[Charlie Chaplin] Luci della Città
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Luci della Città è per molti il miglior film realizzato da Chaplin, tra cui figura lo stesso Chaplin; la pellicola non presenta grosse differenze strutturali da tutti gli altri film in cui figura il Vagabondo, composto da diversi sketch, legati tra loro da una trama piuttosto esigua.
In questo caso, nella prima parte del film il Vagabondo si imbatte casualmente in un aristocratico con tendenze suicide; rinsavito, il ricco aristocratico svilupperà un'amicizia particolare con il suo salvatore, portandolo in contesti ed eventi d'alta società nei quali il Baffetto non si troverà per nulla a suo agio.
Nella seconda metà del film invece il Vagabondo è alla ricerca di soldi, una situazione a lui ben più familiare; dopo qualche tentativo fallito, si ritroverà a fare il pugile, nella famosissima sequenza della boxe in cui da' dimostrazione attoriale di abilità fisica nella performance, mentre come regista rende evidente il suo sapiente utilizzo del ritmo della scena.
Ma la vicenda principale, quella per cui il film è ricordato e dove si possono ammirare le sequenze miglior, è sicuramente la storia della fioraia: tra una disavventura e l'altra, il Vagabondo incontra una venditrice di fiori cieca, che cattura la sua attenzione. A differenza delle altre donne di Chaplin, qua non capiremo mai se ad attirare il Vagabondo nei suoi confronti fosse un sentimento amoroso, di solidarietà, o di compassione; anche nell'ultima inquadratura, che eccezionalmente non mostra Chaplin che si allontana verso l'orizzonte , ma vuole lasciare il dubbio di come si svilupperà la relazione tra il Vagabondo e la fioraia, se rimarrà un'amicizia o magari diventerà qualcosa di più.
Le scene finali sono meravigliose soprattutto per la recitazione; Chaplin abbandona la sua mimica ed espressività esagerata, a favore di una prestazione attoriale realistica, nella quale traspare una profonda umanità; l stesso attore dichiarerà di non aver recitato in quelle scene, ma di essersi lasciato trasportare dalle emozioni.
All'epoca Charlie Chaplin aveva un'enorme successo, al punto da poter fondare una casa di produzione autonoma, l'unico all'epoca; questo gli permetteva di realizzare i suoi film come lui desiderava, girando le scene in ordine cronologico, e con un senso del perfezionismo che lo portava a ripetere lo stesso ciak anche per centinaia di volte. In Luci della città, il suo perfezionismo si scontrò con quello dell'attrice che interpretava la fioraia, decisamente svogliata e superficiale, essendo al suo primo ruolo; quando ella abbandonò il set per andare dalla parrucchiera, Chaplin andò su tutte le furie e decise di cacciarla, volendo rigirare tutte le sue scene con un'altra attrice. L'operazione però sarebbe stata troppo complicata e costosa, e così Chaplin si rassegnò a riaccettare l'attrice, che con la sua semplicità e aria ingenua ha dato vita a uno dei personaggi femminili più affascinanti di tutta la filmografia chapliniana.
Probabilmente il mio preferito tra i suoi, insieme a "Limelight". Non lo vedo da un po'.
Pura poesia.
Fantastico in alcune scene e comunque superiore alla media tra i migliori film della storia anche nelle scene meno belle.
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Lorenzo Breda
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Capolavoro intramontabile, apice della poetica di Chaplin, la scena finale è una delle più emozionanti della storia del cinema.
Non avevo mai letto dell'attrice della fioraia, cavolo che condotta! E chi se lo sarebbe mai aspettato dietro un viso così dolce e bello?In Luci della città, il suo perfezionismo si scontrò con quello dell'attrice che interpretava la fioraia, decisamente svogliata e superficiale, essendo al suo primo ruolo; quando ella abbandonò il set per andare dalla parrucchiera, Chaplin andò su tutte le furie e decise di cacciarla, volendo rigirare tutte le sue scene con un'altra attrice. L'operazione però sarebbe stata troppo complicata e costosa, e così Chaplin si rassegnò a riaccettare l'attrice, che con la sua semplicità e aria ingenua ha dato vita a uno dei personaggi femminili più affascinanti di tutta la filmografia chapliniana.