[Topolino] Annata 2014

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • Di PK ho parlato nel topic apposito, mentre spendo due parole qui per Vito. Ammetto che trovarsi davanti cose come la paperotta Camilla coi capelli rossi, Paperone che esclama "siete la mia famiglia!", e "Per mille gonnellini scozzesi!" fa sorridere, conoscendo il figuro in questione. La storia è buona, ma a sto giro ho notato anche che c'è di più. Le sceneggiature di Vito si stanno facendo sempre più complesse e ben costruite. Già nel Patto della Luna c'era il depistaggio iniziale, il colpo di scena del titolo e la finezza del fiutatore inserito all'inizio in modo non sospetto, qui abbiamo il foreshadowing dei dobloni, poi un depistaggio, e alla fine il doppio colpo di scena delle monete false e del flashback. Mica male, bravo Vito. Adesso però direi che Paperone l'abbiamo esaurito, è tempo di fare Life & Times of Sport Goofy, su. :P
  • La storia con Gamba però è assolutamente spassosa, mi ricorda i "corti" di Gamba disegnati da Piras (di cui ora non ricordo il titolo...)
    Anche un maiale può arrampicarsi su un albero quando viene adulato.
    - Odate Buta -
  • Ma quanto mi è piaciuta La versione di Gamba?
    Cirillo mi aveva lasciato sempre perplesso, ma stavolta l'ho trovato divertente e intelligente.

    Buono anche Vito, anche se con lo zione fa sempre Duck Tales.

    E più in generale ho di nuovo provato quella curiosa sensazione che provavo nei 90es e che ho provato anche la scorsa settimana, ovvero che Pk(na) mi porta a gradire di più il Topo. Boh.
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    Ottimo lavoro.
  • Topo #3059! Bello, dai, una lettura interessante quasi per tutte le storie. Il secondo episodio di Potere e Potenza ovviamente spicca, ma c'è anche altro di valido.
    Vito, per esempio, che firma Zio Paperone alla Ricerca di se Stesso. È una storia da sapore in parte ciminiano e in parte che deve parecchio alle atmosfere ducktalesiane, dalle quali fuoriesce una storia intimistica sul ricco papero, e Vito non è nuovo nel mostrarci il lato più umano e anche sentimentale di Paperone. Qui utilizza elementi consolidati come una strana malattia dollaresca, un viaggio per cercare la cura e la Scozia per scavare in modo approfondito nell'animo dello Zione, restituendoci un'avventura che ad un certo punto offre bel colpo di scena capace di donare un senso ulteriore, retroattivamente, ad un paio di passaggi precedenti nella trama. Si tratta di un tocco di stile che, insieme alla volontà di scoprire i sentimenti e le ragioni che animano il protagonista, eleva la storia rispetto ad altre che si limitano a riprendere temi e situazioni già viste limitandosi però e sviluppi incolori e senza scosse.
    La Martusciello se la cava, anche se non mancano vignette dove si alza il sopracciglio. In generale qualche posa stona, ma l'insieme non è male.
    Una lunga storia in due tempi è quella che si trova invece in chiusura dell'albo, ed è a firma di un altro giovane autore: Jacopo Cirillo. Supportato ai disegni da un buon Lucio Leoni, Cirillo infarcisce La Versione di Gamabdilegno di citazioni a film e serie tv che... ahimé, non conosco. Ma la storia si gode comunque benissimo, perché pur non essendo un inedito assoluto vedere Gambadilegno nel dopo-arresto, tra processo, arrivo in cella, piano per la fuga e fuga effettiva rimane sempre qualcosa di poco sfruttato. In più Cirillo crea un intreccio che può sembrare scontato, ma che in realtà nasconde due o tre finezze apprezzabili.
    Troppo breve la storia di Zemelo per riuscire ad apprezzarla veramente.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

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  • Bramo ha scritto:... pur non essendo un inedito assoluto vedere Gambadilegno nel dopo-arresto, tra processo, arrivo in cella, piano per la fuga e fuga effettiva rimane sempre qualcosa di poco sfruttato
    Ricordo ancora quel gran pezzo dell'Ubalda di storia che è "Dalla parte sbagliata", anche se Mottura si rese quantomeno incomprensibile nei disegni :D
    Anche un maiale può arrampicarsi su un albero quando viene adulato.
    - Odate Buta -
  • Io segnalerei anche la storia in due tempi di Cirillo, La Versione di Gambadilegno, che è davvero notevole. In due tempi è riuscito a imbastire una trama molto ben costruita, con parecchi tasselli che si incastrano. Non solo, Gamba è caratterizzato molto bene. Il lato criminale e quello bonaccione sono ben mixati, e c'è pure spazio per mostrarci il suo lato più edonista/vittimista, che dopotutto è ciò che sta alla base delle malefatte di mezza umanità. E soprattutto non è un idiota, ma è uno che sa fare il suo "lavoro". La storia poi è intrigante, non si capisce mai dove voglia andare a parare se non verso la fine, e di carne al fuoco ne ha un bel po'.
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    E' uscito il numero del terzo episodio. E si segnala anche "Paperino, Zio Paperone e una (un'altra...) Questione di Piume" in cui Fausto fa il sequel di una sua vecchia storia.
  • Un altro buon numero, per quanto mi riguarda. Meno dei precedenti, ma l'ho letto comunque con piacere. La storia dei Coot poteva essere buona, ma bof. Nel Film sportivo non c'è Sport Goofy. Quella di Paperone che torna per l'ennesima prima volta nel Klondike non ha il calore amabile del Vito inStabile, per dirla alla Macchetto, anche se l'ho gradita lo stesso. La storia di Vitaliano invece m'è piaciuta, ma più che un sequel è quasi un remake della prima questione (o forse la ricordo male). Bene il servizio sulle bici, le bici fanno bene, anche se chi fa i piani regolatori le odia.
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    Ottimo lavoro.
  • Come d'abitudine, di Potere e Potenza ho parlato qui.
    Ma non è che oltre a PK su Topolino ci sia il vuoto pneumatico, e meno male! :)
    Il #3060 è forse meno brillante del precedente, ma ci sono comunque cose interessanti come la storia di Vitaliano: Paperino, Zio Paperone e una (un'altra) questione di piume è una storia molto interessante, che si origina da un bel dialogo tra Zione e nipote (dove, come spesso in questo tipo di discorsi, Fausto dà il meglio) per arrivare ad una dimostrazione dell''umanità di Paperone in puro stile Vitaliano: se Barks e Scarpa avevano i loro metodi per mostrare di tanto in tanto che il vecchio avaraccio aveva anche un cuor d'oro, Vitaliano fa intessere a Paperone una ragnatela complessa e articolata in modo quasi odioso da parte del magnate, ma motivata dalla sua immagine da difendere. In tutto questo rende pure Nonno Bassotto un po' più cattivo della media degli ultimi anni, e i nipoti un po' più stupidi del solito (e ce ne vuole! :P ) e la storia si fa leggere molto volentieri. Anche grazie a Donald Soffritti, eh, che disegna in modo molto accattivante i Paperi, un po' più standard i Bassotti, ma in generale il suo tratto è decisamente piacevole :)
    Nonna Papera e la gran delizia dei Coot paga pegno di essere un po' troppo didascalica nel suo svolgimento, e senza trovare una conclusione veramente compiuta. Del Conte classico classico, come a inizio anni '90, ma il suo stile pacato mi è sempre piaciuto e il fatto che l'abbia mantenuto ancor oggi è cosa che mi fa molto piacere.
    La breve su Gambadilegno è simpatica, peccato che avessi intuito la fine della "barzelletta" (perché stringi stringi la forma di questa storia è quella) già dalla terza tavola.
    Zio Paperone e il tesoro di Capitan River è invece una bella sorpresa: certo, mi lascia alquanto dubbioso che Paperone torni a Dawson per la prima volta dai tempi della corsa all'oro. Non è questione di essere malati di continuity o donrosiani, secondo me, si tratta solo di piccole accortezze visto che non cambierebbe nulla ai fini della storia, e per qualunque tipo di pubblico, sottintendere che da quando si è stabilito a Paperopoli lo Zione sia già tornato nella cittadina del Klondike. Ma a parte questo, Silvia Martinoli scrive una storia molto bella, dove il suo Paperone è umano, credibile, avventuroso e nostalgico, vincente anche se la sua caccia al tesoro non si conclude come da aspettative. Ok, qui ci sta anche un cliché volendo, ma l'autrice se lo gioca molto bene e non pesa, vista la poeticità delle ultime due tavole. Non è un cliché invece la figura del vecchio amico/nemico di gioventù, visto che mi sarei aspettato avrebbe messo i bastoni fra le ruote a Paperone prima della fine e invece la sua condotta è trasparente come appare. :)
    Grandi complimenti anche a Luca Usai, che ha disegnato magistralmente la storia: il suo tratto è moderno, plastico, piacevolissimo alla vista. Le espressioni di Paperone sono ricercate, ben delineate, sempre azzeccate. E non manca di citare il Barks di Back to the Klondike, nella seconda vignetta di pag. 144. :)
    Per Andiamo al Cinema valgono i commenti delle scorse settimane. Infine, bella e doverosa l'intervista a Max Monteduro :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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    E' già in edicola Topolino 3061 con l'ultima puntata di "Potere e Potenza" di Artibani e Pastrovicchio. Quale sarà il destino della Ducklair Tower?
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Il corto di Cirillo mi ha ricordato l'albetto di Rat-Man L'artista, di cui non ho parlato nel topic apposito ma che mi ha ammazzato dalle risa.
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    Ottimo lavoro.
  • A parte il quarto episodio di Potere e Potenza, di cui ho prontamente parlato qui, il resto di Topolino #3061 incide meno rispetto ai numeri precedenti.
    C'è un buon Cirillo che prosegue la sua "vena realista", esplorando stavolta un altro esempio di vita vissuta come il gruppo di gente chiassosa al cinema. Peccato che il suo essere una breve di 4 tavole non me la faccia apprezzare molto (ormai è nota la mia idiosincrasia, del tutto gratuita, verso le brevi di 4 tavole): tutto si risolve troppo in fretta e con una gag che poteva anche essere divertente, ma che complice la brevità non colpisce nel segno. La Vetro ha uno stile che ho sempre amato, ma qui mostra qualche incertezza.
    Paperoga e la vacanza di Billy è una storia sinceramente evitabile: mi accorgo di avere una spiccata ma finora mai avvertita simpatia per la capretta di Nonna Papera, ma renderla il motore immobile di una storia con protagonisti Ciccio e Paperoga rende la storia stessa... un po' troppo surreale. Poi il Savini sa scrivere e quindi qualche finezza nei dialoghi la si trova, ma in generale la trama mi dice pochino. I disegni di Picone mi convincono poco, sembra sulle orme di Intini ma senza avere ancora raggiunto la padronanza del suo stile.
    La storia di Indiana Pipps di Sarda è... la solita storia di Indiana Pipps di Sarda. Ricerca di un qualcosa di storico, poi arriva Kranz travestito. Mancavano le Negritas e poi avevamo il pacchetto completo. La minima variazione poteva essere Minni, che però fa ben poco di attivo nella vicenda. Le uniche consolazioni risultano quindi essere le ultime tavole, con un Indiana realistico nel suo sentirsi fuori contesto ad un matrimonio, e i disegni di Zironi, che fa un buon lavoro ed è un piacere rivedere all'opera su una storia medio-lunga.
    La storia di Zio Paperone che chiude l'albo è una classica caccia al tesoro che, sul filone di questi tesori subacquei inaugurata da qualche tempo da Nigro, non si discosta molto dal solito plot. Niente di nuovo sotto il sole: interessanti comunque le atmosfere sottomarine con le specie marine estinte e paurose, mentre appare inutile l'inserimento dei Bassotti. Buoni i disegni di Held.
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  • Ieri ho evitato di farlo, ma vorrei esprimere tutta la mia perplessità nel vedere come Sarda e Nigro scrivano le stesse storie (non solo nella sostanza, ma anche nella forma) che scrivevano venti e più anni fa.

    Tuttavia nella storia di IP c'è qualcosa che mi ha fatto riflettere, ed è lo spunto alla base della vicenda. Sarda, infatti, si premura di mandare Merlino in Provenza dove con la magia crea una pianta che fa innamorare uno di una. Una totale forzatura, a partire dalla trasferta di Merlino. Roba da fanftiction. MA! Secondo miti & leggende, fu in Provenza che la Maddalena portò il Graal, o il figlio di Gesù, che poi - secondo altri miti & altre leggende - sono la stessa cosa. Secondo le leggende rimase lì, secondo i miti poi andò oltremanica e diede vita al ciclo arturiano. Dunque il vago legame fra Merlino e la Provenza buttato lì da Sarda non è del tutto campato in aria. E neanche quello con la pianta, forse, se vogliamo vedere - chiaramente edulcorata - nella pianta e nell'Amore la sessualità presente nel mito del Sàng Real.

    Ciò non toglie che Kranz e i villaggi dei poveri siano ormai intollerabili.
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    Ottimo lavoro.
  • max brody ha scritto:Ciò non toglie che Kranz e i villaggi dei poveri siano ormai intollerabili.
    Meno di una settimana fa scrissi sul Papersera che una delle poche cose buone fatte col personaggio di Indiana Pipps era l'aver tolto di torno Kranz.
    Ecco, appunto.
  • "Quel furfante ci ha seguiti fin dall'inizio! Tranquilli, civiltà/società segreta del piffero, non riveleremo a nessuno il vostro segreto!"

    "Ma certo, amici miei! Ora bevete questa pozione che serve ovviamente a cancellarvi i ricordi! :-))))))"
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Domandina agli acquirenti regolari di Topolino (e magari a chi ormai collabora col settimanale) visto che comprandolo nell'ultimo mese mi sono reso conto di una cosa -che magari sarà così da anni- ma non l'avevo mai notata e alla lunga mi ha fatto un po' strano. Nulla di trascendentale, però è una curiosità.

    TUTTE le storie hanno sempre il protagonista nel titolo. Che sia "Paperino e XYZ" o, "Paperino in: XYZ". È una cosa che in passato non avveniva in -ogni- singola storia, mentre invece qui lo vedo utilizzato ormai con regolarità, e mi sembra voluto visto che nell'indice addirittura il protagonista della storia è evidenziato.
    Sapete perché?
    Serve per "categorizzare" meglio le storie? Cioè, un lettore dà una rapida occhiata all'indice, vede che c'è una storia di Indiana Pipps, una di Paperoga, una di Topolino e si fa una vaga idea di quale possa essere il tono delle varie storie? È una scelta di marketing/comunicazione perché si è visto che avere questa vetrina/riassunto più immediata attira lettori?
    Deboroh troppppppppo Web 2.0!
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  • Sappiamo che sei lì, Bramo.

    FIla subito su IRC.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • anche tu, Eddy.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Deboroh. Semplicemente è una cosa che "si fa così perché si è sempre fatto così".

    Fa parte di tutte quelle cose che ci portiamo dietro senza neanche renderci conto del perché tipo la gente coi guanti in spiaggia, l'uso del voi, l'emiro e la Spiffony.
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