[Bruno Bozzetto] Allegro non Troppo

Dallo slapstick di Chuck Jones alla stop motion firmata Aardman passando per il manierismo donbluttiano, le varie risposte del mondo occidentale a chi identifica l'animazione con gli studi Disney.
  • A me non piace Bozzetto.
    Ho una profonda avversità nei confronti delle sue opere, e nulla di ciò che ha prodotto mi è mai piaciuto.
    Non mi ha mai fatto impazzire il suo stile disegno, forse troppo stilizzato; non è dovuto al voler realizzare la maggior parte dei suoi prodotti personalmente, dato che in altri casi tollero la cosa tranquillamente, ad esempio con Bill Plympton che ha un tratto ancor più grezzo. Ho sempre trovato sopravvalutate le storie, i personaggi, le gag; decine di volte mi sono trovato a festival d'animazione, con proiezioni di Bozzetto, un pubblico in visibilio, e il sottoscritto indifferente.
    Ovunque ho letto e sentito commenti entusiasti per Bozzetto, mentre io non ci trovavo nulla di così fondamentale.
    Ecco, è con questo background che mi sono avvicinato ad Allegro non troppo, il capolavoro di Bruno Bozzetto, opera che non ero ancora riuscito a vedere.

    Il film è una versione de noaltri di Fantasia, e ha il pregio di non nasconderlo, addirittura scherzandoci su nelle prime scene, con accenni e riferimenti che risultano simpatici. Come per Fantasia, anche qui il contesto viene introdotto con una sala dove sta per svolgersi un concerto di musica classica, accompagnato non solo da musicisti, ma anche da un disegnatore che realizzerà sul momento animazioni legate ai brani eseguiti; l'idea è buona, e mi ha ricordato vagamente ciò che fa Davide Toffolo durante i concerti dei Tre Allegri Ragazzi Morti. A differenza del film Disney, la componente live-action è decisamente più imponente, e ritorna in modo costante tra un brano e l'altro, occupando uno spazio pari a quello animato, e sviluppando dei meccanismi tra i personaggi che popolano il palcoscenico. Queste scene presentano un umorismo bizzarro, per certi versi grottesco ed esagerato, come nelle reazioni emozionali spropositate dell'orchestra, dopo la visione di alcuni segmenti animati. Comunque la visione delle parti live-action risulta fluida nonostante la scrittura imperfetta, in gran parte per merito della bravura di Maurizio Nichetti, nei panni dell'animatore, e di un fantastico Maurizio Micheli (attore finora a me sconosciuto) che riesce a reggere la scena in modo sapiente, interpretando un presentatore decisamente sopra le righe.

    Sui frammenti animati, non concordo con Grrodon quando dice che i frammenti scelti sono superiori a quelli di Fantasia; a parte il Bolero, gli altri brani presentano una varietà e un fascino inferiore a quelli inseriti nel film Disney, ma qui ovviamente è questione di gusti. Sicuramente lo zio Walt ha fatto leva sul pubblico utilizzando musiche più celebri.
    Quello che non capisco però, è perchè si sia deciso di inserire ben tre cortometraggi che trattano la tematica dell'evoluzione, rendendo il tutto forse un po' ripetitivo. E poi un fauno, creature preistoriche che si evolvono... c'era bisogno di fare qualcosa già presente in Fantasia, dato che l'omaggio al film Disney è palese? Sono l'unico a cui tutto ciò pare ridondante?
    Di sicuro i brani musicali più riusciti sono il Valzer triste e il Bolero, in quest'ultimo l'atmosfera è sicuramente l'elemento più affascinante, ma ho trovato lo svolgimento un po' lento, con alcuni frammenti della "fase evolutiva" piuttosto noiosi, senza nulla che accadesse...

    A sorpresa, il frammento animato che più è gradito è stato il finale, l'unico (esclusa la breve apparizione del Signor Rossi) non basato su una musica classica, ma in cui la narrazione precede in modo tradizionale: ho trovato spassosa la sequenza del mostro che va in cerca di un finale, e tutti gli sketch che visiona.
    Insomma un esperimento apprezzabile, riuscito a metà, che avrebbe sicuramente funzionato di più se avesse osato distanziarsi maggiormente da Fantasia; la componente live-action, è quasi sicuramente un mero riempitivo per "animare meno" e quindi restare nel budget, ma comunque è apprezzabile. Per certi versi è divertente, ma non riesce a reggere il film per tutto lo spazio che si ritrova ad occupare.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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