[Bonelli] Orfani

Editore che ha dato i natali ad alcuni dei personaggi più iconici della tradizione fumettistica italiana, toccando tanti generi diversi ma con uno stile unico e inconfondibile.
  • Il miglior numero finora.

    SPOILER
    Ormai giustamente inutile lodare disegni e colori sempre di alto livello, la storia per quanto mi riguarda sta decollando definitivamente. Molto interessante l'apertura dell'elemento "ribelli": in effetti mi ero sempre chiesto come fosse la situazione geopolitica dopo l'attacco alieno (?), e sembra proprio che ci siano delle forze di rivoluzionari che cercano di contrastare questa situazione ipermilitarizzata. Parallelamente nel presente prende sempre più corpo l'ipotesi complottone, almeno per quanta riguarda questi "alieni" apparentemente sconfitti; notevole il cliffhanger finale, con il soldato misterioso e l'impegno a far fuori gli Orfani: abbiamo elementi per capire chi è? (Che sia Hector, la cui precoce morte direi che è ormai da escludere?)
    Assurancetourix
  • Mi pare di non aver mai commentato, ma sto seguendo dal primo numero questa serie che si sta rivelando essere il PKNA della Bonelli, e che si caratterizza per uno studio e una predisposizione della trama e dei dettagli al limite del maniacale. Aldilà dei propri gusti personali, impossibile leggendone un albo non riconoscere quell'atmosfera di mega-produzione della quale la serie è impermeata. I già citati ottimi disegni e colori, indubbiamente, le sceneggiature e i colpi di scena della trama, la grafica delle rubriche e gli editoriali, tutto risulta essere frutto di uno studio e di una pianificazione davvero notevoli.

    Venendo al procedere della trama, devo dire che fino a qui stavo trovano più interessanti le parti nel passato che quelle nel presente, per le quali anzi iniziavo ad avvertire un po' di noia per la ripetitività di certe situazioni (fondamentalmente, scontro caotico con mostroni/nemiconi/etc.), per cui ben venga la svolta narrativa di questo quinto albo, che illumina con una luce nuova tutta la vicenda e presuppone l'arrivo di risvolti davvero interessanti. E a proposito,
    cianfa88 ha scritto: notevole il cliffhanger finale, con il soldato misterioso e l'impegno a far fuori gli Orfani: abbiamo elementi per capire chi è? (Che sia Hector, la cui precoce morte direi che è ormai da escludere?)
    Anch'io ho pensato subito ad Hector più che a Ringo, e il sibillino editoriale parrebbe confermare questa ipotesi.
  • Orfani #6 – ...E rinascerai con dolore

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    Il mensile recchioniano procede a vele spiegate. Arrivati a metà della prima stagione, si inizia sempre più ad intuire che qualcosa di stonato c’è, in tutta la vicenda. O meglio, ormai i sospetti sono già diventati concreti, anche se sul come e il perché non si sa ancora nulla. Come è giusto che sia.
    Quel che è certo è che, nel presente, il ritorno del Ringo redivivo non è una sorpresa. Rrobe avrebbe anche potuto ribaltare lo stereotipo, in realtà, ma l’ha già fatto facendo morire un Orfano già nel primo numero. Utilizzare lo stesso stratagemma non avrebbe avuto molto senso… anche perché la cosa che personalmente non mi aspettavo era che il suo ritorno coincidesse con una conferma molto interessante e importante delle magagne della Dottoressa Juric e del Colonnello Nakamura. Ed è tutto molto sensato.
    Bello il ruolo che assume Ray sia da ragazzino che da adulto, e inquietante la facilità con cui questa organizzazione militare utilizza esperimenti con agenti mutageni su cavie umane.
    Ma se gli alieni non esistono, come conclude Ringo stesso, chi ha distrutto tre quarti del pianeta Terra? E perché si è voluto convincere gli Orfani che si fossero trovati i responsabili? E qual è la “fase 2” che seguirà a questa pantomima?
    Tante domande, e tutte che spingono sulla curiosità del lettore: segno che Recchioni ha colpito nel segno e, oltre ad aver avuto l'intuizione giusta, questa serie la sta portando avanti anche molto bene, dosando con sapienza i tempi narrativi.
    Alle matite abbiamo Werther Dell'Edera che fa un ottimo lavoro: forse non mi ha convinto molto il suo modo di ritrarre la Yuric e Nakamura, ma per il resto mantiene alta una qualità che sinora non è mai scesa. Come sempre, ottimi i colori caldi utilizzati, e bello il contrasto con quelli freddi che emergono nell'ultima parte della storia.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Bramo ha scritto:Ma se gli alieni non esistono, come conclude Ringo stesso, chi ha distrutto tre quarti del pianeta Terra? E perché si è voluto convincere gli Orfani che si fossero trovati i responsabili?
    Non ci scordiamo della faccenda dei "ribelli" introdotta nel 5. Una specie di "golpe mondiale" militare? (Continuo a fare supposizioni, nonostante abbia padellato nettamente quella relativa all'Ammazza-Orfani :D )
    Assurancetourix
  • Orfani #7 – Bugie e Pallottole

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    La data di uscita ufficiale del nuovo numero di Orfani sarebbe martedì, il 15 aprile, ma nell'edicola del mio ridente paesello era già arrivato ieri, e tosto me lo sono accaparrato.
    Nonostante infatti la serie di Recchioni/Mammucari divida, col passare dei mesi, le opinioni degli appassionati di fumetti, per quanto mi riguarda si è ormai attestato come un appuntamento mensile che mi fa piacere ritrovare, al pari di altri. Non sarà il miglior fumetto possibile (anzi!), né un'opera di fantascienza così significativa. E sicuramente ritengo che la campagna marketing che ha circondato questa serie (con tanto di volumoni BAO che ristampano a stretto giro gli albi - il primo esce proprio in questi giorni) sia molto buona e valida, ma appunto non necessariamente rispecchiante la qualità dell'opera.
    È una tamarrata, diciamocelo. Ma la cosa può essere gestita più o meno bene. Finora rientravamo nel primo caso, stavolta a mio parere l'equilibrio si è spezzato e il risultato è una tamarrata estrema e fine a se stessa.
    Nella parte del passato vediamo un'operazione di guerriglia sul campo che gli Orfani devono compiere in un centro abitato per dimostrare le proprie abilità di combattimento: il tutto è una scusa per mostrare questi ragazzini ammazzare a sangue freddo i "terroristi" che vanno contro l'ordine costituito in un mondo che, da quel che vediamo, dopo l'attacco è completamente allo sbando. I ragazzini prendono le armi, le scelgono come piacciono a loro, poi vanno in missione e sparano in testa a civili che, per quanto abbiano chiare intenzioni anarco-insurrezionaliste, restano pur sempre esseri umani. Ma qui chissene, i ragazzini spargono sangue a più non posso e guadagnano la loro stelletta d'onore, gettandosi i dubbi di morale alle spalle. Sembrava di leggere il Mark Millar di Kick-Ass 2, sembrava.
    La parte ambientata nel presente non è molto diversa. L'unica marcia in più, e non da poco, è che finalmente si scoperchia il "vaso di Pandora". Che la storiaccia degli alieni fosse una bufala, ormai si era capito piuttosto chiaramente dagli indizi sparsi da Recchioni negli scorsi due albi, ma ci mancavano i dettagli: ora il redivivo Ringo può estorcere alla Professoressa Juric una confessione in piena regola, uno spiegone oserei dire, gestito forse un pelino meglio della norma ma pur sempre uno spiegone. Ci passo sopra, comunque, perché finalmente la verità è venuta a galla e anche il resto degli Orfani, nelle ultime tavole, ha modo di venire a conoscenza della verità, dei perché e dei percome. Quindi dal prossimo numero dovrebbero esserci risvolti interessanti.
    Ma a parte quelle cinque tavole di scioglimento del mistero, anche in questa seconda metà dell'albo ci sono ampie scene di combattimento. Tante scene di combattimento. Un sacco di tavole di cucknorrisismo dove Ringo, da solo, fronteggia un piccolo esercito formato dai poveracci che la Juric ha usato come esperimenti, potenziandoli e mutandone la massa fisica e la potenza.

    E allora cosa abbiamo? Un numero dove si spara una vignetta sì e l'altra no, dove la trama trova sì il modo di fare il salto narrativo importante nell'economia di tutta la storia, ma rimane un puntino in mezzo a 98 tavole in cui per il 90% si vede questa violenza, attacchi, combattimenti, sparatorie, sangue e quant'altro, manco fosse un action movie americano da 4 soldi. Sì, posso anche essermi gasato inizialmente nel vedere il Pistolero sostenere un'improbabile battaglia di quelle dimensioni, ma poi la "badassitudine" ha lasciato il posto alla volontà di trovare dell'altro, che non c'era.
    Penso sia il numero meno riuscito di una serie che, finora, non mi aveva mai deluso, pur non portandomi a strapparmi i capelli.
    Ho però grande fiducia nei prossimi numeri :)
    EDIT: mi accorgo solo ora di un riferimento parecchio interessante. La Professore Juric cita il protocollo Painted Sky, "applicato su vasta scala", come nascita di quello che ha realizzato con il suo lavoro. Il nome mi diceva qualcosa, ma pensavo fosse un esperimento reale che Recchioni aveva deciso di citare. E invece una discussione sul web è servita a ricordarmi che Painted Sky altro non era che l'esperimentone dietro al mistero della miniserie bonelliana Caravan, firmata Michele Medda!
    Questo da una parte è una cosa molto bella, perché mette nello stesso universo narrativo le due serie... ma dall'altro lato, riportandomi alla mente Caravan e quello che ha rappresentato alla fine e alla luce della rivelazione di questo numero di Orfani, non posso fare a meno di vedere il progetto recchioniano come un mero remake "pompo" del lavoro di Medda, negli intenti e nella base tematica!
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Orfani #8 - War Pigs

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    Il numero della svolta, dicono tutti sul web.
    E, in effetti, la grande rivelazione non era forse che [spoiler]gli alieni non esistono, teoria confermata nello scorso numero ma che serpeggiava già precedentemente grazie ad alcuni indizi[/spoiler], quanto i colpi di scena dell’ottavo albo della serie. Colpi di scena che, a onor del vero, stanno tutti nella parte del presente, rendendo quella ambientata nel passato più che altro un approfondimento psicologico funzionale a quanto si vedrà nella seconda metà del numero. Tutti i discorsi sulla fedeltà di un soldato agli ordini, la differenza tra soldato e combattente, le diverse caratteristiche e inclinazioni di ciascun Orfano, mostrate così lucidamente da Boyscout durante l’interrogazione di Nakamura… sono tutti elementi funzionali a capire meglio e a mettere un punto fermo alla caratterizzazione dei protagonisti, per comprendere pienamente le azioni che compiono nelle ultime pagine dell’albo.
    Una svolta che mi piace, ammetto. Non tanto per [spoiler]la morte di Nakamura[/spoiler] – era certamente un personaggio importante, ma nell’economia della storia non peserà la sua assenza – quanto per[spoiler]lo spaccamento degli Orfani in due fazioni. Peraltro, occorre anche verificare se i due gruppettini sono davvero contrapposti[/spoiler], vedendo il dialogo tra Jonas e Juno… ma ci sarà tempo per scoprirlo.
    E per quanto riguarda l’oggetto del contendere, cioè la decisione se divulgare o meno la verità al mondo sulla natura di ciò che ha distrutto mezzo pianeta… be’, gira che ti rigira si torna sempre all’essenza del messaggio di Watchmen, la messa in dubbio di quell’etica della verità a tutti i costi che rendeva così interessante la risoluzione dell’intreccio narrativo di Alan Moore e che qui Roberto Recchioni riutilizza bene per portare la serie ad un punto critico, da cui evolverà il finale di stagione ormai imminente e probabilmente l’inizio della seconda stagione.
    I disegni di Davide Gianfelice mi sembrano quelli che si discostano maggiormente dall’estetica generale, rispetto ai precedenti autori. Non tanto per l’approccio a sfondi e ambientazione, quanto all’aspetto dei personaggi, in cui mi sembra risalti lo stile secco e dettagliato dell’autore, pur rimanendo sempre riconoscibili e coerenti con quanto visto sinora. Non è un male, mi pare si sia trovata una via di mezzo tra la coerenza stilistica e le caratteristiche personali dell’autore. Curati come sempre i colori.
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  • Orfani #9 - Freddo come lo Spazio

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    Dopo il colpo di scena nelle ultime tavole del numero scorso, l’attenzione verso la serie è cresciuta, ma è inutile dire che è maggiormente rivolta alla parte ambientata nel presente piuttosto che ai flashback, in cui i ragazzini più che altro cazzeggiano. Sì, sono scene di vita interessanti da osservare per capire la formazione e il percorso di ciascuno di loro, oltre che il carattere, ma a parte qualche scazzottata a ‘sto giro succede poco. Ma nel presente la fuga di Ringo e Juno costituisce invece delle belle pagine di fumetto avventuroso e fantascientifico, con la passeggiata dei due fuggitivi all’esterno dell’astronave con l’arrivo degli ex-amici a sparargli addosso. Wow Recchioni! Questa scena l’hai confezionata davvero bene! Suggestivo vedere poi le caratteristiche dei due ragazzi, quasi scambiate rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare, così come è peculiare vedere le decisioni di Boyscout in questa situazione assurda.
    Bello bello. E belli belli anche i disegni, che continuano a mantenere una qualità alta e costante. Stavolta alle matite abbiamo due artisti, Gigi Cavenago e Werther Dell'Edera, e se il mio occhio profano non si inganna il primo ha realizzato la prima parte, mentre al secondo è toccato il presente, scelta peraltro che – se fosse effettivamente così – si dimostra ficcante perché il tratto più “cupo” di Dell'Edera trasmette adeguatamente l’atmosfera maggiormente drammatica che si respira e si ritrova anche negli ambienti, quasi sempre fredda lamiera che circonda i personaggi. Au contraire, la prima parte è quasi tutta all’aperto, con le esercitazioni dei ragazzi, e il tratto morbido di Cavenago si presta perfettamente alla bisogna. Ovviamente la loro parte la fanno anche i colori, modulati a seconda della situazione.
    Menzione speciale per la copertina, forse la migliore della serie finora… finora, perché l’anteprima sul retro della cover del prossimo mese già mostra qualcosa di ancora più bello ed evocativo. Solo a vederla così, in piccolo, mi ha fatto salire dentro una sensazione di angoscia e stretta al cuore (unita anche alla lettura dell’ultima tavola del numero corrente), non oso immaginare quando la vedrò a grandezza naturale. Pagherò l’edicolante singhiozzando, probabilmente.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Ah, a me è piaciuto molto. Questa serie sta crescendo numero dopo numero (cosa che non è successa con Saguaro, uff ;_; ). Disegni e colori fenomenali. Bravi tutti.

    ([spoiler]Non ho ben capito per quale motivo Juno si sia trasformata da mogliettina acqua e sapone a spietata assassina senza cuore. Ha sempre finto covando sempre più il rancore per la morte del fratello? Mah[/spoiler])
    Assurancetourix
  • Orfani #10 - Cuori sull'Abisso

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    Aperto dalla miglior copertina della serie per ora (che si tributino tutti gli onori possibili a Massimo Carnevale), il decimo albo della serie recchioniana è uno dei migliori albi di Orfani anche a livello di contenuto.
    La serie si è dimostrata altalenante nel corso dei mesi, anche se generalmente apprezzavo sempre, qualche alto e basso c'era sempre, e i bassi ultimamente si concentravano sulla prima parte, quella ambientata nel passato dei ragazzi protagonisti.
    Stavolta entrambe le metà della storia sono molto valide e forti: nel passato gli Orfani sono in azione sul campo, contro un gruppo di ribelli facinorosi, e detta così potrebbe sempre semplicemente un altro tassello piuttosto gratuito, atto a mostrare la crescita dei personaggi. Ma invece non ci si ferma a quello: c'è il gruppo che immerso in una situazione da guerriglia deve mettersi alla prova come compattezza, come scelte militari, come tattiche d'azione. Scoprendo che ognuno però agisce con la sua testa e le sue inclinazioni. Mocciosa sempre Hit-Girl di millariana memoria per come ammazza senza batter ciglio, mentre si ridimensiona il Pistolero e il Boyscout continua a tener ferma la barra, mostrando la stoffa del leader. Insomma, li ho visti in azione in modo vero e proprio, concreto, per la prima volta con questa risolutezza, e la cosa mi ha gasato sia per l'atmosfera action che per il "peso" che ha nella storia vederli combattere così.
    Nel presente, prosegue la caccia a Ringo e Juno da parte dei loro ex-compagni. I due fuggitivi sono ancora sull'astronave dove si erano rifugiati nello scorso numero, e ovviamente il momento più attesa da tutti era il confronto tra Ringo e Sam. Del resto, la splendida cover parlava chiaro. La risoluzione tra i due è molto d'effetto, e davvero ben costruita nel suo svolgersi. Non parteggiavo per un finale o per l'altro in questo "duello", quindi mi è andata bene la conclusione posta da Roberto Recchioni.
    Molto bello, alla fine, anche lo scontro tra Juno e Jonas. Meno d'impatto, certo, ma pur sempre molto profondo e significativo.
    I disegni sono eccezionali, così come il colore che continua ad infondere le giuste atmosfere: Matteo Cremona se la cava davvero egregiamente, specie nelle scene di guerriglia, e Annalisa Leoni che cura la colorazione abbonda nei toni caldi e convince :)

    Siamo quasi in dirittura d'arrivo con la prima stagione, e qualcosa mi dice che anche i prossimi 2 albi saranno così serrati per arrivare di volata alla conclusione :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Orfani #11 - Tutti Giù Per Terra

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    La vera natura di Orfani, progetto su cui da un anno a questa parte si è detto tutto e il contrario di tutto nei corridoi del fumetto italiano, emerge a mio parere in questi albi che portano alla chiusura della prima stagione della serie, e in special modo in questo undicesimo numero.
    E la vera natura di Orfani è quella di essere il Dieci Piccoli Indiani del post-2000. :P
    Ok, trollate a parte, il senso di fondo rimane: Roberto Recchioni ha preso un gruppo di giovani protagonisti, fin dal primo numero ne ammazza uno e verso la fine della serie, quando nel presente della narrazione l'intrigo alla base della storia emerge chiaramente, è uno stillicidio di morti, la maggior parte dei quali protagonisti di questa prima stagione. Si può ora capire perché lo sceneggiatore romano avvertiva che la seconda stagione, in "onda" da ottobre/Lucca 2014, sarebbe stata qualcosa di molto diverso dalla prima.
    Tornando al numero in questione: la protagonista è la dolce Juno, come la stessa copertina di Massimo Carnevale fa intuire. Dolce ma tosta, comunque, e infatti nel passato è lei che fa da cavia volontaria per testare il liquido in grado di tenere in vita i viaggiatori dello spazio che affronteranno il viaggio ad un'accelerazione mai provata prima. Che poi, fosse solo questo, visto che durante l'esperimento la ragazza deve affrontare il suo demone interiore più soffocante! Tutta la ferra volontà e lo sprezzo del pericolo si vedranno, specularmente, nella parte ambientata nel presente, dove la determinazione a portare sulla Terra le prove del grande imbroglio orchestrato dai governi e dalla Juric la porta [spoiler]alla morte[/spoiler].
    Era quasi prevedibile, se avessi compreso prima il disegno sotteso alla struttura della serie: [spoiler]la Mocciosa era morta lo scorso numero[/spoiler], è perfettamente logico anche ora [spoiler]anche l'altra ragazza del gruppo si tolga dalle scene[/spoiler]. [spoiler]Entrambe le morti[/spoiler] sono raccontate con grande capacità di saper coinvolgere il lettore, per quanto come diceva giustamente Ilaria Mencarelli su Lo Spazio Bianco, in questa recensione del numero scorso, l'empatia sarebbe stata maggiore con un approfondimento più marcato dei personaggi nel corso degli albi.
    Il "problema" viene però ovviato stavolta, perché entriamo così in sintonia con la mente e i sentimenti di Juno nella prima parte dell'albo, da essere assolutamente partecipi del dramma che le tocca: di più, io mi sono sentito ancora più toccato [spoiler]dalla sua morte[/spoiler], perché al contrario di Sam che era ormai cattivissima e fuori di sé, Angelo agisce con la convinzione di fare la cosa giusta, e quando si rende conto che per portare a termine la sua missione dovrà necessariamente [spoiler]lasciarci le penne[/spoiler], abbraccia quest'unica opzione possibile per consentire a Ringo di completare il loro scopo.
    E ora, Ringo e Jonas sono [spoiler]gli unici sopravvissuti di tutto il gruppo[/spoiler]: l'ultima tavola di questo numero e la copertina del prossimo fanno intuire uno scontro avvincente, e chissà che Recchioni non decida di farne sopravvivere solo uno dei due, per traghettare Orfani verso la sua seconda stagione. Oppure potrebbe far convertire il Boyscout alle ragioni di Ringo, e far sopravvivere entrambi. Oppure Jonas passerà dalla parte dell'amico di un tempo, ma il Pistolero morirà. E in tutto questo la Juric è ancora viva!
    Ok, sono sulle spine per vedere come andrà a finire col prossimo albo, lo ammetto! E il merito dell'hype è anche nelle splendide tavole firmate da Werther Dell'Edera e Gigi Cavenago, così come nei colori a cura di Giovanna Niro, di Alessia Pastorello e dello stesso Cavenago: il cambio di toni nella parte "onirica" di Juno (passato) è assolutamente calzante, anche quando questa situazione cambia atmosfera e diventa un incubo! Il presente continua a sfoggiare quell'impianto fantascientifico assolutamente fantastico, e tra la doppia splash-page e le tavole-metafora della [spoiler]morte di Juno[/spoiler], siamo a livelli altissimi per quanto riguarda gestione della pagina e uso dei colori, quest'ultimo per nulla gratuito, ma essenziale come ossatura della storia.
    And now... waiting for #12! :sbav:
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Numero eccellente, il migliore della serie!

    Orfani era partita forse un po' in sordina, ma questi ultimi numeri sono strepitosi secondo me!

    Concordo con Bramo, grande attesa per il gran finale :fire:
    Assurancetourix
  • Finito. Beh, forse non il numero migliore (un po' inutile la prima parte), ma a ben vedere chiude bene la prima stagione con finale inaspettato ([spoiler]molti si aspettavano che morissero ambedue[/spoiler], e mi è piaciuto molto il discorso della [spoiler]macchinazione della Juric per diventare presidente, non me l'aspettavo proprio questo doppio gioco[/spoiler]).

    La seconda pare partire con un canovaccio ben chiaro ([spoiler]Ringo/ribelli "buoni" versus Juric/governo "cattivi"[/spoiler]), ma direi che un ribaltamento dello status quo è sempre dietro l'angolo.


    In generale, operazione promossa. Sicuramente una grossa mano viene dai disegni e dai colori strepitosi, complimenti a tutti i disegnatori e ai coloristi!
    Assurancetourix
  • Orfani #12 - Rock'n'Roll

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    Finale col botto!
    A dispetto di quanto riporta cianfa88, la conclusione su com'è andata a finire tra i due Orfani superstiti non mi ha sorpreso, lo sviluppo più probabile da aspettarsi era che sopravvivesse solo uno dei due, e tra il soldato tutto d'un pezzo Jonas e il guerriero "passionale" Ringo, [spoiler]non poteva che essere quest'ultimo a rimanere in piedi, diventando il fulcro della seconda stagione della serie, intitolata proprio al buon Pistolero.[/spoiler]

    Ho sempre lamentato che spesso la prima metà dell'albo non fosse all'altezza della seconda: nel presente succedono le cose, nel passato ne succedevano, ma di meno interessanti, e solitamente erano volte a mostrarci la crescita dei protagonisti in relazione a qualcosa che faranno nella seconda parte. Una funzione importante e narrativamente interessante, ma poco intrigante.
    Tale regola vale doppio in questo ultimo numero di stagione, quando la smania è tutta per vedere come si evolve la situazione a cui siamo giunti con lo scorso albo. Infatti tutto quello che accade sono i protagonista che, completato il loro addestramento, possono dirigersi all'astronave che li porterà a caccia degli alieni, collegandosi così direttamente con la parte del presente del primo numero.
    Sì, dev'essere figo rileggersi la serie tutta d'un fiato in ordine cronologico :P

    Il rock'n'roll si scatena però nella seconda parte, dove si svolge lo scontro tra il Boyscout e il Pistolero: ma oltre ai nomi di battaglia, all'addestramento e alle gelosie quello che resta nella lotta messa in scena da Roberto Recchioni è la battaglia tra due ragazzi di segno opposto, che combattono per due verità diverse.
    I colpi e le mosse due due superstiti rendono movimentato mica poco il lungo combattimento, anche grazie alle tavole ispirate di un Emiliano Mammucari in grande spolvero e colorate in modo affascinante da Annalisa Leoni.

    Ma anche le battaglie più belle finiscono, e alla fine ci sono un vincitore e un vinto. [spoiler]Ringo vince, ma questo è solo l'inizio per lui: ora deve portare avanti la propria personale missione, e da finto eroe/cattivo programmato diventa un ribelle a difesa della verità.[/spoiler]
    Confesso che, quando immaginavo un finale del genere, pensavo che la seconda stagione si sarebbe incentrata su Ringo che tenta di portare il mondo a conoscenza del complotto ordito dalla Juric: Recchioni[spoiler]invece liquida in fretta questa operazione, concretizzandola in gran velocità (del resto, le tecnologie informatiche lo permettono)[/spoiler], e rende così l'impegno del ragazzo qualcosa di più certosino e complesso.

    Non è il numero migliore della serie, credo che la palma spetti al precedente: resta il fatto che il Rrobe ha scritto un bel season finale, che da un lato offre poche vere sorprese narrative (quelle presenti nella serie sono state già svelate nei numeri precedenti) ma che le apparecchia con grande capacità e gusto.
    Questa conclusione è catartica, epica, e ben studiata per esserlo e colpire la passione del lettore, il suo hype e la sua partecipazione agli eventi.
    E ora si apre un nuovo capitolo per questo "esperimento": Orfani non è stata forse la rivoluzione così esplosiva come si poteva pensare, ma ha saputo fare un buon lavoro e proporre non solo una serie corale in Bonelli, ma una serie corale dove si segue la regola di Dieci Piccoli Indiani e dove i protagonisti sono cattivi che manco sanno di esserlo. Ora che questo elementi non c'è più, e si torna di fatto all'impostazione classica del protagonista singolo, in che territori ci porterà la testata?
    EBe', io sarò qui a vederlo :)
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  • Ohibò che ottimo inizio di seconda stagione. In questo caso non si potrà certo accusare Recchioni di aver allungato il brodo, di certo c'è parecchia carne al fuoco.

    Non mi aspettavo di certo [spoiler]il ritorno degli Orfani, pur se in altra forma[/spoiler]. E che scena di impatto quando [spoiler]Mocciosa si toglie il casco mostrando il suo nuovo volto[/spoiler], mi ha veramente inquietato. (Dubbio: [spoiler]perché Jonas è tenuto a catena? Lui che prima comandava ora è costretto ad umiliarsi?[/spoiler])
    Convincente il Ringo disilluso, e si prospettano sviluppi interessanti sul fatto che non si sa chi sia [spoiler]il figlio[/spoiler].

    Bene!
    Assurancetourix
  • Orfani: Ringo #1 - Ancora vivo

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    Good, good: il primo episodio della seconda stagione di Orfani appare come un lavoro ben fatto, in grado di rilanciare e proseguire degnamente la serie.
    Come già si sapeva, cambia parzialmente il titolo e la numerazione riparte da 1, a testimoniare che questo secondo ciclo sarà qualcosa di distinto da quanto visto nei dodici mesi precedenti. E in effetti non c'è più la divisione in passato e presente, e non siamo più di fronte ad un racconto di formazione: Ringo è il protagonista, e giganteggia da quando appare nella storia. I tre ragazzini che si uniscono a lui alla fine dell'albo saranno chiaramente dei "regular" e formeranno squadra insieme, ma la serie non sarà corale e nonostante l'importanza dei ragazzetti in questione è chiaro che l'Orfano sopravvissuto è il protagonista assoluto, come il titolo ben sottolinea.
    Mi è piaciuto che l'ambientazione sia collocata 20 anni dopo i fatti narrati, mi piace la figura di Ringo indurita da tempo e disillusa come quella di analoghi protagonisti della storia del cinema. La sua caratterizzazione risulta quindi azzeccata, visto che Roberto Recchioni mischia abilmente la strafottenza tipica del personaggio e che personalmente adoro (ma sono certo anche lo sceneggiatore trovi nelle sue corde :P ) con questa versione "invecchiata", non nel fisico quanto piuttosto nello spirito, un personaggio che probabilmente in questo lasso di tempo ne ha viste di ogni, quando faceva ancora rivoluzione attiva, e questo inevitabilmente ti pesa sulle spalle e sul cervello.
    Troppo presto per dire se questo nuovo ciclo mi sia più congeniale o meno rispetto al primo: certamente trovo che la narrazione lineare invece che suddivisa in due spezzoni temporali funzioni meglio, sulla carta sarebbe il contrario per i mie gusti ma la cosa non sempre era gestita in maniera adeguata, quindi è meglio così.
    Il comparto grafico si conferma all'altezza, con i disegni di quell'Emiliano Mammucari che - è bene ricordarlo - è co-creatore della serie: belle ambientazioni, bello il character design del Ringo "invecchiato" e dei ragazzini, bella la tipa. Per quanto riguardo le "cromature" ;) anche qui il lavoro è più che soddisfacente, e mi pare di notare che il lavoro di Annalisa Leoni sia stavolta improntato a tavole monocromatiche, virando il colore su toni più univoci almeno per questo pilot. A seconda degli ambienti c'è una smaccata prevalenza di azzurro sporco (in città durante la pioggia, in carcere) o di rosso acceso e grigio metallizzato durante la lotta finale di Ringo con... be', con dei mezzi-mostri al servizio della Presidente Juric che non sono proprio dei nuovi personaggi! Idea pazzesca, estrema e per questo molto valida, l'ho apprezzata alquanto e vedremo come evolverà.

    Insomma, per quanto mi riguarda si tratta di un esordio molto buono, e seguirò ben volentieri anche questa seconda stagione :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Orfani: Ringo #2 - Nulla per nulla

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    Il secondo numero di Ringo riesce ad essere anche migliore del primo.
    E il mood generale della serie appare più intrigante della prima stagione di Orfani: sarà il fatto che gli albi non sono più divisi in due parti, sarà che il contesto rivoluzionario post-apocalittico funziona meglio che quello spaziale, sarà che Ringo da solo è un personaggio talmente carismatico da attrarre le simpatie dei lettori... fatto sta che questa rinascita della serie mi sta davvero convincendo.
    Per la prima volta dall'inizio del progetto, non è Roberto Recchioni a firmare la sceneggiatura, anche se figura come co-ideatore del soggetto: stavolta lo "scettro" passa a Mauro Uzzeo, fumettista già al fianco di Recchioni su John Doe e che da questa stagione affiancherà il Rrobe nella scrittura degli episodi.
    Non si avverte nessun senso di cesura rispetto agli scorsi numeri: i due sono in sintonia, e anche se dotato di una sensibilità leggermente diversa da quella del creatore della serie, Uzzeo riesce ad uniformarsi quel tanto che basta a creare unitarietà stilistica, allo stesso modo di quanto hanno saputo fare i disegnatori finora.
    La storia prosegue da dove l'avevamo lasciata: Ringo vaga insieme ai tre ragazzini che ha salvato nello scorso numero, senza sapere chi di loro è suo figlio, e cerca di appiopparli ad un centro sanitario gestito da un suo amico degli anni della rivoluzione.
    Si scoprirà che le cose non vanno proprio lisce come le aveva progettate il protagonista, ma non è quello che conta: contano i dialoghi, sempre calzanti e mai retorici, e conta l'azione, gestita davvero bene. Quel paio di colpi di scena sono giocati piuttosto bene, e le esplosioni e la situazione tesa che si avvicendano nelle ultime tavole non appaiono esagerate né stucchevoli. Anche il corpo centrale dell'albo è ben calibrato nel mostrare la calma prima della tempesta, con un quadro tutto sommato tranquillo che da una parte permette di intravedere qualcosa degli anni tra Orfani e Ringo, e dall'altra prepara il terreno al precipitare degli eventi.
    Sempre ottimi i disegni, stavolta a cura di Luca Maresca, e perfetta la colorazione di Alessia Pastorello, che gioca molto sui colori freddi nella prima parte per poter poi fare grande utilizzo di quelli caldi nel gran finale.

    Più che soddisfatto: avanti così!
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    Facciamo un piccolo passo indietro.
    Una settimana fa infatti ho già commentato il secondo numero di Orfani: Ringo (vedi post sopra), ma voglio spendere due ulteriori parole sul #1.
    Non su quello uscito comunemente in edicola a suo tempo, e di cui ho già parlato, ma della sua versione variant uscita a Lucca Comics ormai quasi un mese fa.
    Insieme al primo numero della Fase 2 di Dylan Dog e a quello della nuova testata Adam Wild, infatti, anche il primo numero di Ringo è stato portato alla principale fiera del fumetto in una veste pensata appositamente per l'evento.
    La prima differenza sta nella copertina: è variant e il disegno è ad opera di Gabriele Dell'Otto, cervello in fuga superstar del fumetto Marvel, che realizza una cover di impatto e molto supereroistica, che prosegue anche sul retro come le storiche copertine di PKNA. Inoltre le copertine sono provviste di alette interne.
    L'altra grande differenza con la versione regular è nella coda finale: alla fine della storia infatti sono presenti 16 pagine redazionali in cui parlano a turno Roberto Recchioni, Emiliano Mammucari, Mauro Uzzeo, LRNZ e Annalisa Leoni. Insomma, lo staff creativo della miniserie. Ognuno ha la sue 2-3 paginette in cui espone il suo punto di vista e spiega il suo ruolo all'interno del prodotto. Recchioni spiega, nel suo solito stile avvincente, le differenze narrative e d'atmosfera che ci sono tra la prima e la seconda stagione, Mammucari parla delle influenze, Uzzeo di come è stato tirato a bordo, LRNZ espone il suo lavoro di ricerca sull'estetica dei Corvi e la Leoni parla delle differenti tonalità di colore usate in Ringo rispetto ad Orfani.

    Si tratta di contributi decisamente interessanti, capaci di offrire un dietro le quinte corposo e soddisfacente, accompagnato da diversi bozzetti, studi grafici e anteprime di tavole finite che saranno nei prossimi numeri.
    Insomma, valeva la pena ;)
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  • Orfani: Ringo #3 - Città Aperta

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    Per il terzo numero della seconda stagione torna a scrivere il "titolare" di testata, Roberto Recchioni, e la differenza con l'esordio di Mauro Uzzeo sente tutta. L'impronta del Rrobe si vede subito nella scena in cui Rosa entra nuda nel letto del febbricitante Nuè per scaldarlo, ma soprattutto quando vittima di un agguato la ragazzina ha tempo di indossare solo mutandine e top, outfit che manterrà da metà albo fino alla fine :P
    Vabbè, recchionate a parte, la storia prosegue bene e scorre che è una meraviglia. Trovo che in questa seconda stagione la testata scorra meglio sotto il profilo del ritmo narrativo, e avere un road-trip che percorre l'Italia da sud e nord facilita l'attenzione verso gli avvenimenti. Anche un nucleo più ristretto di protagonisti funziona meglio, avendo in Ringo il perno centrale grazie al suo carisma e al suo atteggiamento.
    La "città aperta" del titolo è ovviamente Roma, teatro di questo numero, ed è effettivamente "aperta" nel senso che non ci vive nessuno se non i disperati, mentre i civili l'hanno abbandonata per cercare di proseguire le proprie vite in altri centri abitati.
    Mi piace molto come si sta sviluppando il rapporto tra i 4 protagonisti, mentre per ora la minaccia è piuttosto ripetitiva: la Juric che fa i semi-monologhi di odio, e il Corvo ex-Mocciosa che prova ad uccidere Ringo ma non ce la fa. Certo, stavolta lo scontro è stato peggiore e abbiamo visto che non c'è morte che fermi le "creature" della Juric, il che è affascinante e inquietante, ma per il resto il modus operandi è identico agli scorsi due albi.
    Ad ogni modo apprezzo il setting, la cornice, il percorso e i personaggi: che volere di più da un fumetto di intrattenimento?
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  • Letto ieri il primo ciclo di dodici numeri.

    Non so come giudicare.

    Nel senso che di base non mi è piaciuto praticamente per niente. Principalmente mi è parso assai banale e con colpi di scena telefonatissimi. Ci sono poi salti dal telefonato al poco credibile, senza una sana via di mezzo. In particolare, mi è parso pochissimo credibile il sistema di relazioni ([spoiler]dal capoccia che capisce che perdendo Sam si perde anche Ringo, a Sam che perso Ringo se ne fa rapidissimamente una ragione, fino a Ringo che la uccide in modo assurdo[/spoiler], per non parlare dell'intero casino che si crea nel finale). Insomma, un intreccio banale reso meno banale da salti a cui non riesco a credere.

    Però c'è da concedere che mi sono affezionato ai personaggi, più a Sam che agli altri nonostante sia quella con più eventi poco credibili. [spoiler]Recchioni me li ammazza tutti, ma vabbè[/spoiler]. E c'è anche da concedere che, arrivato alla fine, mi sono chiesto dove possa andare a parare ora. Quindi non riesco, nonostante tutto, a fare a meno di dargli una seconda possibilità.
    Lorenzo Breda
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    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

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