[Quentin Tarantino] Pulp Fiction
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"Per Pulp Fiction presi molto da cose vissute crescendo in un quartiere poco raccomandabile di Los Angeles come la South Bay. Ho visto e ascoltato parlare gente così e li ho mescolati con la mia immaginazione" (Quentin Tarantino)
Dopo il grande successo delle Iene, Tarantino colpì ancora con il successo ancora più grande di Pulp Fiction che lo consacrò alla gloria ufficiale portandosi a casa il Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale (scritta insieme a Roger Avary) e la Palma d'Oro al Festival di Cannes.
Pulp Fiction è sicuramente un film molto importante per la storia del cinema poiché segna un vero e proprio spartiacque: dopo la sua uscita, schiere di registi e sceneggiatori cercarono di ricalcarne la formula con risultati più o meno fortunati (tra gli esiti più felici va sicuramente ricordato Lock&Stock di Guy Ritchie).
La storia assembla tre diverse vicende in un puzzle temporale che si conclude con una deliziosa circolarità: sono tutte storie di malavita e di criminali che tentano di fare il loro mestiere ma per un motivo o per l'altro arrivano sempre a risultati estremi ed imprevedibili.
La sceneggiatura è oggettivamente un capolavoro. I dialoghi sono un fuoco d'artificio che riserva continuamente nuove sorprese esplodendo in decine di battute cult. Tarantino doveva essere in uno stato di grazia perché brucia tantissime idee in un fuoco veloce di invenzioni narrative che al confronto fanno sembrare Le iene un film col tranquillante. A questo proposito c'è da sottolineare che, se il tasso di violenza aumenta esponenzialente, ne diminuisce proporzionalmente la realisticità: la violenza di Pulp Fiction è fumettistica e stilizzata, più divertente che urtante.
Il citazionismo deborda in ogni cosa, tutto è citazione: le frasi, le scene, i contesti, gli oggetti. Non si contano le influenze che riceve e non si contano le influenze che dà, forse anche per questo è un punto di svolta.
Tra l'altro secondo me in Pulp Fiction vengono scoperte più che in suoi altri film tutte le tare di Tarantino, a cominciare dal feticismo dei piedi che celebra quello che diventa nelle sue opere un vero e proprio organo di eccitazione sessuale: i piedi di Uma Thurman, ma non solo, si guadagnano delle importanti inquadrature.
Uma Thurman tra l'altro lanciò la parte migliore della sua carriera proprio con Pulp Fiction. Ma la pellicola fu un balsamo benefico per tanti altri componenti del cast a cominciare dai protagonisti Samuel L. Jackson, che inaugurò una fortunata serie di lavori, e John Travolta, che rivitalizzò un periodo professionale non particolarmente brillante.
Anche alla regia Tarantino conferma i prodigi della sceneggiatura coniugando una fame di originalità, una voglia di sorprendere il pubblico, ad un impeccabile rigore formale, una voglia di precisione ed esattezza. Le sequenze, anche se incastrate in una struttura sorprendente, sono nitide e corrono veloci lungo le due ore e passa di pellicola che non si sentono per nulla.
Insomma, mentre Le iene era l'assaggio, l'anticipazione, il film rivelatore, la promessa, Pulp Fiction è l'inaugurazione in grande stile dell'universo tarantiniano, un mondo narrativo tutto da esplorare, che si nutre di una continuity e di una coerenza interna sempre in sottotraccia ma sempre persistente.
Con questo film Tarantino dimostra definitivamente di essere in grado di giocare come pochi altri con la materia del cinema e di voler raccontare storie che mirano "soltanto" al divertimento del pubblico e si tengono ben lontane dal piano della morale e del senso delle cose. Per certi versi, questo può essere sicuramente un limite, o perlomeno una limitazione, ma credo d'altra parte che già elevare l'innovazione e la qualità dell'intrattenimento a questo livello sia degno di un'opera d'arte. E comunque, nel suo totale disimpegno, Quentin Tarantino diede con Pulp Fiction una lezione di cinema puro, una tappa obbligata per chiunque voglia conoscere i meravigliosi meccanismi della settima arte.
Da quel momento in avanti, coccolato dai fan e osannato dalla critica, a Tarantino non restava che arredare il suo divertente e dissacrante immaginario. Non gli restava che diventare uno dei registi più importanti del mondo.
Rivisto al cinema in occasione dei suoi 20 anni. Che poi, è stata solo la mia seconda visione, quindi era quasi come essere nel '94.
La scritta Pulp Fiction nel buio della sala è da brividi.
Che poter dire più di ciò che è gia stato detto*? E' una delle cose più indescrivibili, strane, e belle che siano mai state girate. Dialogato ma pregno di tensione, pieno di "nulla" ma lungo più di due ore. John Travolta bravissimo.
* Una cosa c'è: un elogio al doppiaggio di questo film. Davvero se lo merita.
La scritta Pulp Fiction nel buio della sala è da brividi.
Che poter dire più di ciò che è gia stato detto*? E' una delle cose più indescrivibili, strane, e belle che siano mai state girate. Dialogato ma pregno di tensione, pieno di "nulla" ma lungo più di due ore. John Travolta bravissimo.
* Una cosa c'è: un elogio al doppiaggio di questo film. Davvero se lo merita.
Timido postatore e finto nerd.
Pure su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBsX4Y ... LjrjN8JvEQ.
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