[Andrew Kaufman] Tutti i Miei Amici Sono Supereroi

Qui è dove si parla di storie, di storie che parlano di cose che magari non sono successe davvero ma che potrebbero anche o che sono successe tanto tempo fa. Quel che è certo è che spesso ci toccano più di quanto non facciano le storie vere di cui siamo testimoni tutti i giorni.
  • Non si può che essere d'accordo con Deboroh quando afferma che il cognome Kaufman coincide con "genio".

    Un romanzo semplice, efficace, diretto e mai banale. Kaufman riesce a trattare argomenti profondi con una leggerezza invidiabile: fa riflettere, senza risultare noioso o dare quella sensazione del "già sentito o visto", spesso comune quando si tratta di descrivere l'amore o certe caratteristiche tipiche dell'essere umano. Soprattutto, poi, se si cerca di farlo attraverso delle metafore. E' complicato essere originali, ma Kaufman ci riesce con una naturalezza esasperante: non scava a forza nei sentimenti per spinger fuori la lacrima e, giunti all'ultima pagina, ci si trova a riflettere su certe cose senza accorgersene quasi, con addosso cucito un senso di serenità leggero, venato di tristezza e speranza, a prescindere dal finale (ut-oh, perfetto).
    Tutti i miei amici sono supereroi è divertente e surreale: quando Kaufman descrive come supereroi persone con, estremizzati, tutti i piccoli difetti e manie che ognuno si porta appresso un po' si sorride, un po' ci si amareggia: impossibile non risentire i graffi de "Il mostro dell'ansia" contro la propria porta ogni volta che è venuto a farci visita quando si legge di lui, e non rincuorarsi quando la Perfezionista, una dei protagonisti, afferma che ci sono due maniere per liberarsene: "O fai un bagno, o un sonnellino". Pelle d'oca.
    Inammissibile non ricordarsi mai un po' nei panni de "Il bradipo", de "Il consolatore", di "Televendita" o di "Mister su&giù", o nei panni di chi ha incontrato, a volte, "Mister opportunità". Ognuno di loro ha un nome buffo, perché "la maggior parte dei supereroi ha un nome ridicolo, ma ognuno deve sceglierselo da solo". Ed i loro poteri, che non sempre coincidono con aspetti che in genere piacciono ma con vere e proprie debolezze, non sono poi così speciali: "Dovete pur sempre vestirvi ogni mattina. I lacci delle scarpe vi si rompono comunque. E la vostra ragazza può lasciarvi lo stesso."
    Una favola dolceamara, affettuosa nella descrizione dei personaggi (ed in questo, oltre alla questione delle molteplici chiavi di lettura, ha ricordato anche a me Il Piccolo Principe), garbata e lieve nella narrazione, anche nell'uso dell'ironia.
    L'ho adorato.

    Piesse: nell'ultima pagina del libro si legge che Kaufman ha anche diretto un film, Aberistiwith, che è stato ospite di numerosi festival internazionali tra il Canada e l'Europa. Conto di recuperarlo.
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