IMS2010 - I Migliori del Sollazzo - LE BRUTTURE DELLA VITA

Il vincitore dell'edizione 2010 è un autore morto nel 1986, ma che ha ancora molto da insegnare. Perchè a volte per andare avanti bisogna guardarsi indietro.

POLL Qual'è la cosa più brutta della vita?

Voti totali: 50
I Cinepanettoni
8%
4
Ratatoing & co.
10%
5
La tipa che ti molla ma rimaniamo amici
8%
4
Superman per N64
Nessun voto
0
Lo scagotto
14%
7
Il Gobbo 2
10%
5
L'hype per Flashforward
Nessun voto
0
Papernova, Papertotti, Paperissima...
2%
1
Pacuvio sparito dal forum che continua a parlare di calcio su facebook e diventare fan di pagine inutili
14%
7
Parenti che da piccolo ti regalano i maglioni
4%
2
Cannarsi
4%
2
Il vecchietto cupido alla fine di Rapunzel
14%
7
La Motion Capture
4%
2
Il trenino di Capodanno
8%
4
Jar Jar
Nessun voto
0

  • Ma lol... uno non può assentarsi momentaneamente per "motivi tecnici" che già qualcuno pensa chissà che... :rotfl:

    Facebook ho continuato a usicchiarlo a sprazzi perché è un mezzo immediato (e non potevo astenermi dal commentare un vergognoso 0-7 [prima e spero unica volta che parlo di calcio in quei lidi]), mentre forum e chat del Sollazzo impongono una certa frequenza, che allo stato attuale non posso permettermi... ma tornerò presto, lo prometto. :ammore:

    Io comunque ho votato me stesso e il Gobbo 2.

    Toh, sono pure in testa... :stralol:
  • Ma ti sei autovotato per spuntarla sullo scagotto! Questo è un colpo basso, lo scagotto sicuramente dirà la sua. :martel:
    E dire che lui era stato sportivo e non ti aveva attaccato quella volta che sei rimasto imbottigliato nel traffico...
  • Propaganda.
    Gualtiero Cannarsi ha scritto:
    Maximilian ha scritto:Perché "l'italiano" che usi in Pom Poko è scorretto?
    Perché hai preferito marcare la funzione ideativa (ovvero, sempre secondo Halliday, l'espressione del tuo (? <- dubitativa, vedi ipotesi 1 in seguito) personale mondo interiore rispetto alla "semplice" espressione del testo).

    No, per le ragioni che citi, e che come vedo si stanno discutendo, potrai legittimamente dire che l'italiano usato in quei dialoghi è inopportuno, fallace, fallimentare, ridicolo, quel che vuoi.

    Ma NON scorretto.
    Votate Cannarsi.
  • Ah, ma allora poi lo ha ammesso che è inopportuno? Io lo difendevo finché si limitava a dire che era corretto, perché giustamente che ne posso sapere io di lingua e civilizzazione giapponese? quindi mi fido della sua parola. Ma se ammette che è inopportuno allora sta dicendo o che Miyazaki e Takahata non sanno scrivere (perché usano costrutti inopportuni, fallaci, fallimentari, ridicoli per esprimere concetti... questa non è una scelta creativa, è incapacità tout court, senza se e senza ma. Miyazaki e Takahata non sanno parlare la loro lingua madre, c'è poco da interpretare), oppure che è il suo adattamento a essere inopportuno, perché non sa rendere in un italiano "opportuno" (cioè adatto al film, oltre che alle orecchie degli spettatori) un certo tipo di costrutti giapponesi.
    &ldquo;DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!&rdquo;

    :solly:
  • Eh già, lo ha ammesso. No, Miyazaki e Takahata non c'entrano nulla. Ed anche senza conoscere il giapponese, una prova mi convince: mi è capitato di guardare film non Ghibli o puntate di serie tv senza sapere minimamente chi fosse l'adattatore. Tipo Metropolis e Abenobashi (che è una boiata pazzesca peggio di Evangelion, tra parentesi - e Cannarsi la cita a piè sospinto per parlare di massimi sistemi-) Mi sono bastati pochi minuti per capire chi fosse il responsabile di quell'italiano inascoltabile. Leggendo la discussione segnalata da Grrodon, ho scoperto che anche altre persone sono in grado di riconoscere il cannarsese a colpo sicuro. Tanti saluti alla sbandierata "trasparenza" degli adattamenti, che dovrebbero mettere lo spettatore italiano nelle stesse condizioni di quello giapponese.

    A questo punto meglio comprare i dvd o blu-ray Ghibli che escono in UK. Costano pochissimo, tra l'altro. Ed hanno i sottotitoli ufficiali dello Studio Ghibli. So che così faccio un cattivo servizio a Lucky Red. Ma pur di evitare un altro scempio di Cannarsi rinuncerei a tutte le uscite Ghibli italiane.
  • Bé perché qui, dove praticamente dice che il disagio che si prova di fronte ai suoi adattamenti è proprio l'effetto che va ricercando?
    Gualtiero Cannarsi ha scritto:E' in italiano corretto.

    E' tradotto contenutisticamente bene.

    Questi due sono invece due giudizi già più verificabili.
    oppure
    Gualtiero Cannarsi ha scritto:
    un oppositore ha scritto:Ma è proprio qui il punto: tu SCEGLI di far rimanere lo zero sulla lingua giapponese, e questo suona strano al pubblico italiano che ha l'asticella puntata più in basso, quindi aggiungi una sensazione alla visione, questo senso di "stranezza" e di "estraneamento" che non era inteso nell'opera originale. Questo non è quello che chiamo adattamento "perfetto"
    E qui invece hai torto, obiettivamente, e ti spiego il perché.

    Perché tu, italiano, SAI di stare vedendo un opera *straniera*, in autorato e *contenuti*.

    Quindi o sei un demente, e non lo credo, o di base NON DOVRESTI aspettarti che le situazioni siano 'italiane', i modi di dire 'italiani', i canoni espressivi 'italiani'.

    Semplicemente perché sai da principio che non lo sono e non possono esserlo.

    Se in un anime giapponese ci fosse un personaggio italiano, altrimenti, non lo avvertiresti come 'diverso' dagli altri, no?

    Io non 'scelgo' di far rimanere l'erspessività giapponese come giapponese. Dato che questa non è una variazione, è una naturale permanenze.
    La variazione, l'alterazione (di uno stato di quiete) sarebbe piuttosto fare un insensato re-setting di quel centro del sistema di riferimento.

    Lasciarlo dov'è è solo la naturalità del tutto.

    NON aggiungo nulla. Ciò che aggiunge, semmai, è il SEMPLICE DATO DI FATTO che tu, italiano, scegli di fruire un'opera giapponese.

    Questo è un gradino che è nella realtà dei fatti, non nell'operato di Shito.

    Eliminarlo in fase di adattamento, questo sì, sarebbe 'operare' in sede di adattamento.

    Operare in modo insensato, ingiustificato, ignorante e stupido (che poi sono sinonimi, per me).
    Altri adattori, al fine di evitare questo, aggiustano l'asticella più verso lo zero della lingua Italiana, evitando quindi di aggiungere sensazioni non previste. Tuttavia così facendo sono costretti a perdere qualche frase, qualche "sottigliezza". Ovviamente neanche questo è quello che chiamo adattamento "perfetto".
    Ripeto, se ci rifletti ti renderai conto che non è l'adattamento fedele a 'aggiungere' alcunché.
    E' la semplice fruizione del 'diverso', dello 'straniero'.
    Se uno 'straniero' ti risulta 'familiare' è solo perché è stata operato una sua ingrata domesticazione.
    Che è uccidere il valore dell'incontro col diverso.

    Non esiste l'adattamento 'perfetto'. Ovvio.

    Ma quello che io pratico è un adattamento *sensato*.

    L'altra strada è quella di un'opera di adattamento violenta, ingiustificata e ingiustificabile, altamente lesiva dell'integrità culturale di un ìopera e della cultura stessa che partorendola vi resta intrisa, e soprattutto diseducativa.

    Non
    Ha
    Senso
    Alcuno

    E non ha senso pensare che potrebbe avere senso.

    E in nome di cosa si vorrebbe ragguagliare un senso, poi?

    In nome di una voglia di 'naturalezza percettiva' che è *indebita* e *impossibile* e *impretendibile* di fronte all'opera di una cultura aliena?

    Per carità!

    L'unico senso nel fruire il diverso è capire qualcosa che non ci appartiene, conoscere il diverso significa allargare le proprie vedute.

    La NATURALE, DOVEROSA e INEVITABILE straniazione che si prova dinanzi al diverso è gravida di arricchimento interiore. Sempre.

    Sono certo, ma ti giuro proprio sicuro, che se ci pensi ti ricrederai e converrai con me.

    La cosa è troppo plateale, e tu sei una persona logica.

    Quello che sto dicendo è che non può esistere l'adattamento "perfetto", quindi non può esistere quello "giusto" e dualmente neppure quello "sbagliato"... esistono scelte professionali a monte, e come tali sono soggettive, che determinano un metodo che quindi stabiliscono dove e come la traduzione sarà carente, perchè, salvo casi particolari e lingue molto vicine fra di loro, è impossibile che non lo sia.
    Ripeto, l'adattamento perfetto non esiste.

    Quello che io cerco di praticare è però 'giusto', perché muove da scelte logiche e sensate, oltre che onestamente 'reali' di fronte alla diversità cuylturale che non può essere annullata in sede di traduzione/adattamento.

    L'altra strada che tu sembri voler indicare è invece 'sbagliata', in quanto ingnorante, stupida e insensata.

    Per i motivi che ho esposto.

    E' un controsenso. E' come voler pensare che se domani i cani traducessero la letteratura umana in lingua canina, gli umani nelle loro traduzioni camminerebbero a quattro zampe, perché quello è lo 'zero' della camminata canina. E' come pensare che si debba dire che in Giappone si guida a destra invece che a sinistra, perché per loro la guida a destra è naturale, per noi no, quindi dicendo che guidano a destra 'creiamo' un'elemento di straneazione. Ragionava così Alessandra Valeri Manera, che tagliava le scene i cui i bambini bevono latte a mezzodì perché "da noi in italia non si fa". Queste cose mi fanno rabbrividire. Stai guardano un'opera giapponese: DARE VALORE al TUO senso di 'straniamento' è già eccesso di ego. Guarda l'opera tradotta fedelemente e ASSUMI come realtà quello che vedi. Altro, da italiano di frontre a un'opera straniera, non ti compete.
    Eh lol. Votate Cannarsi.
  • -_-

    Lo straniamento che si avverte non c'entra niente con la differenza culturale. Va oltre i vari fratelloni e sorellone, e -chan e -san (a proposito: perché allora Satsuki-chan non è diventata Satsukina? Forse perché Mei-chan sarebbe diventata Meiina o Meiuccia, o perché no, Meietta). È proprio un uso distorto dell'italiano, con delle regolarità ormai consolidate. Si potrebbe scrivere una grammatica del cannarsese.
  • Resta comunque il fatto che anche qualora avesse ragione lui e questa fosse effettivamente la giusta resa di una frase giapponese detta in italiano, lui avrebbe comunque frainteso il suo lavoro. Perché lo svolge a metà. Questo suo non voler per niente venire incontro alla percezione italiana nell'ottica di ossequiare totalmente quella originale è il fallimento del ponte tra due mondi che in quanto adattatore dovrebbe esser chiamato a costruire. Quando dice cose come "ma voi non siete tenuti a capire, a fruire, a gradire perché non siete giapponesi" è come se dicesse "lasciatemi solo con l'opera, che voi non c'entrate niente". E il bello è che lo dice coi paroloni che gli danno una patina di intoccabilità. Cannarsi è un mostro.
  • I miei voti non vanno alla bruttura in sè ma a ciò di cui la considero simbolo, quindi scelgo la Tipachetimollamarimaniamoamici, in rappresentanza di una categoria di donne che fa ben poco onore al già di per sè poco onorevole genere femminile, e Cupido, naturalmente per quel tipo di umorismo pacworks che permea un po' tutto il film (ma che trova fortunatamente un buon contrappeso in altri elementi più genuinamente divertenti, prima fra tutte la protagonista).
  • Grrodon ha scritto:Aiuto, ci hanno scoperti!
    Tana per il Sollazzo.
    E di là si dice che "potrai" è un condizionale. Ma... non è un futuro semplice? Tutt'al più con valore concessivo, in questo caso (potrai anche dire legittimamente questo... ma non quest'altro)? :oh:
  • infatti. ma comunque la parola chiave non è "potrai", futuro o condizionale che sia, ma "legittimamente".
    &ldquo;DISCUSSIONE, NON RECENSIONE!&rdquo;

    :solly:
  • Voto lo scagotto e quel cupido, mi vengono i brividi solamente a pensarci. ::S:
    Una rarità etnica in technicolor

    Immagine
  • Ratatoing e il trenino di Capodanno: non sopporto che la mia persona partecipi a qualsiasi forma di ballo, infatti a Capodanno sto a casa e dormo.
  • Vito ha scritto:Voto per il Vecchietto Cupido, perché quando le cose brutte intaccano a morte le cose che ami è un orrore totale. Me lo sogno ancora di notte. Che mi manda i bacini. Però alla facciazza sua continuo a considerare Rapunzel un film ottimissimo.

    Quoto. Io non sono arrivata al punto di sognarmelo la notte per fortuna. Per lo stesso motivo ho votato il Gobbo 2.

    E non lamentatevi dei maglioni, mia zia un Natale ha avuto il coraggio di regalarmi il lenzuolo delle Winx :bush: :ops:
    Mai desiderato tanto un maglione come in quel momento :omg:
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • IMS2010
    Dallo spareggio è risultato

    LA MIGLIOR BRUTTURA DEL SOLLAZZO 2010
    LO SCAGOTTO

    Secondo classificato:
    Il vecchietto alla fine di Rapunzel
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

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