[WDAS #30] La Bella e la Bestia

E' lo studio d'animazione più antico ma anche il più vitale. Tutto comincia da qui, e continua ancora oggi portando l'arte dell'animazione verso nuove frontiere. La mancanza di un nome riconoscibile ha portato per anni il grande pubblico a confonderne le opere con quelle delle altre filiali Disney, ma adesso tutto è cambiato. Benvenuti nel Canone Disney.
  • Lol, fossero solo i tappeti che scompaiono, il problema... quelli alla fine rientrano nei tanti blooperini di cui - ahimé - il film è pieno.

    Si parlava, ad esempio, anche dell'improbabilità del ritratto strappato sulla parete che raffigura il principe con lo stesso aspetto da 21enne, quando l'antefatto con la maledizione della strega si dovrebbe svolgere anni prima. E perché Chicco dovrebbe avere tutti quei fratellini e sorelline ed essere il solo preferito dalla mamma? E dove sono poi tutti quei bambini alla fine del film? E quanti anni aveva Chicco durante la trasformazione per essere ancora così piccolo?
    Questi quesiti, insieme al problema temporale di cui si è ampiamente parlato, rendono La Bella e la Bestia un film da seguire un po' col cervello staccato. Dopotutto è una fiaba, e in effetti chissene delle spiegazioni manco fosse Lost. Però sono convinto che oggi si presterebbe maggior attenzione a questi dettagli.
  • Per la questione "Chicco e fratellini", io ho sempre pensato che oltre agli abitanti del castello, tramutati nin oggetti, l'incantesimo avesse avuto effetto anche sugli oggetti inanimati, animandoli (ad esempio le posate coreografiche di "Be our guest")

    In questo modo Chicco sarebbe l'unico umano trasformato, mentre il resto del servizio è solo animato per magia.

    La questione temporale, invece, l'ho sempre considerata metaforica, come se il tempo all'interno del castello fosse stato congelato, e venisse scandito solo dalla rosa, che più che al tempo, reagisce al cuore della Bestia.
    Quando questo avesse perso ogni speranza, l'ultimo petalo sarebbe caduto, viceversa, finchè avesse avuto un briciolo di possibilità, l'incantesimo si sarebbe potuto rompere in tempo.

    Un po' come nel film "Ricomincio da capo" con Bill Murrey
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
  • Visto finamente ieri sera.

    Spettacolo incantevole, fin dai primi secondi si vede il grande lavoro che è stato fatto per la stereoscopia, sicuramente migliore rispetto al Re Leone. Nella scena iniziale il 3D rappresenta la naturale evoluzione della cinepresa multipiano, immergendo lo spettatore nel film; penso di aver provato la stessa meraviglia degli spettatori del '42 di fronte all'introduzione di Bambi. Mi è piaciuto molto anche l'effetto negli interni del castello, i quali appaiono molto più spaziosi e imponenti. Infine nota di merito ai titoli di coda: i bozzetti della Bestia di Glen Keane sono di una bellezza commovente. Unica pecca la resa della parola 'Bestia' nel titolo, che mi è parsa fatta di schiuma anziché di roccia.

    Tuttavia la vera emozione non è il 3D, bensì rivedere (o vedere per la prima volta? Né io né i miei genitori ricordiamo) sul grande schermo questo inarrivabile capolavoro Disney, ammirando e rendendo omaggio al genio di Keane, Ashman, Menken e tanti altri artisti insuperabili.

    PS. Ho visto per la prima volta il corto di Rapunzel: proprio come nel film alcune gag davvero spassose, altre esagerate (il solito vecchietto oppure la presenza dei fratelli Stabbington al matrimonio), ma manca totalmente una parte emotiva.
    PPS. Alla Disney Italia sono ormai in vacanza e non si sbattono nemmeno per fare pubblicità ai prossimi film: prima dello spettacolo c'era il teaser di Brave vecchio di un anno (con il titolo Brave - ribelle e coraggiosa).
  • Rivederlo al cinema è sempre una esperienza che vale la pena di vivere.

    Ho trovato il 3D gradevole, anche se gli effetti migliori si notano nel prologo. La carrellata iniziale mi ha spiazzato (secondo me la prospettiva è diversa rispetto quella della versione originale, dando una maggiore sensazione di partire dal basso verso l'alto). Non ritengo che la nuova tecnologia invece abbia aggiunto molto alla scena del ballo e questo vuol essere un plauso ai realizzatori che riuscirono evidentemente a sfruttare il massimo della potenzialità di uno sfondo tridimensionale già nel 1991, senza l'ausilio degli occhialini. Non ritengo che quelle che sembrano anomalie relative al flusso temporale sia una difetto, quanto invece una scelta stilistica e narrativa. Ogni fase della storia è una stagione e non c'è bisogno che questo sia realistico, poiché plausibile e suggestivo in un contesto fiabesco. La natura che partecipa alla vicenda assumendone il tono è qualcosa che abbiamo già visto in altre produzioni disneyane e può essere quasi assunto come cifra stilistica (il temporale improvviso serve a rendere più drammatico lo sfondo come accade in Biancaneve subito dopo la morte della protagonista, in Fantasia durante l'attacco del T-Rex e qui durante il combattimento tra Gaston e la Bestia). Riguardo all'età del principe al momento della trasformazione è evidente anche dalla rappresentazione delle vetrate che non si trattasse di un ragazzino quindi nulla toglie che l'incantesimo sia avvenuto anche solo un paio di anni prima. D'altra parte quel dipinto appeso al muro non è da interpretare come errore ma come indizio. Non penso nemmeno che fosse obbligatorio mostrare alla fine del film la versione umana di tutti gli oggetti, quindi anche delle eventuali tazzine-bambino. A tal proposito condivido però l'interpretazione di FaGian circa il fatto che alcuni oggetti siano semplicemente vivi in quanto incantati e non in quanto umani trasformati: di tutte le tazzine nella credenza infatti, Chicco è l'unico ad avere occhi naso e bocca.
    Ho trovato la musica della colonna sonora un po' bassa come volume e le voci nelle canzoni leggermente fuori sync. In una esperienza trdimensionale mi aspetto di essere avvolto maggiormente anche dal sonoro. Questo però non impedisce di apprezzare l'uso straordinario che Menken fa dei diversi temi durante tutto il film.
  • La Bella e la Besta è uno dei miei classici preferiti, amo tutto di questo film, le musiche (basti capire che ci hanno fatto persino un musical), i disegni, la storia, i personaggi (bisogna capire Belle, è l'unica persona intelligente in un villaggio di grezzoni, logico che sogni di avere di più, mica possono essere tutte sante come Cenerentola e Biancaneve :D). Non mi stanco mai di rivederlo. P.S La compagnia teatrale che frequentavo anni fa aveva in mente di portarlo a teatro. Io dovevo fare Le Tont, ma per un motivo o per l'altro non s'è ne fatto nulla.
  • Da qualche tempo, ho intrapreso una mia personale cronologica di film d'animazione, desideroso, in special modo, di recuperare l'enorme mole di lungometraggi in 2d degli anni '90 - l'ultimo periodo d'oro per tale tecnica - le cui ultime visioni, in molti casi, risalgono a parecchi anni fa. Come punto di partenza ho scelto La Bella e la Bestia, nonostante il primo film del cosiddetto "Rinascimento" sia, in realtà, La Sirenetta. Tuttavia, credo che sia con The Beauty and the Beast che i WDAS entrino davvero nel nuovo decennio, confermando e migliorando quella formula musical che era stata già sperimentata un paio di anni prima e proponendo tematiche e tecniche d'animazione ormai del tutto avulse da quelle del periodo xerox.
    Avevo un ottimo ricordo di questo film e devo dire che il mio giudizio è stato confermato. Partiamo dal comparto narrativo: se La Sirenetta - nonostante una certa modernità di fondo - soffriva ancora di qualche ingenuità a livello di trama e costruzione dei personaggi, La Bella e la Bestia propone una vicenda dal sapore molto classico, ma con una coppia di protagonisti assai più profondi, sfaccettati e tormentati, il cui rapporto - complice la doppia sequenza musicale di Something's There e The Beauty and the Beast - viene costruito in maniera assai più verosimile ed empatica rispetto a quello tra Ariel ed Eric. Certo, in quel caso si trattava di una semplice cotta adolescenziale, ma qui vi è un tocco maggiormente adulto nel trattare la faccenda, che tradisce quell'approccio serio all'animazione che i registi Gary Trousdale e Kirk Wise riproporranno con Il Gobbo di Notre Dame e Atlantis. Anche gli altri personaggi, però, svolgono egregiamente il proprio ruolo: l'istrionico Lumiere si fa portavoce del lato più teatrale del film, fungendo anche da contrappunto comico per la vicenda con i suoi continui battibecchi con Tockins, mentre Gaston risulta essere un character valido, sia nei momenti più leggeri che in quelli drammatici, in cui assurge al ruolo di antagonista in maniera piuttosto credibile.
    Dal punto di vista musicale, ci si assesta su livelli altissimi, forse mai raggiunti in precedenza. Belle e Gaston sono due ottimi pezzi, che riescono perfettamente nell'intento di fornire una presentazione ai personaggi - nonché, nel primo caso, all'intero microcosmo del villaggio - mentre Be Our Guest stempera la tensione, proponendo un fantasmagorico numero musicale che rivaleggia (e, forse, supera) la famosa Under the Sea di un paio di anni prima. Something's There e l'iconica The Beauty and the Beast, come scritto poco sopra, oliano gli ingranaggi della sceneggiatura, dando la possibilità far procedere rapidamente la storia senza fastidiosi sbalzi, mentre la breve The Mob Song pone le basi per il climax finale, con un brano assai orecchiabile. Human Again, invece, non mi ha mai convinto del tutto. Sarà perché sono cresciuto con la versione originale del 1991, ma la trovo una sequenza troppo leggera e ridondante, che spezza la delicatezza e la bellezza della sequenza sentimentale, che diceva già tutto quel che c'era da dire.
    Per quanto riguarda l'animazione, anche qui siamo dalle parti dell'eccellenza, ma qualche tocco ancora un po' acerbo si vede qua e là. Il Gaston di Deja è ottimo, la Bestia di Keane è un virtuosismo continuo e il Lumiere di Ranieri porta quel tocco di quella morbida stilizzazione disneyana che si rivedrà in Hercules e Le Follie dell'Imperatore. Ma la gestione di Belle è piuttosto deficitaria, con una clean-up spesso assente e fattezze che cambiano ad ogni fotogramma, anche se c'è da dire che il problema riguarda soprattutto la prima metà del film, mentre dall'arrivo al castello in poi il suo aspetto si stabilizza e la qualità dell'animazione aumenta.
    Ma l'elemento, forse, più appagante di tutta la pellicola è la colorazione (Dio, quella foresta in apertura!). E' vero che il sistema CAPS era già stato usato in Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, ma (forse per via delle ambientazioni tendenti al marrone e al rosso) la resa non era questo granché. Ne La Bella e la Bestia, invece, la nuova tecnologia si rivela in tutta la sua bellezza cromatica, rendendo ancora più netto il distacco dalle vecchie pellicole xerox.
    Be', che altro dire, se non che gli anni '90 non potevano iniziare in modo migliore.
  • Torna a “Walt Disney Animation Studios”