[Topolino] Annata 2013

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Il mio modo di celebrare il numero 3000 è ricordare il numero 2000, essenzialmente.

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    Ero un bambinetto, facevo le elementari, e la nonna mi faceva trovare Topolino tutte le settimane. Sapevo che si stava profilando un grosso evento all'orizzonte, ma non avevo idea che quel giorno dopo scuola mi sarei ritrovato davanti ad un numero ciccione, così celebrativo, così ghiotto, da leggere e rileggere continuamente.
    Ricordo tutto di quel numero, che conservo ancora gelosamente sul mio scaffale, diversamente da tutti gli altri numeri che finiscono regolarmente in garage. Ricordo la storiona d'apertura, disegnata da Cavazzano, nella quale la banda DIsney visitava la redazione a Milano, ricordo la "storia fatta di storie" in fondo all'albo che culminava in quella grandissima splash page nella quale veniva raffigurata la banda Disney al completo, completa dei personaggi dei lungometraggi.
    Ma la cosa che ricordo più volentieri fu la raccolta di tavole e omaggi da parte di tutti gli autori che in quel periodo avevano lavorato al Topo. Era veramente fantastica, un blocco di pagine con omaggi fantasiosi da parte di tutti, con stili diversi a confronto, che per anni e anni continuai a sfogliare con avidità.
    Addirittura mi ero messo ingenuamente in testa che da quel momento in poi tutti i numeri sarebbero stati così, quindi la settimana dopo quando si tornò al Topo sottile, ci rimasi un po' male. Però mi consolai nel constatare che i festeggiamenti mica erano finiti lì. In edicola ci fu infatti quell'altra grande pubblicazione evento che era lo Speciale Topolino 2000, al quale era allegata la ristampa anastatica del numero 1. Lo Speciale conteneva una storia a sua volta composta da celebri storie, e una ricchissima sezione in cui si prendevano in esame curiosità, autori, direttori. La storia della testata la imparai lì. E nello sfogliare il Topolino #1, e nel leggere lo speciale collezionismo presente nel #2000, si fece strada in me l'idea, in seguito persasi per strada, di recuperare in qualche modo anche tutti i numeri precedenti.

    Ma in tutto quel bendiddio, si rafforzò in me un'altra idea, che invece non si perse affatto per strada. Nella sezione omaggi non erano pochi gli autori che celebravano il 2000 fantasticando sul 3000. All'epoca mi sembrò una metà così lontana e irraggiungibile da ammantarsi di leggenda. E fantasticando su quel lontano futuro immaginai che un giorno da grande sarei riuscito a entrare in quel mondo, e dare anch'io il mio contributo. Mi sono dato appuntamento proprio al numero 3000, e posso dire di esserci riuscito. Grazie Mickey! :)
  • Bravo Vale-ex-grrrrodon, 1000 numeri di costanza...e ci sei dentro!
    ...pensa, io son passato bambino per il 1000, già lavoravo per il Lupastro quando uscì il 2000... e adesso siamo al 3000 e faccio ancora questo bizzarro mestiere, ma sempre disegnando cose non Disney...e sì che nel 1988 quando iniziai a collaborare con Silver, feci qualche mese di prove di paperi e topi supervisionato da Chendi... forse che... dovrei mettermi a marcare stretto il topo alla vale-ex-grrrodon per intenderci per non mancare l'appuntamento col 4000, ma stavolta da dentro?
    Si sa mai!
    Intanto W il Topo, lunga vita al Topo! :beer:
  • Dico la mia: Topolino 3000 è un’uscita che ti obbliga a fare dei bilanci perché arriva in un momento in cui, di solito, ci si può cominciare anche a guardare un po’ indietro. E il mio bilancio non può che essere positivo perché Topolino rappresenta la realizzazione di quei sogni che avevo da ragazzino.
    Se sono un po' critico con la retorica della magia disneyana non lo sono con quella del sogno, dell’obiettivo da realizzare.
    Su Topolino sono riuscito a costruirci un lavoro vero e ai personaggi disneyani devo moltissimo.
    Ho iniziato a lavorare per il settimanale quando mancava poco più di un anno all’uscita del numero 2000 ed ero a Milano, all’hotel Gallia, durante la presentazione del numero in compagnia di tutti quegli autori che per me erano – e restano – delle creature mitologiche.
    Li osservavo con l’ammirazione dell’uberpivello e da allora ho sempre cercato di mantenere un profilo basso, lavorando con metodo e costanza, guardando all’esempio di tutti quegli autori più esperti di me che, dopo le cerimonie e gli applausi tornavano ognuno alla propria casa a fare il lavoro di sempre, mossi soprattutto dalla passione e dall’amore per i personaggi Disney.
    Dopo una ventina d’anni sono cambiate un po’ di cose e l’idea di poter firmare oggi una storia nel numero 3000 per me è un immenso onore e una grande gioia (ma non un punto d’arrivo, non ci sperate). Mi fa impressione riguardare a quello che è stato, alla strada percorsa per arrivare fin qui; è stata una strada piena di storie, di soddisfazioni, di incontri (ma anche di arrabbiature e di scontri, si capisce).
    Sono stato lontano da Topolino per alcuni anni e sono stati degli anni belli e importanti ma è stato altrettanto bello e importante tornare a scrivere quei personaggi, gli unici ad essermi davvero mancati in quel periodo di assenza. Il mio augurio è che lo spirito del 3000 che oggi pervade lettori e autori, quello spirito fatto di grandi intenzioni e di progetti luminosi per il futuro resti saldo il più a lungo possibile.
    E’ come quando a Natale ti ricordano che in realtà bisognerebbe essere buoni tutto l’anno: spero che si possa essere topoliniani il più a lungo possibile perché solo così il numero 4000 ci sembrerà meno lontano.

    Buon 3000 a tutti :)
  • Valerio ha scritto: Ma in tutto quel bendiddio, si rafforzò in me un'altra idea, che invece non si perse affatto per strada. Nella sezione omaggi non erano pochi gli autori che celebravano il 2000 fantasticando sul 3000. All'epoca mi sembrò una metà così lontana e irraggiungibile da ammantarsi di leggenda. E fantasticando su quel lontano futuro immaginai che un giorno da grande sarei riuscito a entrare in quel mondo, e dare anch'io il mio contributo. Mi sono dato appuntamento proprio al numero 3000, e posso dire di esserci riuscito. Grazie Mickey! :)
    E dunque ti meriti un signor pollicesu.
    Per quanto riguarda me Topolino non mi ha solo cresciuto, come molti della mia generazione, ma mi ha coltivato. I personaggi che ho conosciuto sulle sue pagine mi hanno trasmesso il loro modo di rapportarsi al mondo e le storie che ho letto e riletto da bambino hanno piantato dei semini di suggestione che sono pian piano germogliati, guidandomi, ispirandomi e trasformandosi in quelle passioni che hanno contribuito a dare una direzione al mio percorso. Se una persona è definita dalle sue esperienze posso dire che senza i miei scaffali e scatoloni di Topolino sarei una persona diversa, probabilmente una persona più povera, e sicuramente una persona con qualcosa – molte cose – in meno da dare e da dire.
    Per cui anche da parte mia un sentito grazie e a buon rendere.
  • spero che con il numero 3000 indichi un inizio di qualcosa di nuovo, forse chiedo troppo, ma desidero tanto che Oswald entri a far parte della banda, o magari sminuzzando il carattere di Mickey basandosi su quello originale del mitico Goffredson, cioè un Mickey curioso, avventuriero ma anche un po' bastardello, perché ormai è da secoli che è messo in ombra dai paperi-che adoro ma ho sempre preferito le forme morbide dei topini-.
  • Se la vita è una serie di cerchi concentrici, nella quale si parte dal centro per poi espandersi, arrivare all'infinito e scoprire che è si ritornati al centro, allora Topolino è il centro del cerchio della mia vita.
    Perché io su Topolino ho imparato a leggere e a scrivere, ad usare termini che la gente attorno a me ascoltava strabuzzando le orecchie, perché con Topolino (e successivamente i suoi derivati, in particolare quelli degli anni '90) ho imparato ad amare la natura, a rispettare gli altri, a trarre deduzioni, a non avere paura, a capire che il senso dell'esistenza sta nella demenzialità e nell'epica e che tuttavia c'è sempre qualcosa di peggiore del tran tran quotidiano.
    Se con Topolino ho imparato tutte queste cose, posso dire che con Topolino ho imparato a socializzare. Ricordo ancora i bellissimi tempi in cui quando un tizio qualunque - adulto o bambino, maschio o femmina, cane o gatto - incrociava il sottoscritto e una copia di Topolino si tramutava d'incanto in un tizio qualunque che leggeva Topolino. Per anni ho pensato che il merito fosse tutto mio (ho sempre avuto la tentazione di chiedere le royalties a Cavaglione), ma in cuor mio sapevo che non avrei coinvolto nessuno senza l'aiuto di personaggi-persone e autori-maghi, capaci di infondere un'anima in una testata fatta di carta e inchiostri.
    Se la vita è una serie di cerchi concentrici e il centro della mia è Topolino, io sono partito da Topolino per espandermi nell'universo fumettistico, arrivando ad assaggiarlo quasi tutto, nel senso di "di tutto un po'". Sono passato a Bonelli, e da lì ho viaggiato verso altri lidi, nei quali ho imparato tante altre cose, nei quali sono maturato e caduto dal pero, nei quali tuttora mantengo salde le mie zampe.
    Ma se la vita è una serie di cerchi concentrici, nella quale si parte dal centro per poi espandersi, arrivare all'infinito e scoprire che si è ritornati al centro, allora sì, Topolino, al quale sono tornato, per restare, è il centro del cerchio della mia vita.
    Certo, ci sono tornato a soli 25 anni, e la cosa mi inquieta un po'.
    Ma, d'altro canto, sono contento così.
    Eventualmente, per vedere l'universo c'è sempre tempo. 3000 settimane sono circa 60 anni, se tutto va bene dovrebbero bastarmi.
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    Ottimo lavoro.
  • Non si può dire che il mio amore per i personaggi Disney nasca proprio con Topolino. Ricordo (o meglio, così narra la leggenda) che a 3 anni mia madre mi comprò la VHS di Zio Paperone alla ricerca della lampada perduta e fu amore totale, tanto da passare gli anni seguenti nel recupero di ogni puntata di DuckTales, registrandole in televisione o comprando le videocassette. Questo mi permise di conoscere il mondo dell'animazione, nella fattispecie i corti classici che grazie ai contenitori televisivi Domenica Disney, Disney Club e via dicendo deliziarono tutti i bimbi degli anni 90. L'affetto per la Banda Disney nasce principalmente dall'approccio animato, quindi, ma appena giunta la straordinaria conoscenza della Lettura il passo ai fumetti fu facile e scontato.

    Tante le testate compagne d'infanzia, tra Zio Paperone che consacrò definitivamente in me l'amore per il buon vecchio $crooge McDuck e per il fumetto disneyano di un certo livello, passando per Mega 2000, Grandi Classici e via dicendo. E poi c'era lui. Topolino non è mai stato un acquisto settimanale fisso (almeno fino al Natale 2006, mese in cui iniziai a comprarne ogni numero fino ad oggi), ma ha sempre fatto parte di me con regolare costanza. Aveva un sapore speciale sconosciuto alle altre testate: il calore. Topolino è stato *l'unico* giornale capace di farmi sentire a casa, *l'unico* amico fedele da infilare in zainetto, da portare al parco o al mare per poi sporcarlo di sabbia. Topolino è stato il giornale da leggere a letto con la febbre alta, il giornale che ogni tanto mio nonno mi portava a scuola per il gadget (ricordo ancora l'intrusione durante la lezione per consegnarmi il numero con la "Topobarca" di Paperone! :)). Ma soprattutto, Topolino è stato letteralmente il mio compagno di merende: non c'era giorno senza la consueta lettura a tavola, oppure durante lo sgranocchiamento di un paninazzo. Nella mia cameretta di Battipaglia conservo pile di Topi farciti di marmellata, di briciole di patatine, di pane, di macchie di senape o di sugo, e chissà che altra ghiottoneria. Questo ha sempre reso speciale il mio rapporto con il settimanale per eccellenza della Banda Disney, un rapporto fatto di amicizia e conforto. Ecco, si può dire che niente come Topolino è mai stato in grado di farmi scoprire il gusto per le piccole cose. Per la quotidianità. Per una mattina passata sdraiato sul pavimento a casa di mia nonna, con i personaggi più perfetti del mondo a farti compagnia. Sono cose che ti segnano e ti formano, indelebilmente.

    E' di questo che voglio principalmente ringraziare Topolino. Poi ci sarebbe il fatto che questo importante evento lo sento anche un po' mio, avendo l'onore e il privilegio di aver da pochissimo esordito in Disney nei panni di sceneggiatore. Sono "l'ultimo arrivato" prima di questo storico traguardo, e spero che dal 3000 in poi possa esserci uno spazietto per il sottoscritto dove poter dichiarare il mio amore per questo bellissimo mondo sottoforma di storie. Per cui, al Topo devo anche un enorme Grazie per avermi permesso di realizzare il mio piccolo, grande sogno.

    Auguri, topastro! Verso il 4000, e oltre!


    Un piccolo omaggino, disegnato da me medesimo e colorato superbamente da Isa:

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  • Vi va se condivido qualcuno dei vostri pensieri nel nostro album su Impero Disney? :D

    Poi appena ho un minuto scrivo qualcosa anch'io :3
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • Scusate se riscrivo, ma voglio dire la mia pure sul famoso giornalino che ha condiviso le vite di molti e tenuto in compagnia molti bambini.
    Personalmente fin da piccolo non leggevo molto, io guardavo più che altro i corti che avevo in cassetta nelle registrazioni come "io sono Topolino" "io sono Pippo" ed ecc. I fumetti mi ci sono avvicinato quando avevo sui 10-12 anni ma non ero un lettore accanito, mio nonno quando comprava i suoi giornali, mi passava sempre delle miniriviste con Topolino e gli altri che uscivano in esclusiva con quel giornale, li c'erano mini storie, rubriche carine ed ecc, e poi mio nonno cominciò a comprarmi i PK, amavo quella serie ma ironicamente non ero un gran fan di Paperino, troppo amato, troppo preferito, io adoravo Mickey sin da subito, non lo so ma lo sentivo come un amico, qualcuno che mi metteve sicurezza, sarà per le sue forme tonde. Poi crescendo la passione lentamente se ne andò e "stupidamente" ho messo da parte la banda DIsney pensando che ero troppo grande per questo, poi il ritorno alle origini fu per un gioco che doveva uscire su Wii, ovvero "Epic Mickey" curiosità era la prima parola che userei per descrivere quel periodo, non avevo tanta voglia di ritornare alla Disney, ma il progetto del gioco m'incuriosì non poco, Mickey come eroe che non è perfetto, Oswald il primo personaggio dimenticato, un mondo dalle tinte oscure/horror, quel gioco mi fece tornare ad amare il topo più famoso del mondo e mi ha fatto ricordare che non era quel precisino che tutti non sopportano che si trova nei fumetti italiani e grazie a questo gioco ho conosciuto una grandissima ragazza che voglio un bene dell'anima, ovvero a Twisted-wind, passioni in comune ci hanno fatto crescere insieme e creare nuovi sogni, come la posibilità di lavorare alla Disney un giorno e far portare alla ribalta Mickey, ormai oscurato dall'amico Donald, è ironico che il fumetto si chiami Topolino ma che si concentrino di più a storie su Donald, comunque avevo ricominciato a comprar un bel di numeri e speciali su Topolino e co. come Dracula di Bram Topker o la serie "gli anni d'oro di Topolino." Quindi che dire...grazie Disney che nonostante siano passati anni, ancora mi dai la passione come il primo giorno.
  • Ero in terza elementare ed ero ammalato.
    Per alleviare le mie sofferenze di bambino gracile che in altri contesti sarebbe finito giù da una rupe, mia mamma mi regalò un Topolino.
    Quel numero che ancora conservo benché tutto stropicciato fu il passaporto per l'universo della fantasia da cui ancora non sono uscito. Era un mondo più bello e più colorato, dove potevo rifugiarmi ogni volta che avevo bisogno di sentirmi più tranquillo e più protetto.
    Da allora Topolino mi ha dato tanto e mi ha accompagnato in tanti momenti belli della mia, ma soprattutto mi ha accompagnato nei momenti un po' più brutti, come qualche notte in ospedale, qualche notte d'insonnia, qualche momento di paura. Topolino è sempre stato lì ad insegnarmi l'importanza di due aspetti della vita fondamentali: l'umorismo e l'ottimismo. Con questa visione della vita semplice e sognatrice, sono sicuramente diventato una persona migliore. Grazie a tutti quelli che lo hanno reso possibile. Avanti così.
  • Ricordo un'enorme cassapanca, a casa del nonno, piena zeppa di Topi e Alan Ford del mio folle e irresistibile zio biondo giramondo. Pomeriggi passati a pescare storie e inventare nuove svolte e nuovi finali.
    Ricordo le domeniche di me più piccina, dall'altra nonna: disegni a mille, con balloon vuoti nei quali lei, sotto dettatura, scriveva le battute che avevo in mente. Quaderni e quaderni e quaderni.
    Ricordo me, poco più grande, che ritagliavo quei personaggi, o li disegnavo maldestramente, per poi riempire i balloon da sola. Storie senza senso, senza finale. Embrioni di storie.
    Ricordo quello zio folle, irresistibilmente biondo e giramondo che, al ritorno da uno dei suoi viaggi, mi regala un disegno di Paperino marinaio, fatto da lui, con l'ancora tatuata sul bicipite. E l'ultimo dono che mi fa è un portachiavi del Topo in braghette, il topo che più mi sta a cuore (e anche il portachiavi).
    Ricordo una telefonata al lavoro, nel febbraio del 2002: mia mamma che dice "Allora--- ce l'hai fatta!". Ricordo di aver subito richiamato in Accademia Disney per chiedere se fosse davvero vero. Era vero.
    Ricordo, a fine giugno di dieci anni esatti fa, l'uscita della mia prima storia, il giorno che precedeva il mio compleanno. E, dieci anni dopo, io e Ste INSIEME sul Topo tremila. Chi mai l'avrebbe immaginato.
    Ricordo la mia amica Elena, che una sera mi chiede come va il "lavoro" e, dalla faccia con cui le rispondo, domanda: "Ma Tere, che ci fai, l'amore coi fumetti?".
    Ricordo di aver sognato zio Paperone.
    Ricordo quel mercoledì 28 gennaio 2004 a casa del Topo, in attesa della registrazione del programma di Disney Channel. Ricordo un Turconi baffuto, ricordo d'aver pensato "mica male...", ricordo i miei pantaloni rigati a zampa e una pistola sparaventose. E, nove anni dopo, io e quel Corsaro INSIEME sul Topo tremila.
    Ricordo un matrimonio pieno di fumettari, con una bella fetta di Disney dentro. E, otto anni dopo, io e quello sposo là INSIEME sul Topo tremila.

    La nostra bimba di quattro anni e mezzo gira per casa armata di Topo per raccontarsi le storie o "leggerle" a noi. Ricordo benissimo che la sua primissima parola è stata "Pippo" (no, non "mamma": "Pippo").
    Il nostro bimbo di quattordici mesi - il cui nome è per metà quello del Topo e per metà quello dell'irresistibilmente folle zio biondo e giramondo - per farlo star buono a tavola... bisogna dargli un Topolino.

    Allora AUGURI TOPO, mio passatopresentefuturo. E 3000 volte grazie.

    Tere :-)
  • A differenza della maggior parte delle persone, io a Topolino mi ci sono avvicinata da grande. O meglio, mi era capitato di leggerlo anche prima ma in modo saltuario. Lo compravo solamente se c'era qualche gioco in regalo, e non lo conservavo. Il primo ad appassionarsi ai fumetti nella mia famiglia è stato il mio fratellino Giorgio (conosciuto in altri lidi come Piccolo_Brigante). E' grazie a lui (e in parte al Papersera) che ho iniziato a leggere seriamente il Topo, è grazie a lui che ho iniziato a collezionarlo, è grazie a lui che ho iniziato ad amarlo, è grazie a lui che ho potuto conoscere ed apprezzare meglio quest'importante settore dell'universo Disney italiano (e non solo). Quindi grazie Giorgio, e grazie Topolino per questi ultimi anni passati insieme. Non vedo l'ora di leggere il numero 3000.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Ed anche io a seguire Topolino ho iniziato in tempi relativamente recenti. Da piccolo lo seguivo occasionalmente, e spesso in estate, quando lo compravano i nonni. Ciò non ha impedito che molte storie che mi hanno affascinato (come Indiana Pipps all'inseguimento della stella verde) risalgano a questo periodo. Poi ho iniziato a seguire PKNA, poi Topolino. Non mi sono per nulla goduto il numero 2000, dunque.

    Questo numero 3000 arriva in un momento storico particolare, nel quale Topolino è l'unica testata Disney a proporre storie originali. Raccoglie quindi l'eredità di tutto ciò che c'è stato all'inizio del mio amore per i fumetti. E si trova a raccoglierla davvero, con un 3000 pieno di storie scritte da alcuni degli autori che ho iniziato ad amare allora, e con la promessa di fare addirittura tornare PK. Il momento storico è reso particolarissimo anche dall'aver letto, il mese scorso, i nomi di due amici e utenti autorevolissimi di questo forum su Topolino, cosa che riempie di orgoglio anche me, considerato che da ciò che hanno scritto traspare l'amore per quel tipo di intrattenimento, amore che è alla base di ciò che è stato creato qui, e di cui mi sento parte.

    Dunque, un grazie a Topolino, e a tutti quelli che, amando davvero ciò che Topolino rappresenta, hanno saputo scrivere e disegnare su quelle pagine cose davvero molto belle. Tutti tutti, da Walt Disney a Vito, per capirci.
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Salve a tutti!
    Ho raccolto l'invito di Valerio e mi sono iscritto al forum per partecipare a questa festosa ricorrenza. Credo di doverlo a tutti coloro che hanno letto le mie storie e, più in generale, al Topo. Che, umanamente e professionalmente, mi ha dato tutto.
    Umanamente:
    ho cominciato leggendo i vari fumetti che comprava mio fratello maggiore Stefano (anche lui sceneggiatore). Oltre al Giornalino (lo portava la nonna, dalla parrocchia) e ai vari fumetti di supereroi, c'era sempre Topolino. Rammento anche le raccolte dei Classici, spesso intervallate dalle vicende di "collegamento" disegnate da Perego. Al tempo non venivano ancora pubblicati i nomi degli autori, ma io (come tutti i lettori più attenti) riconoscevo a colpo d'occhio i miei disegnatori preferiti (che poi ho scoperto essere Scarpa, Carpi e Cavazzano). Con gli sceneggiatori la faccenda si faceva più difficoltosa, anche se le storie di Scarpa, Martina e Chendi erano (almeno per me) le più riconoscibili. Si volava, leggendo quelle storie. Erano pura gioia per gli occhi e per lo spirito. C'è stato poi un periodo della mia vita in cui ho cominciato a leggere Topolino distrattamente, con meno frequenza (ma tenevo comunque sotto controllo l'edicola). L'interesse si è definitivamente riacceso quando ormai ero un "adulto" (intorno ai 20 anni) ed è ridiventata passione un po' più avanti, nel momento in cui sono stato selezionato per frequentare l'Accademia Disney. Ricordo con chiarezza il giorno in cui Alessandro Sisti mi telefonò, dicendomi che avevo passato la selezione e che, di lì a poco, avrei cominciato a masticare Disney a pranzo e a cena. In effetti, posso dire che il mio maestro è stato lui, Alessandro: un grandissimo Autore e una splendida persona.
    Professionalmente:
    finita l'Accademia (1994/1995) pubblicai una breve storia per un allegato Disney del Sole 24 Ore. Poi, l'anno dopo, cominciai a lavorare per Topolino. La mia prima storia sul Topo ("Zio Paperone e la sindrome contrattuale") fu una di quelle approvate da Sisti durante il corso. Non posso descrivervi la mia emozione, quando vidi quella storia sul Topo, illustrata dal bravo Alessio Coppola (ma è un'emozione che Valerio e Vito hanno descritto molto bene ;-)). Da allora non mi sono più fermato e ho pubblicato un buon numero di storie, lunghe e brevi, su Topolino. Certo, negli ultimi tempi ho dovuto rallentare, ma spero di recuperare presto il tempo perduto. Grazie al Topo ho potuto affinarmi nell'arte della sceneggiatura, collaborare con grandi autori (disegnatori e sceneggiatori) e conoscere persone meravigliose, tutte mosse da una sincera passione per il mondo Disney. Mi riferisco in particolare a tutte quelle persone che lavorano "dietro le quinte", sfornando settimanalmente il nostro giornale preferito. Si tratta di un impegno disumano, posso garantirvelo, che porta questi professionisti a compiere ogni volta dei piccoli (e a volte grandi) miracoli. E poi, lavorare per Topolino mi ha dato anche grandi soddisfazioni (alcune molto recenti... vedi Dracula). Per esempio, i primi premi ricevuti durante la mia carriera sono stati "interni" alla Disney (ben due "Topolini d'oro", nel 2001 e poi nel 2002). O ancora: se lavoro per Bonelli, lo devo proprio a Topolino. Sergio Bonelli in persona seguiva infatti le mie storie Disney e le apprezzava al punto da decidere di farmi entrare nella sua "squadra".
    Insomma, ribadisco che Topolino mi ha dato tutto, umanamente e professionalmente. Per questo motivo sono qui, con voi, a festeggiare questo straordinario traguardo e a stringervi la mano, uno ad uno. Siamo tutti fan del Topo, no? E allora: lunga vita al Topo!

    Bruno Enna
  • Ma pensa! "Zio Paperone e la sindrome contrattuale" è una storia che da piccolo* ho letto e riletto con piacere, e solo adesso la ricollego al tuo nome! Mi è sempre rimasta impressa, quell'avventura! :)

    * so che con questo commento ti avrò fatto sentire più anziano dello Zione, ma non preoccuparti: con Disney siamo tutti senza età!
  • Sono contento che ti sia piaciuta! Si trattava una storia "acerba", ma anche molto sentita, che ha segnato l'inizio di un lungo percorso personale.
  • Da 10 minuti guardo lo schermo vuoto pensando cosa rappresenti per me Topolino, dopo aver letto i bellissimi pensieri delle persone prima di me è difficile scrivere qualcosa di altrettanto poetico.
    La fascia di Topolini che più mi è entrata nel cuore è quella della metà degli anni 90, allora ero alle elementari e per me questo settimanale ha sempre avuto un solo significato: ARTE.
    Non ho mai avuto l'animo della collezionista, del trattare i fumetti coi guanti, del fare attenzione a non sciuparli...per me Topolino era fonte inesauribile di fantasia: ritagliai ogni Paperoga truzzo delle rubriche di allora per farci un portamatite a tema da vendere al mercatino scolastico (e una tenera madre vedendolo mi disse "e io dovrei darti mille lire per una cosa del genere?" ecco, grazie a Topolino capii anche che le mamme possono essere delle grandi mentecatte :P ), ritagliavo dai fumetti ogni Paperone che mi capitasse a tiro per incollare tutto in un grande collage per dire ai miei genitori che era lui che volevo sposarmi da grande, cominciai ad aver voglia di realizzare fumetti e quindi dopo aver ricalcato le vignette che ritenevo interessanti mettevo un dialogo inventato da me nei balloon (il mondo mi ricorderà sempre per il mio capolavoro "Zio Paperone e la telefonata a Rockerduck" in cui Paperone telefona a Rockerduck...e basta), ricopiare le copertine più belle nel mio album da disegno (che ancora conservo). Certo, risfogliarli oggi mi piange il cuore a vederli così conciati, ma allora mi permetteva di esprimere tutta la mia fantasia nei modi che più preferivo. Sono bei ricordi che conservo dentro di me e quindi 3000 auguri di cuore al caro vecchio e sempre presente Topolino :)
  • Credo che non ci sia momento più adatto della sera della vigilia del n. 3000, per me, per scrivere un commento di auguri a Topolino.
    Perché sì, sono sensibilone, e per quanto spesso cerchi di mascherare la cosa, non è questo il momento per reiterare questo comportamento.
    Non ora.
    Non con il buio fuori dalla finestra, e la consapevolezza che domani mattina prima di salire sul treno che mi poterà al lavoro mi comprerò due copie di un numero specialissimo.
    Potrei dire che Topolino è qualcosa di imprescindibile nel tessuto storico e sociale italiano; potrei dire che Topolino ha saputo e sa tutt'ora sviscerare temi importanti, e sa parlare in modo intelligente a qualunque tipo di lettore; potrei dire che Topolino in più di 6 decenni ha avuto modo di ospitare autori e storie che hanno fatto la storia del fumetto mondiale a tutto tondo.
    Direi cose vere, interessanti, profonde, che smuoverebbero l'interesse anche di quelle persone che solitamente snobbano il fumetto o, all'interno degli appassionati, snobbano quello disneyano.
    Ma a questo ci stanno già pensando molti siti e giornali, non serve che lo si ribadisca - proprio qui, peraltro!
    Quello che invece voglio dire è che Topolino è una parte importantissima della mia vita. Senza tema di smentita posso dire serenamente che Topolino ha forgiato buona parte della persona che sono oggi, a 25 anni suonati. Tutte le persone che mi conoscono, a qualunque livello, mi conoscono in un certo modo che è diretta derivazione di Topolino. Sono fatto di quell'ironia incredibile di Faraci, dell'avventura alla Casty, del giallo alla Mezzavilla, degli intrecci di Scarpa, della poesia di Enna e della Radice. Sono figlio delle distorsioni grafiche dell'ultimo Bottaro e dello stile techno di Cavazzano, della stilizzazione della Ziche e del tratto guizzante di Sciarrone. Sono emanazione della positività di Topolino e della simpatia di Paperino, della forza di volontà di Paperone e della filosofia laterale di Pippo.
    Sì, soprattutto vengo da quella cosa lì di Pippo :P

    Sono vent'anni quasi esatti da quando ho iniziato a leggere, e a leggere Topolino. Le due cose coincidono, ed è abbastanza comune. Ma a me quelle avventure sono entrate dentro, quel certo modo di scrivere, quell'estetica, quel modo di comunicare così particolare, adatto a tutti senza essere qualunquista, mi ha guidato molto ed è una cosa che, da aspirante comunicatore professionista, invidio molto.

    Certo, io Topolino l'ho un po' tradito: ci sono stati anni in cui ne sono stato lontano, decidendo in coincidenza con l'inizio di un nuovo anno che poteva bastare. Poi, qualche anno dopo, il ritorno di fiamma, ma anche così tutt'ora acquisto saltuariamente il Topo, solo per la presenza degli autori che apprezzo, di storie o di eventi particolari. Non sono un amante fedele, ed in fondo proprio Topolino mi ha insegnato a conoscere anche il fumetto diverso da quello che rappresenta, e ad amarlo.
    Però, nonostante questo, dopo anni è tornato ad occupare gran parte delle mie giornate, dei miei discorsi, delle mie interazioni con gli altri.
    Ho stretto amicizie vere con persone che Topolino lo costruiscono. Ho intessuto rapporti di stima con professionisti che lavorano sul Topo. Amici sono diventati collaboratori del settimanale, con mio infinito orgoglio.
    Si è imposto ancora come una pietra angolare del mio essere più intimo, quello con cui faccio inevitabilmente i conti ogni giorno.

    E allora auguri di cuore, Topolino. Perché anche se forse non ti dò quanto meriteresti, sicuramente tu continui a forgiarmi e a regalarmi sogni fantastici, senza i quali io non sarei io.
    Oggi, come vent'anni fa.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Entra dall'edicolante, sceglie una delle copie meno bistrattate, paga e se ne esce pregustando la lettura.
    Ma una strana sensazione lo assale. Una sensazione di déjà vu.
    Rivive la stessa scena. Ancora. E ancora.
    Stordito, apre l'albo a fumetti che sta continuando a comprare. Dentro c'è una scritta e la calligrafia è la sua:
    "Se qualcosa dovesse andare storto Topolino sarà la mia costante."

    *Musica inquietante*


    Immagine
    (Che tra l'altro è Disney, quindi sono pure IT!)



    La morale di questa inconcludente quanto disturbata allucinazione è semplice. Per chi è cresciuto con Topolino, con le sue storie, le sue grandi avventure, i suoi personaggi, questa testata ha rappresentato una costante. Un punto fermo nelle vite di chi con Mickey e compagnia ci è cresciuto. Poi certo, c'è chi l'ha archiviato con la crescita, chi ha imparato ad apprezzarlo in modo critico, chi lo ha ripudiato, chi ha iniziato a lavorarci e così via: ma Topolino se ne sta sempre lì, ogni mercoledì. Pronto a divertire, emozionare, anche a deludere, ma c'è sempre. Una costante nella vita quotidiana mia di tante altre persone e solo per questo mi sentirei in dovere di ringraziare chi al Topo ci ha lavorato e ci lavora; se poi aggiungiamo che Topolino mi ha insegnato tante cose, alcune banali ed altre che lo diventerebbero una volta elencate, ma che non per questo sono meno importanti per una persona, allora beh, non c'è scampo e mi vedo costretto ad esternare la mia profonda gratitudine e riconoscenza in occasione di questo numero 3000, traguardo e, si spera, anche nuovo inizio.
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