[Paolo Villaggio] Fantozzi
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Fantozzi
Italia 1975, sui grandi schermi fa la prima apparizione un personaggio che diventerà la rappresentazione dell'italiano medio, con i suoi sogni e le sue frustrazioni, protagonista di una delle più lunghe saghe cinematografiche realizzate in Italia : il Ragioner Ugo Fantozzi. Il personaggio, nato nel 1968 (anno non casuale, in cui esplosero le rivoluzioni studentesche), inizialmente era il protagonista di alcuni racconti di Paolo Villaggio, allora comico esordiente alla trasmissione "Quelli della Domenica", che raccontava al pubblico di aver avuto un collega durante il suo periodo lavorativo all'Italsider, suo compagno di stanza abituato a lavorare in un sottoscala, particolarmente servile e sottomesso. Durante questi racconti cominciavano a delinearsi i tratti distintivi del personaggio: una sfortuna quasi irreale, simboleggiata dalla "nuvoletta da impiegato" che gli scarica addosso pioggia durante i week-end, le sue ristrettezze economiche, il suo particolare abbigliamento, fatto di mutande e costumi ascellari, ma non aveva ancora un volto, visto che comunque le sue avventure erano raccontate dal suo "ex-collega" Paolo Villaggio. Dopo "Quelli della Domenica" il personaggio diventava protagonista di una serie di racconti sull'Europeo, settimanale della Rizzoli, nati come adattamenti dei monologhi della trasmissione che aveva visto l'esordio del personaggio. Questi racconti aumentarono decisamente le vendite del settimanale e vennero raccolti in un libro nel 1971 dal nome Fantozzi, sulla cui copertina compariva un Paolo Villaggio alla sua "prima" interpretazione del ragioniere, vestito come Fantozzi nel racconto "Fantozzi va ai bagnI". Questo libro di rivelò un best-seller, al punto da meritare un seguito: Il secondo tragico libro di Fantozzi, anch'esso dalle fruttuose vendite.
A quel punto si decise di trarre un film dai quei libri di successo, e cominciò subito la scelta del protagonista, dapprima il ruolo fu proposto a Ugo Tognazzi, che rifiutò, poi si pensò a Renato Pozzetto, ma alla fine la scelta, su proposta del produttore, cadde sullo stesso Villaggio che aveva già dato prova di divertente interprete di personaggi comici come lo schizzato, aggressivo e ingenuo Professor Kranz "tetesco ti Cermania" e il succube e goffo Giandomenico Fracchia con la sua poltrona-sacco dove sprofondava e con i "diti intrecciati" (personaggi che anticipano tratti dell'interpretazione fantozziana, come l'aggressività, la goffagine, la viltà, l'irruenza, il masochismo fisico), e si era dimostrato un brillante attore, sfruttando il carisma da "ragazzaccio", lo stesso che aveva da presentatore trattando male il pubblico ai suoi esordi, soprattutto in coppia con Vittorio Gassman, in film in cui vengono anticipate certe gag e certe movenze dell'attore nel periodo fantozziano (la gag del panino mangiato di nascosto risale proprio a questi primi film).
La regia viene affidata a Luciano Salce, e la sceneggiatura a Leo Benvenuti e Piero de Bernardi, autori contemporanemente di un altro film cult proiettato nelle sale in quello stesso anno, Amici Miei, la scelta degli attori si rivela perfetta: una irresistibile Anna Mazzamauro nel ruolo di "Miss Quarto Piano", la Signorina Silvani, un alienato Gigi Reder nel ruolo di Filini, organizzatore maniacale (che nei libri si chiamava Fracchia, nome cambiato per l'omonimia con l'altro personaggio di Villaggio), un Giuseppe Anatrelli gagà napoletano perfetto per il ruolo di Calboni, Liù Bosisio e Plinio Fernando nei ruoli di Pina e Mariangela "mostri familiari", Umberto D'Orsi nella parte del prepotente Direttore Catellani e un "mistico" (nel vero senso della parola) Paolo Paoloni nella parte del Megapresidente Galattico.
Il film, come il libro e suddiviso in episodi introdotti dalla voce narrante di Villaggio che col suo particolare lessico, preso direttamente dal libro, descrive ironicamente le situazioni con un esilarante voce impostata memore dei monologhi di Quelli della Domenica.
Antraverso vari episodi della vita del ragioniere (tratti in ordine sparso dai due libri), legati dal flebile filo conduttore del corteggiamento di Fantozzi verso la signorina Silvani viene tracciato un quadro malinconico della società italiana, fatto di prepotenze, di persone sottomesse e represse, stemperato (ma non troppo) dalla comicità e dal grande livello delle gag e delle trovate: a partire dal geniale prologo, dove troviamo il Ragionier Fantozzi murato vivo nei bagni della Ditta, troviamo una serie di episodi esilaranti come il risveglio mattutino, scena che permette un'identificazione pressocchè universale (quanti di noi la mattina abbiamo corso per non fare tardi), il pestaggio da una banda di teppisti, la partita di pallone nel fango con la "nuvola da impiegati", il campeggio con la gag della martellata sul dito (ritenuta la più divertente del film), la malinconica scena della figlia di Fantozzi derisa dai superiori del ragioniere, il capodanno, la sfida a biliardo col direttore Catellani, la memorabile partita a tennis ("Batti lei!""Mi dà del tu?" "No, congiuntivo!"), la clinica dimagrante (anche se questa scena è stata rimossa inizialmente e poi riaggiunta recentemente nell'edizione DVD), il ristorante giapponese, la gita a Courmayer e il delizioso epilogo politico.
Questo film ha assunto caratteri leggendari, ai tempi delle prime proiezioni le persone in platea si sentivano male dal ridere, apprezzando il personaggio che come afferma lo stesso Villaggio "ha funzione terapeutica": se ci si sente inadeguati agli altri, alla società, osservando Fantozzi ci si rende conto che non si è soli, ma che la nostra infelicità è figlia di una società consumistica.
Punto di forza del personaggio sono le basi letterarie e cinematografiche su cui è stato costruito: per la letteratura Gogol e Dostoevskij, ma anche il "Marcovaldo" del nostro Italo Calvino (non a caso il primo libro di Fantozzi è suddiviso in stagioni come quello di Marcovaldo), per il cinema le basi sono sicuramente Charlie Chaplin, Stan Laurel, Oliver Hardy, Jerry Lewis, il "nostro" Totò, per la costruzione del personaggio come "maschera" e i cortometraggi animati di Tex Avery da cui riprende la comicità meccanica e vi sono echi addirittura dalla Commedia dell'Arte, visto che il personaggio è costruito come maschera, e dal Paperino nostrano, le cui disavventure sono giustificate più da una sfortuna trascendente (come nelle storie di Guido Martina), che da una personale tendenza del personaggio all'autodistruzione (come nelle storie di Carl Barks).
Unico grande difetto di questo film è che non si è raggiunto l'equilibrio fra malinconia e comicità che renderà il seguito di questo film superiore al suo predecessore, infatti ne Il secondo tragico Fantozzi le gag assumeranno un ritmo più serrato e saranno prevalentemente meccaniche.
In ogni caso questo sarà il film col miglior incasso nella carriera di Villaggio e tale sarà l'impatto del personaggio sul pubblico e sulla cultura che in futuro l'attore genovese difficilmente si discosterà dal personaggio ripescando i vecchi personaggi che anticipavano i tratti fantozziani (come Fracchia e Kranz) e interpretando ruoli molto simili al suo personaggio più famoso al punto che dal grande pubblico verrà sempre identificato con Fantozzi che sarà protagonista di altri quattro libri e di altri nove film fino ad arrivare ad un'inflazionamento del personaggio che si farà sentire negli anni'90.
Capolavoro cult che si fa vedere e rivedere all'infinito. Anzi, spesso le scene che si conoscono a memoria le si guardano più volentieri degli spezzoni meno noti. Pochissimi film comici italiani hanno questo potere...
Rimasi stupito quando disse in un'intervista, che per quella ed altre gag, se non erro, aveva tratto ispirazione da un cartone animato di Droopy:
In un'altra recente intervista tv, invece, ho scoperto che il primo libro di Fantozzi è stato accolto molto positivamente anche in Russia, dove Villaggio è addirittura considerato un grandissimo, quasi al pari dei più famosi autori sovietici.
Sicuramente...LPSO ha scritto:il campeggio con la gag della martellata sul dito (ritenuta la più divertente del film)
Rimasi stupito quando disse in un'intervista, che per quella ed altre gag, se non erro, aveva tratto ispirazione da un cartone animato di Droopy:
In un'altra recente intervista tv, invece, ho scoperto che il primo libro di Fantozzi è stato accolto molto positivamente anche in Russia, dove Villaggio è addirittura considerato un grandissimo, quasi al pari dei più famosi autori sovietici.
Infatti, la gag dell'urlo della bottiglia c'è anche in Professor Kranz tedesco di Germania del 1978.Pacuvio ha scritto:
Rimasi stupito quando disse in un'intervista, che per quella ed altre gag, se non erro, aveva tratto ispirazione da un cartone animato di Droopy:
Del resto Villaggio è un grande "riciclatore" di gag, assieme ai suoi sceneggiatori di punta Benvenuti e De Bernardi, basta pensare alla gag della bomba a mano che cade nella manica presente in ben tre film di Villaggio (Il secondo tragico Fantozzi, Fracchia la belva umana e Bonnie e Clyde all'italiana) è presa direttamente da Il Grande dittatore di Chaplin.
Però, come fece notare De Bernardi in un intervista, una gag che funziona, fa ridere lo stesso, anche se riproposta in continuazione (anche se ci sono degenerazioni, come la gag di Villaggio che manca di nascosto, presente nei primissimi film degli anni' 70 fino agli ultimi degli anni' 90) !
http://video.gazzetta.it/paolo-villaggi ... 144f02aabe
grande villaggio
fa satira e bacchetta i potenti sempre e comunque
ce l'hanno fatto passare come un buffone, ma in realtà è uno delle persone più intelligenti del nostro secolo
grande villaggio
fa satira e bacchetta i potenti sempre e comunque
ce l'hanno fatto passare come un buffone, ma in realtà è uno delle persone più intelligenti del nostro secolo