La nuova scaletta Disney e la direzione intrapresa

Disney sovrana, ma anche la nuova concorrenza hollywoodiana, gli anime, i corti, i lunghi, gli stop motion... e tutto ciò che da fermo magicamente si muove!
  • Scissorhands ha scritto: Partiamo con la brutta notizia... niente Disney nel 2015...
    Ma dove si dice? Mi pare che semplicemente l'articolo di badtaste sia stato reticente.

    Per il resto cosa pensarne che non sia stato già detto? Questo scrissi su fb:
    Non è tanto un problema di qualità. Mi fido, ovviamente. E' la saturazione a lungo termine, il problema. Già il mercato è saturo, già la dicotomia Disney/Pixar ha un po' ridotto di per sé l'aura di evento che un film animato Disney un tempo aveva, già ci provarono a sfornare due classici l'anno con l'effetto di confondere le idee al pubblico, se adesso questa politica torna a farsi sentire credo che gli effetti saranno negativi sulle lunghe distanze. La gente ti rimane fedele e non manca agli appuntamenti fissi solo finché le cose sono gestibili. Nessuno ama essere bombardato di proposte. Possono seguire le cose migliori, possono selezionare, ma nessuno ti seguirà mai più veramente.
    Inoltre secondo me qualora questa cosa dei film aumentati per fare spazio ai sequel fosse vero non significa affatto che si ripristinerà in qualche modo l'aura di evento. Tutto il contrario. Sarà il momento in cui verrà ufficializzato che solo certi film sono importanti e non altri, che esisteranno Classici e Pixar di serie A e altri di serie B. Quindi la cosa dell'evento si andrà a perdere.

    Poi per me avere più Classici l'anno non inficia per forza la qualità. Il 1940 vide l'uscita di Pinocchio e Fantasia, e ricordo qualche anno fa il periodo sperimentale con le varie doppiette Fantasia 2000/Dinosauri, Le Follie/Atlantis, Lilo/Pianeta e Koda/Mucche, tutti film che a me personalmente sono piaciuti, sia pur con qualche difettuccio qua e là (Dinosauri in primis, poi alcune cose tirate via in Koda ma erano problemi produttivi, non dovuti al maggior numero di team al lavoro). Insomma si potrà avere diversificazione di trame e di registri e speriamo anche di tecniche, e questo sarà un bene.
    Aumenterà irrefrenabilmente l'entropia e il pubblico si saturerà e finirà per confondere un'altra volta le linee produttive e questa sarà una catastrofe (solo artistica, non economica ci insegna la DW o perlomeno danni economici se ne potrebbero avere solo nel lungo, lunghissimo termine).

    Però a me questo sembra molto prematuro. Cambieranno idea altre cento volte. Si sono solo paraculati un po' gli slot, non c'è ancora niente di veramente deciso. Devono ancora animare Frozen, cosa vuoi che sappiano di cosa uscirà nel 2018.
  • Valerio ha scritto:
    Ma dove si dice? Mi pare che semplicemente l'articolo di badtaste sia stato reticente.
    Guarda son due ore che mi ci sto arrovellando il cervello... non si dice, ma è quasi ovvio! Prenotano la data del 2018 e non quella del 2015? Dai. E' ovvio che volutamente vogliono saltare quell'anno... Peccato perchè ci sono ancora gli slot di inizio marzo,metà aprile, (se vogliamo mantenere la filosofia che si sta delineando in un'ottica più grande - considera tutte le offerte animate, le date quelle sono).
    Non solo dal 2014 rientrerà in scena anche la Warner col film sui lego e notiza fresca fresca

    Warner Bros and WWE Studios are tag-teaming to co-produce a Flintstones animated movie to be released in early 2015.

    e quindi potrebbe coprire sempre lo slot di inizio febbraio (EDIT: no è solo per il mercato homevideo)
    In ordine ci sarebbero poi quello di inizio marzo- fine marzo- metà aprile (tutti a distanza di 3-4 settimane)- fine maggio/inizio giugno- fine/metà giugno- luglio- fine settembre (in genere SONY)- inizio novembre- fine novembre- Natale.
    Per un totale di ben UNDICI film animati ad alto budget di cui in media 3 Disney/Pixar, 3 DW, 1 BlueSky, 1 Warner, 1 Sony, 1 Illumination... si il mercato si strasatura, ma è il brand che ci rimette, economicamente ci sta' eccome!

    e p*****a e*a altra notizia:
    ‘Kon-Tiki’ Helmers Joachim Rønning and Espen Sandberg Land ‘Pirates Of The Caribbean 5
    che ora posterò nella sezione adeguata...
  • Premetto che questa mossa di annunciare le date da qui al 2018 mi è sembrata una cosa straordinariamente dreamworksiana. Ok, sono date indicative e le sposteranno altre trecento volte, ma vedere annunciati una sfilza di film uno dietro l'altro è una cosa che solitamente fa solo la DW.

    Detto questo, l'articolo mi ha lasciata un po' perplessa.
    Primo: non ho capito cosa si intende per "Disney Animation", perché è un termine un po' vago. Possono essere WDAS, DisneyToon, Disney Pictures tipo Frankenweenie... Non mi stupirebbe ad esempio se il Disney di marzo fosse uno stop motion e quello di novembre il classico di Natale, tutti sotto l'etichetta Disney.
    Secondo: due Pixar l'anno ormai mi tocca di accettarli perché alla Pixar sono impazziti tutti, ma...due WDAS all'anno? Rendiamoci conto che questi non riescono a finire Frozen in tempo, e gliene vogliono far fare addirittura due...! Senza contare che per quanto mi riguarda, la qualità scende necessariamente, e se non scende la qualità scende la cura. E' normale che con due film l'anno ce ne sia uno considerato l'eventone e uno considerato minore. E metti anche che non scenda la qualità, la percezione che avrà il pubblico sarà sempre questa, e la company chiaramente la alimenterà. Lo fanno ora con un Pixar e un Disney, figuriamoci se diventano quattro film...
    Terzo: questione 2015. Se notate i film in elenco non hanno titolo, quindi significa che non sanno ancora quale film sarà; volevano soltanto prenotarsi il posto. Per me, non hanno annunciato il film del 2015 perché sanno già quale sarà, e quando lo annunceranno sarà con titolo, trama e tutto quanto. Nel 2015 la Disney vuole fare il botto: ci sono due Pixar, c'è Avengers 2, c'è Pirati dei Caraibi 5, c'è Star Wars VII...state sicuri che il WDAS non salta, un'annata così non gli ricapita più!
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • Iry Pixar ha scritto:E' normale che con due film l'anno ce ne sia uno considerato l'eventone e uno considerato minore.
    This.
    Ai tempi delle doppiette commedia/avventura infatti era così, ed era quello avventuroso che veniva venduto come pezzo forte. Anche se poi il pubblico decideva l'inverso. Però se qui iniziano a razzisteggiare con il marketing e contemporaneamente a produrre dei sequel si potrebbe avere un effetto molto brutto: il pubblico potrebbe cominciare a percepire i sequel come minori. E ci ritroveremmo di fronte ad una situazione molto simile a quella da cui Lasseter ci aveva appena fatto uscire.
  • Valerio ha scritto:
    Iry Pixar ha scritto:E' normale che con due film l'anno ce ne sia uno considerato l'eventone e uno considerato minore.
    This.
    Ai tempi delle doppiette commedia/avventura infatti era così, ed era quello avventuroso che veniva venduto come pezzo forte. Anche se poi il pubblico decideva l'inverso. Però se qui iniziano a razzisteggiare con il marketing e contemporaneamente a produrre dei sequel si potrebbe avere un effetto molto brutto: il pubblico potrebbe cominciare a percepire i sequel come minori. E ci ritroveremmo di fronte ad una situazione molto simile a quella da cui Lasseter ci aveva appena fatto uscire.
    Ma tutto dipende da cosa significa "minore", non penso voglia dire cheap... Si tratterebbe di due attese diverse. Aspettare un Toy Story 3 è diverso dall'aspettare un Brave, ma, secondo me l'hype è alto per entrambi. Tuttavia, personalmente, trovo che "l'evento" deve cmq continuare a essere UNO. E questo può essere "facilmente" ottenuto con intelligenti politiche di marketing.

    Ormai si sa, la gente va pazza per i sequel e si riversa al cinema i primissimi affollatissimi giorni per vederlo PER PRIMA perchè poi nella settimana a venire non si parla che di quello e ognuno deve poter dire la sua. Col film originale è diverso, si è spinti dalla curiosità, il passaparola è diverso, meno immediato (a meno di grosse sorprese) ma più duraturo. Insomma secondo me, i due "sentimenti" possono benissimo coesistere.
    Ciò che va assolutamente evitato, come insegna il passato, è avere DUE film originali dello stesso studio all'anno.
    E cmq non facciamo la gente più scema di quella che è. Oggi soprattutto col bombardamento mediatico si cerca di brandizzare il più possibile. Ecco quindi che il film diventa Dreamwork's Turbo, Pixar's Brave, Blue Sky's Epic con tanto di logo sopra il titolo... senza contare i vari slogan from the studio that brought you, from the creators of etc... ormai ognuno cerca di guadagnarsi la sua individualità e se un tempo alla Fox poteva pure far comodo che Anastasia venisse scambiato per un Disney, oggi no.
  • Io continuo a vederla in modo diverso. Nel momento in cui un studio inizia a realizzare film che si attendono "in modo diverso" rispetto ad altri, significa che è il momento in cui qualcosa si rompe, in quella che è la sana successione artistica delle opere. Sì, il mio è un discorso artistico/idealista con una punta di nostalgia, però non credo sia sbagliato.

    Si crea un vero servizio al sequel (e al predecessore, e al canone dello studio etc) solo quando lo si produce nell'ottica di renderlo veramente "il film Pixar di quell'anno". Dargli la stessa identica dignità di un film originale, aiuta a far passare il concetto che il film che quell'anno la Pixar ha sfornato è quello lì, e aveva la sue buone ragioni per ritenere giusto produrlo. Infilandolo in una sottocategoria, inneggiando alla diversificazione produttiva non fa altro che trasformare il sequel da opera spontanea a "genere". E questo è eticamente aberrante e di certo non fa bene a nessuno. Nuoce alla Pixar, alla legacy e al canone pixariano, ai film stessi e all'Arte in genere.

    Sì, niente marketing. Sono un idealista. Credo che su questa questione abbia ancora senso esserlo. Del resto Lasseter appena arrivato al comando lo era anche lui.
  • Ah si ma sotto questo punto di vista ti do assolutamente ragione! Anche io ho nostalgia dei begli anni passati. Anche se devo dirti che, da fan(atico) di animazione e aspirante lavoratore del settore, non mi dispiace vedere più film animati!
    Ma gli svantaggi sono indubbi. Questo è ad esempio il problema della DW che produce film, punto, non classici senza tempo. Buoni film che vai a vedere per parcheggiare i bimbi ma allo stesso tempo non annoiarti. Sono dei buoni prodotti, nulla di più nulla di meno. Ma sappiamo che IL FILM DISNEY è sempre stato qualcosa di più di un film! La DW ha in produzione contemporaneamente più film (ma più di due eh!), e ora c'è anche la DW China. E' brutto quando in uno studio diversi gruppi di artisti lavorano quasi tutti su film differenti. Si perde quel che di artigianale, in un'ottica industriale, da catena di montaggio!
    Anche in Disney nella metà degli anni 90 c'erano due squadre che si alternavano (ma due eh!), a cui poi se ne aggiunta una terza con lo Studio in Florida, e sappiamo poi come è andata a finire... Quindi insomma... attenzione!

    C'è da dire che i tempi sono cambiati e purtroppo questo tipo di scelte è il mercato a farle... quasi le richiede! Se studios concorrenti ti riversano fino a 5 film l'anno di media-buona qualità, non puoi certo stare a guardare!
    E questa diversificazione delle attese, diciamo così, è anche un segnale del fatto che è l'animazione stessa ad essere sempre meno considerata un genere, cosa auspicata dal Brain Trust Pixar. Se non è un genere, ma un medium, allora il mercato può assorbire tanti film quanti il pubblico ne richiede. E non trattandosi più di un genere è succube di tutte le leggi del mercato stesso, non da ultimo quella della sequelizzazione.

    La moda dei sequel è una realtà, quindi o si producono sequel a scapito degli originali o si producono entrambi, non è che ci siano altre opzioni eh! E poi se ci ho visto giusto (dita incrociate), in base alla mia personalissima scaletta (la trovi sul disney forum) i sequel saranno uno ogni anno e mezzo alternando Pixar e Disney; quindi significherebbe che ciascun studio produrrebbe un sequel ogni tre anni (almeno per ora..), e questo mi sembra un ottimo compromesso.
  • Per ora confermato! Nessun WDAS nel 2015. E stando a blueskydisney (che bisogna dire, le azzecca sempre), tutti i titoli sono, come supponevo, dei WDAS... niente Plane 2 o cose del genere ;)

    http://www.blueskydisney.com/2013/06/bl ... m-hat.html
  • Sperando di far cosa gradita, riporto anche qui la traduzione dell'articolo appena postato da Scissor.


    Incredibile come possano cambiare le cose in pochi anni...

    Ricordate quando la Dreamworks Animation era un bolide che correva a pieno ritmo, assumendo a destra e a manca? Era il posto giusto dove lavorare, con una lunga scaletta che assicurava stabilità lavorativa. E dopo le difficoltà economiche dello scorso anno? Ora è una macchina che ha rallentato abbastanza. Alla Disney c'è stato qualche licenziamento nel corso dell'ultimo anno, ma non quanti alla Dreamworks.

    Ai WDAS, il decennio di carestia si è concluso con Bolt. Era una sorta di ibrido, basato su una storia concepita da Chris Sanders, poi rielaborata da una nuova squadra in modo tale che potesse incontrare maggiormente i gusti del pubblico. Dopodiché è stato il turno de La Principessa e il Ranocchio, che ha richiamato la gloria dei musical di inizio anni '90 e del disegno a mano, ma con risultati al botteghino limitati.

    Poi è venuto il primo film completamente forgiato dalla nuova generazione di animatori dell'era Lasseter: Tangled, il quale è stato un enorme successo sia di critica sia economico. Questo era il successo che gli animatori dei WDAS stavano aspettando. Molti era stanchi di vedere la sorellina su al nord (la Pixar, ndt) ricevere tutti i meriti per l'animazione made in Disney Company. Sapevano di avere lo stesso potenziale e quello era il loro momento di brillare. Che sia chiaro, non si pensasse che i nuovi film WDAS sarebbero stati solamente fiabe! Sogni e desideri possono significare molto più che una corona o una carrozza nata da una zucca.

    Ralph Spaccatutto, profondamente moderno, cool e legato alla nostra cultura popolare, ha mostrato che i film del Topo non necessitano obbligatoriamente un approccio classico. L'era post Eisner ha portato la Disney a cercare di valorizzare maggiormente il proprio marchio. La Pixar ha un'identità chiara e quando il pubblico vede Luxo Jr. saltellare sullo schermo (a inizio proiezione, ndt), sa cosa aspettarsi dal film. Anche alla Disney era così, ma dalla fine degli anni '90 divenne meno chiaro. La gente trovava difficoltà nel definire cos'era e cosa sarebbe dovuto essere un film animato Disney. Parafrasando Glen Keane: Il motto Pixar è "Non sarebbe interessante se..." e il motto Disney è "C'era una Volta".

    Quest'anno ritorniamo alla classica attrazione di una fiaba con Frozen, una storia ispirata alla "Regina delle Nevi", ma non un adattamento letterale. Così come Tangled non era esattamente "Rapunzel", così questo film non sarà la storia di Andersen. Detto questo, sarà piacevole, bello, divertente e assolutamente Disney. La Disney che ha avuto inizio con l'arrivo di Lasseter. C'è voluto tempo per far sì che l'intera struttura lavorasse come un tutt'uno, con un'unica cultura, soprattutto dopo che quella cultura era stata frantumata. Ci vuole tempo per ricostruire, in particolare se vuoi farlo nel modo giusto: nel modo Disney.

    Dopo quest'anno, il prossimo film sarà del genere più inusuale per un titolo Disney. Big Hero 6 è in sviluppo da un po' di tempo, e questo blog ne ha dato indizi da un paio d'anni (marvelous new film). Vedendo la sequenza test pubblicata dalla Disney, si capisce che questo film prenderà una direzione differente rispetto a quanto siamo abituati quando pensiamo alla Disney.

    E questo è ciò che possiamo aspettarci dalla scaletta dei prossimi film d'animazione Disney.

    Non saranno tutti presi dallo stesso stampino, benché saranno tutti assolutamente Disney. Ricordate solamente che ciò di cui parleremo adesso è "blue sky", ovvero è ciò che è pianificato e non ciò che necessariamente vedremo alla fine. Le cose cambiano durante lo sviluppo e alcuni film, o le loro idee, saranno cambiati prima di arrivare sul grande schermo. Anche le date di uscita sono più che altro una guida, non sono incise nella pietra; alcune potrebbero cambiare. Comunque, la lista fornita è una mappa del futuro e della direzione che intraprenderà la Disney. Ora, sappiamo che BH6 è l'uscita del 2014 e che la prima data annunciata è del 2016. Hanno dimenticato di annunciare la data per il 2015? No.

    Non ci sarà un film WDAS nel 2015.

    Ciò potrebbe cambiare, ma, per ora, il primo film dopo il 2014 sarà il film di Byron Howard nel 2016. Questo èil film del cui cast fa parte Jason Bateman. La storia racconta uno spaccato di fauna selvatica da un punto di vista differente e si sta sviluppando in modo molto divertente e dolce. Dopodiché, la scaletta non è fissata e molti progetti sono in corsa per accaparrasi la data di fine 2016.

    In questo momento Dean Wellins sta lavorando su un film di genere ibrido orientato verso il giovane pubblico maschile. Ce la farà per il 2016? Dipende interamente da come la storia si svilupperà per allora.

    Un'altro candidato potrebbe essere il nuovo film di Ron & John, anche se al momento sembra destinato ad occupare la prima data del 2018. Il loro film riguarda, diciamo, il credo polinesiano (il che conferma i rumor sulle divinità polinesiane, ndt). Potrebbe essere il loro primo film al computer, ma non è ancora certo che utilizzeranno questa tecnica. In questo periodo stanno lavorando principalmente alla storia, ma svolgono anche alcuni test sul look e sui movimenti dei personaggi sia in cgi sia in animazione ibrida (leggi: Paperman). Qualche tempo fa, Ron e John hanno presentato due idee differenti a Lasseter e allo Story Trust; quella su cui sono al lavoro è quella che è stata scelta dai creativi. È già stata proposta in varie versioni e probabilmente cambierà ancora prima di ricevere il via libera definitivo per la produzione.

    Prima che qualcuno chieda, non ci sono movimenti su King of the Elves. Non significa che non ce ne saranno in futuro, ma, al momento, Chris Williams è occupato ad aiutare altri progetti e tutti ritengono che sia meglio lasciar riposare questa storia per un po'. Non vuol dire che sia morta, anzi, pensate a quanto ci è voluto per mandare La Regina delle Nevi in produzione e ciò che è diventata è lontanissimo dal punto di partenza. Ci vuole molto tempo per assemblare un film d'animazione.

    Ci sono un altro paio di progetti, in uno stadio molto preliminare, che hanno ricevuto l'approvazione di Lasseter per essere sviluppati, ma non ne sapremo granché prima che siano passati attraverso numerose riunioni di soggetto. Quindi non ci sono notizie, visto che a questo punto sono poco più di un'idea.

    Ora speriamo che approvino anche un po' di corti da proiettare insieme a questi film.
  • Posso erigerti un monumento nel parco con tanto di pannocchie in mano?
  • Che dire...
    Innanzitutto mi sbagliavo sul classico del 2015, e mi sbagliavo sul "Disney Animation" generico...(sarà ora che si inizi a chiamarli tutti WDAS, così non ci si capisce nulla!). Avrei preferito non sbagliarmi, però.
    Questa politica non mi piace per niente. Non so chi sia a volerla, ma non mi piace. L'intenzione è quella di commercializzare, brandizzare, aumentare e velocizzare la produzione, e offrire ogni anno un casino di roba: 2 WDAS, 2 Pixar, 2 Marvel, 1 film di Star Wars, e non dimentichiamo gli altri live action, che sono in media 2 pure quelli, e gli altri film animati, in media 2 di nuovo, toh.
    Sì, il mercato lo richiede, e posso pure essere d'accordo su questo...ma permettetemi di assistervi con preoccupazione. Anche perché è una politica che funziona per un po' di tempo, ma poi ti porta inevitabilmente a non controllare più la miriade di cose che devi produrre, e quindi a un calo di qualità. E considerato che qualche cedimento qua e là (leggi: Pixar) già lo abbiamo...
    Mah, staremo a vedere!
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • Suvvia è lo stesso casino che avvenne negli anni novanta. La Disney guadagna da ogni angolo e crede di poter reggere spese folli e che ogni sua opera sarà stravista in tutto il mondo. Dategli un po' di tempo per fare un film scrauso o incompreso, o più d'uno, e poi torneranno a volare bassi.
    Va da se che il mio unico interesse è che i film commerciali (e mi riferisco principalmente ai live-action) permettano l'esistenza degli sperimentali/artistici, e che Paperman non resti definitivamente un unicum. Per il resto amen (d'altro canto timori di mercato interessarono perfino Pinocchio), e poi ora che possono avere meno paura di scottarsi qualcosa di più "particolare" potranno tirarlo fuori, anche Fantasia 2000 vide la luce solo grazie ai successi commerciali precedenti.
  • Certo. Il problema è che negli anni 90 la Disney era cmq un organismo più compatto, c'era l'animazione, c'erano i live action e al massimo i più scottanti li marchiavano Touchstone.
    Ora è diverso, la Disney sta diventando elefantiaca, e ha come sottoetichette la Pixar, la Marvel, La Lucasfilm, e persino all'interno del marchio Disney stesso dobbiamo distinguere tra WDAS, Disneytoon, live action, Television. In questa enorme ramificazione ci sarà sempre qualcosa che andrà bene e qualcosa che andrà male, solo che se un reparto inizia ad andare male, non è che viene ripensato l'intero set di proposte. E' quel reparto a rimetterci.
    Non oso pensare se i WDAS collezionassero due o tre flop di fila cosa succederebbe, mentre magari la Marvel e la Pixar andassero a gonfie vele. Intensificherebbero controlli, modificherebbero scalette, imporrebbero tecniche, sequel, imporrebbero loro di seguire il modello dei reparti che invece vanno bene. Ed è già successo che pensassero di chiuderli, durante il primo periodo di acquisizione Pixariana. Del resto uno studio di animazione potente già l'avevano.
  • Valerio ha scritto:Non oso pensare se i WDAS collezionassero due o tre flop di fila cosa succederebbe, mentre magari la Marvel e la Pixar andassero a gonfie vele. Intensificherebbero controlli, modificherebbero scalette, imporrebbero tecniche, sequel, imporrebbero loro di seguire il modello dei reparti che invece vanno bene. Ed è già successo che pensassero di chiuderli, durante il primo periodo di acquisizione Pixariana. Del resto uno studio di animazione potente già l'avevano.
    La chiusura è una possibilità, ma lo è in ogni studio. Non la darei mai per certa a meno che la situazione non fosse completamente catastrofica (d'altra parte si parlerebbe d'eliminare una fonte enorme di guadagno anche dal punto di vista del merchandising). Se le cose dovessero cominciare ad andare male si ritornerebbe ai soliti metodi per salvare il salvabile, riproponendo le fiabe o dandoci dentro con lo stile "Shrek", ma poi si ritornerebbe di nuovo al periodo delle sperimentazioni possibili. D'altro canto esigenze di sopravvivenza le abbiamo avute più d'una volta negli anni e ad esse dobbiamo i film ad episodi, i vari sequel direct-to-video, il celebre addio al 2D, etc., tutti periodi poi finiti in favore d'una rinascita artistica. Teniamo anche da conto che la decisione di un film all'anno ormai vecchia anch'essa e non di poco motivata dalla presenza all'epoca di Roy Disney: se le cose cominciassero ad andare male probabilmente il numero di film diminuirebbe, oppure ci potrebbe essere uno stop più o meno lungo, per poi tentare una nuova partenza.
    Non dico di mettere a freno ogni più piccola preoccupazione, c'hanno colti alla sprovvista più d'una volta con le loro decisioni, ma pensare in termini demagogici non credo serva a molto. La vita della Disney è sempre stata caratterizzata da alti e bassi che sono andati ad influire anche sulla qualità delle pellicole, ma se poi ogni periodo ha avuto i suoi capolavori e i suoi orrori niente rende impossibile che questo schema si ripeta.
  • Valerio ha scritto:In questa enorme ramificazione ci sarà sempre qualcosa che andrà bene e qualcosa che andrà male, solo che se un reparto inizia ad andare male, non è che viene ripensato l'intero set di proposte. E' quel reparto a rimetterci.
    Beh, non è manco del tutto vero, penso a John Carter...
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  • Ragazzi inutile a dire... corsi e ricorsi storici...
    Riguardo alla chiusura dubito proprio che questo avverrà. Sono d'accordo con Eddy, Magari diminuiscono i film, il budget, licenziano dirigenti etc... ma chiudere IL marchio di punta Disney lo trovo davvero esagerato...cmq in teoria, guardando la storia, ora toccherebbe un decennio di relativa stabilità e successo... godiamocelo XD
  • Son secoli che non è più il marchio di punta, anche se chiaramente non credo nemmeno io che sia possibile la chiusura.
    Co-founder di Impero Disney

    Etre en vie, c’est être en mouvement dans sa pensée, être percuté par des concepts nouveaux, dans ses sensations aussi, dans « faire l’amour » : il y a quelque chose qui s’ouvre. C’est aussi être lié au monde. [Alain Damasio]
  • marchio di punta nel senso che è quello storico quello da dove tutto è iniziato, e quello su cui il vero business (parchi, merchandise etc...) si fonda.
  • Il marchio di punta si cui si fonda il business della company è la Marvel. A cui presto si affiancherà la Lucasfilm. Sotto ci sono i tentpole live action, poi la Pixar, poi le cagatelle tv a parimerito con la produzione dell'hat building. Mi sa che più in fondo nella gerarchia ci stanno solo i Disneynature.
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