SILVANO MEZZAVILLA: LA RINASCITA DI MICKEY
(caricatura di Silvano Mezzavilla ad opera di Giorgio Cavazzano)
Quando si cerca di difendere il buon nome di Topolino, macchiato da anni di storie che lo hanno svilito, appiattito, reso antipatico e quindi facendogli preferire Paperino, noi amanti del fumetto Disney non manchiamo mai di fare due nomi ben precisi: Floyd Gottfredson e Romano Scarpa. Il primo ha lanciato Mickey Mouse nel mondo dei comics, della narrazione a fumetti attraverso le strisce quotidiane, costruendogli un mondo attorno, geografico ma soprattutto di amici e nemici. Da solo o in coppia con Walsh ha fatto vivere a Topolino avventure tra le più misteriose, avventurose e intriganti della sua carriera, determinando gli anni d'oro del Topo dalle Grandi Orecchie. Il secondo ha saputo riprendere quelle atmosfere, creando storia gialle e avventurose che non sfiguravano accanto a quelle dell’artista americano ma anzi riprendevano spunti e interpreti per poi crearne di nuovi ancora. Il merito di entrambi è stato quello di costruire il mito di Topolino, in tutte le sue forme.Ma se si cerca di pensare a chi in anni più recenti abbia cercato di riscattare la fama del Topo, noi italiani abbiamo subito pronti altri due nomi importanti: Tito Faraci e Casty. Il primo ha saputo coniugare la sua estrosa vena umoristica con una grande fantasia e una spiccata sensibilità, che hanno fatto nascere storie memorabili in cui Topolino ritorna in grande spolvero, in una dimensione a lui congegnale, mettendo in evidenza personaggi storicamente secondari (Manetta) e addirittura cercando di ridare alle avventure di Mickey quell’aria mistery e “adulta” degli esordi (cosa che ha avuto il suo apice con il giornale "MM – Mickey Mouse Mistery Magazine").
Il secondo è velocemente salito alla ribalta riscoprendo anch’esso il gusto per il classico, guardando direttamente a Gottfredson e Scarpa, usando i loro personaggi e creandone di nuovi, irresistibili e perfetti. Il tutto in avventure di stampo classico ma perfettamente godibili ai giorni d’oggi.
Ma quasi mai ci si ricorda di un altro autore importante per Topolino, che ha costruito per lui storie gialle magistrali, quasi inquietanti, realistiche, che hanno ridato smalto al titolare del settimanale della Disney Italia. E ben prima di Casty e di Faraci. Sto parlando di Silvano Mezzavilla.
Costui, con una trentina di storie all’attivo, ha reinserito Topolino e comprimari in storie originali, intelligenti, adulte, capaci di appassionare l’adulto quanto il bambino. Gialli che coinvolgono il lettore, o thriller che ti invogliano a girare pagina. La sua storia più celebre, Il Mistero della voce spezzata, è stata d’ispirazione per Faraci per le tematiche, per l’atmosfera, per quel Topolino, come ha ricordato anche Giorgio Cavazzano nell’intervista su "Disney Anni d’Oro" # 3.
Mi sembrava giusto, allora, andare alla riscoperta di quelle storie e di questo autore, pietra angolare di un periodo di riscatto del Topo dalle orecchi tonde. Ci sono anche alcune storie di Paperi, che analizzerò, ma la maggioranza vede recitare il cast di Topolinia, e in un periodo in cui sembrano concrete voci di un futuro progetto che ristampi con regolarità Gottfredson, mi sembra giusto farci il palato buono con un onesto (e più!) antipasto!
E chissà che quando avrò un po’ di tempo non lo faccia anche con Faraci, nonostante la sua produzione sia sterminata. In quel caso mi limiterei alla sola produzione per il settimanale “Topolino”, però, tralasciando le tante storie create per “Paperino”, “Paperinik” e soprattutto PK.
Cosa che del resto ho fatto anche per questo speciale su Mezzavilla, concentrandomi solo sulle sue storie pubblicate su “Topolino”, escludendo le poche per “Minni”, “Paperino” e “Cip & Ciop”.
Una breve biografia dello sceneggiatore la trovate sul suo sito, qui.
Legenda: per ogni storia è indicato il disegnatore, il numero di tavole totali di cui è composta, il numero di "Topolino" in cui ha esordito, il link alla pagina Inducks, la prima tavola della storia e, se esiste, la copertina di “Topolino” o di un’altra pubblicazione che l’abbia dedicata alla storia in questione. Infine, quando esiste, è indicato il link al topic della storia nella sezione “Le storie migliori” sul forum del Papersera, a motivo di maggior completezza e per offrire un ampio ventaglio di opinioni.
Paperino e la Penuria Ferrosa
Disegni: Giorgio Cavazzano
Tavole: 36
“Topolino” # 1647 (21 giugno 1987)
Inducks
La prima storia sceneggiata per la Disney di Mezzavilla non ha per protagonista Topolino, ma Paperino! Ma una cosa in comune con altre storie future c’è: Cavazzano ai disegni, che spesso visualizzerà le storie dello sceneggiatore. L’avventura vede il Papero vestito alla marinara in un’avventura “a solo”, cosa strana considerando che se non è con lo Zione almeno i nipotini dovrebbero esserci. Invece Paperone è solo il motore della vicenda, spedendo il nipote nello spazio a cercare metalli, dato che il suo deposito del ferro si è improvvisamente e misteriosamente svuotato. Paperino vivrà una grande avventura, dato che finisce sul pianeta E-Co, un tempo verde e rigoglioso e ora “ferrato” dai Metallici, robot un tempo servi degli abitanti che ora stanno cercando di estinguere i biologici. Paperino aiuterà gli abitanti, tra cui la bella Bi-A, e scoprirà il mistero della sparizione del ferro.
Alla sua prima sceneggiatura, Mezzavilla mostra padronanza con i personaggi e le situazioni: esemplari le reazioni di Paperone, veramente classiche, e le prime tavole riescono a trasmettere veramente tranquillità. Caratteristiche nella storia le didascalie, che non si limitano ai soliti “E così…”, “Intanto…” ma sono vere e proprie frasi di incoraggiamento, di spinta verso l’avventura (“Verso un pianeta sconosciuto!”, “Verso una difficile impresa!”, “E’ tutto finito!”).
Cavazzano fa il suo lavoro in maniera impeccabile, è in una fase interessante della sua carriera e si vede come siano ormai lontane le sperimentazioni degli anni ’70, ma il suo tratto è sempre morbido e cinetico! Bellissime le vignette in cui Bi-A mostra a Paperino il verde del suo mondo, in cui apprezziamo l’arte di Giorgio, insieme alle già citate prime tavole e all’ultima, con un Deposito bellissimo!
La storia ha ricevuto l’onore della copertina solo recentemente, nella sua ultima ristampa, su "I Grandi Classici" # 269, ad opera proprio di Cavazzano.
Topolino e il Mistero della Voce Spezzata
Disegni: Giorgio Cavazzano
Tavole: 52
“Topolino” # 1834-1835 (20 e 27 gennaio 1991)
Inducks
Tre anni e mezzo dopo La Penuria Ferrosa, ecco la storia che tutti ricordano quando c’è da parlare di Mezzavilla. E’ la sua più famosa, probabilmente anche la sua più bella, sicuramente come dicevo nell’introduzione quella che con le sue atmosfere sarà servita a Faraci come spunto per le sue storie noir. Qui vediamo una Topolinia piovosa, come nel giallo più classico, strade bagnate e pozzanghere, un temporale che fa disastri. Vediamo un Topolino con l’impermeabile, come il più classico dei detective. Un Topolino che decide di indagare “a solo”, perché solleticato da un mistero che non riesce a capire, e che lo incuriosisce. Insomma, un Mickey classico che si rifà agli stilemi classici della narrazione noir, e un mistero veramente intrigante alla base. Chi ha fatto in una notte una ventina di telefonate gridando “Aiuto,aiuto, mi rapiscono, presto… AIOTTO, AIOTTO, sono… crack!”? Qualcuno è stato davvero rapito o come sostiene Basettoni è solo uno scherzo? E perché quelle parole senza senso? Topolino indaga, parlando anche con Minni, facendosi accompagnare da Pluto, ma senza Pippo. Tenace, fa funzionare le “celluline grigie” come direbbe Poirot e mette insieme i pezzi del mistero. Il momento dello spiegone finale, tecnica di solito noiosa e abusata, qui ci sta benissimo, con Topolino che spiega alla stampa come è arrivato alla soluzione del caso. E’ un momento agognato dal lettore che deve aspettare una settimana per vedere come la storia finisce. Eh sì, perché la storia è spalmata in due tempi, in due “Topolino” diversi.
La spiegazione fa rimanere a bocca aperta, e fa apprezzare oltremodo la storia, che è il capolavoro di Mezzavilla.
I disegni del Cavazza sono qui da sbavo, letteralmente, con un Topolino fighissimo in impermeabile, ambienti disegnati perfettamente, e la pioggia battente che rende Topolinia una città ambigua. Spettacolare l’ultima tavola, a questo proposito.
Una storia che è già un classico, a cui è stata dedicata la copertina del numero che ospita la seconda parte della storia, che è nella memoria di molti e che addirittura è stata scelta come esponente degli anni ’90 nel numero speciale di "Topolino" dedicato ai 50 anni della testata.
N.B: gli interessati possono andarsi a leggere anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.
Gambadilegno e il Ritorno a Legcity
Disegni: Giorgio Cavazzano
Tavole: 52
"Topolino" # 1862 (4 agosto 1991)
Inducks
La ventata di novità che portano le sceneggiature di Mezzavilla si riscontra in modo palese in quest’avventura. Il protagonista assoluto è Pietro Gambadilegno, personaggio che lo sceneggiatore cercherà di sviscerare in questa e altre storie appassionanti. E personaggio che, sulla falsariga di Mezzavilla, proprio Faraci porterà a una nuova giovinezza in famosissime avventure.
Fatto credo eccezionale, qui Topolino non compare proprio, viene solo nominato una volta all’inizio, velocemente, e fatto salvo una comparsata di Basettoni, oltre Gamba e la sua dolce metà Trudy non vedremo nessuno dei soliti topolinesi. Anche perché la storia non si svolge in quella città, ma a Legcity, cittadina dove Gambadilegno ha frequentato il college ripetendo 5 volte la prima. Pietro riceve un invito a una rimpatriata coi vecchi compagni nel collegio, e insieme a Trudy si divertirà insieme agli amici d’infanzia. Ma vicino al college c’è un museo che espone un diamante preziosissimo, può il vecchio Gamba resistere a una simile tentazione?
L’avventura è molto interessante e gustosa da leggere, non è un giallo ma l’analisi di un piano di Gamba per operare un furto, e quindi si avvicina di più a un thriller. Con tanto di colpo di scena finale. Un minimo tentativo di introspezione c’è, quando si vede un Gambadilegno malinconico ricordando i suoi sogni di ragazzo. Non c’è una sbavatura nella trama di Mezzavilla, tutto scorre perfettamente. La storia è divisa in due tempi, ma entrambi sullo stesso numero del Topo e consecutivi. Bella la vignetta finale, in cui si ristabilisce lo status quo che si aveva all’inizio.
Per i disegni, niente da dire. Cavazzano continua a creare arte visiva, il Gambadilegno con giaccone verde aperto è spettacolare e molto in personaggio, così come è inedito il Pietro in cravatta e tutto elegante. Le tavole hanno una pulizia invidiabile, e la terza vignetta di pag. 51 è meravigliosa!
Una storia bella e particolare.
N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.
Nonna Papera in “Pericolo a Green Valley”
Disegni: Roberto Marini
Tavole: 33
“Topolino” # 1881 (15 dicembre 1991)
Inducks
Un’altra storia di Paperi per Mezzavilla. Ma anche in questo contesto non rinuncia a una trama un po’ “criminosa”. Il bello della storia è che presenta solo Nonna Papera e Ciccio del mondo dei Paperi, e per le prime tavole nemmeno loro, ma solo due anonimi truffatori vestiti da gangster vecchio stampo che riescono a fuggire dalla polizia. Si ritrovano così a Green Valley, ridente paesino campagnolo nelle cui vicinanze sembra esserci la fattoria di Nonna Papera. Ora, penso che questo paesino non sia mai comparso prima come riferimento geografico per la fattoria della Nonna, ma non è difficile immaginarlo come un normale paesello vicino a Quack Town, e sempre nelle vicinanze di Paperopoli. Comunque, i due truffatori Slim e Fat cercano di vendere ai contadini un nuovo fertilizzante, che però rovinerebbe le terre, pensado di intascare un po’ di soldi e filarsela. Ma per ottenere la fiducia dei campagnoli devono ottenere quella di Nonna Papera, avversa ai prodotti chimici, e allora i due loschi individui cercheranno di far di tutto per rovinarle il raccolto, che le serve per una scadenza importantissima!
La storia, se paragonata alle precedenti, risulta molto inferiore qualitativamente, ma devo dire che è originale e si difende bene. I disegni di Marini sono accettabili e ben fatti.
Topolino e l’Enigma del Faro
Disegni: Giorgio Cavazzano
Tavole: 57
“Topolino” # 1914 (2 agosto 1992)
Inducks
Un anno e mezzo dopo Il Mistero della voce spezzata, Mezzavilla torna a scrivere un giallo con protagonista Topolino. Lo fa con una storia che ho scoperto da poco, avendo trovato per caso poche settimane fa in un’edicola il Topo del 1992 che pubblicava questa storia, ed è subito diventata una delle mie preferite di questo autore. E sicuramente una delle mie preferite con Mickey protagonista.
Tre tavole di “intro” molto d’effetto con il gioco di ombre e il buio che fa da cornice a un furto (qui gioca molto anche la bravura di Cavazzano, che rende meravigliose queste prime pagine e tutta la storia) ci introducono nella vicenda, che parte da uno spunto tranquillo: Topolino e Basettoni decidono di fare una vendita di beneficenza con tutti gli oggetti smarriti che stanno a prendere la polvere al commissariato. Peccato che tra questi ci sia una statuetta che raffigura il faro di Topolinia che viene riconosciuta dai legittimi proprietari, anche se questi arrivano all’asta solo quando si è cconclusa. Da qui partono le indagini di Topolino per scoprire chi è il misterioso compratore della statua, e le indagini lo porteranno a scoprire molto più di quello che si sarebbe aspettato.
La storia è molto bella e ben costruita. Certo, la sceneggiatura ci strizza l’occhio facendoci capire che i proprietari della statuetta non la raccontano giusta, ma i motivi di ciò e il ricondurre a ciò che abbiamo visto nelle prime tre tavole rimangono invece misteriosi finché Mezzavilla non ce lo fa capire nel finale. La trama è costruita con sagacia e senso del ritmo, dandoci un gioiellino di giallo. Belli i momenti che Topolino e Minni vogliono ritagliarsi per loro e belo vedere Mickey vestito tutto elegante, anche in versione “cravatta slacciata”. Dà un senso di familiarità del lettore con il Topo dalle Orecchie Grandi!
Eccelsa!
Note: ho notato che finora Mezzavilla non ha mai usato il personaggio di Pippo. La cosa non fa eccezione nemmeno qui, ma Cavazzano scrive il nome “Pippo” sulla cassetta delle lettere di una casa a cui Topolino passa vicino con la macchina. La mancanza della spalla classica del nostro indagatore sembra per ora essere una caratteristica delle storie di questo sceneggiatore.
N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.
Basettoni e il Grande Caldo
Disegni: Giorgio Cavazzano
Tavole: 64
“Topolino” # 1967 (8 agosto 1993)
Inducks
Un anno dopo la sua ultima storia, torna sulle pagine del Topo Mezzavilla, con un’altra storia thriller, anche se stavolta Topolino non c’è, impegnato in una spedizione artica come apprendiamo dal dialogo tra Basettoni e Manetta. Ma proprio questi due sono protagonisti dell’indagine, come se lo sceneggiatore volesse dimostrare che la polizia di Topolinia non ce la fa solo grazie al supporto di Mickey! Per la prima volta, viene data così tanta importanza non solo al commissario, ma anche al suo braccio destro Manetta, che qui gode del suo grande riscatto. Sei anni prima delle prime storie di Tito Faraci in cui guadagnò il protagonismo, inaugurando un fortunato e divertente ciclo, Manetta uscì dall’ombra dietro la scrivania di Basettoni per indagare e intervenire insieme a lui nelle emergenze in città E che emergenze! Un tale che si fa chiamare Signore delle Macchine riesce a controllare tutto ciò che è meccanico, e chiede soldi alla città per non combinare casini, come ha già fatto con idranti e un ascensore. I due prodi poliziotti dovranno fronteggiare quindi una grave minaccia sotto la grande calura estiva, che mette a repentaglio il distintivo del commissario e che ci fa appassionare nelle indagini dei due, anche se noi sappiamo fin dall’inizio chi si cela dietro questo Signore delle Macchine.
Mi piace il segno di continuity che Mezzavilla getta in questa storia: Trudy parlando con Basettoni afferma che il suo Pietro ha frequentato per 5 volte la prima al collegio, proprio come avevamo appreso in Gambadilegno e il ritorno a Legcity esattamente due anni prima!
Torna Cavazzano alle matite, e non delude nemmeno stavolta. I disegni sono sensazionali, la scena in cui “affronta” gli idranti è disegnata benissimo, Manetta è reso alla grande, e infine una menzione speciale tanto a Mezzavilla quanto a Cavazzano per la scena in cui Manetta si aggrappa all’elicottero del criminale mentre si alza in volo, mentre viene ammirato da tutti. Insomma, non più solo un tonto! Grandissima scena, tanto narrata bene quanto disegnata divinamente!
Il titolo è una citazione dal film di Fritz Lang “Il grande caldo” (“The big heat”). The big heat in inglese oltre a significare un’estate torrida indica anche l’alzarsi del livello di guarda delle polizia nei confronti della criminalità, e in questo senso ha attinenza anche con la storia a fumetti, ma per il resto l’unica cosa in comune è l’atmosfera gialla/thriller.
La storia è presente nel volume de "I Mitici Disney" dedicato a Basettoni.
Topolino e la Fabbrica dei Sogni
Disegni: Giorgio Cavazzano
Tavole: 28
“Topolino” # 1971 (5 settembre 1993)
Inducks
A pochissimi numeri di distanza, specie per i suoi standard, ritorna Mezzavilla, con una storia insolita. La trama vede Topolino in visita agli studios cinematografici, straordinariamente aperti per visite guidate, in cui all’inizio lo vediamo malinconico ricordando il suo periodo d’oro di star del cinema, e poi finisce in un multiforme gioco di vasi comunicanti da un set a un altro di grandi film della storia di Hollywood. Finisce in mezzo alle riprese di “Ombre rosse” di John Ford, incontrando John Wayne, poi viene rapito da Johnny Weissmuller nei panni di Tarzan, poi vede Stanlio e Ollio negli “Allegri legionari”, parla con Gary Cooper, dialoga con Clark Gable in “Via col vento”, finisce in “Ben Hur” con Charlton Heston, inoltre incontra due celebri detective, quindi suoi “colleghi”, del cinema, Philip Marlowe e Sam Spade, nella persona di Humprey Bogart, con il quale Topolino risolve il celeberrimo mistero del Falco!
Topolino incontra poi Gloria Swanson e infine il mitico Charlotte, che dice a Mickey che il cinema è la fabbrica dei sogni!
Insomma, una storia che più che avere una trama unitaria è l’occasione per festeggiare il cinema in sé, facendo percorrere a Topolino un’ampia carrellata di pellicole che hanno fatto la storia del cinema, e facendolo incontrare con gli attori più famosi e bravi di sempre! Qui è quindi da lodare soprattutto Cavazzano, che riesce a rendere riconoscibili eppure caricaturali eppure meravigliosi i volti di tutti gli attori, in preparazione a quello che poi dovrà fare di nuovo qualche anno dopo nella prima storia sceneggiata da Vincenzo Mollica, dove si festeggerà il centenario del cinema!
N.B.: gli interessati possono andare a leggersi anche il topic su questa storia nel forum del Papersera.
La Paura Fa 2000
Disegni: Michele Mazzon
Tavole: 1
“Topolino” # 2000 (27 marzo 1994)
Inducks
Questa analisi che sto compiendo deve essere tutto quello che questo autore ha scritto per essere pubblicato sul settimanale “Topolino”? Sì, e quindi tra quel tutto non può mancare anche la tavola celebrativa per il n. 2000 del giornale. Spiego: quando alla redazione del Topo interessava davvero celebrare le tappe importanti del settimanale, facevano dei bei numeri celebrativi, come nel caso del duemillesimo numero! In quell’occasione il giornale ebbe una foliazione maggiore e presentò tra le altre cose una lunga serie di disegni o tavole fatte dai massimi artisti Disney e dai più giovani per omaggiare l’onorevole traguardo. Mezzavilla scrive una tavola a fumetti di 4 vignette disegnata da Mazzon in cui Gambadilegno sale su una sedia terrorizzato perché si vede circondato nell’ufficio di Paperone da 2000 topolini, intesi come topi dalle fattezze di Mickey Mouse! In questa tavola, Pietro dialoga direttamente con Mezzavilla, che viene caricaturato in una vignetta dal disegnatore Mazzon. Non penso che la scelta di rendere Gambadilegno protagonista sia casuale, quanto che sia la logica derivazione delle precedenti storie dell’autore, che ha utilizzato egregiamente la figura del nemico di Topolino! Simpatica!
Gambadilegno e il Rapimento di Topolino
Disegni: Giorgio Cavazzano
Tavole: 56
“Topolino” # 2056 (25 aprile 1995)
Inducks
Torna dopo due anni Mezzavilla, e torna con una storia che già dal titolo sembra essere epocale. Leggendola, si scopre che epocale non è ma di certo è una storia originale, coraggiosa e che segue il modello thriller/giallo a cui Mezzavilla ci ha abituato.
Il protagonista è ancora il nemico n. 1 di Topolinia, che rischia di vedersi sottratto il “titolo” da due nuovi rapinatori che stanno impazzando per la città. Non è tutto, per puro caso Gamba vede è testimone del rapimento di Topolino proprio da parte di questi due. Quando Pietro si accorge di essere considerato criminale di seri B, decide di mettersi sulle tracce dei due nuovi arrivati, per capire chi sono e cacciarli dal suo territorio.
La storia, dicevo, è inedita perché Topolino è vittima in questa avventura, e coraggiosa perché in pratica Gamba si mette nei panni di detective privato senza autorizzazione, girando per i bar malfamati a cercare dritte e facendo domande a chi può aver visto qualcosa. Insomma, un vero ribaltamento dei ruoli, che vede un’atmosfera noir aleggiare sulla Topolinia in cui gira Gambadilegno. A questo contribuisce ovviamente l’arte pura di Cavazzano, che disegna luoghi come il bar o il deposito dei taxi in maniera molto da “città decadente” tipica dei film hard-boiled, e da cui in parte (e potenziata) si ispirerà quando metterà mano anni dopo ad “Anderville”.
A questo proposito, c’è pure un taxista pazzo che può in parte ricordare Burke!
Bello poi notare come Topolino nella storia non compaia mai, se non in silhouette prima di essere rapito e in segnali televisivi confusi verso la fine, a parte l’ultimissima vignetta che ristabilisce lo status quo tra Mickey e Gamba.
Molto bella!
Paperino e il Ritorno del Pirata
Disegni: Lara Molinari
Tavole: 26
“Topolino” # 2129 (17 settembre 1996)
Inducks
Dopo quasi dieci anni dalla sua unica storia con Paperino protagonista, Mezzavilla scrive questa deliziosa storiella marittima, in cui Donald in un’immersione trova una bottiglia che teneva imprigionato da 3 secoli il pirata Barbasecca. Questi decide di arruolare il Nostro come marinaio, ma prendendo il mare si scontreranno con l’epoca moderna, totalmente diversa a quella del periodo del pirata e poco affine al suo stile di vita. Ma sarà successo davvero o è stato un sogno?
La storia è divertente, di avventura pura ce né poca ma vedere i bagnanti che salgono sul veliero del pirata chiedendo dove sono i bastoncini di pesce fa sempre sorridere, così come l’atteggiamento di Paperino nei confronti dello spaesamento di Barbasecca. Valore aggiunto alla storia sono i disegni: la Molinari mi è sempre piaciuta molto con i Paperi, e anche qui non si smentisce usando un tratto dinamico e accattivante, aiutato da una colorazione molto molto all’avanguardia!
In un “Topolino” che presenta la prima parte del Ritorno a Villa Rosa disegnata da Carpi e la prima storia del ciclo Elementare Paperoga disegnato da Cavazzano la storia di Mezzavilla non spicca, ma è una buona storiella.
Topolino e la Sindrome Visionaria
Disegni: Romano Scarpa
Tavole: 56
“Topolino” # 2152-2153 (25 febbraio-4 marzo 1997)
Inducks
Questa è una delle migliori storie di Mezzavilla, al pari con Il mistero della voce spezzata e con L’enigma del faro. Seconda storia dell’autore i cui due tempi sono pubblicati in due “Topolino”, la storia è molto originale e vagamente inquietante. Parte da dove molte storie gialle stanno per concludersi, con Topolino che ha stanato i criminali (che hanno trafugato segreti industriali!): qui si inserisce una scena memorabile, una lotta senza esclusione di colpi tra i due malviventi e Mickey, come ai bei tempi andati, in cui Topolino ne esce piuttosto ammaccato, tanto da entrare in stato confusionale momentaneo. Il giorno dopo sembra guarito, e arriva a sorpresa a fargli visita il cugino Samuele, che lo accudisce e gli fa compagnia fino al giorno in cui Topolino deve presenziare al processo contro i due ladri. Peccato che, facendo un giro turistico su un battello, Samuele scompare, instillando il dubbio a tutti (Topolino compreso) di esserselo immaginato come conseguenza del trauma.
Una storia dai molti pregi: a partire dal livello grafico, essendo questa storia disegnata da Scarpa, il massimo interprete italiano di Topolino, che qui per la prima e unica volta disegna una storia di Mezzavilla, forse perché è quella dal soggetto più “scarpiano” (Romano nel 1994 disegnò per esempio un paio di storie di Carlo Panaro con protagonista Topolino che avevano proprio affinità con lo stile del Maestro). Scarpa contribuisce coi suoi disegni a rendere ancora più claustrofobica e affascinante l’atmosfera della storia, in cui il lettore fino all’ultimo non riesce a capire la verità e si sente inquieto proprio come il protagonista.
E a proposito di Scarpa, come non pensare leggendo quest’avventura a un classico del Maestro? A me vedere un Topolino così intontito, vulnerabile e insicuro ha ricordato moltissimo La Collana Chirikawa, in cui Mickey in presenza del cemento veniva colto da attacchi di vertigine. La citazione poi della Zia Topolinda conferma ancora di più il legame con quella pietra miliare del fumetto Disney e in generale con l’opera di Scarpa. E’ bello poi vedere in un quadretto a casa di Topolino la foto di Gancetto, e le iniziali A. B. sulla cravatta di Basettoni, a ricordare come ormai sia ufficiale il nome di battesimo Adamo per il commissario (in Basettoni e la dieta da fame di Pezzin, disegnata proprio da Scarpa l’anno precedente a questa avventura). Pippo è assente anche stavolta, solo nominato, come anche Minni. Ma tutto è funzionale alla trama geniale e perfetta di Mezzavilla, che ci consegna un’avventura che ci mostra quanto la scrittura di Mezzavilla abbia ereditat da Scarpa, una storia adulta per i toni e la narrazione, oltre che alcuni dettagli come Topolino che avanza pistola in pugno nella prima vignetta e le scene in tribunale, luogo che non so quante volte si sia visto in chiave “seria” in una storia Disney.
N.B.: gli interessati possono anche andarsi a leggere il topic su questa storia nel forum del Papersera.
Orazio Eroe Per Caso
Disegni: Davide Cesarello
Tavole: 22
“Topolino” # 2158 (8 aprile 1997)
Inducks
Una storia centrale è insolita per Mezzavilla, specie se non usa il cast paperopolese. Ma questa è una storia che fonde peculiarità di questo sceneggiatore con un pizzico di novità. Le peculiarità stanno nel fatto che sa creare un’atmosfera quotidiana per Topolino e amici, che vediamo a inizio storia incontrarsi per un sabato sera insieme. Poi per la mancanza di Pippo, escluso dalla serata fuori forse perché è un’uscita a 4, dato che insieme a Topolino e Minni vediamo Orazio e Clarabella. E’ una storia tipica di questo autore, poi, perché tende a valorizzare personaggi tipicamente secondari, e dopo Gambadilegno, Basettoni e in parte Manetta sembra essere il turno di Orazio, che ricordiamo essere stato la spalla di Mickey nelle prime avventure di Gottfredson, prima dell’avvento di Pippo e della conseguente caduta nel dimenticatoio, che spesso ci fa sembrare inutile la presenza del riparatore di Topolinia. La novità sono che nonostante ci sia l’evasione di Gambadilegno come sfondo, la trama è divertente e basata in gran parte sulle gag, dato che Gamba si nasconde proprio nel negozio di Orazio dove il nostro riparatore lo metterà nel sacco per puro caso, senza nemmeno accorgersene. Insomma, una storia leggera e divertente, resa ancor più deliziosa dai morbidi disegni di Cesarello.
Gambadilegno e il Tesoro di Ululoa
Disegni: Silvio Camboni
Tavole: 60
“Topolino” # 2173 (22 luglio 1997)
Inducks
Toh, ma che bella storia spalmata in due parti che ci offre questo “Topo” a chiusura dell’albo! Protagonista assoluto Gambadilegno con Trudy, per l’occasione insieme ad altri 3 complici, che cercando di rubare il tesoro che il sultano dell’isola di Ululoa si è portato a Topolinia nel corso di una visita alla città. Certo, la faccenda a un certo punto si complica, ma fortunatamente Gamba trova un tizio che può dar loro una mano per portare a termine il piano…
Rinunciando momentaneamente all’analisi del personaggio, Mezzavilla ci racconta una storia di Gambadilegno dove protagonisti sono il thriller e la narrazione. E’ bello e raro vedere una storia che ci mostra tutto il lavoro dietro a un colpo di Pietro, senza dover spostare l’occhio della telecamera alle indagini di Topolino, che qui non viene nemmeno menzionato. Certo, il nome del nuovo complice è un segnale evidente di qualcosa, ma il volgere della vicenda diventa comunque inaspettato e con un finale molto bello. L’atmosfera poi che ci regala la narrazione di Mezzavilla è bellissima, dopo la celebre Topolinia con pioggia battente qui ci viene mostrata una Topolinia ultra-moderna, con un traffico intenso, ben 4 banche e una grandissima mole di gente che ci vive e lavora, e che popola le rumorose strade del centro. E poi è una città anche dotata di grattacieli, e vedere Gamba e soci che al posto che studiare piani in uno scantinato hanno la loro base al 50esimo piano di un grattacielo devo dire che fa tutta un’altra figura. Tutto ciò è ovviamente stato aiutato dai disegni di Camboni, che oltre alle splendide vedute metropolitane ci offre anche un bel Gambadilegno, graficamente interessante.
Topolino e il Mostro Oscillante
Disegni: Alessandro Perina
Tavole: 30
“Topolino” # 2184 (7 ottobre 1997)
Inducks
Una storia quasi horror, questa! Mezzavilla stavolta ci confeziona un giallo canonico e abbastanza semplice, lasciando il colpevole nell’ombra fino alla fine (poi, io ho capito subito nella seconda tavola chi è, ma oggettivamente mi sembra che sia stato ben occultato, forse me lo ricordavo da quando avevo letto la storia i tempi…). Ma qui l’autore rompe la sua regola d’oro: al fianco di Topolino c’è Pippo, che è addirittura motore dell’azione scoprendo il rapimento di uno dei suoi innumerevoli parenti, lo zio Pipper. Da Basettoni i nostri scoprono che anche una maestra è stata rapita nello stesso quartiere, e allora Topolino costruisce una bella trappola sulla base di un’intuizione. La storia è comunque interessante per la risoluzione del mistero, più per il movente che per il colpevole in sé: per una “tortura” subita il criminale si vendica su alcuni “esponenti” di quella “tortura” rapendoli.
La componente horror è dettata dal fatto che il criminale si traveste da mostro orribile e gigantesco. L’atmosfera nebbiosa contribuisce ai brividi. Ai disegni il bravissimo Perina, uno dei giovani disegnatori che più apprezzavo e apprezzo tutt’ora, anche se più coi Topi che coi Paperi. Trovo il suo tratto ispirato a Cavazzano ma non clone pedissequo, perché noto caratteristiche del suo stile in un Topolino sempre graficamente impeccabile (vedi qui, vedi MM # 1, vedi X-Mickey #1, e tante altre).
Topolino e le Frequenze Kappa
Disegni: Paolo Mottura
Tavole: 40
“Topolino” # 2214 (5 maggio 1998)
Inducks
Mezzavilla apre il “suo” 1998 con una storia inquietante e disturbante, più di qualunque altra avventura abbia scritto precedentemente, e al tempo in cui la lessi la prima volta una delle più disturbanti in assoluto. Un uso sagace e intelligente del personaggio Topolino, calato in una Topolinia colpita da una strana epidemia, per la quale tutti i cittadini sono ammattiti, facendo e dicendo cose strane o assurde. Il tutto in seguito a un tornado proveniente dal deserto, e da cui per puro caso Topolino è scampato. Egli è quindi rimasto il solo cittadino sano, e si reca nel deserto vicino alla città per scoprire l’origine della tempesta di sabbia che sembra aver causato questo guaio. La situazione da “solo contro tutti” rende Mickey un eroe molto drammatico, specie quando gira per il deserto con la maschera antigas, e ricorda molto da vicino le atmosfere di “Io sono leggenda” (un solo uomo normale, gli altri vampiri – e qui invece semplicemente matti), il che è molto suggestivo e inedito, per l’angoscia che sa mettere questa storia. Angoscia accresciuta dai disegni di Mottura, bravissimo come sempre nel suo personalissimo stile, che è perfetto per rappresentare Topolino e i paesaggi di questa allucinata avventura.
Topolino e il Week-end Col Gatto
Disegni: Massimo De Vita
Tavole: 32
“Topolino” # 2230 (25 agosto 1998)
Inducks
E dopo numerose storie topolinose di Mezzavilla disegnate da Cavazzano, e perfino un giallo disegnato da Scarpa, un altro Maestro Disney riconosciuto disegna una storia del nostro autore: De Vita junior, da sempre uno dei migliori artisti nel rappresentare l’universo di Topolinia. Qui il suo tratto squisito rende come sempre ottimo il suo Topolino, e anche Manetta, decisamente co-protagonista della vicenda insieme a Topolino data la vacanza di Basettoni, gli riesce molto bene ricordando molto quello di Cavazzano.
La storia si svolge tutta in un week-end, da venerdì sera a domenica sera, in cui la città viene presa d’assalto da allarmi di gioiellerie, musei, banche… peccato che non sia mai stato rubato nulla da nessuno di questi posti. Allarmi guasti, come pensa Manetta? O forse qualcosa è stato rubato, in quei luoghi, qualcosa di assolutamente non prezioso? E in tal caso, perché? Sarà Topolino a scoprirlo, e dalle nebbie della memoria salterà fuori un criminale che Topolino aveva già arrestato cinque anni prima (anche se questo fatto appartiene alla fantasia, nel senso che non c’è nessun riferimento a una storia a fumetti del passato). Ed è sul filo della nostalgia che si snoda questo giallo, che più che giallo appare infatti più una storia poetica.
Bella, originale. Bella poi l’espressione di Topolino nella penultima vignetta dell’ultima tavola.