[Topolino] Annata 2008

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • #2740

    Immagine
    Si dica quel che si vuole ma questo non è un grande numero. Certo, buona la gag zichiana, buona la copertina, buono il fatto che nella (purtroppo debole) storia di Cimino riappaia Camillino, ma è triste, parecchio triste tutto il resto. Se si ignora il rempitivo Panàreo, la terribile storia in cui Paperina organizza il campionato (sono queste le storie che fanno male al fumetto Disney, quelle che portano i segni dei danni che autori come Badino e Gianatti hanno inferto al mondo Disney), cosa rimane? WoM e un Macchetto abortito.

    Wizards of Mickey - La Fornace dell'Abisso (Ambrosio/L.Pastrovicchio): Fingiamo di ignorare le solite premesse disastrose, le pacchianate, gli arruffianamenti, i pretenziosi toni epici, e andiamo all'osso. Cosa rimane? Spiacente, ma una brutta storia. Si è ormai capito che Ambrosio si rivolge al target dei bimbiminkia che amano essere stupiti sul momento da un paio di fuochi d'artificio per poi buttare tutto nel sacco dell'umido una volta svanito l'infervoro. E infatti se togliamo i lustrini (che per un lettore sopra i due anni di età non sono altro che difetti che paradossalmente mettono a nudo la povertà del tutto), non rimane che un cattivo fumetto, con battute stupide e uno svolgimento nullo. C'è da sentirsi davvero presi in giro da un prodotto simile, la scenetta con Paperino che propone l'immunità al solletico o quella dove fingono di non essere amici per non diventare ricattabili troverebbero il loro posto ideale in programmi come Teletubbies o l'Albero Azzurro. Per non parlare dell'abile meccanismo narrativo che permette a Clarabella grazie alla sua smemoratezza, caratteristica psicologica degna dei Puffi, di far la parte del leone salvando la situazione. Ma persino l'equilibrio della sceneggiatura è gravemente carente: WoM in dieci capitoli è stato un buco nell'acqua clamoroso, in due non è che se la cavi tanto meglio. Il finale frettoloso sembra più un taglione, e il fatto che non si sappia minimamente cos'abbia fatto Roknar una volta tornato materiale la dice lunga sulla cura del tutto. Infine se in un primo momento avevo gradito la citazione di Yensid, la scelta di renderlo cattivo lo fa rientrare nelle file delle reinvenzioni ambrosiane (nonchè dei plagi, visto che si parla di horcrux). Continuiamo a non esserci e, spiace dirlo, ma WoM continua, a 24 capitoli di distanza, ad essere pattume. Sigh.

    Indiana Pipps e l'Isola dei Famosi Moai (Macchetto/Piras): Che tipo Macchetto. Sarebbe bravo, poetico, profondo, malinconico. Avrebbe tante, tantissime caratteristiche che lo farebbero senza troppi problemi rientrare nell'olimpo dei più grandi, eppure spesso e volentieri non c'ha voglia. Nelle sue ultime produzioni sia Topolinesche che Witchiche la cosa si nota assai, visto che si possono raccattare elementi preziosi sparsi qua e là senza troppa convinzione, spesso disposti a casaccio. Con un po' più di cura, e magari con un Piras meno approssimativo ai disegni, questa storia avrebbe potuto essere davvero ottima, e invece è un riempitivo un po' sopra la media. Peccato.

    E dal prossimo numero sembra si torni a parlare di calcio. Ma non dovrebbe come minimo iniziare una saga nuova, ora che è finito WoM?
  • Grrodon ha scritto:E dal prossimo numero sembra si torni a parlare di calcio. Ma non dovrebbe come minimo iniziare una saga nuova, ora che è finito WoM?
    E invece inizia una nuova storia in 2 puntate by Vitaliano e Mottura. Può darsi che in attesa della saga olimpica di Marconi (inizierà forse a Luglio?), si decida di pubblicare storie lunghe 2 o più tempi e così facendo continuare in un certo modo la strada delle saghe, segno distintivo del Topolino in Topolitana style.
  • Questa è una vera e propria intrusione. Chiedo scusa.

    Per segnalarvi questo:

    http://titofaraci.nova100.ilsole24ore.com/



    Ciao
    Tito
  • io aspettavo questa notizia con ansia, invero :)
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • T 2741
    Che Aria Tira… (Ziche): divertente, un po’ traballante il disegno.
    Zio Paperone e l’Eurofurto Calcistico (Secchi/Perina): e Secchi si riscatta. L’autore di Papertotti e Il Giorno Prima degli Esami ci ricorda anche di essere la stessa mente ispirata che stava dietro a Run Run Run e a Il Vero Nemico. Non che la storia in questione sia nemmeno lontanamente paragonabile a due simili gioiellini, si capisce, ma se non altro risulta piacevole, ben scritta, fresca, divertente e soprattutto non snatura alcunché.
    Nonostante a tre quarti della trama ci si tuffi a capofitto nello stereotipo con le forzate esibizioni calcistiche del caso, la storia per quanto semplice è ben realizzata, con delle caricature essenziali e non troppo invadenti bensì divertenti e anche garbate (simpatico l’imperturbabile Regaloni), trasposte con efficacia sul piano grafico da un Perina nella norma.
    Pa Per Hyn e il Gran Librone delle Risposte (Vitaliano/Mottura): un Vitaliano assai ispirato per una storia in due tempi che promette molto, molto bene. Numerose le trovate e le situazioni comiche originali e divertenti, permeate di un umorismo tagliante ma pur sempre genuino e a tratti deliziosamente minimalista (Entra, salvatore!), ben dosato e diluito in una trama lineare ma solida ed interessante. Ad abbellire il tutto, un Mottura senza particolari guizzi ma comunque estremamente valido. Si attende la seconda parte.
    Indiana Pipps e il Soccorso Obbligato (Figus & Gagnor/Pastrovicchio): piacevole per l’idea originale, sporcata tuttavia da alcune ingenuità e forzature un po’ fuori luogo (la villa di Kranz e la nave atlantidea). Bravo Pastrovicchio.

    Merita infine un cenno Paperino e il Casting Affollato (Perini/Barozzi), che nonostante il finale scontato ironizza non poco sull’aspetto metafumettistico del look dei Paperi.
  • Recupero un po' di storie non commentate, ad iniziare da Doubleduck – Episodio 4 (# 2738) che non delude per niente, ma anzi chiude il tutto in bellezza. O meglio, chiude per modo di dire visto il cliffhanger finale, tecnica narrativa che mi sembra non sia mai stata usata in questa maniera per una storia del Topo. E questa è un'ulteriore dimostrazione della bontà del lavoro degli autori, che inevitabilmente richiama l'esperienza pknaica, pur essendo qualcosa di completamente nuovo. Tra le mini-serie proposte dopo la svolta della Topolitana (mi si passi il termine) è sicuramente quella che mi è piaciuta e mi ha convinto di più. Ed ora voglio la seconda mini-saga, magari composta da uno o due episodi in più. Sempre dello stesso è Paperino 24, esperimento interessante, anche se l'idea di dedicare una tavola per ogni ora della giornata non sempre ha funzionato a dovere. In alcuni casi infatti una tavola mi è sembrata troppo poca, in altri troppa. Comunque la storia l'ho apprezzata, e spero che Fausto possa riprendere in considerazione l'idea di una giornata di Pk in stile 24.

    Indiana Pipps e le Uova di Kokkodek (# 2739), prima di 3 storie dedicate al personaggio, non è quello che mi aspettavo per l'occasione (il ritorno cinematografico di Indiana Jones); eppure non mi è dispiaciuta e l'ho trovata sicuramente migliore rispetto alla storia sul mal di denti uscita non troppo tempo fa. Positiva anche Indiana Pipps e l'Isola dei Famosi Moai (# 2740): sarebbe forse potuta essere migliore, ma che si tratta di una storia di macchetto lo si vede da lontano. Ma quella che trovo la migliore del trio è Indiana Pipps e il Soccorso Obbligato (# 2741), che più che una storia d'avventura si rivela essere un giallo alla ricerca del disperso Kranz. E sino alla rivelazione ero davvero convinto che fosse stato rapito da qualcuno. Per una storia di Indiana Pipps ci vedo meglio un Piras, ma il Pastro è sempre bravo.
    Certo, si tratta di piccole storie, e non propriamente storie d'avventura. Peccato che non si sia colta l'occasione del ritorno di Indy Jones per una storia d'avventura d'ampio respiro; spero non si debba attendere a lungo per il ritorno di questo Indiana Pipps (se mai ci sarà, ovvio).

    Su Wizards of Mickey - La Fornace dell'Abisso (# 2739 e 2740) il mio giudizio non si discosta da quello delle altre storie della saga. Che non mi ha preso dall'inizio, per via di alcune scelte che me la fanno considerare un'occasione sprecata. Però se vengono proposte nuove storie e vengono create le carte da gioco, evidentemente a qualcuno piace. Note positive i disegni del Pastro e la copertina di Mastantuono.

    La storia dedicata all'Europeo calcistico, Zio Paperone e l’Eurofurto Calcistico (# 2741), si rivela essere decisamente meglio di quella di Papertotti. Certo, non ha molto senso che i Bassotti rapiscano Regaloni per architettare il furto, e non è spiegabile che il preziosissimo e fragilissimo pallone di cristallo venga preso a calci dai giocatori della Nazionale in versione disneyana. Ma si tratta di una storia-vip, non si pretende chissà cosa; l'importante è che si faccia leggere e che per l'occasione non vengano proposti situazioni ed elementi non attinenti ai personaggi. Fortunatamente in questa storia non c'è nessun pericolo di questo tipo, e incredibilmente Secchi non ha neanche abusato del prefisso "Paper"! :P Bravissimo Perina nel realizzare la versione disneyana dei giocatori... tranne in rari casi sono proprio uguali!
    Probabilmente questo numero con la storia sull'Europeo avrà richiamato lettori non abituali; non può quindi che essere apprezzabile la scelta di inserire nello stesso numero la prima parte della bella Pa Per Hyn e il Gran Librone delle Risposte. Certo, così la storia non ha avuto la cover d'apertura, ma si rifarà con il prossimo numero contente la seconda parte. Vitaliano propone una divertente storia ambientata nella Cina del passato, e lo fa alla grande tra gradevoli gag e un'ottima caratterizzazione dei personaggi. E non posso che apprezzare la scelta di Mottura ai disegni. Nel prossimo numero ci sarà la seconda parte, e leggendo la preview mi è sorta una domanda: la storia avrà a che fare con le Olimpiadi?
  • #2741

    Immagine
    Un numero che fa onore agli Europei con una storia decisamente migliore di Papertotti. C'è spazio anche per l'inizio della nuova "saga" (o per meglio dire storia a puntate), con un'interessante proposta di Vitaliano.

    Zio Paperone e l'Eurofurto Calcistico (Secchi/Perina): Sì, siamo anni luce da quell'obbrobrio, e anche la caricaturizzazioni stavolta sono perfettamente Disneyane. Certo per dei simpatici Gattoso, Tuffon o Regaloni, c'è sempre un pegno - Paperpirlo - da pagare, ma meglio fingere di non lamentarsi troppo sennò ci ripropinano la vecchia zuppa. A non stare in piedi però è l'irritante trama, coi bassotti che inspiegabilmente rapiscono un allenatore, e si fanno allenare da lui per compiere meglio il furto, Per non parlare poi dei palleggi col "delicatissimo" trofeo. Si poteva fare di meglio, ma visto che si è anche fatto di peggio, accontentiamoci.

    Pa-Per-Hyn e il Gran Librone delle Risposte - Prima Parte (Vitaliano/Mottura): Buona questa. Vitaliano inizia ad alzare il tiro e la cosa si sente. Il fatto che sia una storia in due tempi conferisce al racconto una decompressione tale da poter essere narrato con calma e richezza di particolari. Apprezzo inoltre la suddivisione in una prima parte "sociale" e in una seconda più avventurosa. Non brillantissima, ma sicuramente la dose si respiro narrativo di cui il Topo aveva da tempo bisogno (e parlo di respiro vero, non di minestre riscaldate e protratte all'infinito).

    Indiana Pipps e il Soccorso Obbligato (Figus-Gagnor/Pastrovicchio): Se non si considera il periodaccio che sta attraversando Indiana Pipps, in cui anche in pieno revival ci viene riproposto a suon di giacenze, potrebbe anche piacere. Apprezzabile lo zoom su Kranz, non particolarmente originale, ma che una volta tanto lo rende un personaggio vero e proprio e non il solito espediente narrativo.



    #2742

    Immagine
    In copertina un disegno fantastico di Mottura, che ci regala una delle sue pose dinamiche. Perfetto per introdurre il finale della storia Vitalianesca.

    Topolino Kid e il Marchio dell'Implacabile (Ferraris): Io francamente mi sono sentito un po' preso in giro da Ferraris. Credevo sinceramente di meritare di meglio di una simile truffa. L'idea di rimettere in piedi un vecchio personaggio è sicuramente ammirevole, per non parlare della volontà di essere autore completo: ma a che pro se i risultati sono questi?
    Leggere una storia western con Topolino e ritrovarmi davanti la solita solfa a base di ladri di bestiame, furti apparentemente inspiegabili, bellimbusti sospettabilissimi dalla prima vignetta in cui appaiono. Ma dove siamo finiti, nelle storie di Murry? Ha senso un'operazione di questo genere, se è per proporci un soggetto tanto scadente, scontato, trito e ritrito. E se ripenso a certi trascorsi del Ferraris autore completo con Paperone che spende tutti i suoi soldi seguendo i consigli di Paperoga, mi viene da sperare che il "buon" Andrea torni a fare il disegnatore, limitando i danni.

    Pa-Per-Hyn e il Gran Librone delle Risposte - Seconda Parte (Vitaliano/Mottura): Parentesi calcistica finale (ma quante cavolo di volte abbiamo visto il calcio venire inventato in mille epoche diverse?), la storia si conferma molto ma molto buona. Vitaliano rinuncia al solito humor cattivo per confezionare una storia affascinante e un po' moraleggiante. Mi è davvero piaciuto pure il modo con cui ha saputo tratteggiare Paperino, Paperone e Pico. I paperi usati bene e in modo non banale, avvenimento raro al giorno d'oggi.

    Oltre a tutto questo l'ennesima storiella gervasiana educativa, un riempitivo a dir poco scandaloso firmato da Savini e una danese completamente svalvolata, ma divertentissima. Un buon numero, insomma, se si finge che Topolino Kid non esista. Per il prossimo si legge nella preview di una storia con Macchia? Si sa per caso chi sarà l'autore?
  • guardando la cover dell'ultimo topo, sono stato cinque minuti buoni a domandarmi chi potesse essere "Gattus"...
    “DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!”

    :solly:
  • T 2742
    Che Aria Tira… (Ziche): deliziosamente demenziale.
    Topolino Kid e il Marchio dell’Implacabile (Ferraris): e ritorna Ferraris e con lui due personaggi sepolti da tempo, Topolino Kid e Pippo Sei Colpi, di cui non si sentiva una grande mancanza ma il cui ripescaggio è senz’altro lodevole. Ma la trama è qualcosa di straziante, una storia telefonatissima che ricalca maluccio un Murry da cui preleva gli stereotipi più scontati e non le movimentate e cartoonesche scene d’azione, che sono qui rappresentate da qualche sparo condito con trappole, lazo e poco più.
    Ma un aspetto positivo c’è ed è quello che riguarda il Ferraris autore completo: per quanto scontata la storia è comunque ben costruita e il soggetto non presenta i vistosissimi difetti delle precedenti opere. Si spera quindi che il volenteroso Andrea non demorda e che continui a lavorare, cercando magari di attingere a spunti meno abusati, visto che i miglioramenti, per quanto stentati e lenti, ci sono.
    Pa Per Hyn e il Gran Librone delle Risposte (Vitaliano/Mottura): e non delude. Questa seconda parte è solo un pelino inferiore alla prima, visto che la strada è ora tutta in discesa verso la conclusione, forse un po’ troppo didascalica ma ben smorzata dalla vitalianica ironia (Hai detto che giocheremo in due righelli?). I bei disegni di Mottura (che ci elargisce anche i suoi splendidi neri nella tavola finale) impreziosiscono ulteriormente questa buonissima prova di un Vitaliano che sembra stia trovando il giusto equilibrio tra ottimo umorismo e validi contenuti.

    Alquanto deludenti le restanti storie. Simpatico il Gervasio didattico, ma ormai ha proprio stufato, mentre i bei disegni di Soffritti non riscattano LA prevedibilità fatta trama cui segue un Savini irriconoscibile. Si salva solo Archimede e il Problema Verde (Gillbert/Andersen), demenziale e visionaria.
  • T 2743 (Contiene SPOILERucci)
    E dopo le soddisfazioni date dal Gran Librone delle Risposte, che si scopre essere addirittura del 2006, Vitaliano torna ad allietare un ventaglio di storie alquanto anonimo, con Topolino e l’Occhio di Macchia (Vitaliano/Pastrovicchio). La storia, a cui si ispira un divertente Che Aria Tira… (Ziche), è la prima che vede Fausto impegnato con un Mickey “classico”, escludendo la breve performance del Ballo delle St(a)elle e che per di più riprende Macchia Nera dopo la parentesi ultraheroica, presentandocelo più gottfredsioniano che mai anche grazie ai disegni di un Pastrovicchio che lo rendono massiccio e fluido al punto giusto.
    La parte da leone la fa il giallo su cui si basa la storia: ben costruito, vira brillantemente in maniera inaspettata dopo una falsa conclusione, il che non può non richiamare alla mente il Casty dell’Ingannevole Gemello o del Fantomatico Fox: l’ideale per dare nuova linfa ad una trama che sarebbe stata altrimenti ben realizzata ed impreziosita da alcuni segnali di stile (come le minacce di Macchia) ma pur sempre banaluccia e che, invece, deve essere riconsiderata sotto un’altra luce. Un Vitaliano che calibra attentamente la trama, quindi, e rinuncia, visto il genere di storia, ad un po’ della solita ironia pur non sacrificandola completamente, grazie al buon Pippo (Faccio il bagno tutti i mesi!). Quello che forse manca è la linearità: sarebbe stato preferibile rendere il tutto un po’ meno prolisso, nonostante sia apprezzabile la volontà di inserire una gran quantità di particolari.
    Per quanto riguarda i personaggi, Vitaliano ha sempre dimostrato di saperli caratterizzare tutti a puntino; in questo caso, tuttavia, Topolino merita un discorso a parte. Deliziosa la sua ingenuità (accentuata dall’espressività del buon Pastro) che lo identifica come l’uomo qualunque in situazioni più grandi di lui (senza rinunciare, tuttavia, all’eredità delle avventure passate che gli hanno conferito grande fama, come ci mostra l’incipit della storia) e piacevole il fatto che una volta tanto esca sconfitto. Un po’ più negativo che in questa sua sconfitta risulti sempre e comunque una marionetta nelle mani di Macchia: la storia sembra risolversi da sola, senza l’apporto del suo protagonista, che per quanto minimo ed ininfluente sarebbe stato gradito. Insomma, ci sta che Topolino venga gabbato e ne esca pure sconfitto, ma un minimo di brillantezza da parte sua lo avrebbe reso un po’ meno vittima delle circostanze per quanto umanamente debole ed impotente.
    Piccolo dettaglio, comunque, che non intacca una gran bella storia che riconferma le poliedrica capacità di un Vitaliano che sta crescendo sempre di più.

    Anonime le altre storia, tra cui spicca l’ennesimo e deprimente Ciccio. Si distacca dal piattume solo Paperino Intercettato Speciale (Laura & Mark Shaw/Andersen) che fonde la classica guerra familiare e la commedia degli equivoci portandoli agli estremi in una serie di scene fresche e dinamiche con cui si sposano bene i disegni del flessibile Andersen.
  • PORTAMANTELLO ha scritto: Indiana Pipps e le Uova di Kokkodek (Sarda/Gervasio): ed ecco una buona occasione che se ne va. IPNA forse resterà sempre un miraggio e forse non è che una fissazione, sta di fatto che si poteva fare indubbiamente molto, molto di più per rinfrescare un Indiana Pipps ormai relegato per la maggior parte delle sue avventure a storielle stereotipate in cui o si scambia con il cugino o in cui viene colto dall’ennesima patologica disaffezione per la vita avventurosa.
    E chissà che l'occasione non arrivi con il numero 2744; nella preview, infatti, viene annunciata la storia in precedenza annunciata per il numero 2738. E non si tratta di una storia, ma di una nuova saga, o se vogliamo di una maxi-storia a puntate, che ci terrà compagnia sino all'inizio delle Olimpiadi (e che con queste pare che avrà a che fare). Che sia questa la volta buona?
  • #2743

    Immagine
    E' il primo numero da un po' di tempo a questa parte a poter essere considerato un filler, riempitivo tra una saga e l'altra. E forse ne sentivamo pure la mancanza, visto che a forza di saghe, saghette, cicli e ricicli si era un po' perso il concetto di storia autonoma che possa far da colonna del numero.

    Topolino e l'Occhio di Macchia (Vitaliano/L. Pastrovicchio): Bella davvero. Prima volta di un Vitaliano orfano dei soliti frizzi, lazzi, sfottò e tocchi umoristici con becco e piume: per la prima volta, se escludiamo Speed Loop, lo vediamo imbracciare un registro serio e realizzare una storia che non pensa neanche per un secondo a fare ridere ma che ha una vicenda da raccontare. E, se escludiamo il cameo nella storia di Paperica, è anche la prima volta che lo vediamo maneggiare il personaggio di Topolino, quello vero e non una delle sue solite controparti in costume. Insomma, Vitaliano affronta un campo a lui estraneo e fortunatamente vince e stravince, con una storia fortunatamente senza punti deboli. Innanzitutto viene usato bene Topolino, prendendo le distanze dal saccente infallibile di Guido Martina, ma poi anche Macchia Nera, che Vitaliano aveva a inizio anno svilito in una storiella di poche pretese, torna ad essere lo sfavillante dandy che grossi calibri come Casty, Faraci, Savini e Cavazzano hanno saputo recentemente ricreare. E buona parte del merito è anche del Pastro, capace di regalarci un Macchia tanto gottfredsoniano quando è in costume, tanto moderno quando è in borghese. Bel lavoro dunque, serio, con un intreccio niente male e un po' di sani colpi di scena, che in una lettura come Topolino sono sempre i benvenuti. E adesso spero proprio che Fausto non si fermi qui...

    In appendice va segnalata una danese degli Shaw e di Anderson, più fuori di testa del solito, che benché nella seconda parte si perda un po' per strada, nella prima mi ha saputo divertire con una folle genuinità degna addirittura del grande Carl Barks. Nel prossimo numero invece dovremmo avere un nuovo ritorno di Indiana Pipps e l'inizio della saga sportiva di Massimo Marconi. Incrociamo le dita.
  • Ok, qua lo scemotto del villaggio sono io.
    Perchè ho trovato che nella splendida storia di Vitaliano/Pastrovicchio qualche sbavatura ci sia.
    Non per quanto riguarda il comparto grafico, tendente alla perfezione.
    Anche il soggetto è ottimo.
    E' però nel momento in cui la storia concretamente si dispiega che qualcosetta secondo me non quadra.
    Ad esempio: Topolino nel cuore della notte riesce effettivamente a fare uscire Pippo da casa sua, quindi in linea del tutto teorica dovrebbe essere già più o meno al sicuro dall' esplosione di qualunque bomba piazzata nella sua dimora. O forse Topolino crede che anche nel giardino si celino ordigni esplosivi?
    Poniamo che effettivamente Topolino creda a questo, o che per qualsiasi motivo ritenga che un suo intervento diretto di ogni genere potrebbe portare Macchia ad intervenire mettendo a repentaglio la vita di Pippo.
    Non potrebbe Topolino riuscire ad inventare un modo per far uscire Pippo da casa sua? Magari chiedendo ad Orazio/Minni/Clarabella/EtaBeta/Pluto/Paperino/Bongo&itreavventurieri di passare a prendere Pippo da casa?
    Altra mia osservazione, probabilmente stupida: ma per quale motivo Topolino non parla a Basettoni del ricatto? In fondo The Phantom Blot mica controlla anche lui!
    Probabilmente sono io che non ho capito qualche passaggio sottile oppure ho indebitamente dimenticato qualche elemento essenziale e quindi non mi è del tutto chiaro il dipanarsi della vicenda.
    Chiedo a tutti coloro i quali hanno apprezzato questa storia (o magari allo stesso ottimo Faustone :) ) di venirmi incontro...
    Sono reduce da una sessione di esami pazzesca e devo aver fuso qualche fusibile :P

    (Comunque storia davvero soddisfacente... E poi godo un casino quando vedo un Macchia Nera disegnato come Dio comanda: le versioni italiote di certi disegnatori italiani - persino Massimo De Vita ne "L'uomo ingannatempo" - mi fanno stare un po' male, specie quando la bocca di macchia è direttamente disegnata sul mantello, neanche fosse un blob parlante!)
    Potrete ingannare tutti per un pò.
    Potrete ingannare qualcuno per sempre.
    Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
  • Ti rispondo/spiego/illustro volentieri, benché non mi pare che quello che sottolinei sia un passaggio così contorto.

    Macchia fa vedere a Topolino come riesce a tenere sotto costante controllo Pippo. Contemporneamente gli mostra un telecomando con due tasti, uno dei quali innesca un'esplosione.
    Questo è tutto quanto Topolino sa. Non sa dove è piazzata la bomba, non sa quale dei due tasti la comandi (Macchia gli offre addirittura la possibilità di disattivarla, ma Topolino ovviamente se ne guarda bene). Topolino, al limite, non sa neppure se la storia della bomba sia vera. Potrebbe essere un bluff, ma chi proverebbe a rischiare?

    E tuttavia, Topolino ha un impeto di presenza di sé (pagina 28, terza e quarta vignetta) e decide di avvertire ugualmente Pippo, sfidando il rischio mortale che la situazione comporta.
    Ma proprio quando sta per avvertirlo (pagina 29, seconda vignetta) Macchia gli fa capire che il suo controllo della situazione è totale e rinnova la minaccia (ultima vignetta della stessa pagina).
    A questo punto, Topolino deve abbassare la testa. Credo che, di fronte a una minaccia del genere rivolta al proprio migliore amico, chiunque eviterebbe rischi ulteriori.
    Il fatto che Topolino e Pippo siano usciti in giardino è ininfluente sulla concretezza della minaccia. Infatti, Macchia dimostra di tenere sotto controllo la situazione anche fuori dalla casa di Pippo (pagina 29, quarta vignetta).

    Topolino, quindi, non dispone delle minime informazioni che gli consentirebbero di combattere Macchia, magari raccontando a Basettoni quanto sta avvenendo. Per quanto ne sa lui, Macchia potrebbe aver sotto controllo l'intera città.
    Così, deve fare l'unica cosa che gli è consentita: aspettare gli eventi. Perché non saprebbe che cos'altro fare, Credo che chiunque, al suo posto, farebbe altrettanto.

    Di fronte alla scelta tra salvare il mondo o salvare il suo amico, Topolino sceglie l'amico. È una magnifica dimostrazione di debolezza e di lealtà che, secondo me, restituisce al personaggio il suo lato fragile e, per così dire, "umano".
    Certo, Topolino potrebbe anche partire lancia in resta e escogitare un super-piano per contrastare Macchia Nera, dopodiché sconfiggere il nemico, annientarlo con la sua inarrivabile sagacia e il suo coraggio a prova di bomba, per poi godersi gli applausi dei fans e ascoltare Pippo che dice l'ennesima scemenza.
    Io ho preferito prendere un'altra strada.
    Tutto qui.
    E, per quanto riguarda i tuoi esami, in anus balenae, come si dice.
    Fausto
  • "Topolino, quindi, non dispone delle minime informazioni che gli consentirebbero di combattere Macchia, magari raccontando a Basettoni quanto sta avvenendo. Per quanto ne sa lui, Macchia potrebbe aver sotto controllo l'intera città."

    So di peccare di presunzione, ma forse avresti fatto un tantino meglio a precisare questa sensazione di paranoia, ché altrimenti quando Topolino trova la bomba e la getta via si è indotti a pensare che effettivamente il Topo poi neanche ci credesse tanto a questo presunto controllo tentacolare su Topolinia da parte del suo arci-nemico e, una volta trovato l'ordigno, considerasse effettivamente sfumata ogni concretissima minaccia di morte per il suo amico (in fondo nulla impediva di pensare che altre bombe potessero essere nascoste in giardino o altrove, attivabili mediante altri detonatori).
    Ovviamente è una mia opinione, neanche tanto sensata :P
    Quel che dici tu comunque è vero: Topolino non si comporta come un eroe da Comics ma come una persona vera, fragile ed incerta di fronte ad un pericolo diffuso. E questo è un bene, credo sia questo il motivo per cui tutta la storia risulta così gradevole, molto più che per il cosidetto "doppio-finale alla Casty" (voglio dire: mica Casty ha il copyright anche sulla tecnica di costruzione dei colpi di scena :omg: ). Ma ripeto: senza l'accentuazione della sensazione di paranoia suddetta secondo me qualcosa nella storia un po' si perde.
    Comunque esami andati bene, grazie Fausto! :P
    Potrete ingannare tutti per un pò.
    Potrete ingannare qualcuno per sempre.
    Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
  • Morgan Fairfax ha scritto: So di peccare di presunzione, ma forse avresti fatto un tantino meglio a precisare questa sensazione di paranoia, ché altrimenti quando Topolino trova la bomba e la getta via si è indotti a pensare che effettivamente il Topo poi neanche ci credesse tanto a questo presunto controllo tentacolare su Topolinia da parte del suo arci-nemico
    Leggendo la storia io invece ho sempre ritenuto che Topolino dopo essere stato sgamato la prima volta che si è recato da Pippo per farlo uscire di casa, si sentisse sotto il controllo costante di Macchia Nera. E la storia l'ho pure letta (ahimè) spezzettata e non certo al massimo della concentrazione.
    Sulla paranoia di Topolino, secondo me la cosa si capisce bene quando si ritrova a camminare davanti alla banca e si interroga sulle tante telecamere sparse in città; telecamere che avrà visto chissà quante volte e in quanti posti, ma sulle quale si ritrova a rifletterci solo ora che si sente sotto controllo.
    Morgan Fairfax ha scritto: Quel che dici tu comunque è vero: Topolino non si comporta come un eroe da Comics ma come una persona vera, fragile ed incerta di fronte ad un pericolo diffuso.
    Non solo, si comporta da Topolino, quello vero, originale, e non come da saccente primo della classe tipico di molte storie nostrane (e per fortuna che da un po' di tempo ci si è resi conto della cosa e alcuni autori si muovono nella corretta via).


    L'esordio vitalianico con Topolino (se si escludono le storie "in costume" e il cameo in quella di Paperica) non poteva essere migliore; l'attesa, dovuta da una sorta di timore reverenziale di Fausto nell'approcciarsi ad un personaggio di questo calibro, è valsa decisamente la pena.
    Ed era da tanto che una storia di Topolino non m'incuteva una sensazione di inquietudine. Si inquietudine; nel vedere un Macchia Nera che non si fa lo scrupolo di mettere in pericolo la vita di Pippo pur di raggiungere i suoi scopi, e per un Topolino che si ritrova completamente sotto scacco. A questo hanno contribuito sicuramente i disegni del Pastro, che molto spesso, sopratutto nella prima parte, rimandano alle spy-stories gottfredsoniane.
    Vitaliano rinuncia alla sua consueta ironia, ma non per questo sono assenti i momenti divertenti. In particolare mi riferisco a quelli che vedono un Pippo perplesso per il comportamento di Topolino, al punto da considerarlo "strambo".
    L'incipit, che vede un Topolino così vanesio da non sentire puzza di bruciato, mi ha fatto pensare alle storie della Ziche tipo il Topokolossal; il finale invece, con il MacGuffin, i capovolgimenti di fronte e l'inganno subito da Macchia Nera, mi ha ricordato DoubleDuck. Vogliamo poi tralasciare la citazione parodistica del mitico "GrilloParlante"? :P .
    Indubbiamente, la storia è una delle mie preferite tra quelle vitalianiche, e una delle migliori tra quelle viste negli ultimi tempi con protagonista Topolino; a quando la prossima?
  • "Sulla paranoia di Topolino, secondo me la cosa si capisce bene quando si ritrova a camminare davanti alla banca e si interroga sulle tante telecamere sparse in città; telecamere che avrà visto chissà quante volte e in quanti posti, ma sulle quale si ritrova a rifletterci solo ora che si sente sotto controllo."

    Mi dispiace fare il bastian contrario ad oltranza ma continuo a credere che questo non significhi poi molto e che qualcosa non vada.
    Il dato testuale d'altronde è incontrovertibile.Topolino effettivamente guarda sotto una nuova luce le telecamere sparse in città.

    "Non avevo mai fatto caso a quante videocamere di sorveglianza sono installate in città... Tengono sotto controllo tutto! Negozi, incroci stradali... Quel bandito ne deve avere piazzata una su Pippo! Se riuscissi a trovarla potrei metterlo in salvo e sventare il colpo di Macchia!"

    E' indubbio che Topolino, dunque, non creda nell'esistenza di un sistema ratificato di controllo di cui si serve Macchia Nera per tenere a bada ogni sua mossa. La sua ipotesi è quella della cimice, della telecamera nascosta, niente più.

    Non per altro, scoperta la bomba nell'antennina recapitata giorni prima a Pippo nonchè la micro-videocamera nascosta nella spilletta del club "Amici dello spazio", Topolino sembra reputare sventata la minaccia del controllo totale e l'eventuale immediata rappresaglia del suo nemico (e infatti subito si rivolge a Basettoni e trova il tempo e il modo di far lasciare la città a Pippo).

    Mi spiace dirlo ma qualche debolezza nell'impostazione generale della trama ancora continuo a vederla.

    Viste le suddette convinzioni personali, niente impediva al buon Mickey di rivolgersi a Basettoni, visto che effettivamente non credeva in alcuna forma di sorveglianza globale di ogni angolo della città da parte del malvagio Phantom Blot.
    Ultima modifica di Morgan Fairfax il martedì 24 giugno 2008, 18:20, modificato 1 volta in totale.
    Potrete ingannare tutti per un pò.
    Potrete ingannare qualcuno per sempre.
    Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
  • Morgan Fairfax ha scritto: E' indubbio che Topolino, dunque, creda nell'esistenza non di un sistema ratificato di controllo
    Ratificato?
    (Ah, i bei tempi della PkMail…)
    Fausto
  • Ihihih...
    Ovviamente volevo dire "ramificato".
    Questi sono i tremendi effetti di una full immersion nel diritto di parecchi giorni :P
    Potrete ingannare tutti per un pò.
    Potrete ingannare qualcuno per sempre.
    Ma non potrete ingannare tutti per sempre.
  • Torna a “Fumetto Disney”