Quattro anni fa, entrai in una sala cinematografica per vedere "Il favoloso mondo di Amelie" durante il Future Film Festival, solamente perchè a quell'ora non c'era essun'altra proiezione che mi interessasse. Non sapevo nulla del film e non avevo neanche grandi aspettative; sicuramente non avrei mai immaginato che stessi per vedere quello che ora ritengo uno dei miei film preferiti.
Amelie è una ragazza introversa, che vive in un microcosmo formato dal condominio in cui abita e dal bar in cui lavora; qui incontra ogni giorno persone disilluse, con le quali però difficilmente interagisce.
Un giorno, per caso, trova dietro una mattonella di casa sua, una vecchia scatola di latta contenente i ricordi di un bambino che abitava lì 40 anni prima. Questo evento sarà il punto di svolta della propria vita: Amelie decide di impegnarsi per riportare lo scrigno dei tesori al suo legittimo propietario e se questo apprezzerà il gesto, allora amelie comincerà a relazionarsi con le altre eprsone e cercare di aiutarle in ogni modo; in caso contrario continuerà a vivere la sua vita rinchiusa in sè stessa, senza che gli altri possano influire minimamente.
Dopo una ricerca nella quale per la prima volta Amelie avrà a che fare con altre persone, la ragazza riuscirà a restituire la scatola all'uomo che da bambino vi aveva nascosto all'interno i suoi oggetti più preziosi, che decidera di dare una svolta alla propria vita, riallacciando i rapporti con i propri familiari. Amelie è soddisfatta dal risultato e da quel momento riuscirà a suo modo ad infondere fiducia e gioia di vivere nel prossimo. Nel farlo supererà anche la propria timidezza decidendosi, in modo lento e complicato, ad avvicinarsi all'uomo che le interessa.
La poesia di questo film è sbalorditiva, che scorre davanti agli occhi dello spettatore come un libro di fiabe: Parigi è dipinta con tinte pastello e musiche caratteristiche che rendono impossibile non innamorarsi dei luoghi in cui si svolge la vicenda.
Fin dalle prime scene si capisce quanto il film sia completamente diverso da quanto visto finora: la protagonista, i suoi genitori, e i personaggi del microcosmo non ci vengono descritti attraverso caratteristiche della propria personalità, ma con brevi flash che ci mostrano cose che piacciono o non piacciono ad ogni persona, o degli aneddoti del proprio passato. E' bastato un inizio così a farmi innamorare del film. Ma l'amore è proseguito mano a mano che conoscevo Amelie, il suo irrefrenabile ottimsimo, quella sua curiosità e quel modo unico di essere stravagante. E una volta che Amelie prenderà la decisione di aiutare il prossimo, la vedremo finalmente in azione, pronta ad impegnarsi col 100% delle sue forze. La voce narrante, calda e pacata, contribuisce a dare al tutto un tono fiabesco, e i simpatici effetti speciali usati di tanto in tanto per mostrarci le sensazioni di Amelie fanno assomigliare ancor di più il film ad un libro illustrato per bambini. La regià è incalzante, con stratagemmi sempre nuovi che continuano a mantenere viva l'attenzione dello spettatore, con scene rallentate, altre accelerate all'inverosimile, e brevi stacchi su elementi incongruenti. Ogni inquadratura, ogni dialogo, ogni nota suonata da una fisarmonica, ogni elemento surreale che si incastra alla perfezione nella storia...
E Audrey Tatou, con un semplice sorriso, riesce a delineare magnificamente la personalità così affascinante della protgonista, e anche tutti gli altri attori interpretano personaggi ben caratterizzati.
Tutto, tutto in questo film è qualcosa a cui sono legato profondamente.
Sono un inguaribile ottimista, un sognatore che può essere sicuramente considerato stravagante per acluni modi di pensare... Ma quelle poche volte che mi deprimo, che inizio a pensare che sprizzare gioia di vivere da tutti i pori non sia forse una scelta così saggia, mi stendo sul divano, mi guardo "Il favoloso mondo di Amellie", e mi torna la voglia di affrontare il mondo esterno, continuando a sognare.
OK mi sono sfogato.
