[DisneyToon] Cenerentola: Il Gioco del Destino
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Se già da un po' di tempo a questa parte sembrava che con questi terzi episodi i Toon Studios volessero in tutti i modi prendere le distanze dai sequel che erano stati prodotti all'inizio del nuovo millennio, quando ancora la divisione dal reparto televisivo non era netta, direi che con Cenerentola - Il Gioco del Destino, si è raggiunto l'apice. Salvo un paio di velate citazioni, il secondo capitolo non viene minimamente considerato, se non proprio cancellato visto che alla luce di quanto accade in questo terzo film, gli eventi del nefasto film episodico divengono assolutamente incollocabili nella continuity cenerentolesca. Certo, parlare di continuity in Cenerentola, come se si trattasse del mondo Marvel, è qualcosa di assolutamente inappropriato, ma difatto il presupposto da cui parte questo Il Gioco del Destino è l'apoteosi del pacchiano. La trama circolava già da un po', e i puristi si erano già strappati a sufficienza i capelli di fronte alla prospettiva di un film di Cenerentola che prevedesse viaggi del tempo e azione assortita. Quando poi erano arrivati i primi trailer, che mostravano la povera Cenerella trasformata in una fanciulla grintosa ribelle e il principe in un belloccione tutto pugni e azione gli svenimenti di massa non si contavano. Eppure l'insensatezza di tutto questo celava una verità maggiore e cioè che i Toon Studios stavano cercando, sia pur goffamente, di affrancarsi definitivamente anche dall'ultimo problema rimasto loro: la fiappezza delle trame, e stavano finalmente inizando a prendersi sul serio. L'idea stessa di un ennesimo sequel di Cenerentola era paradossale, gli studios sapevano bene su che tipo di materia erano costretti a lavorare da anni a questa parte e sapevano anche che ormai tirava aria di chiusura, così giusto per compiere un ultimo atto di ribellione prima dell'apocalisse di licenziamenti, avevano deciso di produrre il loro film più coraggioso, spingendo all'estremo il concetto di paradosso. La sfida era riuscire a dare un suo perchè a una situazione tanto assurda quale quella della matrigna che, improvvisatasi fata, conduce alla ribalta la figlia Anastasia, soffiando il ruolo alla legittima protagonista della storia, restituendo ad una storia tanto forzata una naturalezza che solo dei veri artisti potrebbero conferire. Ma gli animatori di Cenerentola 3 sono da considerarsi veri artisti? E la sfida si può dire riuscita? In parte. In buona parte, ma pur sempre in parte. Perchè Cenerentola 3, al di là del gran dispiegamento di mezzi (e parlo più di buona volontà che di budget) è lontano da essere un film perfetto, e a mio parere film come Lilo & Stitch 2, Koda 2, Il Re Leone 3 e Bambi 2 gli soffiano largamente il titolo di "best sequel ever".
Questo lungometraggio potrebbe invece essere il vero e proprio sequel dei Toon Studios elevato al quadrato, capace di portarsi dietro l'elevamento a potenza di tutti i pregi e difetti che in questi anni hanno caratterizzato il cammino di redenzione degli studios. La buona volontà dei realizzatori qui si spreca, e si nota come ogni singola scena venga nobilitata da questo o quell'accorgimento, che si situi nei dialoghi, nella sceneggiatura, nell'animazione. Ma di contro non mancano le ingenuità, quel senso di scarsa verve che si respira da sempre, e che non serve essere Classici d'Animazione per avere (ogni riferimento a In Viaggio con Pippo è puramente casuale). Ma ovviamente è un tipo di critica, questa, che vale solo se si considera questo film come il punto d'arrivo di un sofferto percorso, mentre se si lascia per un momento da parte la contestualizzazione, il confronto coi fratellini, il presupposto pacchiano di base e lo si guarda senza particolari pregiudizi, non si può fare a meno di apprezzare i 71 minuti di durata del film. Divertimento ce n'è, trama pure (il che è quasi una novità), e le situazioni inedite, passato lo sconcerto iniziale di vedere interagire tra loro in modo "moderno" personaggi che nel classico originale magari neanche si parlavano (Il Re e il Principe, ad esempio, protagonisti insieme di sequenze molto valide), si fanno apprezzare non poco. L'azione comunque si svolge prevalentemente a palazzo, tra intrighi nei corridoi e sotterfugi, e pur non mancando un paio di excursus fuori dalle mura (memorabile la folle corsa della zucca orrorifica pilotata da un Lucifero umanoide), non si va a perdere quel senso di piacevole claustrofobia che aveva il primo Cenerentola. L'approfondimento psicologico di alcuni personaggi è inevitabile, il principe guadagna una sua caratterizzazione, il re è protagonista di una sequenza molto bella perfettamente in linea col suo carattere "passionale", Anastasia ci appare decisamente più bonaria che nel classico. Forse a tratti pure troppo bonaria, visto e considerato che le hanno pure dato una voce cantata intonata (!), ma per gli sviluppi della storia era inevitabile, e tutto sommato questa nuova Anastasia non è affatto male, e più che rabbia fa una pena enorme.
Passando al comparto grafico, non si segnala nulla di particolarmente sconvolgente, nel bene e nel male. Le animazioni sono di buona fattura, e se nei vari trailer può apparire orrido il Principe, va ricordato che la sua staticità deriva dal Classico originale, dove non diceva/faceva nient'altro a parte il venir idealizzato da Cenerentola e sorellastre. Certo, a volte può stonare il vederlo fare cose che non ci si aspetterebbe rimanendo impassibile nel volto e nella postura. Ma adattarlo al nuovo contesto avrebbe significato snaturarne il modello, e forse in un film come questo sarebbe stato un tantinello troppo. Il resto delle animazioni sono molto buone, i topini e Lucifero non sono gommosi come ci si aspetterebbe in questo genere di film, ma assai curati, e se anche ci si accorge a volte che alcuni movimenti non sono naturali e realistici come nel classico, va ricordato che la perfetta mimesi è stata raggiunta solo due volte (Lilo & Stitch 2 e Il Re Leone 3). Sfondi e colorazione invece oscillano un bel po', senza mai scadere troppo ma togliendo una certa continuità stilistica, e viene da pensare se le tinte piatte che escono fuori talvolta non siano da imputarsi all'improvviso taglio di fondi che ha seguito l'annuncio della chiusura del reparto. E per finire passiamo alla musica, che non è certo eccezionale ma si fa ascoltare benissimo, lontana dalle disarmonie di certi sequel del passato e dalla leziosaggine di molti sequel del presente. Perfectly Perfect è una valida overtoure che zooma sulle varie situazioni lasciate al termine del classico, e fa molto musical. Sarebbe stato meglio se l'avessero tradotta senza sbalzi tonali troppo forti, ma purtroppo l'adattamento penoso è una prerogativa dei direct-to-video e spesso e volentieri infantilisce tutto togliendo ulteriormente spessore a questa categoria già abbastanza bistrattata. More Than A Dream e Anastasia's Theme sono le canzoni cantate rispettivamente da una Cenerentola delusa e da un'Anastasia illusa, melodiche ma abbastanza ordinarie, mentre invece At the Ball, la nuova canzone dei topini è un vero e proprio gioiellino. Serve a portare avanti la trama, a dare un giusto tributo a Gas & Jack, sottolineandone carineria & complicità. Orecchiabile e - miracolo! - tradotta ottimamente è forse il numero musicale migliore del film. Per finire i titoli di coda offrono il brano I Still Believe, mentre sullo schermo passano alcuni quadri che in stile Lilo & Stitch rendono l'idea di quanto è successo in seguito alla fine della storia. Ah già, la fine della storia. Bè, una pecca piuttosto fastidiosa riguarda il finale, in cui la fata Smemorina rinuncia a riportare il continuum sui giusti binari, invalidando in questo modo il finale del classico. Una cosa parecchio urtante, invero, e che preferisco non prendere troppo sul serio per non rovinarmi la visione del classico la prossima volta che capiterà.
Insomma, in definitiva? Un buon film. Non un capolavoro, proprio per via di quelle tracce di assurdità che non vengono completamente lavate via dallo storytelling, delle piccole ingenuità nell'umorismo e nell'animazione della figura umana. Ma tutto sommato un film valido, che chiude egregiamente l'era dei sequel australiani. O meglio, chiude in America, perchè qui in Italia devono ancora fare uscire la loro penultima opera Red & Toby 2. Il marchio Toon Studios tuttavia sopravviverà, visto che a Burbank una base c'è ancora, e servirà a distribuire il futuro La Sirenetta 3 e i progetti che seguiranno, spin off o lungometraggi legati a un brand come potrebbe essere un Fairies, un Mickey Mouse (e perchè non un Witch o un Pk?). Vabbè, il futuro dell'animazione minore è ancora tutto da scrivere, per ora teniamoci il ringraziamento che appare al termine dei credits di Cenerentola 3:
Special Thanks to DisneyToon Studios Australia for their many years of producing beautiful hand-drawn animation
Mi stai quasi tentando...
Comunque: parli del principe, di Anastasia, di Lucifero... e a Cenerentola che hanno combinato, alla fine? E' come pareva nel trailer, come carattere?
Comunque: parli del principe, di Anastasia, di Lucifero... e a Cenerentola che hanno combinato, alla fine? E' come pareva nel trailer, come carattere?
In questo caso invece, mi è parso che gli sceneggiatori abbiano tenuto conto di una sottile, ma evidente differenza caratteriale, che le due sorellastre hanno nel film originaleAnastasia ci appare decisamente più bonaria che nel classico. Forse a tratti pure troppo bonaria, visto e considerato che le hanno pure dato una voce cantata intonata (!), ma per gli sviluppi della storia era inevitabile, e tutto sommato questa nuova Anastasia non è affatto male, e più che rabbia fa una pena enorme.
Se Genoveffa è capricciosa, volgare e intransigente, Anastasia appariva leggermente più remissiva e comprensiva
Pensate alla scena quando sta per arrivare il Granduca, e le due sorelle si affannano per prepararsi all'evento.
Cenerentola con l'aria inebetita nemmeno le ascolta e Genoveffa la apostrofa sprezzante ("Muoviti un po', stupida!"), Anastasia invece si affretta a spiegare ("dobbiamo vestirci" con aria serena)
La Anastasia del sequel è quindi sottilmente fedele alla classica, in un modo molto disneyano
Resta da aggiungere che, IMHO; il comparto grafico di questo film, è davvero notevole
La fedeltà al charades del 1950 è ASSOLUTA e questo pur immaginando che gli animatori non abbiano avuto scene live da ricalcare, come allora
Insomma, l'unica pecca che posso trovarci è il doppiaggio, ma ahimè era impossibile avere di nuovo Carlo Romano sul Re, Oreste Lionello sul Granduca e Tina Lattanzi, o Franca Dominici sulla Matrigna
Ma a parte questo io lo promuovo a pieni voti
La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessi =^__^=)
quando lo visto era all'idea:"tanto sarà una cavolata come quel Cenerentola 2" invece mi ha stupito e divertito e ho adorato l'evoluzione dei personaggi di Cenerentola e il Principe -bello quando parla con i topini per la prima volta e non ci crede per niente alla cosa-. Da un terzo sequel su un tema come Cenerentola, si può aspettare di peggio, ma invece abbiamo un bel film carino che diciamo riempie quei buchi che aveva lasciato l'originale anni fa.
E così mi sono visto pure questo (non che mi abbia costretto nessuno, per carità! ). Devo essere sincero, ho trovato delle cose buone che mai mi sarei aspettato, soprattutto ripensando a Cenerentola II: a parte il fatto che non ho mai visto una Cenerentola così esteticamente gnocca, cmq c'è da dire che gli animatori hanno fatto uno sforzo madornale per riprendere l'aspetto originale dei personaggi rendendolo un po' più espressivo e i risultati ripagano ampiamente (principe a parte). Le animazioni stesse sono buone e [spoiler]il Lucifero umanizzato[/spoiler] è un gioiellino di character design.
Poi vabbè, la storia è quello che è, basti pensare [spoiler]alla matrigna che poteva tranquillamente tornare indietro nel tempo ancor prima del fatidico ballo[/spoiler], ma se non altro gli sviluppi non annoiano. Considerata la sorte dello studio che lo ha realizzato, con cognizione di causa, non si può non guardarlo con un velo di tenerezza. Chiedendoci se la chiusura dei Toon Studios sia stata una scelta troppo severa.
Poi vabbè, la storia è quello che è, basti pensare [spoiler]alla matrigna che poteva tranquillamente tornare indietro nel tempo ancor prima del fatidico ballo[/spoiler], ma se non altro gli sviluppi non annoiano. Considerata la sorte dello studio che lo ha realizzato, con cognizione di causa, non si può non guardarlo con un velo di tenerezza. Chiedendoci se la chiusura dei Toon Studios sia stata una scelta troppo severa.