Craig (John Cusack) conduce un'esistenza frustante: la sua abilità con le marionette non ottiene alcun successo, i suoi colleghi riescono ad avere idee per promuoversi migliori delle sue, e come se ciò non bastasse la moglie Lotte (una Cameron Diaz sciatta come non mai) ha un'ossessione per gli animali che lo disturba non poco.
Un giorno Lotte gli consiglia di trovarsi un lavoro, e così Greg si fa assumere alla LesterCorp, una bizzarra impresa situata in un piano alto un metro e mezzo, popolata da direttori eccentrici, segretarie sorde, e colleghe estremamente affascinanti... Ma ogni bizzarria passa in secondo piano quando Greg trova una porticina che conduce direttamente nella mente di John Malkovich, permettendo a chiunque di vivere 15 minuti vedendo e provando ciò che sta facendo il celebre attore.
La prima cosa che pensai appena vidi questo film fu: "Ma come diavolo è venuta in mente questa storia a un essere umano?"
Subito dopo seguirono: "Ma come gli hanno permesso di girare questo film? Ad Hollywood, poi!"
Non ne ero consapevole, ma era il mio primo incontro con Charlie Kauffman, geniale sceneggiatore cinematografico alle prese col suo primo lungometraggio, dopo diversi lavori in tv per telefilm e sit-com; questo primo lavoro è un esempio abbastanza chiaro di qeullo che sarà lo stile e i temi della narrazione di Kauffman, spesso alle prese con riflessioni sulla psiche umana e sulla stessa narrazione cinmatografica.
La figura del burattinaio è una perfetta rappresentazione dell'uomo che desidera essere qualcun'altro, manovrarlo come poi accadrà nella seconda metà del film; le marionette hanno però senso anche per il loro fascino, e l'abilità con cui vengono mosse, che le fa sembrare veri e propri attori in grado di esprimere emozioni con una precisione di movimenti inaspettata.
Ma il vero e proprio fulcro del film è la scoperta di Craig di poter veramente vivere come qualcun'altra, tasferendosi nel corpo di John Malkovich, con tutte le riflessioni del caso sull'identità di un individuo, in una sorta di versione cinematografica di
Uno, Nessuno e Centomila. Una collega opportunista di Craig decide di sfruttare economicamente il passaggio, vendendo la possibilità di diventare John Malkovich, condividendone la fama, il talento, il fascino e l'intelletto, per i famosi 15 minuti di Andy Warhol, dopo i quali ognuno torna alla propria vita, comunque galvanizzato dall'esperienza. Ma questo causerà un progressivo complicarsi della situazioni, fino al momento in cui John Malkovich stesso si addentra nel passaggio che porta nella sua testa, mentre gli spettatori si chiedono col fiato sospeso quale picco di delirio surreale potrà prendere la pellicola.
Il regista Spike Jonze, qui al suo primo lungometraggio, riesce a dare una rappresentazione visiva degna della sceneggiatura di Kaufman, con inquadrature particolari e bizzarre soggettive; in particolare si apprezza la scena della sparatoria tra un meandro e l'altro della psiche di Malkovich, sequenza visivamente degna di Gondry, collega e compare di Jonze, che metterà in scena altre sceneggiature di Kaufman.