmettere al personaggio tutta la fatica, la disperazione e la paura del Dottore in uno dei momenti più critici per lui, dove le vie di fuga sono azzerate e dove è completamente da solo con sé stesso. Addirittura dove si chiede perché lui deve sempre vincere, perché ha questa responsabilità a cui tenere testa, ricordando da vicino il Paperon de’ Paperoni dell’undicesimo capitolo della $aga di Don Rosa.

    Passando alla trama, solo all’apparenza complessa ma in realtà molto lineare – dal momento che nel corso dell’episodio vengono forniti indizi anche abbastanza espliciti per svelare il colpo di scena finale – , i riferimenti sono altri ancora. Personalmente ho trovato infatti forti connessioni con The Prestige di Christopher Nolan e con La Torre Nera di Stephen King, quest’ultima sia nel complesso della serie di 7 romanzi, sia per quanto riguarda la conclusione della saga nell’ultimo, omonimo libro.
    Entrambi i rimandi emergono ovviamente solo negli ultimi minuti, quando viene chiarito quello che era un sospetto piuttosto chiaro fin d metà episodio circa. Attenzione, però, il fatto che si possa intuire prima della fine la “chiave del mistero” non toglie valore alla sceneggiatura, scritta da uno Steven Moffat più in forma che mai che dimostra ancora una volta come prendendo spunti già utilizzati da altri narratori sia possibile amalgamarli insieme per creare qualcosa di nuovo ed entusiasmante, e coerente con la serie che si sta curando.
    Gli indizi messi nel posto giusto, il fatto che tutti gli elementi vadano al posto giusto a fine episodio (segno che la sceneggiatura funziona come un orologio) e quel senso di ciclicità ansiogena rendono la scrittura della puntata degna di ammirazione.

    Indipendentemente dall’episodio finale del prossimo sabato, che si prepara ad essere qualcosa di epico e che probabilmente alzerà nuovamente l’asticella qualitativa complessiva, Heaven Sent resta qualcosa di impareggiabile proprio per l’assoluta particolarità dell’episodio, che difficilmente avrà repliche e che probabilmente nessun Dottore precedente (con l’eccezione, forse, di John Hurt) avrebbe saputo reggere in maniera tanto intensa.
    Applausi e inchini.
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