Con un po' di ritardo, arrivo per rispondere alle curiosità del buon Bramo e all'interessante discussioni da esse generatasi. Premessa: al momento non ho ancora recuperato i primi tre albi di
Greystorm, e pur avendolo acquistato non ho ancora letto il volumone appendice.
Bramo ha scritto:Adesso sarei curioso di sapere cosa ne pensa Tyrrel, che può anche paragonarla (come qualità più che come soggetto) a Caravan...
Il paragone con
Caravan non è fuori luogo perché, come avete già sottolineato, entrambe le serie sono sicuramente innovative all'interno dell'universo Bonelli. Certo le sole novità non bastano, voglio dire la serie poteva apportare delle novità ma avere una storia deludente: fortunatamente non è questo il caso di
Greystorm (e nemmeno di
Caravan, beninteso).
La storia è appassionante, o almeno io così l'ho trovata, con una trama complessa e non banale e una varietà notevole di locations e personaggi secondari, molti dei quali acquistano via via sempre più importanza. Robert Greystorm è sicuramente un personaggio affascinante, non il solito "scienziato pazzo", ma un uomo affascinante, colto, carismatico e ambizioso, molto ambizioso; è indubbiamente lui la novità più rilevante della serie, in quanto mai una serie Bonelli aveva avuto per protagonista un cattivo, ma non è la sola.
C'è anche l'ambientazione, che si rifà ai romanzi di Verne e in generale ai romanzi d'avventura scritti a cavallo tra IX e XX secolo, anche nella particolare struttura degli albi che richiama i romanzi d'appendice più che degli albi a fumetti. Antonio Serra (e Stefano Vietti e Alberto Ostini le poche volte che l'hanno sostituito alla sceneggiatura) ha svolto davvero un gran lavoro, e la serie offre diversi momenti affascinanti, come ad esempio i momenti d'introspezione sul carattere e soprattutto sulla mente di Greystorm già citati da Bacci. Bacci con il quale mi trovo pienamente d'accordo, anche sul finale: anche io mi aspettavo che la serie potesse chiudersi non dico in modo sconvolgente ma quanto meno spiazzante rispetto sempre a quanto di solito ci ha abituato la Bonelli, invece alla fine la serie in maniera classica e prevedibile. Non che questo sia un problema visto che il finale funziona e chiude perfettamente la storia, ma in una storia in cui si è osato in diversi momenti sa' un po' di occasione persa.
Ritornando al confronto con
Caravan, sicuramente
Greystorm è qualche spanna avanti per quanto riguarda il comparto grafico: non solo i livello qualitativo di tutti i disegnatori è stato davvero alto, ma la serie può vantare, pur con le differenze di tratto e stilistiche dei singoli autori, un'uniformità nei disegni che valorizza non poco la serie, e che invece è mancata in
Caravan.
Quello in cui per i miei gusti
Caravan si dimostra superiore è nell'idea di fondo della serie, più "estrema" di
Greystorm in quanto innova e osa maggiormente, spiazzando i lettori al punto da scontentare parte di essi che l'hanno trovata troppo fuori gli schemi bonelliani. E tutto questo lo si ritrova anche, se non in misura maggiore, nel finale della serie che, a differenza di quello di
Greystorm, punta ad una soluzione imprevedibile e fuori dagli schemi. Ma non è solo questo: i personaggi di
Caravan e le loro storie mi hanno emozionato al punto da restarmi nel cuore, e spesso mi capita di ripensare a passaggi e scene delle storia che mi sono particolarmente piaciuti.
In buona sostanza, tra le due serie
Caravan mi è indubbiamente piaciuta di più, ma sono entrambe due gran belle serie. Per concludere il paragone, se si dovesse pensare ad un adattamento su un altro media,
Caravan lo vedrei più adatto ad una serie tv mentre
Greystorm ad un romanzo, o anche ad un film cinematografico.
bacci88 ha scritto:Bramo ha scritto:
il fatto che indichi che c'è attenzione verso la figura "dannata" del protagonista e che il finale, pur non risultando originalissimo, ti ha soddisfatto sono tutti fattori che mi spronano... [...]
Una delle cose che mi frenava era il demone che si insinua nella mente del protagonista, che vidi tipo nell'ultima tavola del primo numero sfogliandolo in edicola ai tempi... e l'idea non mi sconfinferava troppo, preferivo Greystorm cattvo di suo non perchè veniva traviato da chissà quale essere... ma magari la cosa è ben gestita e non pesa...
L'altro dubbio è il dodicesimo albo... grosso, più costoso, ma non per un lungo finale (se non erro la storia finise all'11) ma una specie di celebrazione che 3 ministorielle e alcuni redazionali. E' bello, è solo un esborso in più inutile, è necessario...?
La figura dannata del protagonista è studiata proprio bene, almeno secondo me. Come accennavo addirittura tutto un numero intero (e anche di più) è dedicato a questo, al rapporto col demone, che tra l'altro è davvero uno dei punti più originali della storia...(bè, conosci già questo elemento spoilerante bello grosso
ma non ti preoccupare, un conto è sapere "cosa", l' altro vedere "come" viene trattato. Io ad esempio ho visto il finale di Lost e conosco uno spoiler gigantesco, ma un giorno me lo guarderò lo stesso tutto, ma sto divagando). Dico che è originale perchè oltre a essere analizzato in profondità crea dei presupposti per una grande ambiguità di fondo, in cui non è dato nulla per certo, non si capisce volutamente QUANTO le azioni deliranti del protagonista siano frutto dell'influenza del demone che si è insinuato in lui o il frutto della sua mente malata già di suo, e questo punto del fumetto mi è piaciuto molto, non so se Franz e Tyrrel possono confermare.
Quindi nell'economia del racconto l'argomento pesa, pesa eccome, ma solo in termini di spazio a questo dedicato, perchè contribuisce davvero a formare un gran bel personaggio.
Confermo, l'idea del demone e del legame che instaura con Robert è uno dei punti forti e più originali della storia, proprio per il modo in cui è stato presentato giocando sull'ambiguità, al punto che non è mai chiaro se le azioni malvagie del protagonista nascano da una sua naturale inclinazione al male o dall'influenza del demone, e viene affrontata nella storia in diversi momenti introspettivi davvero belli e riusciti, nei quali si naviga all'interno della follia e delle ossessioni che divorano Greystorm. L'ambiguità è anche nel personaggio, visto che alle volte non si capisce se ciò che spinge le sue azioni sia un'ossessione per il progresso o di ottenere un potere personale; comunque ad un certo punto la questione viene chiarita e si avrà una risposta definitiva. E' un peccato che tutto questo vada un po' a perdersi nel finale proprio per via della sua conclusione convenzionale, quando una scelta più "estrema" avrebbe potuto valorizzare e sviluppare maggiormente il tutto.
Bramo ha scritto:Ma io sono dell'idea che, pur limitandosi all'ambito Bonelli appunto, Caravan e Greystorm (quest'ultima per quanto ne so) qualche innovazione l'abbiano portata, e gli stessi autori intendevano portarla in questo tipo di narrazione, cosa che in alcuni articoli e interviste al riguardo veniva spesso fuori. Le copertine di Caravan, il titolo non dedicato a un personaggio e la storia corale, in Greystorm un folle cattivo come protagonista... Nella mini di Medda varie altre cose fuori della norma le ho notate. Certo è che sono innovazioni non in senso generale, dal momento che in fumetti di altre case editrici magari sono già avvenute, ma sono piccole novità in ambito Bonelli e già questo può essere notevole, o almeno motivo di attenzione. Io vedo in Caravan una serie molto autoriale, per esempio, e questo nel fumetto popolare da edicola non è poco.
Lo stesso meccanismo della miniserie è pensato anche come spazio per sperimentare, dato che col numero limitato di numeri non si rischia niente o quasi in termini economici... è ovvio che se si cerca in un fumetto Bonelli la rivoluzione del linguaggio a fumetti come se fosse un nuovo Watchmen, non la si troverà, ma nel loro piccolo queste due mini mi sembrano le prime avvisaglie (iniziate forse con Manfredi e il suo Volto Nascosto) di realizzare un fumetto veramente di qualità in un contenitore come l'albo Bonelli. Per questo a suo tempo su Caravan Medda diceva che la mini è stata bella ma gli è sembrato che non fosse stata fatta nel posto giusto.
D'accordissimo sull'autorialità di
Caravan; può darsi che forse avrebbe funzionato meglio da un'altra parte, ma a Michele Medda va il plauso per aver avuto il coraggio di osare e rischiare proponendo la serie in Bonelli, così come va dato atto a Sergio Bonelli per aver investito in una serie così anomala e così fuori dagli schemi della sua casa editrice (e chissà quando ricapiterà). Non ho (ancora?) letto
Volto Nascosto, ma da quel che ho appreso in proposito sono d'accordo nel vederla insieme a
Caravan e
Greystorm all'interno di un discorso comune. A queste ci aggiungerei
Lilith la serie di Luca Enoch, ufficialmente una serie semestrale, di fatto una mini visto che l'autore ha già previsto il numero di albi entro i quali si svilupperà la storia (18, se non erro), e non è il primo caso visto che dello stesso autore in casa Bonelli è statto pubblicato
Gea; a me questa serie sta piacendo molto, e conto di aprire una discussione non appena recupero i primi due albi (ho iniziato dal terzo) e l'ultimo che ancora non ho letto, visto che per me è molto valida.
In conclusione, segnalo
quest'intervista ad Antonio Serra realizzata nel 2007, nella quale si parla, tra le tante cose, anche di
Greystorm, allora ancora in fase di progettazione.