[Allegati RCS] Le Grandi Storie Disney (Scarpa)

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Valerio ha scritto:Rispetto per le vecchie glorie, per la contestualizzazione, però no. Questo si chiama lavorare alla carlona.
    Non ci andrei così pesante: per quanto le tue critiche siano fondatissime, lo sono *ora*. In più di mezzo secolo cambiano tanto la sensibilità del pubblico quanto la concezione di un medium. Il lettore dell'epoca avrà sicuramente percepito la differenza tra una storia del genere ed un Barks, un Gottfredson o lo stesso Scarpa autore completo, ma non so se e quanto abbia storto il naso per una storia così sgangherata... ed in ogni caso immagino che ci sia passato sopra con molta più leggerezza di quanto faremmo noi se ci proponessero un prodotto simile oggi.
    Quindi la storia è palesemente invecchiata male, ma non accuserei così tanto Martina di dilettantismo solo per essersi fatto portavoce di quella che era, per quanto miope e campanilista, la sensibilità dell'epoca.
  • Oh, lo so.

    Però, permettimi di compiacermi di fronte alla demolizione dell'assunto che "una volta era meglio". Una volta non era meglio, ma proprio per niente. Abbiamo fatto passi da gigante, e la lettura di un Paperino 3D lo rivela ampiamente.

    In secondo luogo permettimi di compiacermi anche di fronte alla manifesta superiorità tecnica, affabulatoria, recitativa e "spirituale" di quegli altri autori che pur operando negli stessi anni in cui operò Guido Martina, a queste minuzie invece ci pensavano. Gottfredson, Barks, Scarpa partivano da altre basi, altre concezioni, e ci diedero qualcosa di completamente diverso, che negli anni è rimasto invece intatto. Non credo che la loro superiorità fosse totalmente casuale e involontaria, credo che si sbattessero effettivamente di più.

    Del resto il giudice più impetuoso è proprio la Storia. E la Storia ha promosso loro e bocciato buona parte della produzione martiniana.
  • Valerio ha scritto:Non credo che la loro superiorità fosse totalmente casuale e involontaria, credo che si sbattessero effettivamente di più.
    Partivano solo, come hai detto, da altre basi. Non saranno state basi assunte casualmente o senza un minimo di avvedutezza, ma non credo che questo denoti un effettivo maggiore impegno da parte loro, al di là dei meriti e delle abilità strettamente narrative.
  • Va detto che il background culturale disneyano di Scarpa e Martina era simile. Martina venne prima, ok, e quindi ebbe meno tempo di far fermentare dentro sé determinate basi, ebbe meno tempo di diventare nerd del Disney USA quanto lo era Scarpa. E non vivette come Scarpa il trauma dell'interruzione dell'epopea di Gottfredson, che per Romano fu invece d'ispirazione per prenderne in mano le redini.

    D'altra parte però si erano formati sugli stessi autori. Ed erano stati chiamati a dare il punto di vista di noi italiani su una Disney che all'epoca era sicuramente meno interpretabile, più univoca e compatta. Perché Disney all'epoca quello era. Era Barks, era Gottfredson ed era Biancaneve. Era animazione di livello, e soprattutto era storytelling di un certo tipo. Non era certo come al giorno d'oggi in cui il marchio Disney è disperso, diviso, frammentario e puoi trovare fumettisti che ne danno visioni divergenti, che ignorano/disapprovano l'animazione e viceversa. In quegli anni Walt era vivo.

    Eppure la differenza di approccio tra i due autori è papabile. Martina si preoccupava più che altro di creare intrattenimento arguto, colto, ma sempre mirato ad un pubblico temporaneo e perlopiù infantile, mentre Scarpa aveva chiaro in testa la direzione da prendere per non essere da meno del "canone americano". Martina faceva ottimo intrattenimento, mentre Scarpa era avanti e faceva Fumetto Disney.

    Quindi sì, una parte di me, pur contestualizzando Martina, non gli perdonerà mai del tutto il suo non aver fatto "quel miglio in più", il suo essersi limitato ad una concezione più sempliciona e non in linea con la più vera disneyanità.
  • Uhm, ma anche Scarpa "da solo" come Martina (come ho scoperto solo qualche post sopra da Valerio), o nel suo periodo avevano cominciato ad arrivare anche altri autori che si dividevano la fatica?
    Perché allora ovvio che Martina era schizofrenico, se era da solo e doveva scrivere 100 storie all'anno, ci credo che impazzisce e fa trame che iniziano da una parte e finiscono da un'altra che non c'entra nulla.
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Fino a metà anni 50 c'è solo Martina, che praticamente fa da solo tutto il giornalino. Poi arriva Scarpa e poi via via i Barossi e tutti gli altri. E' solo quando è solo che Martina scrive sotto trip. Non è una giustificazione, perché roba come il Cobra Bianco, la Valle dell'Incanto e Paperino 3D (quest'ultimo non l'ho letto, ma mi fido di Valerio), e in parte anche l'Inferno, sono senza senso a prescindere che si consideri l'universo Disney come un'allegra cittadina in cui abitano tutti, dai topi ai paperi ai nani agli insetti. Però il grosso della carriera di Martina non è costituito da deliri privi di logica, ma da semplici storie in cui topi e paperi sono cittadini italiani.
    Questo per dire che Martina non ha colto, o non ha voluto cogliere, il vero spirito Disney, ma che storie come Paperino 3D sono casi limite (da bravo italiano sono d'accordo ma anche no :P ).
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    Ottimo lavoro.
  • Martina era un factotum e nel primo periodo era sicuramente da solo, e non si limitava alle storie ma scriveva anche le rubriche, traduceva e via dicendo.

    Molti anni dopo non era più da solo, ma leggendo cose come Storia e Gloria o il Totem Decapitato si nota come il suo metodo di lavoro fosse rimasto identico :P
  • Valerio ha scritto:
    Molti anni dopo non era più da solo, ma leggendo cose come Storia e Gloria...

    Già, molto più divertenti WOM, Chi ha sposato una strega, Novecento e i corti stupidelli di Topolino appena usciti al cinema.


    <<... e Paperino3D (che non ho letto ma mi fido di Grrodon)>>

    Male. Ci si può fidare ciecamente di Grrodon solo per il ciclo di PK, che è il suo mondo.
    "We Have All The Time In The World" George Lazenby (e Louis Armstrong) in Agente 007 - Al Servizio Segreto di Sua Maestà (1969)
  • Don't fee--- chevvelodicoaffare :P
  • SpecialMongo ha scritto:
    Già, molto più divertenti WOM, Chi ha sposato una strega, Novecento e i corti stupidelli di Topolino appena usciti al cinema.
    Che paragone è questo? Si parlava di trame sconclusionate, non di divertimento.

    E gli esempi che fai? WoM? Cosa c'entra, e soprattutto chi ha mai difeso WoM? La Strega da dove spunta? E i corti stupidelli di Topolino usciti al cinema sarebbero? Ti riferisci a Get a Horse?

    Ci si può fidare ciecamente di Grrodon solo per il ciclo di PK, che è il suo mondo.
    Strano che tu lo dica. Di recensioni di PK non ricordo di averne mai scritte. Al contrario ne ho scritte molte sull'animazione Disney.
  • Valerio ha scritto:Non era certo come al giorno d'oggi in cui il marchio Disney è disperso, diviso, frammentario e puoi trovare fumettisti che ne danno visioni divergenti, che ignorano/disapprovano l'animazione e viceversa. In quegli anni Walt era vivo.
    Va da sé che il background da animatore è il migliore che si possa sperare di avere se si fanno fumetti sui funny animals. Gottfredson, Barks e Scarpa lo avevano e si vede bene. Lo stesso Cavazzano, seppur bravissimo, esce sconfitto in questo discorso, dato che la vignetta in Paperino Maestro di Tranquillità che cita quella nella celebre Paperino e i Gamberi in Salmì, non rispetta le linee di forza nella posa "ginnica" del personaggio e si limita ad essere un Paperino che muove le braccia (fate il confronto voi stessi).
    Valerio ha scritto:Eppure la differenza di approccio tra i due autori è papabile. Martina si preoccupava più che altro di creare intrattenimento arguto, colto, ma sempre mirato ad un pubblico temporaneo e perlopiù infantile, mentre Scarpa aveva chiaro in testa la direzione da prendere per non essere da meno del "canone americano". Martina faceva ottimo intrattenimento, mentre Scarpa era avanti e faceva Fumetto Disney.
    E pure qui quoto. Le storie di Matina, in media, mi fanno volare i minuti, ma escluse alcune eccezioni difficilmente hanno la solidità (e l'eternità) d'una Topolino e l'Unghia di Kalì, perché, come dice Valerio qualche messaggio più su, quando non sentono il peso degli anni sentono il peso della bruttezza a causa d'una sceneggiatura sconclusionata e/o poco interessante, che scarsamente invoglia la lettura. Il Segreto del Totem Decapitato mi faceva venire voglia di decapitarmi a me stesso medesimo pur di non continuare la lettura...
    SpecialMongo ha scritto:Già, molto più divertenti WOM, Chi ha sposato una strega, Novecento
    Ehi, fermi tutti! Che motivo c'è di fare riferimento a WOM? Il solo modo per rivalutare un autore del passato è tirare in ballo le bruttezze del presente? Non è troppo comodo? Ma in ogni caso:
    Valerio ha scritto:Che paragone è questo? Si parlava di trame sconclusionate, non di divertimento.

    E gli esempi che fai? WoM? Cosa c'entra, e soprattutto chi ha mai difeso WoM? La Strega da dove spunta?
    Ha ragione lui...
    SpecialMongo ha scritto:e i corti stupidelli di Topolino appena usciti al cinema.
    Se il riferimento è a Get a Horse discordo, anche se la sola vera grandezza del corto è l'idea alla base, l'esecuzione della stessa e l'omaggio che rappresenta, dato che trama e gag non sono granché. Se invece si parla di quelli di Paul Rudish, discordo il doppio, ma non faccio grandi discorsi che mi sa che me le sono rotte di stare a discutere con gente che di animazione capisce davvero poco...
    SpecialMongo ha scritto:<<... e Paperino3D (che non ho letto ma mi fido di Grrodon)>>

    Male. Ci si può fidare ciecamente di Grrodon solo per il ciclo di PK, che è il suo mondo.
    E qui finalmente siamo d'accord... NO! No, non ci si fida ciecamente di Valerio, neppure per PK. Non ci si fida ciecamente e basta, di nessuno. Altrimenti qui la gente comincerà a dire che certi film sono brutti solo perché lo dice Frusciante!
  • Ma anche il Totem Decapitato è una storia particolare, essendo una storia-spot... Storia e gloria ha già più senso, anche è se uno spot pure quella, però io trovo più giusto citare Martina per le altre centinaia di storie ordinarie degli anni '50-->primi '80, magari includendo le parodie che spesso erano parodie tanto per dire (e ad esempio in Paperin Fracassa compaiono lo Stregatto, i nani e il Gatto e la Volpe tutti insieme appassionatamente).

    Comunque non mi fido ciecamente di Valerio (come potrei? E' più troll di Martina :P ), perché a Paperino 3D diedi un'occhiata svariati anni fa e già la ricordavo appartenere al (breve) filone psichedelico. Il commento del capo ha solo confermato un'impressione che avevo.
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    Ottimo lavoro.
  • Eddy ha scritto:Va da sé che il background da animatore è il migliore che si possa sperare di avere se si fanno fumetti sui funny animals. Gottfredson, Barks e Scarpa lo avevano e si vede bene. Lo stesso Cavazzano, seppur bravissimo, esce sconfitto in questo discorso, dato che la vignetta in Paperino Maestro di Tranquillità che cita quella nella celebre Paperino e i Gamberi in Salmì, non rispetta le linee di forza nella posa "ginnica" del personaggio e si limita ad essere un Paperino che muove le braccia (fate il confronto voi stessi).
    Mi interessava ma quel video non si vede, se lo apro con IE mi vuole far installare un programma spazzatura, quindi:

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    (è microscopica purtroppo).
    Lettere - Visioni - Lucidità - TAYLOR SWIFT SHAKIRA

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  • gianduja ha scritto:(è microscopica purtroppo).
    Appunto perché rintracciabile solo in forma microscopica avevo scelto quel video dove, di afferma, si possano vedere entramb... si non l'ho scaricato manco io il programmino, che ci volete fa'.

    Comunque il confronto è ugualmente fattibile (zoomate l'immaginetta o munitevi della lente di Topolinoinoino).

    Ti frego le immagini:
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    La posa di Scarpa è tirata, dalle zampe alla testa Paperino si allunga, portando il petto in fuori, sollevando l'addome ed abbassando il deretano. Cavazzano imita la posa dando l'impressione di non capirla, disegna il corpo di Paperino nella stessa posa di come sarebbe se stesse rilassato, poi ne muove le braccia, ma in questo modo esse non sono parte del movimento, sono l'unico movimento.

    Per fare un momento un confronto, il Paperino rilassato di Scarpa è così:
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    La posa è quasi identica a quella della vignetta di Cavazzano. Lo vedete come Scarpa allunghi quando serve? Lo stile "stretch & squash" dell'animazione è assolutamente rintracciabile come base.
  • E comunque Paperino 3D è una schifezza immonda.
  • Eh sì ;_;
  • Arnabaldo Giribaffo è un nome bellissimo (come Bronislao (prof.) Pof).
    Il doppio segreto offre sempre un bel Pippo.
    I Gamberi in salmì sono sempre una figata, e il lettering metallizzato non mi ha infastidito (forse è la volta buona che pensiono MD#7, ormai lacero).
    Le Delizie natalizie sono la consueta boiatona ROFTL.
    Biancaneve quando penso che è la moglie di Scarpa mi riempio di ammore.

    Poi dando uno sguardo alla cronologia mi accorgo che il periodo problematico è quello che va dal '62 al '74 e che poi dal '75 a fine carriera non mi dispiacerebbe avere tutto.
    La cronologia interna ai volumi, vabbè. Pasionsa.
    Però spero che negli ultimi volumi si trovi il tempo di farci finalmente vedere 'sto storyboard dell'Agente investigativo, sennò diventa un bluff.
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    Ottimo lavoro.
  • Ho finalmente concluso la lettura del prima volume di questa giga-omnia di Scarpa.
    Un volume che vede solo una storia di Scarpa come autore completo, lasciando il resto ai testi dell'onnipresente (ai tempi) Guido Martina.
    Martina che apprezzo anche molto, rimanendo alle storie contenute in questo #1, in avventure come Il Doppio Segreto di Macchia Nera (da sempre chiudo un occhio rispetto al deus-ex-machina di Eta Beta, facilonata senza spiegazioni particolari per portare a termine la trama), Le Delizie Natalizie e Il Carnevale di Paperin-Paperone. La "cattiveria" martiniana, che troverà poi sensata collocazione nella sua saga di Paperinik, anni dopo, risulta anche qui divertente, per quanto spesse volte supera il segno, e vedere oggigiorno Paperone ridere e godere della possibile morte di Paperino mi fa sempre molto strano.
    Le tavole dall'Almanacco non mi hanno mai fatto impazzire, invece Biancaneve e Verdefiamma, che non ricordavo pur avendola letta sui Maestri Disney, si è rivelata una storia riuscita e più che leggibile. Il problema semmai sta in Biancaneve, la Strega e lo Scudiero, una storia che si rivela decisamente sconclusionata, con i Nani dementi, una cattiva che parte da un presupposto fuffissimo e una serie di sequenze davvero poco sensate. Aiuto, altro che Paperino 3D che, lontana dall'essere un capolavoro o una storia significativa, si rivela come sceneggiatura un po' più coesa, e non ravviso tutta la confusione raccolta da Valerio. Alla fin fine è una discreta storia pseudo-fantascientifica, con alcuni eccessi di fantasia dell'assurdo ma abbastanza coerente con se stessa.
    Inevitabilmente, comunque, il meglio dell'albo resta Paperino e i Gamberi in Salmì, un giallo-thriller coi fiocchi, una storia in cui Scarpa riversa tutto il suo amore per i personaggi e quello che ha imparato guardando alle storie d'oltreoceano, molto più che a quanto stava facendo Martina in Italia. Il modus operandi diverso tra lo stile di sceneggiatura dei due è assolutamente lampante leggendo questo volume, infatti, e mentre Scarpa ne esce vincitore con una storia i cui personaggi restano vivi e credibili tutt'ora, senza bisogno di contestualizzare l'avventura nel periodo di realizzazione, Martina non può vantare altrettanto, creando storie che ancora adesso possono essere lette, godute e fruite con un certo divertimento, ma sempre ricordandosi del periodo in cui la storia è stata scritta, per giustificare certi voli pindarici delle trame e certi atteggiamenti eccessivamente sopra le righe dei protagonisti.
    Direi che il primo volume, in tal senso, non poteva essere manifesto programmatica migliore per segnare la differenza di concetto tra un tutto-Scarpa e un tutto-Scapra.

    Per quanto riguarda la fattura e gli intenti della collana, ad ogni modo, non ho nulla da recriminare. Gli intenti sono di portare un po' di fumetto Disney generico, con Scarpa ai disegni come collante, in molte case attraverso una collana "popolare". La fattura è quella molto buona a cui siamo stati abituati dalla Grande Dinastia dei Paperi e, in parte, da Topolino Story.
    Certo, in questo primo tomo gli articoli e i contenuti di approfondimento non abbondano, ma mi pare che anche nelle precedenti iniziative i primi volumi soffrissero di tale handicap, dovuto alla partenza. Ad ogni modo l'immancabile introduzione alla collana per penna dell'altrettanto immancabile Fabio Licari c'è, e Boschi si preoccupa di riassumere in 3 pagine i motivi per cui Scarpa merita una cronologica, almeno quanto se la sono meritata Barks e Gotfredson, riuscendoci abbastanza bene.
    Spiace che le introduzioni alle singole storie siano di una sola paginetta a testa, che se per storielle minori è più che sufficiente, impedisce di andare a fondo di avventure più articolate che meriterebbero maggior approfondimento. Spero che non sia sempre così, perché il pur bravo Beccatini in almeno un paio di occasioni ha dovuto riassumere davvero troppo quanto voleva dire, rendendo non troppo comprensibile la sua analisi.
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  • Ho proseguito. E le mie opinioni verso Martina non è che si siano intenerite più di tanto.

    Prima mi sono beccato "Biancaneve, La Strega e lo Scudiero" che ho trovato leggermente più godibile del precedente, ma parimenti delirante. Il presupposto narrativo di base è una strega che se scivola diventa brutta, però poi per rubare la bellezza a Biancaneve fa uso di un anello che conferisce al capitanuncinide suo aiutante (che alla fine sparisce senza un vero perché narrativo) le sembianze che vuole, e in maniera pure più stabile.
    Molto più leggibili invece sono Le Delizie Natalizie e il Carneval di Paperin Paperone dove abbiamo anche trovate divertenti. Peccato che i personaggi facciano cose assurdone, vadano out of character come niente. Pippo che reagisce agli sparli picchiando tutti con la scopa, Paperone che si rotola per terra dal ridere al sentire che Paperino verrà fatto a pezzi, i Bassotti che per rapire Paperino lo sollevano in mezzo ai fuochi artificiali e soltanto poi lo raccattano, il negozio che compra una tonnellata di cioccolatini scaduti SAPENDOLO e poi li smercia come niente, le poesiole finali col messaggio cristiano al sommo Dio. Oltre che problemi di costruzione sono storie che denotano ingenuità anche solo nella gestione dei caratteri, e del registro narrativo stesso da usare.

    Con Il Doppio Segreto di Macchia Nera però succede qualcosa di imprevisto. Martina si mette per la prima volta a costruire una trama, e lo fa bene, cesellandola, gestendo bene il tono, il ritmo, l'atmosfera thriller e persino alcuni personaggi Disney tipo Macchia e Pippo. E' veramente un pezzo da novanta, che temevo di trovare invecchiata e invece no, funziona ancora piuttosto bene e funge da seguito ideale della relativa storia di Gottfredson. Non dimentichiamo poi che è una storia importante anche perché prende Macchia Nera e Eta Beta dalla tradizione gottfredsoniana, dove erano destinati a rimanere, e li trasforma in personaggi ricorrenti, lasciandoceli in eredità. Splendida. A dire il vero ho pensato che, trattandosi dell'ultima storia prima della trasformazione di Scarpa in autore completo, ci possano essere stati dei rimaneggiamenti da parte di Scarpa. Poi, oh, le martinate qua e là spuntano anche (Il cappellaio matto? seriously? L'astio tra Basettoni e Topolino, anche se dovuto ad agenti esterni), ma tutto sommato wow.

    E poi ecco i Gamberi, con cui possiamo dire che Scarpa inizia davvero. Ma davvero, davvero. Ricordo che quando la lessi da ragazzo per la prima volta su I Maestri Disney non l'apprezzai mica tanto. La trovavo dispersiva, un po' troppo lunga, caotica.

    Poi ieri la rileggo, e BAM! Mi ha investito come un treno in corsa. Dio, non mi capacitavo.

    Sarà perché l'ho riletta dopo tanto Martina, sarà che lo stacco stilistico è a dir poco immenso ma mi è sembrato di precipitare in un altro mondo. Il mondo Disney. Quello vero, quello bello. La trama è curata, ok, ma mica è la trama il punto di forza. Il punto di forza sono i disegni, le recitazioni, le pose, i dialoghi, le espressioni, i comportamenti, il carisma e la presenza scenica che ognuno di questi paperi emanava in ogni vignetta. Ma che bei paperi!
    Mentre la leggevo, e vedevo Paperino venir sballottato di qua e di là con gag fisiche, visive, basate sulla sua immensa simpatia, ho pensato che raramente un fumetto ha reso un servizio migliore al personaggio di Donald, la cui vitalità straripa ad ogni tratto di matita di Romano. Che energia!
    E tutto questo da dov'è uscito? Eh, credo sia come diceva Eddy poco sopra, il risultato dell'amore di Scarpa per il mezzo animazione. La vitalità che nei corti gli animatori infondevano a Paperino qui si vede tutta, si vede che è l'opera di un autore pieno di amore e entusiasmo per Paperino, per il mondo Disney, per Walt, e per tutto ciò che oltreoceano poteva arrivare qui da noi riempiendo la testa, gli occhi e il cuore di un ragazzone meno che trentenne. Il buon fumetto Disney, quello buono per davvero, a volte riesce a stupirti anche e soprattutto a distanza di anni dal primo assaggio.

    Direi che il bello è finalmente iniziato.
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