[WDAS #14] Le Avventure di Peter Pan

E' lo studio d'animazione più antico ma anche il più vitale. Tutto comincia da qui, e continua ancora oggi portando l'arte dell'animazione verso nuove frontiere. La mancanza di un nome riconoscibile ha portato per anni il grande pubblico a confonderne le opere con quelle delle altre filiali Disney, ma adesso tutto è cambiato. Benvenuti nel Canone Disney.
  • Altro grande film, per me rinchiude tutta l'essenza Disney, ovvero storie senza tempo che colpiscono al cuore di adulti e bambini. Chi non vorrebbe vivere su un isola con indiani e pirati e restare per sempre bambino ? Trilli non l'ho mai sopportata, anzi la trovavo odiosa (e non è che la cosa oggi sia cambiata) mentre Uncino è un grande cattivo (dai la scena dove spara al cantante è una bastardata bella grossa).
  • Anche se la discussione sul doppiaggio si è interrotta quattro anni fa, propongo questo piccolo video che riassume i difetti di interpretazione di uno e di copione dell'altro:
  • Immagine

    Non so se da piccolo avevo già visto "Le avventure di Peter Pan". Di sicuro, pur conoscendo più o meno bene la storia originale, non mi ricordavo molto della versione Disney, ma ne sapevo abbastanza da vedere anni fa il sequel "Ritorno all'Isola che non c'è". Diciamo comunque chi ho ri-visto Il primo "Peter Pan" dello zio Walt.

    A mio giudizio l'Isola-che-non-c'è disneyana è il mondo del gioco dei bambini, dove essi immaginano avventure e le vivono pervasi da ingenua serietà ma anche da involontaria cattiveria (che a volte è crudele cattiveria). Indiani e pirati non sono veri adulti ma proiezioni di adulti all'interno della fantasia del bambino, dove lui risulta sempre vincente e loro sono destinati ad essere o complici o perdenti.
    Gli unici adulti reali sono i genitori di Wendy. In particolare il severo Mr. Darling si pone in completa antitesi al mondo della fantasia, e tuttavia come era belli i burberi padri di una volta rispetto agli sdolcinati padri disneyani moderni.

    Considero il personaggio di Peter Pan limitato dal suo non crescere e quindi capisco perfettamente Wendy quando ad un certo punto desidera lasciare l'isola. Alla povera Trilli non va così bene: suo malgrado è innamorata di un bambino che non potrà mai superare la superficialità dei propri sentimenti, e le tocca pure apparire antipatica. In fondo ha solo tentato di far fuori Wendy (e che sarà mai? :D) ma una donna gelosa può fare di tutto, come dice anche Capitan Uncino. Ecco, Uncino, sebbene la inganni, la capisce meglio di Peter.

    Ovviamente, se avessi avuto l'età dei fratellini, tutto questo non l'avrei pensato e non avrei voluto lasciare l'Isola che non c'è. ^_^



    Dal Disney Compendium:
    Il disagio provato da Wendy di fronte alla leggerezza di Peter le farà capire di essere ormai definitivamente cambiata e pronta a crescere. Il messaggio del film è quindi un punto fondamentale della filosofia disneyana: maturare non significa per forza adeguarsi a modelli di vita preimpostati, ma sentir nascere dentro sé il senso di responsabilità. Senza chiaramente scordare ciò che c'è stato prima.
    Dal Libro "La stirpe di Topolino" di di Domenico Misciagna:
    Peter Pan non è una semplice fiaba e al contempo non e materiale fuoridagli schemi come Alice: è un intrattenimento coinvolgente e divertente più profondo del solito. Il problema della pellicola non è nel rispetto del plot di Barrie, che subisce modifiche davvero trascurabili, ma nel gigantesco lapsus freudiano di interpretazione del materiale, riassumibile in un concetto: Disney tiene troppo all'Isola Che Non C'è per accettare l'inquietante ambiguità dello scrittore scozzese.

    Per Barrie, Peter rifiutando di crescere si è chiamato fuori dall'umanità, e la sua assenza di memoria, la sua facilità nel dimenticare emozioni anche grandi, viene spesso sottolineata, generando nel lettore la stessa vertigine di attrazione e puro terrore che Wendy nutre per lui. E' la tentazione nera di resistere all'inevitabile trascorrere del tempo, con un prezzo da pagare. La versione disneyana non metaforizza: nel finale sembra proprio che Wendy abbia sognato tutto, e la nave nel cielo è rappresentata come una semplice nuvola da interpretare. Barrie sceglie una strada diversa, non negando mai l'esistenza di
    Peter, preferendo diradare le visite del ragazzo a Wendy a mano a mano che lei cresce, con un crescendo straziante, che si ribalta, sempre con malinconica distanza, quando Wendy da adulta ha una figlia di nuovo attratta da Peter.

    Per Disney e il suo team Peter Pan invece appartiene non tanto a una fase della vita, quanto a una necessità perenne dell'essere umano, che l'arte e nello
    specifico il potere evocativo dell'animazione possono soddisfare, senza colpe. Inquadrando con spudorata nitidezza quindi Peter come sospensione onirica, univocamente allegra e Iudica, Le avventure di Peter Pan vira sul comico tutti i suoi attori, in barba alla cupezza con cui sono trattati da Barrie: gli indiani e i pirati non rappresentano alcuna reale minaccia e diventano puri buffoni da parco a tema. I Bambini Perduti rimangono dove sono, non hanno di certo bisogno di essere adottati dalla mamma di Wendy come avviene nell'opera originale. Capitan Uncino, pur in alcuni momenti minaccioso ma distante dall'ossessivo complessato corrispettivo letterario, a questo punto non può di certo morire come avviene sulle pagine o sulla scena: fugge comicamente all'orizzonte seguito dal suo coccodrillo, perché per Disney lui, così come Peter Pan, Spugna, Trilli, Giglio Trigato e i Bambini Perduti, fanno parte dell‘attrazione eterna e senza fine alla quale tutti dobbiamo avere accesso per principio.
    Approfitto di questo post per fare al volo la classifica dei cheapquel che ho visto:

    1. Bambi 2 la vendetta
    2. Peter Pan in Ritorno all'Isola Che Non C'è
    3. Il Libro della Giungla 2
    4. La Carica dei 101 II - Macchia, un Eroe a Londra
    5. Le Follie di Kronk

    "Squaw non danzano. Squaw prendono legna!" :P
  • Pangur Ban ha scritto: "Squaw non danzano. Squaw prendono legna!" :P
    "Squaw non prendono legna. Squaw a casa andare !" :P
  • Pangur Ban ha scritto:Ovviamente, se avessi avuto l'età dei fratellini, tutto questo non l'avrei pensato e non avrei voluto lasciare l'Isola che non c'è. ^_^
    Non esserne troppo sicuro.
    Questo film aveva un lato inquietante che non mi faceva aver il desiderio di vederlo e rivederlo come molti altri.
    Ovviamente non lo potevo comprendere e spiegare al tempo, però la sensazione era già negativa.
    Dal Libro "La stirpe di Topolino" di di Domenico Misciagna:
    Peter Pan non è una semplice fiaba e al contempo non e materiale fuoridagli schemi come Alice: è un intrattenimento coinvolgente e divertente più profondo del solito. Il problema della pellicola non è nel rispetto del plot di Barrie, che subisce modifiche davvero trascurabili, ma nel gigantesco lapsus freudiano di interpretazione del materiale, riassumibile in un concetto: Disney tiene troppo all'Isola Che Non C'è per accettare l'inquietante ambiguità dello scrittore scozzese.

    Per Barrie, Peter rifiutando di crescere si è chiamato fuori dall'umanità, e la sua assenza di memoria, la sua facilità nel dimenticare emozioni anche grandi, viene spesso sottolineata, generando nel lettore la stessa vertigine di attrazione e puro terrore che Wendy nutre per lui. E' la tentazione nera di resistere all'inevitabile trascorrere del tempo, con un prezzo da pagare. La versione disneyana non metaforizza: nel finale sembra proprio che Wendy abbia sognato tutto, e la nave nel cielo è rappresentata come una semplice nuvola da interpretare. Barrie sceglie una strada diversa, non negando mai l'esistenza di
    Peter, preferendo diradare le visite del ragazzo a Wendy a mano a mano che lei cresce, con un crescendo straziante, che si ribalta, sempre con malinconica distanza, quando Wendy da adulta ha una figlia di nuovo attratta da Peter.

    Per Disney e il suo team Peter Pan invece appartiene non tanto a una fase della vita, quanto a una necessità perenne dell'essere umano, che l'arte e nello
    specifico il potere evocativo dell'animazione possono soddisfare, senza colpe. Inquadrando con spudorata nitidezza quindi Peter come sospensione onirica, univocamente allegra e Iudica, Le avventure di Peter Pan vira sul comico tutti i suoi attori, in barba alla cupezza con cui sono trattati da Barrie: gli indiani e i pirati non rappresentano alcuna reale minaccia e diventano puri buffoni da parco a tema. I Bambini Perduti rimangono dove sono, non hanno di certo bisogno di essere adottati dalla mamma di Wendy come avviene nell'opera originale. Capitan Uncino, pur in alcuni momenti minaccioso ma distante dall'ossessivo complessato corrispettivo letterario, a questo punto non può di certo morire come avviene sulle pagine o sulla scena: fugge comicamente all'orizzonte seguito dal suo coccodrillo, perché per Disney lui, così come Peter Pan, Spugna, Trilli, Giglio Trigato e i Bambini Perduti, fanno parte dell‘attrazione eterna e senza fine alla quale tutti dobbiamo avere accesso per principio.
    Molto bello il commento di Domenico Misciagna.
    Ed è infatti il punto focale negli adattamenti disneyani rispetto al materiale di partenza. Non tanto un'infedeltà di trama ma un'infedeltà di spirito. Al materiale di partenza viene donata una nuova anima, che poco o nulla c'entra con quella dell'opera prima.
    Operazioni che mostrano un'incapacità di fondo difficilmente correggibile...
    Approfitto di questo post per fare al volo la classifica dei cheapquel che ho visto:

    1. Bambi 2 la vendetta
    2. Peter Pan in Ritorno all'Isola Che Non C'è
    3. Il Libro della Giungla 2
    4. La Carica dei 101 II - Macchia, un Eroe a Londra
    5. Le Follie di Kronk
    I cinque migliori usciti secondo te?
    Il buffo è che tra questi ho visto solo pezzi de Il libro della giungla 2. Che ha una buona animazione ma una non altrettanto buona Shanti, che da ragazzina ammiccante nell'originale diventa buonista fino all'eccesso.
    Mi disser che non è male Cenerentola 3 ma anch'esso mi manca...
    "Squaw non danzano. Squaw prendono legna!" :P
    Da Peter Pan a Pocahontas la Disney dovrebbe capire una volta per tutte che funziona per stereotipi.
    Chiaro: quando ad esser stereotipati sono gli altri negli Stati Uniti son tutti felici e contenti, ma non appena lo stereotipo è quello casalingo (Zio Tom, Principessa e il ranocchio, Pocahontas, qualsiasi uomo di colore o pellerossa) subito si levano rivolte popolari. Quando in realtà la Disney non sta facendo nient'altro che applicare la solita formula alla storia del luogo in cui produce.

    Anche se nel caso di Peter Pan la scena con i pellerossa è veramente terribile...
    Zampe di gallina! Nient'altro che zampe di gallina! (Anacleto, La spada nella roccia)

    L'albero genealogico dei film Disney
  • I cinque migliori usciti secondo te?
    Non lo so, sono gli unici che ho visto, ma la maggior parte degli altri non mi ispira per niente.
  • Torna a “Walt Disney Animation Studios”