[Ricky Gervais] Extras (BBC)

Ancora poco conosciute nel nostro paese, le serie inglesi rappresentano un ottimo punto a favore dei sostenitori della monarchia!
  • Spero di esser stato bravo a farvi venire voglia :)
    Eldar - Ettore - Dice
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    Uops, grazie!
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  • Ettore mi aveva messo la pulce nell'orecchio riguardo a questa serie, quando postò qui sopra il suo commento, e avevo quindi tenuto in considerazione la serie per quando avessi avuto modo e tempo di vederla.
    Negli scorsi giorni, anche in considerazione del fatto che è piuttosto breve, me la sono divorata e devo dire che si è rivelata una piacevole sorpresa, una serie che parte come prettamente comica per diventare poi qualcosa d'altro.
    Non solo: una serie che apparentemente vuol solo fare un po' di satira sul mondo della recitazione, ma che in realtà sta cercando di parlarti anche e soprattutto di altro.

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    Ricky Gervais è stato una rivelazione: lo conoscevo solo di nome, così come conosco solo di fama The Office (la serie che l'ha portato al successo, e dove recitava anche Martin Freeman), ma pensavo fosse un attore comico come tanti. Qui ha dimostrato invece di essere qualcosa di più, un autore con una marcia in più oltre che un buon attore. Ecco, nella performance recitativa non mi ha entusiasmato esageratamente, ma si difende bene. Devo dire che sentirlo doppiato con la voce italiana di Jim Carrey mi ha un po' spaesato all'inizio, ma poi ci ho fatto l'abitudine e anzi era anche adatta. C'è da dire che nella prima stagione si fa certe risatone in certi punti che pensavo fossero un'esagerazione di doppiaggio, ma poi nei contenuti speciali del cofanetto lo senti ridere in inglese ed è uguale :P

    Ecco, partiamo dai contenuti speciali. Ricky Gervais e Stephen Merchant (co-soggettista, co-sceneggiatore e co-regista della serie insieme a Gervais, e che con il protagonista ha collaborato allo stesso modo anche per The Office e altri prodotti, sia televisivi che cinematografici) parlano della genesi e della natura di Extras, dicendo ad un certo punto una cosa interessante: la stampa si focalizzava sulle special guest star che comparivano in ogni episodio, ma il cuore della storia era l'amicizia tra Andy Millman e Maggie Jacobs, due comparse che cercano di sfondare nel mondo della recitazione ma intanto per sopravvivere si adattano a fare da figuranti sullo sfondo di piccole e media produzioni. Maggie peraltro è una ragazza caratterizzata benissimo: di base piuttosto stupida come persona, dimostra però di avere un cuor d'oro e di essere semplicemente ingenua e malinconica. Trovo che sia stato fatto un buon lavoro su questa atipica spalla del protagonista, che è invece il prototipo del wannabe sfortunato fino all'inverosimile.

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    La cosa è vera solo in parte nella prima stagione: l'amicizia tra i due protagonisti c'è e sicuramente costituisce una componente importante nei primi 6 episodi della serie, ma in realtà trovo che in quelle puntate il cuore sia il mondo dello spettacolo: certo è sbagliato focalizzarsi solo sugli attoroni ospiti, ma le loro interpretazioni paradossali e grottesche servono proprio a mettere in risalto l'assurdità e l'alienazione che il successo delle telecamere può portare. Vedere Kate Winslet che recita in film sull'Olocausto solo perché possono permetterle di vincere l'agognato Oscar, o Ben Stiller che vuole fare un film su una vera storia di guerra ma poi si rivela un borioso tronfio del suo successo, piuttosto che un irresistibile Patrick Stewart intento a promuovere un suo copione che è in realtà un pretesto per vedere donne nude sono tante situazioni che fanno ridere e sorridere, ma che al contempo possono testimoniare come quello sia un mondo folle e completamente distante dalla vita dei protagonisti della serie, gli extras appunto.
    Alla fine del sesto episodio c'è un accenno maggiore al peso che l'amicizia tra Andy e Maggie ricopre nella storia, che sarà poi maggiormente approfondita nella seconda stagione, che cambia le carte in tavola. Andy infatti "sfonda", riuscendo proprio grazie all'interessamento di Patrick Stewart a proporre e a vedersi approvare dalla BBC la sceneggiatura per una sit-com, dove reciterà da protagonista. Ecco, qui i rapporti tra i due personaggi diventano più complessi perché non condividono più il ruolo di comparse, e quindi più approfonditi, ma aggiungendo il fatto che la produzione impone dei cambiamenti al copione di Andy inserendo tormentoni, parrucche e quant'altro e trasformando così il prodotto che aveva in mente il protagonista in una squallida serie di comicità greve che acquista un grandissimo numero di spettatori, guadagnando però solo critiche negative dalla stampa specializzata.

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    È in questa seconda stagione che Extras si avvicina molto, come concetto e intenti, al Boris delle ultime due stagioni: la guerra di Andy alla comicità di più basso livello è parente stretta di quella di René contro l'infima qualità della fiction italiana, rafforzando al contempo però l'attenzione sul personaggio di Maggie, che da sola diventa facile preda di quelle delusioni e di quelle sfortune dalle quali in passato Andy l'avrebbe tolta. L'eccezione è data dall'episodio centrale di stagione, dove Andy recita una piccolissima parte in in film fantasy dove Maggie fa la comparsa, episodio che da questa base può ricreare le condizioni della prima stagione. La guest star è Daniel Radcliffe, che è uno dei migliori ospiti della serie per come viene rappresentato: il "complesso del ragazzino buono" derivato dal personaggio di Harry Potter viene qui combattuto dall'attore, che cerca di fare il playboy a tutti i costi millantando esperienze da vero uomo, salvo poi scappare dalla mamma quando le cose si complicano. Scene epiche.
    Gli altri attori famosi in questa stagione non riescono a fare altrettanto, o a replicare certe genialate della prima: Orlando Bloom, pur simpatico nel suo voler essere il più bello di tutti, non dà un vero apporto all'episodio, e così nemmeno David Bowie o Chris Martin, il quale però mi ha fatto molto ridere nel suo utilizzare gli spot di beneficenza per pubblicizzare i dischi dei Coldplay :P Diciamo che la sua presenza è funzionale a fare la parte del personaggio famoso che compare nella sit-com per cercare di fare un salto di qualità impossibile.
    La vera guest di un certo peso narrativo è Sir Ian McKellen, che nel brillante dialogo che Ettore ha linkato qui sopra offre una bella lezione di recitazione :) E che è un mito, esattamente come già si sapeva!

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    A chiudere la serie c'è uno speciale natalizio di un'ora e venti minuti, mai tradotto e mai arrivato in Italia nemmeno nei cofanetti dvd.
    Il che è un peccato, perché il sesto episodio della seconda stagione è una puntata normale della serie, non offre una degna chiusura alla storia di Andy che, a dispetto delle premesse, ha conosciuto una certa evoluzione a partire da quando recita nella sua sit-com. I toni melanconici sono aumentati di pari passo con la frustrazione di Andy nel venir stroncato dalla critica ogni settimana, e le delusioni professionali iniziano ad avvelenare sia l'animo del protagonista che la sua amicizia con Maggie.
    Lo special riparte proprio da questa situazione: Andy si trova un nuovo agente, chiude la sit-com scrivendo una puntata conclusiva e cerca di sfondare nel mondo del cinema e con una produzione seria, che conti e che testimoni che lui è qualcosa di più di un comico a base di tormentoni sciocchi per pubblico becero. Ma da quando non interpreta più la sua serie la fama inizia a calare, la gente si scorda di chi è e nessuna importante produzione lo chiama. Andy diventa sempre più intrattabile ed egoista, e trascura Maggie, che nel frattempo ha deciso di non piegarsi più alle vessazioni e alle umiliazioni che infliggono alle comparse adeguandosi e pulire bagni e pavimenti per sopravvivere, nell'indifferenza dell'amico che quasi ignora tale situazione.
    Il senso di frustrazione, impotenza, mondo che cade a pezzi attorno ai protagonisti e crudeltà ("Life's cruel" è una frase ricorrente del maxi-episodio) contribuiscono a rilanciare i toni meno divertenti che si iniziava in parte a respirare prima: ma mentre nella serie canonica l'ironia non mancava comunque, anche se magari più amara che agli inizi, qui è praticamente scomparsa del tutto, trasformando quasi lo show in qualcosa di differente, almeno nella forma. Non c'è spazio per ridere, in questo affresco di solitudine, incomprensioni e insuccessi.
    Anche gli ospiti illustri, che nella tradizione di Extras non mancano, qui incidono ben poco, e perlopiù sono personaggi qui da noi poco noti: cito solo Clive Owen e David Tennant, qui nei panni del Dottore quando Andy accetta di interpretare la parte di un alieno invasore :P

    Andy dovrà toccare il fondo, accettando di rinunciare ai suoi propositi di diventare attore di opere affermate e di partecipare al Big Brother inglese per riottenere la fama, per capire quanto stia sbagliando nella sua vita e quanto fosse invece importante per lui l'amicizia con Maggie, con la quale si riunirà dopo un discorso graffiante alle telecamere del reality show.

    La serie non sarà un capolavoro immortale, ma ha dimostrato con pochi episodi, un po' di guest star e una certa dose di sana ironia inglese di poter parlare in modo diretto e crudele di quanto possa essere duro e ben poco dorato il mondo dello showbusiness.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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