Onta e ignominia a chi ha deciso di mandare in edicola il libro senza preoccuparsi di aggiornarlo.
Oltre ad essere indice di scarso interesse nell'operazione, è anche una mossa secondo me poco furba: questo libro, immagino, sarà stato comprato da molti ultraquaranta/cinquantenni e pubblicizzare un fumetto adulto come
Shaghai Devil avrebbe potuto giovare alla mini. Inoltre quei viandanti che hanno speso 35 eurozzi per la prima edizione sarebbero stati minimamente tutelati e premiati dal possesso di un'edizione esclusiva.
Peccato davvero, leggere quell'incredibile bibliografia a fondo volume (in cui Shanghai Devil è presente!) e poi trovarci Magico Vento come serie ancora in corso è un colpo basso.
Uscito in occasione della mostra omonima, tenutasi al Napoli Comicon 2010 e da lì bighellonata prima a Lucca e poi a Brindisi,
L'Audace Bonelli è un bel libro, per forma e contenuti, ma che ha il vizietto di perdersi in più di un bicchier d'acqua.
Dopo una prefazione inedita e il riciclo di un articolo di Michele Serra uscito sul "Corriere della Sera" il giorno seguente alla morte di Sergio Bonelli, seguono due prefazioni aggiustate all'uopo. Saranno gli unici aggiornamenti del libro.
La sezione
I primi 70 anni si apre con quello che è forse il miglior articolo del libro,
L'Audace avventura di Pier Luigi Gaspa, che svela come, quando e perché sono nate le Edizioni Audace, prodromo della SBE.
La Storia prosegue nell'articolo successivo,
Bonelli story di Gianni Brunoro, che è il primo a soffrire di quelle che costituiranno il difetto principale del volume: le ripetizioni. Dovendo riprendere le fila interrotte dall'articolo di Gaspa, si racconta, di nuovo, la nascita delle Edizioni Audace, proseguendo, poi, con l'evoluzione della Casa Editrice fino ad oggi (cioé fino alla primavera 2010, secondo difetto). Dagli anni '70 in poi è storia nota, ma il libro è rivolto in primis ai lettori occasionali ed only-Tex (od only-Dylan Dog), pertanto non è un difetto leggere cose già arciconosciute.
La sezione
A proposito di eroi è la più corposa del volume. Si apre con
Vocazione avventura, di Moreno Burattini, che, nonostante le solite ripetizioni, descrive bene lo spirito bonelliano - nel senso di "dei due Bonelli" - che l'autore conosce molto bene (essendo "erede" di Nolitta per quanto riguarda Zagor, di cui è curatore); Burattini, da buon nerd, non evita un po' di partigianeria, soffermandosi appunto su Zagor, ma poi prosegue elogiando anche Mister No e Un uomo un'avventura, e ha il pregio di chiudere coi misconosciuti Akim e Gil, evitando di dilungarsi sulla produzione post-Dylan Dog, che tutti conoscono.
All'opposto va
Tex e Dylan Dog: Divertimento popolare e arte di Luca Boschi, che ha il "difetto" di occuparsi soltanto, appunto, di Tex e Dylan Dog, e nel complesso risulta abbastanza inutile per il fan bonelliano; inoltre, cade inconsapevolmente nella classica, errata, equazione Dylan Dog (testata) = Sclavi. Le storie di Sclavi possono dirsi "artistiche", quelle di altri autori no, sono più bonelliane che mai. Il minisaggio fa, però, buona cosa, nel soffermarsi sui disegnatori "d'autore" che hanno messo mano ai due personaggi.
Molto buono è invece l'articolo successivo, che ha pure il pregio di aprirsi con la divertente cover di Gregory Hunter n.10 (
Trip),
A riveder le stelle: Passato e presente della fantascienza nei fumetti Bonelli, scritto dall'esule del NNF Glauco Guardigli, alias Topolino67. Nonostante il titolo sia praticamente uguale a quello di un catalogo di una dozzina di anni fa (e si sniffi, quindi, odor di riciclo), il pezzo è riccamente illustrato e fra le nove pagine che occupa ci scappano anche un paio di chicche abbastanza ignote, come il robot di Carlo Nicco o un one-shot di Pezzin e Corteggi che, solo per i nomi, meriterebbe ristampa (sapevo della sua esistenza ma l'avevo rimosso).
Ecco quindi
Bonelli e la stagione del fumetto d'autore, di Raffaele De Falco, articolo che andrebbe inculcato a tutti i sostenitori del Bonelli conservatore e normalizzatore pudico e moralista:
Un uomo un'avventura,
Orient Express,
Pilot e collane annesse... peccato non ci sia la possibilità di una ristampa organica di queste meraviglie.
A fare da contraltare all'utile articolo, ve ne è uno inutile,
Romanzi grafici e miniserie: Le nuove strategie editoriali della Bonelli, di Antonio Iannotta. Inutile non per i sostenitori di cui sopra, ma per il lettore fedele, che si trova una carrellata interrotta al 2010. Aggiungere una paginetta in più per
Stria,
Linea di sangue, ecc. ecc. e il già citato
Shangai Devil non avrebbe fatto male. Ma questo è un difetto di tutta l'operazione in sé: non essendoci nessuna fretta di mandare il libro in edicola alla bell'e meglio, si poteva fare una cosa fatta bene.
Ma tant'é.
Poker di donne: Legs, Gea, Lilith e Julia: fumetto popolare, italiano, femminile, di Valentina Semprini, è un articolo sulle donne bonelliane viste da una donna. Può essere interessante. Bisognerebbe approfondire (negli anni '90 uscì un catalogo in merito, ma ormai è antiquariato).
La famosa cover di
Zagor contro il vampiro apre
Magia in casa Bonelli, di Luciano Tamagnini (Tamagninii sul libro finito), sintetica rassegna sul tema, e, al solito, poco utile all'appassionato ma buona per chi non sa.
E' tempo, dunque, della sezione più nerd del libro, il cui titolo è tutto un programma:
Fenomenologia di Bonelli. Apre le danze Moreno Burattini, con
Crescete e moltiplicatevi: L'origine del formato Tex, seguito a ruota dal brevissimo Luca Boschi, autore del "box allargato"
Il formato a striscia. Prendendo l'uno in esame il solo Tex del 1948, l'altro l'intera produzione italiana contemporanea del ranger delle origini, i due mettono su una interessante storia italiana del formato a striscia, che, pur senza eccedere in tecnicismi inutili, regala qualche curiosità stuzzicante (in particolare nelle due paginette di Boschi, ove si parla anche di Disney).
Fenomenologia di Bonelli (stesso titolo della sezione) di Sergio Brancati è scritto come un pamphlet settantottino, pieno di -ismi, -icismi, e altre circonlocuzioni di stampo vendoliano. Buono per dare ufficialità al fumetto e al libro, abbastanza ovvio nei contenuti. Almeno per chi è già cultore di Bonelli. Ma, come già scritto più volte, questo è sostanzialmente un libro per NON cultori. I quali, se non uccisi dalla ridondanza dell'articolo, possono leggere gli stessi concetti, ma in forma più agevole, nell'articolo successivo,
Bonelli e la cultura popolare italiana: Un anti-modello canonico, di Matteo Stefanelli. La sua tesi di fondo è che Bonelli sia mitico perché italiano, e, se pure trae molto dagli archetipi USA (ma non solo USA), li rielabora sempre all'italiana. Non può trovarmi più concorde.
E arriviamo alle note dolenti. Su un libro, si è detto, dedicato soprattutto al NON fan(atico) bonelliano, tre diconsi tre articoli nerd paiono un po' pesci fuor d'acqua. Ma io sono fan(atico) e godo della presenza dei tre articoli:
Quarant'anni a colori: Bonelliani oltre il bianco e nero,
Popolare d'autore: Bonelliani "tuttofare", tra arte e quotidianità e
L'unione fa la forza: Team-up e crossover bonelliani, i cui titoli non potrebbero esplicare meglio i temi analizzati. Peccato che sia solo la loro presenza a farmi godere, perché l'effettiva realizzazione è un po' deludente, tra imprecisioni, errate attribuzioni, dimenticanze e i consueti mancati aggiornamenti.
Dà l'impressione di essere più riuscito, pur nella sua estrema sintesi,
Lo straniero senza nome: Edizioni estere e autori internazionali, di Raffaele De Falco, che elenca le edizioni estere degli albi SBE.
Ma alla fine il miglior nerd rimane sempre Alfredo Castelli, che con
Traduttore, traditore?: I fumetti non italiani di Sergio Bonelli, riempie 6 pagine con chicche semisconosciute e illustrazioni rare e stuzzicanti.
Una sezione dalla qualità altalenante, dunque. Molto meglio la quarta,
Omaggi, memorie e testimonianze, volutamente 'leggera' e informale, e sicuramente la più divertente nel suo complesso.
Apre
Memorie di un texiano non pentito, classico omaggio di un fan celebre (in questo caso Gianni Canova) a Tex. Segue
La Signora e il Vagabondo, ritratto di Tea e Gianluigi Bonelli eseguito da Graziano Frediani, che (a parte le solite ripetizioni) è piuttosto piacevole.
Ma nulla in confronto ai due pezzi forti che seguono.
La Bonelli sconosciuta (ai più): Origini, curiosità, misteri di Gianni Bono compie una carrellata sui pezzi più rari e gli aneddoti più sconosciuti della produzione Bonelli, da archivi distrutti per motivi ignoti ad assurdi fumetti pirata di Biancaneve (!);
Conversazione con Gianluigi Bonelli ripropone, invece, un'intervista del 1982 al padre di Tex, intervista spassosa e sul tono, per capirci, di quella concessa recentemente da Sclavi a Recchioni. E mi è risultato difficile non provare affetto per il burbero G.L.Bonelli, pur non condividendo quasi nulla della sua (semplicistica) idea di fumetto.
Col piccolo aiuto dell'amico Nolitta di Franco Busatta è un'ennesima analisi del linguaggio e della struttura bonelliani, inutile ma chiusa da una bella foto "giovanile" di Bonelli in Africa.
Siamo ormai alla fine, ma c'é ancora il tempo per una chicca eccezionale:
Il dizionario segreto di Alfredo Castelli, corredato da un'illustrazione inedita (alle masse) di Lucio Filippucci, è un tipico esempio del perché amo Castelli.
Il dizionario dei misteri: I segreti di Bonelli-Il manuale più completo e aggiornato per sapere ciò che rende Bonelli furibondo, esistente in unica copia, andrebbe moltiplicato e diffuso alle masse. Lo stuzzichino qui presente è troppo sfizioso per essere dimenticato.
Nel frattempo, a chiudere il libro ci pensa una delle reclute più recenti, Roberto Recchioni, tutt'altro che il guru cazzone che gli piace far credere di essere.
Essere o non essere, Dylan Dog è un omaggio serioso (pure troppo) e rispettoso di Recchioni a chi gli ha dato fiducia e possibilità di lavorare (anche se per poco) sul secondo personaggio più noto della SBE. (Ora non lavora più per Dylan Dog, ma è passato a Tex, per cui il testo ha un che di profetico, o iettatorio, a secondo dei punti di vista
).
Finito? No! Loris Cantarelli ha ancora il modo di far perdonare gli svarioni dei suoi tre articoli con una colossale
bibliografia-cronologia di 21 pagine. Vi ho già trovato un errore e una lacuna, ma penso che sia la bibliografia bonelliana più completa mai creata. Pertanto chissene degli errori e chapeau.
Bilancio:
(NO-->SI) - Chi NON è ultraappassionato bonelliano ma vuole avere un'infarinatura, lo recuperi.
(NO-->NO) - Chi NON è ultrappassionato bonelliano e non vuole avere un'infarinatura, NON lo recuperi.
(SI-->NO) - Chi è ultraappasionato bonelliano ma pensa di sapere già tutto, NON lo recuperi.
(SI-->SI) - Chi è ultrappassionato bonelliano ma si accontenta di qualche chicca e di una bibliografia immane, lo recuperi.