Un uomo è nato su Marte, concepito da una coppia di astronauti che si erano recati sul Pianeta Rosso per una spedizione di studio e che poi è rimasto lì, cresciuto dai marziani.
Quando, ormai fattosi adulto, decide di tornare sulla Terra insieme ad una nuova spedizione, questo fatto mette in subbuglio i potenti del pianeta, che vedono il cosiddetto "Uomo di Marte", che risponde al nome di Michael Smith, come un pericolo per gli equilibri politici e sociali del mondo.
Il plot ideato da
Robert Heinlein è senz'altro affascinante: fin da qui si può notare come la fantascienza faccia più che altro da cornice e pretesto per andare a parlare di altro, temi che riguardano la società e le reazioni verso il "diverso". Che l'ambientazione sia un futuro in cui è assodata l'esistenza dei marziani e che il diverso sia un uomo cresciuto su Marte poco cambia rispetto a quelli che sembrano essere gli intenti dell'autore. Come noto, molto spesso la fantascienza ha costituito un buon modo per parlare degli uomini e di alcune loro caratteristiche, e Asimov stesso non si è risparmiato al riguardo, ma
Straniero in Terra Straniera fa molto di più, e proprio per questo è un romanzo molto ricco di spunti e idee, e con tante storie al suo interno.
Nella sua prima parte, infatti, il romanzo appare molto avventuroso. Il giornalista Ben e la sua semi-fidanzata Jill, infermiera, decidono di far evadere Smith dall'ospedale in cui è tenuto segregato, facendo iniziare così una concitata caccia all'uomo con fughe, nascondigli, rapimenti etc.
Successivamente, subentra l'aspetto legale/amministrativo sui diritti e doveri dell'Uomo di Marte verso la Terra. Proprio ora entra in scena il personaggio senza dubbio più carismatico e imprevedibile, originale e "figo" del romanzo: Jubal Harshaw. Ex medico e avvocato, Jubal è anche uno scrittore di "robette commerciali", vive in una villa con piscina isolata con un gruppetto di 4 segretarie e un paio di ragazzi che si occupano delle funzionalità della casa ed è dotato di un meraviglioso spirito libero, oltre che di una spigliatezza e ironia fuori del comune.
In seguito, una volta che Jubal ha fatto in modo di mettere alle strette le autorità sui diritti e le ricchezze di Mike e di renderlo un uomo ricco e benestante, lo ospita a casa sua dove non manca (come già fatto anche precedentemente) di dare sfoggio dei suoi particolari poteri, acquisiti negli anni in cui ha vissuto su Marte, dove gli abitanti sono tanto progrediti da poter avere un pieno controllo del proprio corpo e delle proprie facoltà. La cosa tanto dello spettacolare quanto dell'inquietante, visto l'assoluto distacco con cui i marziani - e Mike con loro - guardano alle cose.
Mike cerca pian piano di comprendere le varie componenti sociali del mondo - cerca di "grokkarle" termine efficace e orecchiabile con cui Mike indica ciò che riesce a far suo, a capire e interiorizzare. Fino a che decide di andarsene dalla casa di Jubal, insieme a Jill, per scoprire meglio il mondo. Dopo un primo periodo in un circo, dove Mike può fare sfoggio dei suoi poteri, una visita allo zoo è per l'Uomo di Marte una sorta di epifania su quanto gli sfuggiva degli esseri umani, e una volta grokkato ciò parte quella che è senz'altro la parte più interessante e significativa del romanzo: quella in cui Heinlein ragiona e riflette sugli usi religiosi e sessuali della società.
Una volta scoperto il sesso, infatti, Mike non trova cosa ci sia di moralmente sbagliato in esso: lo interpreta come un "avvicinarsi", che serve alla condivisione di sé e ad un ottimo modo per vivere con gli altri e capirli. Questo cambia molto la sua vita e quella di Jill, ma non si limita a questo.
Spronato dalla sua nuova visione, decide di fondare una sorta di "religione" che possa insegnare agli altri quello che Mike sa e che, a suo parere, può permettere agli altri di essere felici. Più che una religione questa diventa una sorta di setta, fatta a cerchie concentriche, dove imparare la lingua marziana è parte integrante del sistema per poter aprire la mente, dove la nudità e il sesso libero sono elementi fondanti e dove tutto è in perfetta comunione e letizia con gli altri componenti della religione, che si ritrovano in un "tempio-nido" che meglio catalizza ed esprime queste fondamenta.
Straniero in Terra Straniera è un libro decisamente potente per le tematiche che affronta e per il piglio "rivoluzionario" con cui lo fa. È un crescendo che trova il suo apice proprio nell'ultimo quarto di testo, che è un'esplosione di idee e di spunti su cui poter ragionare.
Jubal è un mito che resterà impresso nella mia memoria a lungo.
E anche Mike, sorta di Cristo visionario post-moderno, è un personaggio che ha saputo colpirmi molto.
Nel corso del romanzo ci si affeziona a lui e a Jubal, ma anche a tutti quegli altri personaggi di contorno che accompagnano il lettore per tutte le oltre 560 pagine del libro (ho letto la versione integrale), che contribuiscono ad esaltare la diversità illuminata dell'Uomo di Marte.