[Kudos] Broadchurch (ITV)

Ancora poco conosciute nel nostro paese, le serie inglesi rappresentano un ottimo punto a favore dei sostenitori della monarchia!
  • Bello.
    Date retta al buon Bramo, che dice già tutto quel che vale la pena dire di questo buon giallo realizzato dai sudditi di Sua Graziosa Maestà.
    Io posso solo aggiungere che anche gli attori inglesi sono ormai sempre gli stessi. :P
    Qui ritroviamo ben tre personaggi di Doctor Who (oltre a Tennant, ci sono Rory (!) e l'assistente-stronza di Capaldi in Torchwood, ché qui è la nonna buona e umile), David Bradley (che è onnipresente un po' ovunque), Jodie Whittaker (il cui bel visino avevo già visto altrove, e infatti era in un episodio di Black Mirror) e la mitica Olivia Colman, da me già apprezzatissima in Confetti, dove aveva mostrato MOOOLTE (se non TUTTE) le sue qualità. Direi che di Broadchurch, a parte la location e lo stile UK che come al solito spacca il culo in tessera a tutto il globo, ricorderò proprio gli occhioni della Colman.
    Oltre a Tennant, ovviamente (come non essere una fangirl dinanzi ai suoi ciuffi ribelli, alla sua barba incolta e al suo stile recitativo).
    Promosso anche il doppiaggio: durante i primi minuti mi ha infastidito non sentire Iansante, ma pian piano Max Manfredi mi si è fatto apprezzare, e non poco.

    Dai, fate il sequel, ché io sono già pronto.
    Immagine
    Ottimo lavoro.
  • Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Bramo ha scritto:La seconda stagione inizierà su ITV il prossimo 5 gennaio :)
    L'articolo dice 4 Febbraio, l'hanno spostata?
    :???:
  • Lavi-Schroeder ha scritto:
    Bramo ha scritto:La seconda stagione inizierà su ITV il prossimo 5 gennaio :)
    L'articolo dice 4 Febbraio, l'hanno spostata?
    :???:
    Hai ragione, però nel trailer (contenuto nello stesso articolo) viene indicata la data del 5 gennaio per la premiere della seconda stagione, data confermata anche dalla pagina Wikipedia inglese. Ritengo quindi che abbiano sbagliato a trascrivere la news quelli di ComingSoon...
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  • max brody ha scritto: Dai, fate il sequel, ché io sono già pronto.
    E il sequel, come anticipavo nei post qui sopra, è alfine arrivato.
    Lunedì sera, in Inghilterra, è stato trasmesso l'episodio 2x01 e personalmente l'ho trovato ottimo.
    Non sapevo bene cosa aspettarmi dalla seconda stagione di una serie che aveva trovato perfetta conclusione in sé stessa negli 8 episodi della prima stagione. In giro leggevo che si sarebbe visto il tentativo di ripresa di una cittadina turbata da un evento così drammatico, e la cosa mi andava bene perché - Tennant o non Tennant - avrei malsopportato un nuovo omicidio su cui i due detective protagonisti devono indagare. La classica forma procedurale da un caso alla settimana è stata sconsacrata dalla forma stessa di Broadchurch, e sarebbe davvero stata una caduta di stile.
    Il risultato finale è ben più complesso, però, del semplice mostrare la ripresa della vita tranquilla nel paese. Questo elemento c'è, chiaramente, ed è trattato con grande delicatezza e umanità, le stesse che ho ritrovato in vari momenti della scorsa season. Ma le cose non sono così semplici, visto che l'assassino del ragazzino [spoiler]decide di ritrattare la sua confessione vista nello scorso episodio dichiarandosi non colpevole al processo[/spoiler]. La cosa scuote profondamente tutti, e entrano in scena due agguerrite avvocatesse per accusa e difesa del processo che, inevitabilmente, andrà per le lunghe e sarà quindi il filo rosso della stagione.
    Ma non è solo questo l'elemento di interesse di questo primo episodio: c'è anche un'altra sottotrama di peso, e ha a che fare con Sandbrook. Evvai! Temevo che gli autori considerassero l'indagine che Alec aveva condotto prima di venire a Broadchurch chiusa con la tristissima confessione che aveva rilasciato ai due giornalisti di paese nell'1x07, nonostante il caso fosse letteralmente in sospeso. Qui torna in primo piano, e un nuovo elemento che viene alla luce è capace di dare un nuovo senso alla venuta stessa di Alec nel paese.

    Insomma, la tavola è apparecchiata con una grazia impareggiabile, completamente inglese: solo degli sceneggiatori dotati di forte sensibilità avrebbero saputo continuare degnamente e senza forzature una storia che pareva conclusa. E ci riescono, limitandosi a seguire l'andamento degli eventi nel modo più naturale possibile, come se fosse uno sviluppo della vita reale.
    L'umanità dei personaggi è poi ancora una volta il fiore all'occhiello del prodotto: sui tutti i due protagonisti, l'Alec di David Tennant in particolare, ma anche i vari comprimari (i genitori della vittima, l'assassino, il prete ex-Rory) fanno trasparire in modo sentito e credibile i sentimenti in gioco.
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  • Il 2x02 pare avere un po' meno mordente del precedente episodio: passato lo shock per la mancata confessione di Joe Miller, ora è tempo di seguire la storia come se fosse un legal-thriller raffinato, alla John Grisham. La vecchia avvocatessa tornata in attività proprio per questo caso, dalla parte dell'accusa, contro la giovane arrembante pronta a difendere l'innocenza di Miller è una "preparazione di scacchiera" che mi gusta e che già in questo secondo episodio dà modo di osservare alcune schermaglie dialettiche decisamente coinvolgenti.
    Ma è pur sempre dibattito, giuria e aule di tribunale, dopo un po' può stancare: è qui che entra in gioco la seconda componente di questa stagione, l'inchiesta privata che Alec sta portando avanti per risolvere il caso Sandbrook. Lì la situazione si fa un po' più movimentata, visto che entra in scena il marito della donna che il detective sta proteggendo, quello che si pensa essere l'assassino di quell'indagine.
    La cosa riuscita in Broadchurch è come vengono raccontate le emozioni umane: gli ultimi, concitati minuti di questo episodio dimostrano perfettamente questa capacità, intessendo la rabbia e la furia cieca della madre del bambino ucciso - rabbia riversata su Ellie - con il delicato incontro tra la donna protetta da Alec e il marito. Un finale al fulmicotone che dà un colpo forte a tutti i 40 minuti appena visti.
    Bello: si va avanti con interesse molto alto!
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  • Terzo episodio per questa seconda stagione, e continuo ad essere assai soddisfatto del percorso intrapreso dalla serie.
    Certo, ora come ora ritengo che la prima stagione sia migliore e perfetta nella sua autoconclusività, ma il fatto che il proseguimento della serie continua ad apparire così naturale e conseguente a quanto visto l'anno scorso rende quasi "necessario" questo prolungamento, alla faccia del ragionamento che ho appena fatto.
    La scrittura di Broadchurch è una delle opere seriali che più si avvicina all'incedere della vita reale.
    Anche questa settimana si riconferma lo schema già visto nelle precedenti puntate: da una parte seguiamo il processo a Joe Miller, con l'avvocatessa della difesa che torchia senza etica i testimoni di spicco, cioè Alec ed Ellie, e dall'altra guardiamo Alec e i suoi tentativi di venire a capo del caso Sandbrook. La grande fuga che aveva caratterizzato l'adrenalinico finale della scorsa puntata si risolve molto più in fretta del previsto, ma questo non è un difetto, semplicemente una nuova chiave per il protagonista su come affrontare la vicenda: ora, senza più il controllo che aveva precedente sulla testimone che sta proteggendo, tutta diventa più complesso. Specie se il sospettato gironzola ora per Broadchurch e si mette in testa di dimostrare ad Alec di non essere lui l'assassino.
    Inizia a venirmi instillato il dubbio che forse il personaggio di Tennant si stia sbagliando: non dubitavo della sua accusa, in quanto ricordavo bene che nella scorsa stagione aveva parlato di una prova incontrovertibile della colpevolezza del "suo uomo", quella poi trafugata per colpa [spoiler]della negligenza e del tradimento della moglie[/spoiler]. Mi fa molto piacere che la cosa non sia stata dimenticata e che venga qui ripetuta, la cosa mostra rispetto e coesione nella serie e allo stesso tempo permette di smontare - agli occhi di Alec e dello spettatore - la sicumera con cui quella prova sembrava asserire la colpevolezza del sospettato.

    Da notare, infine, che nel pieno rispetto dello stile di questa serie, iniziamo a scorgere alcuni scorci della vita privata delle due avvocatesse, che nascondono entrambe una storia di dolore difficile da gestire e da comunicare a chi sta loro intorno. Stratagemmi che non dubito serviranno per i prossimi episodi e che contribuiscono a rendere umani questi nuovi ingressi nel cast.
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  • 2x04: torna la vecchia inquietante della prima stagione! E serve subito a seminar zizzania, visto che l'avvocatessa della difesa non perde occasione per chiamarla al banco dei testimoni, così che proprio nel finale d'episodio possa lanciare la bomba da colpo di scena... anche se, a onor del vero, dubito che questo sviluppo possa avere dei riscontri reali di qualche tipo.
    C'è altro di interessante, comunque, e non sta nei patemi della madre di Danny o nel padre che non vuol più frequentare il figlio dei Miller, ora che ha una figlioletta nuova di zecca appena nata :P
    No, no, è l'indagine su Sandbrook la cosa più interessante e meglio gestita di questo episodio, più che il processo a Broadchurch che si sta trascinando con l'esasperazione del vero procedimento giudiziario (pur non mancando di tener desta l'attenzione con numerosi cambi di prospettiva, gliene do atto).
    Alec e Ellie si recano direttamente a Sandbrook, dove il detective ha modo di scambiare 4 chiacchiere con la madre di una delle due ragazze, chiacchierata dalla quale emergono nuovi elementi, inediti. Del resto anche lo scontro con il padre Ricky ha il suo perché, e questo viaggetto fuori porta inizia a far affiorare dubbi nella mente di Alec: è davvero Lee Ashworth il colpevole?
    Il weekend a Sandbrook si rivela assai interessante e ben scritto, specie per gli incroci personali di Alec che si coglie l'occasione per mostrare.

    Niente da dire: per quanto il processo continui quel procedimento di messa a nudo di segretini e segretucci da paesino che già era stato messo in moto durante l'indagine della prima stagione (e la cosa continua ad essere antropologicamente interessante), è la cocciutaggine di Alec nel caso Sandbrook ad essere la principale attrattiva di questa season 2. Della quale, ridendo e scherzando, siamo già a metà...
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  • Abbiamo ormai superato la metà di stagione e siamo oltre al giro di boa, con la 2x05.
    Il problema che inizio ad avvertire nella serie è un'eccessiva lentezza nella narrazione. Nella prima stagione non l'avevo avvertita, e non so se dipendeva dall'essersi sparato tutti gli episodi in fila oppure da un fatto oggettivo e strutturale di approccio ai fatti di questa seconda stagione. Fatto sta che il processo va sì avanti, ogni episodio aggiunge testimonianze e punti a favore dell'accusa o della difesa, ma la sensazione è proprio di lentezza. Il che è realistico, intendiamoci :P però boh, alla lunga risulta anche leggermente soporifero, al netto dei colpi di coda nelle testimonianze.
    Ad ogni modo interessanti gli interventi della vecchia pazza e del figlio, ben gestiti.
    Più intriganti il recupero del caso Sandbrook: ora poi che Ellie si è fatta coinvolgere in pieno, le cose iniziano ad approfondirsi in maniera interessante. Gli intensificati rapporti con Lee Ashworth e con Ricky, il padre della ragazzina uccisa, risultano illuminanti. E anche la complicata situazione emotiva della moglie di Lee è ben trattata. In generale insomma si inizia a capirci qualcosa di più nella complicata indagine, e questo è bene.
    Ciò che catalizza maggiormente l'interesse, comunque, restano i risvolti umani: il figlio di Ellie così deluso dai genitori da non sapere bene a che santo votarsi, tanto da decidere di intervenire al processo per testimoniare a favore del padre; il figlio dell'avvocatessa della difesa che se la passa male in galera; e Alec Hardy, aka il buon Tennant, che continua a stare sempre peggio di salute in un momento cruciale per l'indagine e per il processo.
    Tennant giganteggia su tutti quanti, come attore: resterei ore a guardarlo :)
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  • È una buona puntata, la 2x06 di Broadchurch.
    Il processo, grazie alle testimonianze del figlio dei Miller e del padre di Danny si fa più emozionate e quindi meno soporifero nel suo svolgimento. Si sente finalmente il polso del legal-thriller che ti coinvolge e ti tiene sulle corde anche se stai vedendo gente che parla, da ferma, in un'aula di tribunale.
    Anche il caso di Sandbrook subisce una discreta accelerata, visto che si approfondisce (finalmente!) la storia del ciondolo, la "pistola fumante" di cui si era accennato fin nel penultimo episodio della scorsa stagione e che era stato l'oggetto della scandalo, il cui smarrimento aveva fatto saltare l'indagine intera. Finalmente si arriva a capire *chi* lo fece sparire, e ora come ora i sospetti su chi potesse essere l'assassino puntano verso una certa persona... solo che, come giustamente dice Alec/Tennant, siamo al punto in cui tutti sembrano nascondere qualcosa e quindi chiunque dei coinvolti potrebbe essere colpevole, dai genitori delle vittime a Lee per arrivare a sua moglie.

    È un episodio molto forte anche sotto il profilo dei sentimenti umani, su cui questa serie fa sempre un lavoro raffinato. Il rapporto tra Ellie e il figlio, quello tra Alec e l'ex moglie, il matrimonio sotto stress dei Latimer, le difficili vicende personali che coinvolgono le persone care delle due avvocatesse... tutto viene gestito con la solita umanità e partecipazione che rende i personaggi realistici e credibili.

    Se c'è un difetto nell'episodio è che si vede poco Tennant: con la scusa dell'intervento per inserire il pacemaker al personaggio, ci si è concentrati sugli sviluppi dei due casi lasciando out of screen il protagonista. Il che è sempre un peccato! Mancano due episodi, mi auguro che recuperino, oltre che risolvano in modo degno entrambe le vicende in ballo :)
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  • 2x07: ad un passo dal season finale!
    Eppure tutto resta fumoso, forse troppo: Alec e Ellie scoprono il collegamento tra la moglie di Lee e Ricky Gallepsie, padre delle ragazzine scomparse a Sandbrook... ma per ora è un collegamento di cui non sanno bene cosa fare.
    Alec crede che sia Claire, la moglie che Lee che ha nascosto e protetto per mesi, l'assassina; poi no, torna a credere che sia Lee. È probabile che abbia tirato le fila della situazione una volta per tutte, nella sua testa, ma per ora noi spettatori siamo nella situazione di stallo in cui eravamo già dalla scorsa settimana, quando il sospetto su Claire si era materializzato in maniera piuttosto forte.

    Se Sandbrook piange, Broadchurch non ride! Il processo è sempre avvincente nel modo in cui gli autori lo mettono in scena, ma dopo 7 puntate è inevitabile avvertire una sorta di stanchezza nel seguire il caso giudiziario. Anche se al banco dei testimoni viene chiamata ancora Ellie che sclera :P
    Il cliffhangerone, dopo che la giuria si è riunita, in cui l'esito del verdetto viene rinviato all'ultimo episodio me lo aspettavo, ma non credevo lo mettessero davvero in pratica. Bastardi :P

    Ma ancora una volta Broadchurch vince sul lato delle emozioni umane: l'avvocatessa dell'accusa che confessa il suo amore per l'amica giornalista, il lutto dell'avvocatessa, i problemi dell'avvocatessa col figlio pestato in carcere, il matrimonio dei Latimer allo sfascio, quello tra Claire e Lee pure e con pesanti segreti che si porta dietro... e la cocciuta, disperata ostinazione di Alec Hardy nel risolvere il caso Sandbrook.
    Settimana prossima si chiude, con già in tasca la certezza di una futura terza stagione comunque. Ad ogni modo confido che, nonostante questa sicurezza, gli autori abbiano il buon gusto e l'eleganza - finora sempre dimostrate - di chiudere sia il processo sulla morte di Danny che il caso Sandbrook con l'episodio 2x08. Confido che sappiano costruire una season 3 credibile, dignitosa e non forzata anche con un caso creato ex novo: in questa stagione è stato lodevole proseguire naturalmente gli eventi come conseguenza di quanto visto nei primi 8 episodi della serie, ma tirare avanti anche con uno solo due due casi per un'altra stagione rischierebbe seriamente di tendere troppo la corda, fino a spezzarla.

    Per concludere, questo settimo episodio non è certo tra i migliori: non è una colpa, soffre necessariamente della sua posizione da "quiete prima della tempesta", da preparazione del terreno agli eventi del finale di stagione. È quasi fisiologico che crei una situazione quasi di stallo, di attesa... e considerando che comunque sotto il punto di vista umano la narrazione prosegue in maniera soddisfacente, non si può dire che la puntata non faccia il suo lavoro.
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  • Bramo ha scritto: [...] questo settimo episodio non è certo tra i migliori: non è una colpa, soffre necessariamente della sua posizione da "quiete prima della tempesta", da preparazione del terreno agli eventi del finale di stagione. È quasi fisiologico che crei una situazione quasi di stallo, di attesa... [...]
    Io questa sensazione me la trascino dall'inizio della stagione, che trovo sia compromessa da un bug fondamentale: tutti gli elementi che sono tirati in ballo nel processo, specialmente ad opera della difesa, mettono sì in chiaro come il caso sia stato costruito con gran cura a partire dalla stagione precedente, ma... sono già noti allo spettatore. Nel momento in cui il meccanismo di "ripescaggio" diventa chiaro, cioè da subito, il processo non diventa altro che un'attesa del momento in cui la difesa tirerà fuori quel fatto imbarazzante a cui i personaggi hanno preso parte nella prima stagione. Fin dall'inizio lo spettatore sa chi e cosa sarà ripescato e usato contro i "buoni" e in tal senso non c'è nessuna sorpresa, mentre è degna di biasimo l'imbarazzante facilità con cui le prova a favore dell'accusa sono messe in secondo piano - per facilitare presumibilmente un verdetto di non colpevolezza. Il processo è una buona idea, specialmente se lo scopo (e qui ipotizzo a ruota libera) è mostrare la fragilità del sistema giudiziario e magari proseguire con una terza stagione a tema "mi faccio giustizia da solo", ma sia che il verdetto sia di colpevolezza o di non colpevolezza una volta che il meccanismo è scoperto trascinarlo per otto episodi è insostenibile. Insomma una buona idea, ma giocata male: a parer mio sarebbe stato più interessante chiudere il processo a metà stagione, o magari instillare nel pubblico da casa come nella giuria il tarlo che forse la versione dei fatti che è stata data per certa non corrisponda davvero alla realtà.

    Ho perplessità anche per il caso di Sandbrook, che però a differenza di quello di Broadchurch non mette in scena personaggi particolarmente piacevoli e, inoltre, non mostra progressi significativi nel corso della stagione.

    Si quindi secondo me dal lato umano come diceva il buon Bramo Broadchurch continua a funzionare molto bene, ma dal punto di vista procedurale fa parecchio acqua.
  • Closure?

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    Il sospetto che ho cullato nel corso della stagione 2 di Broadchurch è diventato triste realtà: chi ha realizzato la serie si è scordato che dall'altra parte dello schermo c'è un pubblico di spettatori. Dopo aver trascinato un caso giudiziario privo di sorprese per una stagione intera il caso di Broadchurch si conclude (si spera solo temporaneamente) non solo senza nessuna chiusura nè catarsi, il che non è di per sè condannabile, ma con un'improbabile lezioncina moraleggiante che dovrebbe rappresentare una vittoria ma risulta semplicemente ridicola.
    Ci sono echi di Amabili Resti nel modo in cui la tribolata vicenda di Danny giunge a compimento, il che è molto positivo: un omicidio orrendo che tuttavia riesce in qualche modo a riavvicinare una comunità o perlomeno un gruppo di persone, nonostante l'omicida rimanga a piede libero. Di per sè si tratterebbe di una conclusione tristemente verosimile e vagamente poetica, non fosse che la messa in scena compromette tragicamente e retroattivamente il più grande pregio di cui Broadchuch poteva vantarsi fino a questo momento: l'uso dei personaggi, delle loro reazioni e dei loro sentimenti. Non c'è modo nè ora nè tra un milione di anni o in un miliardo di universi paralleli in cui io, spettatore, possa credere al teatrino messo in piedi dalla famiglia e dagli amici di Joe Miller per convincerlo a togliersi dai piedi alla fine della puntata.
    Un BAN? Seriamente? Per l'assassino di un bambino che ti trolla in faccia senza ritegno, un ban è quello che per lo spettatore dovrebbe rappresentare un epilogo soddisfacente? Un ban concepito di comune accordo tra tutte le persone la cui vita è stata rovinata per sempre da una persona che non mostra nessun segno di pentimento? Delirio puro. Ribadisco che il problema non è l'assenza di una punizione per l'assassino, che è anche realistica: è che il tutto passi per la miglior conclusione possibile, che tutti siano d'accordo e si accontentino di tenere il broncio a un assassino di bambini. Hurley con le cuffie non ce lo mettiamo?
    Hardy in tutto ciò non ci fa una figura migliore: ha passato due anni a struggersi su un caso quasi lasciandoci le penne e quando gli capita la stessa cosa che fa? "Bè ciao, è stato un piacere" senza neanche preoccuparsi di cosa sia successo a Joe?

    Naturalmente non è detto che questa sia la fine finale del caso di Broadchurch, considerando la conferma di una terza stagione. Il punto è che se lo è è un finale pessimo e se non lo è è un finale di stagione pessimo: qualunque sviluppo giunga in seguito non potrà mai cancellare una finale sbagliato come questo, un finale che sa di danno e di beffa tanto per i personaggi quanto per lo spettatore e che viene inspiegabilmente venduto come una conclusione accettabile. Non come il tragico epilogo di una vicenda torbida, non come una riflessione sulla giustizia legale o casalinga, ma come qualcosa che VA BENE COSÌ. Temo che quello dei finali fallaci rimarrà il trend di tutta la serie, anticipato dall'improbabile finale della prima stagione (mai realmente approfondito, altra grave carenza) e confermato ora: Broadchurch ha ottime basi ed interpreti eccellenti, ma crolla su sè stesso nel momento in cui tira le fila, dal punto di vista prettamente procedurale nella prima stagione e, purtroppo, anche personaggistico nella seconda.

    Per quanto riguarda il caso di Sandbrook... Bè, onestamente non me ne è mai fregato niente per tutta la stagione, c'è stata una piccola sorpresa nel finale (anch'essa messa in scena in maniera estremamente goffa) ma nulla che sia in grado di farmelo apprezzare col senno di poi.

    Insomma nonostante l'ottima intuizione sulla quale si basa la seconda stagione è un fallimento su tutta la linea, e ci vorrà davvero un GRAN lavoro per risollevare le sorti di questa serie dopo un capitombolo del genere.
  • Io sono un po' meno critico di Dapiz :P

    Sarò un semplicione, sarò il solito buon Bramo ingenuo, ma io non me l’aspettavo che [spoiler]la giuria dichiarasse Joe Miller non colpevole[/spoiler]. Forse era prevedibile, invece, seguendo l’osservazione di Dapiz di settimana scorsa, che vedeva questa stagione come un’accusa alle contraddizioni del sistema giudiziario, ma mi ha comunque sorpreso.
    Come avevo invece previsto, quest’ultimo episodio dedica gran parte del minutaggio al caso di Sandbrook, che viene finalmente risolto e chiuso, per la gioia e la salute di Alec Hardy :P
    Le scoperte compiute negli scorsi episodi avevano contribuito fortemente a fornire un’idea piuttosto chiara di come erano andate le cose, per esempio il coinvolgimento del padre Ricky, ma vedere esattamente cosa'è successo con i propri occhi e attraverso le confessioni degli implicati è certamente tutta un’altra cosa, anche perché finalmente si capisce l’esatto procedere degli eventi e si possono attribuire colpe specifiche dei fatti.
    Per quanto riguarda l’assassinio di Danny, era scontato che la giustizia che i cittadini di Broadchurch volevano non sarebbe stato l’omicidio, che avrebbe gettato una luce sinistra su una serie che non possiede quel tipo di atmosfere. Sì, l'idea dell' "esilio" non è un granché ma, una volta che la giustizia ha toppato o lo uccidevano oppure non vedo molte altre alternative plausibili. L'unica era cacciarlo dalle loro vite, dalla vita nel paese e soprattutto impedirgli di vedere i figli.
    Peraltro, nonostante i depistaggi della causa legale, io non ho mai dubitato che Joe fosse effettivamente l'assassino; ma qualcuno evidentemente sì, stando a questo pezzo in cui lo sceneggiatore stesso lo specifica.

    Nel complesso, questa seconda stagione mi ha soddisfatto meno della prima: troppe lungaggini e noiosaggini nel seguire il processo, e l’indagine parallela di Alec salvo rari casi è portata avanti in modo frammentario con pochi sbocchi inediti che non comprendessero i 3 maggiori implicati nella faccenda.
    Se alla fine della scorsa stagione l’identità dell’assassino fu una bomba che mi colpì forte e che si riverberava nelle emozioni degli abitanti, entrambe le cose vengono meno nell’analogo episodio di chiusura di questo seguito.
    Il lato umano viene però tenuto ancora in gran conto dagli sceneggiatori, che riescono a costruire personalità credibili in quasi tutti i personaggi coinvolti, anche grazie alle interpretazioni quasi sempre lodevoli degli attori. Quando a metà stagione Alec/Tennant è stato male ho sofferto con lui, quando in questo episodio istigava Ellie a sfruttare la sua rabbia per usarla come spinta mi sono infervorato anch’io!

    E ora “Broadchurch will returns”, che non è una novità visto che era già stata annunciata una terza stagione, ma io continuo a chiedermi il senso di portare avanti una storia chiaramente conclusa, senza effettuare forzature. La seconda stagione, pur con le sue pecche, evolve in modo coerente la storia raccontata un anno e mezzo prima e provvede anche a chiudere quelle sottotrame aperte relative al precedente caso di Alec.
    Ma ora non c’è più niente da evolvere, e non ci sono buchi narrativi da riempire: cosa si inventeranno gli autori? Posso solo confidare che non rovinino un prodotto pieno di dignità e di pregi, pur con i suoi alti e bassi, come ha dimostrato di essere Broadchurch.

    PS: che poi fanculo, basta che ci sia ancora Tennant e mi berrei le peggiori cagate che mi preparano :P
    E sempre l'articolo linkato prima conferma la presenza anche per la terza stagione di Tennant e della Colman, quindi va tutto benone :P
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  • La mia critica è rivolta soprattutto a due questioni:

    1. il processo. Dal mio punto di vista si è trattato di un verdetto inevitabile per come si erano messe le cose: mettendosi nei panni della giuria non sarebbe stato logico giudicare Joe colpevole perchè il giudizio di colpevolezza deve necessariamente essere certo e dovuto a prove concrete, anche se "si sa" chi è stato l'assassino: il sistema legale funziona in questo modo ed è giusto così (suggerisco a tal proposito la visione di questo film). Il problema è che il processo è stato gestito in maniera demenziale tanto in-universe, con forzature grossolanissime e sorvoli di elementi essenziali (per esempio nell'episodio 7 la giuria chiede una foto dalla finestra del capanno, e quello è stato il solo momento in cui ho creduto plausibile un giudizio di colpevolezza, perchè la ricostruzione messa in piedi dalla difesa era assolutamente improponibile) quanto out-universe, come ho già spiegato più sopra. Non mi puoi impostare una stagione su un processo e gestirlo in questo modo: è un errore dilettantesco. Come ho già detto le possibilità erano diverse: chiudere prima il processo e virare su altro, o costringere anche lo spettatore a rivalutare le sue convinzioni, e questo non è stato fatto (certo, qualche genio che ci ha pensato c'è stato, ma d'altra parte che anche chi pensa che alla fine di Lost [spoiler]ERANO TUTTI MORTI!!111[/spoiler], ma non è una cosa intenzionale), e così ci siamo ciucciati una stagione che altro non è che un recap particolarmente frustrante della prima, quasi un clip show :asd:

    2. la coda, ossia dove crolla il castello. Parliamoci chiaro: se l'assassino di tuo figlio viene giudicato innocente, la prima cosa che fai è pensare di ammazzarlo. Indipendentemente dal fatto che sia giusto o sbagliato o che tu autore voglia far intraprendere questa direzione alla tua serie, la reazione istintiva è questa. Siamo umani e il primo istinto è spaccare la faccia. Quello che trovo intollerabile non è che i personaggi decidano di non farsi giustizia da soli, ma che la fretta di concludere in pochi minuti la questione li abbia privati del tempo necessario ad elaborare questa fase, a riflettere sulle conseguenze, o anche solo a prendere seriamente in considerazione l'ipotesi di buttare Joe giù dalla scogliera. Dopo qualche pianticino e qualche ringhio TUTTI sono improvvisamente d'accordo che la cosa migliore da fare sia... fare un discorsetto a Joe e mandarlo per la sua strada, con tanto di accompagnamento sonoro pacifico che sottolinea l'amenità della faccenda, la pace interiore ritrovata, le cose che vanno per il verso giusto. La stessa cittadina che poche settimane prima voleva linciare un presunto pedofilo spingendolo al suicidio. Ma sto gran cazzo, se permettete. Se la direzione doveva essere questa, doveva per forza esserci il tempo di farle prendere forma nella testa dei personaggi e dello spettatore. Se la stagione fosse stata impostata con una prima metà di processo e una seconda metà incentrata sul tema della giustizia fai da te non avrei avuto niente da ridire, ma così è una beffa bella e buona, amplificata dall'assoluto menefreghismo di Hardy e da trollate del tutto gratuite come l'avvocatessa che non solo va a lavorare per la "cattiva" (un personaggio tremendo, non tanto per il suo ruolo ma per via di com'è stato condotto il processo) e le fa pure un favore. Se la morale di una storia è che i cattivi vincono mi sta bene, ci sono anche storie che mi raccontano questo, ma il discorso che è passato qui è che i cattivi vincono e in fondo è bene così.
    C'è decisamente qualcosa di marcio, a Broadchurch ::S:
  • Dapiz ha scritto:Quello che trovo intollerabile non è che i personaggi decidano di non farsi giustizia da soli, ma che la fretta di concludere in pochi minuti la questione li abbia privati del tempo necessario ad elaborare questa fase, a riflettere sulle conseguenze, o anche solo a prendere seriamente in considerazione l'ipotesi di buttare Joe giù dalla scogliera. Dopo qualche pianticino e qualche ringhio TUTTI sono improvvisamente d'accordo che la cosa migliore da fare sia... fare un discorsetto a Joe e mandarlo per la sua strada, con tanto di accompagnamento sonoro pacifico che sottolinea l'amenità della faccenda, la pace interiore ritrovata, le cose che vanno per il verso giusto. La stessa cittadina che poche settimane prima voleva linciare un presunto pedofilo spingendolo al suicidio. Ma sto gran cazzo, se permettete. Se la direzione doveva essere questa, doveva per forza esserci il tempo di farle prendere forma nella testa dei personaggi e dello spettatore. Se la stagione fosse stata impostata con una prima metà di processo e una seconda metà incentrata sul tema della giustizia fai da te non avrei avuto niente da ridire, ma così è una beffa bella e buona,
    Ecco, su questo ragionamento mi trovi concorde: tutto succede davvero troppo in fretta per giustificare una soluzione del genere, considerando l'incazzatura appena sorta per il verdetto di non colpevolezza.
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