Per chiudere la cavalcata di Indy, visto anche questo.
Bello, mi è piaciuto molto. Meno dei
Predatori e molto meno dell'
Ultima Crociata, ma più del
Tempio Maledetto.
Dico subito che vedere Harrison Ford così invecchiato quando solo 24 ore prima lo vedevo nel terzo film della saga col volto tutto giovanile è stato abbastanza straniante.
Ma di contro trovo che l'idea di cavalcare il passaggio degli anni come leit motiv della pellicola sia stato giusto e ben condotta come operazione: questo tanto nella differente ambientazione temporale, quanto nel mostrare (più all'inizio che in seguito) i segni del tempo - cosa che mi ha ricordato il Batman del
Ritorno del Cavaliere Oscuro - , quanto nella maggior maturità che il personaggio dimostra rispetto alle precedenti avventure, cosa che faceva notare Tyrrel.
Mi è piaciuto più del previsto il personaggio di Mutt: il duro figone è più fuori dagli stereotipi rispetto alle mie previsioni, e Shia se la cava bene nel ruolo, lo interpreta in modo credibile sia nella fase iniziale che nel proseguimento del film fino al finale. Mi ha piacevolmente sorpreso. Brava anche Cate Blanchett, e in generale tutti gli attori.
Mi è piaciuto l'intro citazionoso (nel vederlo ho pensato subito la cosa che ha rilevato Tyrrel: questa corsa di auto con giovani esaltati è
American Graffiti dall'inizio alla fine), mi è piaciuta la strizzatona d'occhio al magazzino dell'Arca dell'Alleanza, mi sono piaciuti tutti i rimandi alle precedenti avventure ma, signori, mi è piaciuta anche la storia.
Intendo proprio la missione archeologica, la ricerca in cui Indy è coinvolto: anche se non più di reliquie cristiane stiamo parlando, al contrario che nel
Tempio Maledetto siamo comunque di fronte a misteri stuzzicanti per l'immaginazione come i segreti delle civiltà precolombiane. L'ipotetico grande progresso scientifico e tecnologico di popolazioni come i Maya e gli Aztechi è leggendario e da sempre stimola le menti dei narratori: qui la cosa funziona particolarmente bene inserendo un elemento che può essere sì considerato una fissa di Spielberg, e che può essere sì inquadrato negli anni '50 in cui era in voga, ma al di là di tutto questo che una civiltà aliena fosse venuta in contatto con queste genti per aprir loro la mente e aiutarli nei loro progressi non è certo un'idea nata in questo film, ma di molti decenni antecedente. In questo senso non è quindi così fuoriluogo l'elemento alieno all'interno dell'intrigo, e anche se l'idea dei teschi di cristallo forse suona un po' strana c'è da dire che comunque non disturba.
Disturba di più il [spoiler]disco volante[/spoiler] alla fine, dato che [spoiler]più che una civiltà aliena si tratterebbe di esseri intradimensionali[/spoiler] non ha molto senso. Però approvo che l'identità di quegli esseri, almeno nelle intenzioni, sia un po' più originale.
Molto bella la scena della battaglia sulle jeep, secondo me condotta in modo davvero brillante... molto bello il ritorno di Marion, molto bello il rapporto padre-figlio dove il padre è Indiana.
Insomma, un film che non mi ha per niente deluso ma mi ha regalato due ore aggiuntive di grande avventura con un gran bel personaggio come protagonista.