[Alan Parker] Pink Floyd The Wall

Dallo slapstick di Chuck Jones alla stop motion firmata Aardman passando per il manierismo donbluttiano, le varie risposte del mondo occidentale a chi identifica l'animazione con gli studi Disney.
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    Copertina del cd e fotogramma del film

    [seconda parte]

    Si, ma quando si fa un concept album, c'è sempre una trama di fondo che fa da filo conduttore e su cui si costruisce la storia composta dalle canzoni. E quindi ci chiediamo, qual'è la trama di questo tanto osannato cd, e poi del tanto osannato film? Eccola qui, la trama.
    Pink è un ragazzo sulla trentina, divorziato e solo, ma con una grande fama da rock star. Un giorno Pink si chiude in una stanza d'albergo a rivedere dei vecchi film di guerra, e qui parte un lungo flashback che ci mostra la sua vita piena di lutti e disperazione. Poco dopo la sua nascita, il padre di Pink muore in seguito a un attacco militare ad Anzio, durante la seconda guerra mondiale. Pink non conoscerà mai il padre, ma ne avrà ricordo dai suoi cimeli e dalle parole della madre, che avrà un ruolo fondamentale durante l'isolamento della rock star. Dopo la morte del padre, Pink riceve un trattamento iper-protettivo dalla madre, che per paura che possa soffrire ulteriormente a quando già abbia sofferto, lo spinge quasi a isolarsi. Le parole della canzone "Mother" sono illuminanti, in questa fase: "Mamma, devo costruire un muro? [...] La tua mamma ti aiuterà a costruire il muro, piccolo" Tuttavia non sarebbe corretto dare tutte le responsabilità dei fatti che accadranno, solo alla madre. Pink passerà la sua infanzia in un collegio, dove gli spietati insegnanti metteranno in ridicolo la sua arte e il suo senso musicale, già presente in tenera età. Le regole brutali della scuola, le offese dei professori e le loro punizioni corporali sono uno dei punti centrali della storia, e creeranno forse le basi per una delle canzoni più conoscute di tutta la storia della musica: "Another brick in the Wall (pt. 2)". E, tanto per finire in bellezza tutte le sensazioni negative provate da Pink, ci mettiamo anche la moglie. Il matrimonio frettoloso basato su una conoscenza reciproca molto bassa, porterà solo altri disastri. Pink farà i tour in giro per il mondo, e non parlerà mai con la moglie, che invece dopo essersi trovato l'amante chiederà il divorzio. Ormai è solo questione di ore. Una groupie entra nell'appartamento di Pink e lui viene colto da un attacco nervoso. Distrugge la sua stanza d'albergo, spaventa a morte la ragazza e finisce il suo muro psicologico, il cui senso penso sia ormai chiaro: "Se non do alla gente la possibilità di farmi del male, nessuno mi farà mai del male".
    Il muro è finito, gli ultimi mattoni sono stati posti, e sulle note di "Is there anybody out there?" Pink ci grida che l'isolamento è una condizione più che desiderabile, si compiace del risultato ottenuto e per un'ultima volta urla ciò che prova, per poi sparire completamente dietro il Muro.

    Ma chi si isola, marcisce, e arrivano i Vermi. Sono i vermi appunto a farla padrone in questa seconda parte del disco. Pink ripercorre ancora una volta i ricordi della sua vita: i vari luochi comuni delle rock star fra cui le poesie scritte da ragazzo, le vecchie chitarre, e tanto per chiudere in bellezza, il ricordo di quando andò a prendere il padre alla stazione del treno, di ritorno dalla guerra. Solo che il padre non c'era, e quando si ricorda di questo, si rende conto di essere veramente solo. Nel mondo reale nel frattempo il suo gruppo e il suo manager riescono a entrare nella sua camera d'albergo, trovandolo in condizioni disumane, drogato, depilato, in mezzo alla spazzatura e probabilmente digiuno da diversi giorni. Un medico gli somministra una droga per rimetterlo in piedi, senza badare molto alla sua salute, poichè, si sa, "The show must go on". E questo ci viene spiegato con una delle canzoni migliori di tutto il disco, se non la migliore, "Comfortably Numb", tradotto come "Tranquillamente insensibile" a ogni stimolo esterno. E Pink si prepara per lo show, trasformato incredibilmente in una parata nazista di cui è il capo, si reca alla "conferenza" e il ragazzo si mostra per quello che è diventato: un dittatore insensibile e intollerante, che infastidito a morte dalle persone, si è isolato da queste, e ora aspetta i vermi. "Waiting the Worms". E i vermi stanno arrivando, si vogliono mangiare Pink, un relitto umano che non ha più niente da offrire al mondo. Ma improvvisamente questo si sveglia. E riguardando le scene che ha appena vissuto si pone questa domanda: "E' possibile che sia stato colpevole per tutto questo tempo?". E qua inizia la mia parte preferita di tutto il cd: "The trial", in cui Pink, nella sua pazzia quasi totale, viene posto in un tribunale davanti al Verme, il giudice, che uno a uno, presenta tutti i fattori che hanno composto la sua vita, e lo sottopone a un giudizio spietato e crudele che lo stesso Pink vuole ricevere. E quindi arrivano il professore, che voleva solo spronare il ragazzo a migliorarsi e ad accentuare le sue capacità artistiche, la sua ex moglie, che lo accusa di non aver fatto altro che ignorarla pur di far funzionare la sua carriera da Rock star, e la madre, che non avrebbe mai voluto che il figlio si mettesse nei guai. E tutte queste testimonianze vengono continuamente interrotte dalle urla di Pink: "Sono diventato pazzo, sono completamente partito. Doveva pur esserci una porta nel muro, quando sono entrato, sono veramente andato fuori di testa...". Ma adesso basta, il giudice, il Verme è stanco di questa messinscena, e furioso sputa in faccia a Pink tutte le verità che si era negato fino ad allora: "L'evidenza dei fatti è incontrovertibile. Il modo in cui hai fatto soffrire tua madre e tua moglie, mi riempiono della voglia di cagarti addosso!". Ma finiamola, adesso, con questo muro. Il Verme condanna Pink a essere esposto di fronte ai suoi pari. "Tear down the Wall!"

    L'incubo è finito? Non ci è dato a sapere. Che fine ha fatto Pink? E' riuscito a sopravvivere nel mondo reale? Non lo sapremo mai, quello che importa è che il muro è stato buttato giù e che adesso, se Pink vuole vivere, dovrà fare insegnamento degli errori fatti in passato, e non costruire altro. O i Vermi torneranno, e per lui, probabilmente sarà la fine.
    "... In fondo basta poco per fare felice qualcuno...come la simpatica Nocciola, che crede di volare su una scopa!" - Luciano Bottaro
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    Locandina del dvd live e una proiezione che veniva effettuata nei tour

    [terza parte]

    Se poi vogliamo parlare anche dei risultati del progetto, beh, le conseguenze sono quelle che sono.
    Dal punto di vista musicale possiamo anche dire che "The Wall" sia stato un successo stratosferico, ognuno dei quattro elementi ha lavorato sulle musiche molto attivamente, facendo convergere all'interno del mostruoso doppio cd tutto ciò che i Floyd avevano fatto di buono negli anni 70. I segni di stile ci sono, e i primi a notarsi sono proprio le linee di basso di Roger Waters, che da creatore dell'opera si è auto-assegnato tutte le possibili particolarità e sfumature del suono che potevano in qualche modo aiutare il prodotto finale ad essere il migliore possibile. Poi, essendo anche il principale produttore del disco - gli altri sono Bob Ezrin e David Gilmour - ha il controllo completo su mixaggio e volumi, e anche se gli si può additare la colpa di aver praticamente distrutto i Floyd, bisogna dire che il risultato è sicuramente ottimo.
    Il secondo a notarsi è Nick Mason, la cui batteria martellante aiuta l'ascoltatore a ricordare i suoni delle mitragliatrici che si sentono ogni tanto sparse quà e là in tutto il disco, per rimandare il pensiero di Pink alla morte del padre ad Anzio. Comunque la batteria ha un ruolo importantissimo nell'opera, soprattutto in canzoni come "ABITW pt.3" oppure come "One of my turns", forse la traccia più violenta di tutti e due i cd.
    Poi dietro ci mettiamo anche David Gilmour, chitarra solista, la cui presenza si sente, ma senza quei segni stilistici che ci avevano accompagnato fino ad "Animals". Essendo stato anche scrittore dei pezzi insieme a Waters fino a pochi anni prima, in questo progetto - esclusivamente di Waters - Gilmour si sente stretto, e non riesce a esprimere tutte le proprie capacità musicali al massimo. Un esempio lampante è stato il caso di "Another Brick in the Wall (pt.2)" dove esegue un assolo, guardacaso uno dei suoi assoli più famosi, ma guardacaso che non ha scritto lui, ma gli era stato imposto da Waters. Tuttavia nei pochi pezzi in cui partecipa nella stesura, si vedono le tracce del suo passaggio. Le due canzoni in cui prova a mettere un po' Gilmourismo sono "Comfortably Numb" e "Run like Hell", due mostri sacri della psichedelia, che venivano suonate nei live fino al '96, anno dello scioglimento del gruppo.
    Dopodichè si parla del tanto contestato Richard Wright, tastierista del gruppo. E qui casca l'asino. La tirannia di Waters esige che il prodotto venga terminato entro la fine del 79, ma Wright vuole fare le cose con calma, e per ripicca Waters lo licenzia. Le sonorita nel disco sono quasi esclusivamente fatte con batteria basso e chitarra, ma di tastiera solo l'ombra. Forse è questo il motivo che rende questo lavoro tanto "atipico" per i fan di vecchia data. Voglio dire, un difetto del cd è proprio la mancanza di quelle sonorità alienanti che ci piaciono tanto, e che sono abbondantemente presenti in "The dark side of the moon", da molti considerato IL capolavoro del gruppo. Tuttavia Wright sarà paradossalmente uno dei più fortunati alla fine del tour. Ma di questo parliamo dopo.
    Se poi parliamo delle tracce escluse dalla track-list, ci troviamo davanti due canzoni che hanno tutte le carte in tavola per fare la loro porca figura, cioè "When the Tigers Broke Free" e "What shall we do now?", due tracce che comunque venivano riproposte nei live, data la loro presenza nel film. Forse una mossa stupida. La scusa ufficiale fu di mancanza di spazio, ma era chiaramente una balla infondata. Le opere rock sono sempre durate parecchio, e questa non supera l'ora e venti. Le altre tracce scartate saranno in gran parte presenti in "The final cut", forse il peggiore fra gli album floydiani.
    Comunque ecco le conseguenze di questo idolatrato e odiato progetto.
    E' tradizione fare i tour dopo l'uscita dei cd. E ci fu il tour. All'inizio dello spettacolo, dei falsi Pink entravano in scena e suonavano "In the flesh?", per poi essere sostituiti dal vero gruppo. I Floyd inoltre noleggiarono molte gru, che gli servivano per sostenere l'enorme palco e i pupazzi che entravano in scena durante i cambi di voce, e che avevano le fattezze dei personaggi della storia, come il professore a scuola, la madre e la moglie di Pink. Quando veniva sancita la fine della costruzione del muro, i roudie costruivano veramente un finto muro che separava il gruppo dagli spettatori, e su cui venivano proiettate le scene registrate del film. Tuttavia talvolta poteva capitare che qualche componente uscisse al di fuori. Alla fine di "The Trial", l'epilogo del cd, il muro veniva fatto crollare per la scena, dopodichè ciao-ciao.
    E potremmo anche fermarci quà, e dire che quindi anche il tour, che ha sempre fatto il tutto esaurito, possa essere considerato un successo enorme. Se non fosse per un piccolo particolare. I costi di produzione, che di fatto bloccarono di netto tutti gli spettacoli. I costi, in fine arrivavano a un milione e mezzo di dollari, e alla fine del tour - che venne eseguito solo in 4 città in meno di un mese, nel 1980, a causa dei costi proibitivi - i componenti si ritrovarono in perdita, perchè i biglietti non erano riusciti a coprire i costi. E tutti rimangono a bocca asciutta. Tranne Richard Wright, paradossalmente, come detto prima, il più fortunato, poichè era stato licenziato prima dell'inizio del tour, ma venne comunque assunto come turnista, e per i turnisti non sono previste percentuali sull'incasso finale, ma solo un certo thot di soldi.

    Insomma, un grande successo commerciale, avendo incassato 11,5 milioni di dollari, nel cd, ma un grande flop del tour, che arriva a essere in passivo. Tranne che per Richard.

    Da qui in poi la tirannia di Waters si accentuerà sempre di più, fino a quando non verrà cacciato nel 1985, e Wright verrà riassunto due anni dopo. Tuttavia il gruppo si scioglierà nel 1996, e la loro ultima esibizione live risale al 2005, al Live 8, probabilmente la loro ultima reunion.
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    Copertina del cd live e Roger Waters, autore di "The Wall"

    [quarta parte]

    Si, ma musicalmente, cosa abbiamo davanti? Già ho detto che si tratta di un capolavoro anche su questo punto di vista, ma vediamo di vedere un po' più approfonditamente. Inizio subito che parlare di tutto l'album in tutte le sue sfacettature presenti nelle canzoni, sarebbe inutile e suicida, quindi parlerò solo di poche canzoni, o perlomeno quelle che hanno un ruolo più importante rispetto ad altre, o quelle che offrono delle fantasie musicali particolari.
    "In the flesh?" è la canzone che da inizio all'album, scandita da una batteria che picchia violentemente su un rullante e le chitarre che iniziano un riff simile a una marcia, in una continuità di un minuto, fino a che tutto esplode e inizia la vera canzone, particolare per la sua struttura. Un'introduzione, un verso e poi la fine. Niente ritornello. Il verso sembra quasi un discorso, accompagnato solo da dei cori, mentre gli strumenti tacciono. Poi tutto finisce e si ritorna alla violenza sonora, ma questa volta è quasi fastidiosa, poichè accompagnata dal suono di un aereo in moto e da una bomba che scoppia.
    "Another Brick in the wall pt. I" altro non è che l'introduzione alla parte due, che diventerà una delle più famose - se non LA PIU' famosa del gruppo. Tuttavia devo dire che personalmente la trovo quasi migliore della parte successiva. Questa è un lungo trascinarsi di suoni, la chitarra esegue sempre e solo una nota, con un ritmo quasi ossessivo, aggiungendo occasionalmente qualche variazione, il basso è quasi completamente assente, se non in qualche breve sprazzo, ma poca roba. Qui a farla padrone è la voce, e questo potrebbe anche stupire se ci ricordiamo canzoni come "Money" dove era evidente la sottomissione dei testi alla musica. Il tutto per tre minuti.
    "The Happiest Days of Our Lives" è il pezzo più particolare di tutto il cd. All'inizio una semplice nota ripetuta ogni quartina, e negli intermezzi c'è il basso. Una ballad? Si ma non proprio. I suoni gravi sono difficilmente riconducibili a qualcosa, e tuttavia non hai neanche il tempo di ragionarci sopra: il tempo e i riff cambiano ogni 20 secondi, e l'ascoltatore spaesato non può che attendere la fine di questo minuto e 50, e l'inizio di una canzone che ha fatto storia.
    "Another Brick in the Wall pt. II" è quasi indescrivibile. Come fu indescrivibile nel '79 il successo stratosferico che ebbe questa canzone. Un riff semplice quanto accattivante, un basso dalle capacità immense in questa canzone come non mai, e una strofa ribelle quanto basta per essere bandita da alcune comunità sud-africane, che giudicarono la canzone come un inno alla rivolta. Per due minuti. Dopodichè c'è l'assolo di Gilmour. Si vabbè, non è suo, ma che ci volete fare. Intanto è diventato, caso della sorte, uno dei suoi più famosi.
    "Goodbye Blue Sky" è forse la traccia più triste di tutto il cd. I cori delicati e rilassanti sono diventati storici, e il testo no-war è diventato un inno alla pace. La batteria assente evita di dare un ritmo troppo accellerato alla canzone, che deve riuscire a tranquillizzare l'ascoltatore. Una nota a sfavore. Questa canzone venne eseguita live a Berlino nel 1990 un anno dopo la caduta del muro, e a mio parere venne suonata in maniera veramente orribile, i cori vennero snaturati, e vennero aggiunti dei tremori nelle voci assolutamente fuori luogo. Della serie "come rovinare un capolavoro".
    "One of my turns" è la traccia più violenta del doppio cd, e segna un punto di svolta nella storia. L'intro rilassante è composta da una voce e una tastiera che non fa altro che accompagnare un testo quasi canticchiato. Ma dura poco. Dopo due minuti di attesa si può dire che tutto esplode nonostante la batteria tenga un ritmo sufficientemente lento, ma i veri fattori che fanno casino sono la voce e la chitarra solista. Fortunatamente dura solo in minuto e mezzo.
    "Another Brick in the Wall pt. III" pone praticamente fine alla prima metà del double-cd. Una violenza particolare è quella presente in questa traccia. Una violenza breve ma precisa. Ma non abbastanza forte come in "One of my turns". La canzone della svolta, che è un prologo alla fine del cd rappresentata da "Goodbye cruel world".

    Il secondo cd ha un tenore minore di canzoni storiche, ma la loro intensita e qualità è pari a quella del cd precedente.
    "Comfortably Numb" è IL capolavoro di "The Wall". Diciamo che tentare di descriverla è quasi impossibile, ma proviamoci. La chitarra esegue una serie di accordi particolare, sfruttando le somiglianze musicale di Do, Sol e Mi. Il basso diciamo che fa poco e niente, ma lo fa egregiamente. La batteria tiene un ritmo sostenuto ma non estenuante o snervante, tranquillo quanto basta. Anche qui a farla padrone è la voce, e in particolare possiamo dire che finalmente compare la voce di Gilmour nel ruolo di Pink, durante i ritornelli, con una voce vellutata e rilassante. E poi il coro finale del chours, quasi da piangere, per la sua bellezza. Oh, e poi ci sono i segni di stile, come l'urlo durante la seconda strofa, ma sono dettagli.
    "In the Flesh" è il reprise di "In the Flesh?", che aveva aperto il primo cd. E questa traccia diciamo che lo riprende fedelmente in ogni sua sfaccettatura, tranne che nella strofa, dove la voce urlata, che si può dire non stia cantando, è onnipresente e quasi intimorisce per il suo timbro violento, che spicca ancora di più nel film. Insomma un'ottima traccia, praticamente migliore anche della sua originale. Ottima.
    "Run Like Hell" è la terza e ultima traccia in cui ha partecipato anche Gilmour - le altre erano "Young Lust" e "Comfortably numb" -, una traccia potente quanto basta per dare energia all'ascoltatore, ormai quasi spossato da un'ora e passa di musica. La conformazione dei riff si può rimandare a canzoni come "The Happiest days of our lives" o anche a "ABITW I". Ma in ogni caso niente di eccezzionale, almeno in questo caso.
    "Waiting the worms" è un altro mezzo capolavoro. Nella canzone ci sono evidenti riferimenti al credo nazista. Non a caso ad inizio canzone Waters grida : "Eins, zwei, drei, alle", ovvero "Uno, due, tre, tutti" nella lingua di Hitler. Quindi ecco un elenco nel megafono di azioni tipiche dei nazisti: indossare la camicia nera, aprire le docce, accendere i forni, tutte cose con l'intento di "sterminare i più deboli". Nel testo si fa inoltre riferimento esplicito alla gente da perseguitare: omosessuali, neri, comunisti e ebrei. Il discorso al megafono è epico come non mai e la fine è di immenso phatos.
    "The trial" è forse la mia canzone preferita di tutto il cd. I segni teatrali spiccano in questa canzone, in un misto di dialoghi improbabili, atmosfere psichedeliche, un ritmo fantastico, e follia allucinogena accompagnata dall'orchestra sinfonica di San Francisco di Michael Kamen - che poi collaborerà anche con i Metallica. Un capolavoro sicuramente ma che stranamente è passato in secondo piano rispetto ad altre canzoni. C'è quasi da aver paura di questa canzone e in particolare dell'ultimo dialogo, la fine di tutto, in cui la voce distorta del verme fa raggelare il sangue nelle vene. Un vero e proprio orgasmo musicale.

    Nella sua completezza, cosa ci ha offerto "The wall"? Diciamo tutto e niente. Ci ha offerto tutto ciò che i Floyd avevano fatto di buono durante gli anni 70, ma sostanzialmente non ha dato niente di nuovo. Un difetto? Un pregio? Entrambi? Non sta a noi deciderlo. A me basta sapere che dopo un cd come questo si possa dire uno stramaledetto "WOW!" ed è ciò che ho fatto io. E mi basta così.

    [Track listing]

    * CD 1
    1. In the Flesh? (Waters) - [03'17"] - Voce di Waters.
    2. The Thin Ice (Waters) - [02'28"] - Voce di Gilmour e Waters.
    3. Another Brick in the Wall Parte I (Waters) - [03'41"] - Voce di Waters.
    4. The Happiest Days of Our Lives (Waters) - [01'20"] - Voce di Waters.
    5. Another Brick in the Wall Parte II (Waters) - [03'56"] - Voce di Waters e Gilmour.
    6. Mother (Waters) - [05'32"] - Voce di Waters e Gilmour.
    7. Goodbye Blue Sky (Waters) - [02'48"] - Voce di Gilmour e Waters.
    8. Empty Spaces (Waters) - [02'07"] - Voce di Waters.
    9. Young Lust (Waters, Gilmour) - [03'29"] - Voce di Gilmour.
    10. One of my Turns (Waters) - [03'36"] - Voce di Waters.
    11. Don't Leave Me Now (Waters) - [04'22"] - Voce di Waters e Gilmour.
    12. Another Brick in the Wall Parte III (Waters) - [01'17"] - Voce di Waters.
    13. Goodbye Cruel World (Waters) - [01'05"] - Voce di Waters.


    * CD 2
    1. Hey You (Waters) - [04'39"] - Voce di Gilmour e Waters.
    2. Is There Anybody Out There? (Waters) - [02'40"] - Voce di Waters.
    3. Nobody Home (Waters) - [03'25"] - Voce di Waters.
    4. Vera (Waters) - [01'38"] - Voce di Waters.
    5. Bring the Boys Back Home (Waters) - [00'50"] - Voce di Waters.
    6. Comfortably Numb (Gilmour, Waters) - [06'49"] - Voce di Waters e Gilmour.
    7. The Show Must Go On (Waters) - [01'36"] - Voce di Gilmour.
    8. In the Flesh (Waters) - [04'16"] - Voce di Waters.
    9. Run Like Hell (Gilmour, Waters) - [04'22"] - Voce di Waters.
    10. Waiting for the Worms (Waters) - [03'58"] - Voce di Waters e Gilmour.
    11. Stop (Waters) - [00'34"] - Voce di Waters.
    12. The Trial (Waters, Ezrin) - [05'16"] - Voce di Waters.
    13. Outside the Wall (Waters) - [01'42"] - Voce di Waters.
    "... In fondo basta poco per fare felice qualcuno...come la simpatica Nocciola, che crede di volare su una scopa!" - Luciano Bottaro
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