Boh, ma perchè? Ma cosa cazzo gli è saltato in mente?
Ricapitoliamo. Lo sanno pure i sassi rimasti incastrati nella crosta terrestre per diecimila anni: nel 2002 la Rareware, storico partner di Nintendo e responsabile di un buon numero di capolavori per SNES e Nintendo 64, passa dalla parte di Microsoft. L'intento del colosso statunitense è prendere ciò che ha fatto grande la software house inglese e traslarlo sulla sua neonata console, rendendolo però più gustoso per il suo pubblico di riferimento. L'esperimento di Kameo: Elements of Power, titolo di lancio per Xbox 360, riesce non male, così nel 2008 Rare ci riprova rispolverando il celebre duo Banjo e Kazooie. E trasformando il miglior epigono di Mario 64 in un gioco di costruzioni basato sull'assemblaggio di veicoli.
Ecco, questa è stata più o meno la reazione del pubblico, ma la cosa curiosa è che è stata la reazione degli stessi addetti ai lavori. Non ricordo da chi nacque l'idea, ma fu chiaro fin da subito che si trattasse di una pessima trovata. Badate bene, una brutta idea non equivale ad un brutto gioco. Se siete cresciuti a pane e mekkano e ve la cavate i giochi con mezzi di trasporto ad alta componente simulativa Nuts & Bolts è di certo il gioco per voi. La struttura di gioco è simile a quella degli episodi classici, ma alle sezioni platform sono state sostituite sfide impostate sulla costruzione di veicoli dalle funzioni più varie, corsa, combattimento, trasporto, palleggio, consegna di pizze e così via. I cinque mondi principali non sono altro che giganteschi stadi dedicati a far correre e scontrare i vostri mezzi di trasporto e sono ben lontani dall'atmosfera scanzonata e favolesca delle location di Banjo-Kazooie e Tooie. Il feeling da vero platform 3D si ritrova solamente nell'hub, Showdown Town, vasta città in cui è preferibile spostarsi a piedi in maniera non troppo diversa da quanto accadeva su Nintendo 64, esplorando liberamente e scoprendo svariati segreti.
Per il resto una volta scelto il mondo si viene messi davanti a diverse sfide, da portare a termine costruendo un veicolo adatto allo scopo. E qui arrivano i guai perchè, detta chiara e semplice, se l'idea non vi sconfinfera il gioco non vi catturerà per niente, anche perchè la costruzione dei veicoli non è per niente cosa da prendere alla leggera: peso, potenza, manovrabilità, munizioni, carburante, accessori, sono tutte caratteristiche da soppesare accuratamente prima di scendere in campo, pena una serie di impietosi e frustranti fallimenti. Quando e se tutto fila liscio, la soddisfazione non manca: costruire un bel mezzo e vederlo funzionare è piacevole, ma ritrovarsi in balia di un velivolo incontrollabile, finire capovolti per aver urtato una roba random in mezzo alla strada vanificando una sfida altrimenti riuscitissima o incastrarsi in pezzi dello scenario o in altri veicoli non è certamente la mia idea di divertimento.
Quando Nuts & Bolts è stato sviluppato buona parte di ciò che aveva reso grande la Rareware - lo spirito e le persone che lo portavano avanti - era venuto a mancare e il risultato è un titolo che, nel tentativo di allargare il proprio pubblico potenziale, finisce non soltanto per tradire e alienare i fan dei giochi originali, ma sceglie consapevolmente di indirizzarsi ad una fetta molto esigua di videogiocatori.