Questo ponte di ognissanti è cascato a fagiuolo: ho potuto rileggermi tutto d'un fiato
Blankets ieri sera, e immergermi in
Habibi questa mattina e fino a pochi minuti fa.
La prima cosa che mi viene da dire è l'espressione della mia più profonda e angosciante pena che provo per quella gente che sceglie deliberatamente di leggere libri ma non fumetti.
Per il resto... evito di fare una recensione, in primis perché è meglio aspettare che l'abbiamo letto in molti, e secondo poi perché cmq una recensione la metterei sul mio blog. Quindi qui mi limito a un commento, prima che parta la discussione sugli infiniti spunti che questo libro offre.
Il mio commento è... non lo so... sette anni di attesa (vabè, per me cinque... dalla ormai remota collezione di
Graphic Novel con Rebubblica con cui scoprii
Blankets)... cinque anni di spasmodica attesa... e scoprire, al contrario di quando molta gente ci fa attendere per niente, che quell'attesa è valsa ogni singolo secondo, ed è valso pure l'ulteriore mese di attesa per la versione italiana.
Io nel mio piccolo ritengo che sia un capolavoro senza precedenti, la miglior cosa a fumetti mai fatta nella storia dell'umanità. Poi non vorrei sbilanciarmi ulteriormente, tipo a dire che voglio convertirmi all'islamismo e più in particolare al culto irrazionale della persona di Craig Thompson fino al sacrificio umano di ogni adoratore di Casty in suo onore. Cerco di tenere una certa cautela nel giudizio, insomma.