[Bonelli] Dylan Dog

Editore che ha dato i natali ad alcuni dei personaggi più iconici della tradizione fumettistica italiana, toccando tanti generi diversi ma con uno stile unico e inconfondibile.
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    Ho colto l'occasione in spiaggia per leggermi il #13 di Dylan Dog Color Fest.

    Premetto che non sono un bonelliano, sebbene un bel po' di Dylan in passato io l'abbia letto. Avevo letto in precedenza pure un paio di Color Fest (uno dei quali era quello umoristico) e mi era piaciuta la formula, molto più nelle mie corde rispetto alla serie base. Storie più brevi (ho sempre trovato un po' eccessiva la foliazione delle storie regolari) e a colori.

    Sono rimasto un po' perplesso da queste storie, però. Le ho trovate tutte molto intriganti, ma spesso affrettate e un po' castrate dalla brevità. Non so cmq se certe fumosità siano diffuse nella serie al punto di essere un tratto stilistico o semplicemente si tratti di difetti involontari. Se c'è qualche dylaniato esperto potrebbe delucidarmi?

    Il Sogno del Minotauro (Ambrosini): Quando l'ho letta ho creduto in una candid camera. Il mistero viene esposto con dovizia di particolari, promettendo, promettendo...e poi ci si perde in un delirio onirico che non lascia spazio ad alcunché di sensato. Cenni, idee, confusione e un finale che non è un finale, e che lascia appeso tutto il resto. Qualcuno può spiegare?

    Attenti al Goblin! (Chiaverotti/Armitano & Furnò): Sebbene richieda conoscenze pregresse che mi mancavano, me la sono goduta. E' la più scarna e chiara dell'albo, e alla fine comunica senza dubbio qualcosa.

    Gargoyle (Barbato/Burchielli): Questa è probabilmente la più bella. Mi ha suggestionato molto, ma l'impressione è che la Barbato si sia persa in un mare di spiegoni e controspiegoni, e alcuni particolari non funzionino troppo bene. Non si capiscono bene alcune dinamiche legate ai Gargoyle e agli stessi peccatori, e il finale appare un po' troppo affrettato. Ma quello che non funziona della storia non mi pare voluto, e senza dubbio un senso ce l'ha.

    Prigioniero (Accatino/Sicomoro-Robustelli): Questa storia non ha senso. Dylan si imbatte in una famiglia di tossici che tiene un bambino chiuso nello sgabuzzino perché lo ritengono indemoniato. Poi Dylan decide del tutto a random che i tossici hanno torto e la storia va a parare da tutt'altra parte, diventando un (bel) thriller poliziesco, con una brillante risoluzione da parte di Groucho. Alla fine di tutto però abbiamo una lunga chiosa in cui il lettore scopre che il bambino era indemoniato davvero, senza che la cosa venga in alcun modo risolta. Come finale a effetto ci poteva stare solo con tutt'altra costruzione dietro, ma appiccicato così, senza alcuna buona motivazione che possa aver fatto dubitare Dylan della paranormalità del caso, non funziona proprio.

    In generale ho trovato il personaggio di Groucho un po' sottovalutato dagli sceneggiatori, che tendono a considerarlo un idiota, quando ricordo in passato storie in cui la sua figura era esplorata molto meglio (quella della partita a scacchi con la morte, ad esempio).
  • Dylan Dog - Cronache dal pianeta dei morti

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    Mi intrigava da un po' questo volumetto pubblicato qualche mese fa dalla BAO, e il mese in cui tutti i titoli della casa editrice sono scontati del 25% era l'occasione giusta per provvedere all'acquisto.
    Uno dei motivi di questa attrazione è essenzialmente il protagonista: Dylan è sempre stato un personaggio che mi ha istintivamente interessato, pur avendo letto poche storie in generale. Approfitterò infatti della fase 2 della testata che parte con il numero di questo mese, ma intanto poter leggere storie di Dylan ambientate 15 anni nel futuro mi ha permesso di addentrarmi in una dimensione "alternativa" per il personaggio e quindi di più facile comprensione per un neofita.
    Altro quid della raccolta è lo sceneggiatore: Alessandro Bilotta è uno scrittore con un animo malinconico e riflessivo in cui mi rispecchio, ho letteralmente adorato Valter Buio e quello che ha scritto per Le Storie, tutte opere intrise di quelle sensazioni decisamente affascinanti, almeno per me.
    La cosa che invece mi frenava un po' era il contesto: pollice alzato per il cupo futuro post-apocalittico, ma pollice verso per il fatto che il disastro dal quale emerge questa Londra sia un'invasione di zombie, che di per sé non mi sono mai piaciuti.

    Ad ogni modo, lo stile di Bilotta non delude, e relega gli zombie a mero contesto: intendiamoci, il ruolo dell'epidemia e dei "ritornanti" (così vengono chiamati questi esseri a metà tra la vita e la morte) è assolutamente peculiare all'interno delle vicende raccontate, e non potrebbe essere sostituito da altri avvenimenti senza far perdere di senso alle avventure, ma la loro presenza non è invasiva o ridondante, solo funzionale a quello che l'autore voleva raccontare.
    Un Dylan Dog di mezza età, spossato, disilluso, dedito all'alcool, senza più il fascino di un tempo e senza più amici: un Dylan solo, che sopravvive in una società in cui non si riconosce e in cui si trova completamente smarrito, privo dell'amicizia di Groucho e del supporto di Bloch.
    È proprio questa atmosfera decadente, aiutata da una Londra sempre piovosa e da un contesto apatico, ad avermi conquistato e ad avermi fatto apprezzare fortemente le tre storie di Bilotta qui raccolte. Queste sensazioni vengono aiutate anche dalla particolare scansione degli eventi: le storie sono infatti riproposte in ordine di pubblicazione (la prima era originariamente comparsa sul Color Fest #2, la seconda sul Gigante #22 e la terza sul Color Fest #10), che però vanno indietro nel tempo, un una sorta di discesa verso l'orrore da cui tutto è cominciato. Una lettura in ordine cronologico (dalla terza alla prima storia, che pure ad una seconda lettura sarebbe interessante provare) avrebbe in qualche modo smorzato quel senso di disperazione senza speranza che ritrova il lettore seguendo questa lettura a mò di prequel su prequel.

    Complimenti anche ai disegnatori qui arruolati: ottimo DI Giandomenico, con il suo tratto americano affinato lavorando per la Marvel, bravissima Daniele Vetro che dalla Disney (dove la apprezzo) trovo ora in Bonelli a fare un lavoro egregio anche con il tratto realistico, e infine monumentale Martinello che sfoggia uno stile quasi pittorico, molto curato e ricercato, davvero evocativo.

    L'edizione BAO, manco a dirlo, è pressoché perfetta. Copertina cartonata con splendido disegno inedito di Martinello, prefazioni ad ogni storie di Bilotta, copertine originali, sketch e bozzetti dei disegnatori, che dicono la loro su queste storie e su cui è presente una breve nota biografica. Come sempre un volume completo e pregiato.
    Il formato, poi, è pensato per essere in armonia con quello dello speciale annuale di Dylan Dog, che in questa fase di rilancio ospiterà infatti ogni anno una nuova storia di questo Dylan del futuro, sempre con Alessandro Bilotta ai testi.
    Testata che seguirò, uscendo più che soddisfatto dalla lettura di queste avventure.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Dylan Dog #337 - Spazio Profondo (Recchioni/Mari)

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    Come mi ero ripromesso, avrei approfittato del nuovo corso di Dylan Dog, che si inaugurava con il numero di settembre e con la cosiddetta "fase 2" dalla cura recchioniana, per provare a vedere se la testata poteva interessarmi, nella sua nuova struttura e impostazione.
    Dylan infatti, come forse ho già scritti in precedenza, è un personaggio che potenzialmente mi intriga molto, e del quale anni fa ho leggiucchiato anche qualcosa in biblioteca. Ma questo interesse difficilmente si spingeva a farmi acquistare mensilmente la rivista, specie visti i commenti generalmente negativi sull'andazzo del fumetto, da qualche anno a questa parte.
    Ma l'arrivo di Roberto Recchioni al timone (con benedizione di Tiziano Sclavi, ribadita ufficialmente pochi giorni fa alla conferenza stampa Bonelli), con tutto quello che è stato detto al riguardo da un anno a questa parte, ammantava questo rilancio come un ideale starting point anche per lettori come me.

    Spazio Profondo è una storia atipica per i toni della serie, stando a quel poco ed essenziale che conosco del personaggio: è considerabile come un "numero zero" di questo nuovo corso, un numero introduttivo al mood che d'ora in avanti avranno i numeri del mensile. Se la parola d'ordine è spiazzare, togliere riferimenti tanto al lettore quanto al protagonista e costruire storie inaspettate (tornare all'inquietudine delle origini, diceva il Rrobe in alcune interviste), l'obiettivo è pienamente raggiunto del #337, ambientato nello spazio in un remoto futuro, dove il protagonista non è nemmeno il "vero" Dylan ma un clone su cui sono stati impiantati i suoi ricordi e la possibilità di ragionare seguendo i suoi ragionamenti.
    Incubi e mostri ovviamente non mancano, nel rispetto della tradizione narrativa di Dylan Dog, e del resto come lo sceneggiatore si premura di ricordare nell'editoriale introduttivo, molta fantascienza cinematografica si innesta sul cardine dell'inquietudine, dell'horror derivato dalla solitudine e dalla vastità misteriosa dello spazio.

    L'avventura è scritta bene, va a prendere le sensazioni di quel tipo di narrativa e le miscela insieme, andando a creare una storia ben calibrata, con soluzioni di racconto efficaci e con uno sviluppo classico ma ben gestito, che si chiude con sapienza nelle ultime tavole.
    Pollice sicuramente alzato, anche per i disegni di Nicola Mari: sul web avevo letto le peggio cose sullo stile dell'autore, in questa storia invece non mi è dispiaciuto affatto, sfoggiando un tratto pulito e lineare, piacevole alla vista.
    Anche i colori hanno la loro brava funzione: questo aspetto viene curato da Lorenzo De Felici che, pur non trovando soluzioni cromatiche forti e azzeccate quanto visto in Orfani, offre comunque un lavoro ben fatto riuscendo a rinforzare i disegni di Mari dando loro una connotazione ancora più marcata.

    Questo primissimo tassello mi ha convinto, e ha funzionato nel suo intento: incuriosirmi e spingermi a voler comprare anche il prossimo numero.
    Ho ben chiaro che questo episodio è un extra, una finestra su un futuro possibile che nulla ha da spartire nel concreto con le novità che andranno a complicare la vita a Dylan e che sono ormai state rese note da tempo. Non sono tentato di leggere il prossimo albo perché voglio ritrovarci il Dylan-clone sull'astronave, ma perché voglio riavere le sensazioni avute dalla lettura di questo numero.

    Grande fiducia verso il progetto, il team di lavoro e quanto si vorrà portare avanti.
    Io almeno per i primi numeri seguirò Dylan con grande attenzione e curiosità :)
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  • Concordo :) anch'io ho comprato il #337, da superficialissima lettrice del "vecchio" Dylan Dog e devo dire che sono molto incuriosita. Come scrive Recchioni stesso in una specie di prefazione, fantascienza e horror vanno piacevolmente a braccetto, non è una novità, ma è originale l'impostazione di questo nuovo corso e penso che lo seguirò :)
  • Acquisto il nuovo albo totalmente ignorante su questi "nuovi progetti" su DD. Risultato: eh?
    Sinceramente, non avevo idea di questo radicale cambiamento.
    Mi spunta una storia di Dylan Dog che non è Dylan Dog.
    Non so, la storia è affascinante e il finale ti lascia l'amaro in bocca (in senso buono). Ma non è questo che mi aspetto comprando un albo di DD :mah: Se cerco una storia simile vado a comprare Orfani o Nathan Never.
    Sono perplessa, non so che pensare.

    E... Bloch che va in pensione? (Se la notizia è pubblica già da tempo, chiamatemi pure Internet Explorer :P )
    Uuh! Ora i lettori si divideranno in due categorie...
    "Non possono eliminare un personaggio storico come Bloch!"
    "È giusto dover rinnovare! Bisogna saper osare!"

    :asd: :asd:
  • Mela ha scritto:Ma non è questo che mi aspetto comprando un albo di DD :mah: Se cerco una storia simile vado a comprare Orfani o Nathan Never.
    Sono perplessa, non so che pensare.
    C'è da sottolineare come questa "deriva" spaziale non sarà ovviamente la regola, è un divertissement di Recchioni, un modo come un altro per segnare un punto di rottura, una cesura rispetto a quello che DD era prima. Dal prossimo numero si ritorna con il solito Dylan a Londra insieme a Groucho, e le differenze staranno semplicemente in un contesto più contemporaneo, in un nuovo nemico, nell'impostazione delle storie a "cicli" annuali che avranno una trama orizzontale non invasiva, che garantirà comunque la verticalità di ogni singolo albo... e il pensionamento di Bloch.
    Non si sa se questo sguardo sul lontano futuro verrà ripreso prossimamente, ma anche se fosse sarebbe sempre in un contesto particolare, e non certo nella norma della serie.
    Valutando comunque il numero, come ho detto nel commento, ritengo che l'horror sia l'elemento cardine di un certo tipo di fantascienza, e lo sceneggiatore romano ha ben citato validi esempi nell'Horror Club ;)
    Mela ha scritto:E... Bloch che va in pensione? (Se la notizia è pubblica già da tempo, chiamatemi pure Internet Explorer :P )
    Uuh! Ora i lettori si divideranno in due categorie...
    "Non possono eliminare un personaggio storico come Bloch!"
    "È giusto dover rinnovare! Bisogna saper osare!"

    :asd: :asd:
    I lettori si sono *già* divisi, e da mesi, su questo argomento :P Infatti questa novità è nota da parecchio, cara Explorer ;) :P
    È ben precisare, comunque, che questo non significa che il personaggio scompaia: non solo gli verrà dedicato addirittura l'annuale Almanacco dalla Paura (ambientato nel paese dove Bloch si ritirerà), ma l'ispettore farà comunque capolino anche nel mensile principale; solo che non potrà aiutare e favorire Dylan come faceva prima, e mettere in difficoltà il protagonista era l'intento principale di Recchioni quando ha deciso di pensionare Bloch. Un modo, pare, per valorizzare comunque anche l'ispttore stesso.
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  • Bramo ha scritto:
    Mela ha scritto:Ma non è questo che mi aspetto comprando un albo di DD :mah: Se cerco una storia simile vado a comprare Orfani o Nathan Never.
    Sono perplessa, non so che pensare.
    C'è da sottolineare come questa "deriva" spaziale non sarà ovviamente la regola, è un divertissement di Recchioni, un modo come un altro per segnare un punto di rottura, una cesura rispetto a quello che DD era prima. Dal prossimo numero si ritorna con il solito Dylan a Londra insieme a Groucho, e le differenze staranno semplicemente in un contesto più contemporaneo, in un nuovo nemico, nell'impostazione delle storie a "cicli" annuali che avranno una trama orizzontale non invasiva, che garantirà comunque la verticalità di ogni singolo albo... e il pensionamento di Bloch.
    Non si sa se questo sguardo sul lontano futuro verrà ripreso prossimamente, ma anche se fosse sarebbe sempre in un contesto particolare, e non certo nella norma della serie.
    Valutando comunque il numero, come ho detto nel commento, ritengo che l'horror sia l'elemento cardine di un certo tipo di fantascienza, e lo sceneggiatore romano ha ben citato validi esempi nell'Horror Club ;)
    Mela ha scritto:E... Bloch che va in pensione? (Se la notizia è pubblica già da tempo, chiamatemi pure Internet Explorer :P )
    Uuh! Ora i lettori si divideranno in due categorie...
    "Non possono eliminare un personaggio storico come Bloch!"
    "È giusto dover rinnovare! Bisogna saper osare!"

    :asd: :asd:
    I lettori si sono *già* divisi, e da mesi, su questo argomento :P Infatti questa novità è nota da parecchio, cara Explorer ;) :P
    È ben precisare, comunque, che questo non significa che il personaggio scompaia: non solo gli verrà dedicato addirittura l'annuale Almanacco dalla Paura (ambientato nel paese dove Bloch si ritirerà), ma l'ispettore farà comunque capolino anche nel mensile principale; solo che non potrà aiutare e favorire Dylan come faceva prima, e mettere in difficoltà il protagonista era l'intento principale di Recchioni quando ha deciso di pensionare Bloch. Un modo, pare, per valorizzare comunque anche l'ispttore stesso.

    Non avevo certo pensato che DD diventasse un fumetto fantascientifico :asd:
    Può capitare qualche caso isolato in cui DD si distacca dalla tradizione e faccia qualcosa di totalmente diverso, ma che non diventi un'abitudine.
    Però visto che volevano rivoluzionare tutto, ho pensato che anche le altre storie si sarebbero distaccate, per questo mi sono un po' smarrita. :)

    Hem :D Ammetto di aver trascurato non poco DD... L'ultimo Albo che ho preso è "I raminghi d'Autunno", esclusivamente per i disegni di Celoni :asd: Un nome, una garanzia, insomma.
    Non seguo assiduamente la serie, prendo albi un po' sparsi: un po' sotto consiglio di amici o di buone critiche su internet, oppure per un autore che apprezzo, o semplicemente perché mi ispira l'albo o perché c'è una situazione di " Bonaccia fumettistica" (nulla da leggere) :P

    Io non avrei tolto Bloch, ma non me la prendo più di tanto: è stata una scelta coraggiosa di Recchioni, pare che sappia ciò che fa.
    Continuo a dare fiducia, come sempre. :beer:
  • Un piccolo pezzo sul nuovo corso di Dylan Dog: http://www.tempi.it/blog/fumetto-dylan- ... -se-stesso

    Io, da non lettore abituale, l'ho trovato una buona storia, con bei colori e disegni. Non continuerò con i prossimi numeri, ma penso che mettere un po' di continuity male non farà.
    Anche se questo cattivo non mi sembra molto interessante...

    Togliere Bloch invece è una buona idea, per cambiare meccanismi triti e ritriti.
  • Dylan Dog #338 - Mai più, Ispettore Bloch (Barbato/Brindisi)

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    È *questo* il primo vero numero del nuovo corso di Dylan. Dopo l'albo del mese scorso, che aveva più il sapore di uno speciale che marcava il segno tra il "prima" e il "dopo", è con la storia di Paola Barbato che iniziano a venire introdotte quelle novità nello status quo dell'indagatore dell'incubo che serviranno a rimettere in crisi il personaggio, ormai atrofizzato nel suo mondo.
    A ben pensarci, e faccio un breve inciso OT, l'operazione non è molto dissimile da quella fatta da Tito Faraci per un verso negli anni '90 e da Casty negli ultimi dodici anni sul personaggio di Topolino, andando entrambi a minare certe fondamenta e stereotipi facili che rendevano il personaggio una macchietta e antipatico.

    Tornando a Dylan, si comincia proprio con uno dei cambiamenti più radicali: il pensionamento di Bloch. Negli scorsi mesi si è vociferato a lungo di questo evento, parlandone spesso a sproposito nonostante la disperazione di Roberto Recchioni dinnanzi alle polemiche dell'Internet 2.0, ed ora che finalmente è qui posso personalmente dire che la storia di passaggio è gestita bene. Pur non essendo un fedele lettore della testata e conoscendo poco il personaggio, la Barbato è riuscita a farmi empatizzare con Dylan nel suo spaesamento all'idea di non poter più avere a che fare con il vecchio amico nello stesso modo in cui poteva farlo prima. Dylan è immaturo, dimostrando di non accettare un cambiamento, pur importante, nella sua vita... e come caratterizzazione devo dire che la adoro.
    La storia ha i suoi lati negativi, in primis la lunghezza: mi pare che in almeno un paio di punti la sceneggiatura si perda un po', rallenti, come se non sapesse bene come occupare tutto quello spazio. La ragione è probabilmente data dal fatto che in questo caso la foliazione aumenta di una decina abbondante di pagine rispetto al solito, ma ciò non toglie che è un problema di ritmo narrativo che ho avvertito.
    Il caso del mese, strettamente legato alla vicenda di Bloch, è mediamente interessante ma si perde in diversi rivoli superflui, come tutta la sottotrama della famiglia mafioseggiante. Infine, come è stato scritto in diversi lidi, lo spiegone finale è una cosa che speravo di non trovare più in maniera così smaccata e allungata.
    I disegni del veterano Bruno Brindisi sono dettagliati e piacevoli, attenti soprattutto e ritrarre in modo credibile e riuscito i volti dei protagonisti, ossia di Dylan e di Bloch, che rendono bene i loro sentimenti contrastati.

    Nel complesso sono comunque soddisfatto: questo snodo di Bloch è stato gestito con rara grazia per quanto riguarda le emozioni in gioco, i "nuovi nemici" che Dylan si è fatto mi vanno bene e non mi dispiacerà ritrovarli in futuro (come è chiaro che accadrà), le battute di Groucho sono divertenti e la copertina "nerd" di Angelo Stano è geniale e ammirevole. :)
    Direi che rinnovo la fiducia anche per il mese prossimo ;)
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  • Faccio notare tra l'altro che tutta la sottotrama di Morte è un'immensa citazione dello stesso ruolo che Morte aveva in Mort e Il tristo mietitore di Pratchett. Personalmente mi ha divertito non poco. :D
  • Zangief ha scritto:Faccio notare tra l'altro che tutta la sottotrama di Morte è un'immensa citazione dello stesso ruolo che Morte aveva in Mort e Il tristo mietitore di Pratchett. Personalmente mi ha divertito non poco. :D
    Ecco perché Recchioni nell'introduzione all'albo cita proprio Pratchett tra le influenze della Barbato per questa storia!
    Grazie per l'illuminazione ;)
    (cita anche Douglas Adams, e anche qui il riferimento mi è misterioso...)
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    Fra pochi giorni esce in edicola DD #339, e io mi metto a riparlare ancora del #337?
    Basta, no? ne ho già parlato ai tempi dell'uscita, del numero che apre la "Fase 2" del mensile... che altro c'è da dire?
    Be', mi permetto di aggiungere qualche riga per commentare la versione variant dell'albo, realizzata appositamente per la scorsa Lucca Comics.
    Analogamente a quanto fatto per il primo numero di Orfani: Ringo e Adam Wild, infatti, anche per questo importante numero di Dylan Dog è stata confezionata una versione speciale, con una copertina ad hoc e contenuti speciali.
    Partendo proprio dalla cover, con alette interne, si fregia di avere un disegno di Gipi, uno dei migliori artisti di Fumetto in Italia, che realizza un'opera eterea, delicata e sottilmente inquietante, che fa diretto riferimento al finale della storia contenuta, con una decisione molto originale rispetto a quello che si potrebbe pensare dato il titolo e lo svolgimento dell'episodio. Il risultato è straordinario e rende ancora più preziosa questa versione.
    Gli interni non sono da meno: 16 pagine ricche di bozzetti e schizzi di studio, senza contare vignette già definitive che vedremo nei prossimi mesi, adornano le pagine in cui Roberto Recchioni, Nicola Mari e Lorenzo De Felici parlano del lavoro svolto su questa importante storia. Emergono curiosità interessanti, come quella per cui il plot base Recchioni l'avrebbe già pensato da qualche anno, riuscendo però a utilizzarlo solo ora come spiazzante apertura del nuovo ciclo di vita editoriale del personaggio e ottenendo peraltro un risultato differente da quello preventivato. Molto belle anche le parole di Mari, disegnatore della storia, che espone una concezione filosofica del disegno veramente affascinante e che rispetto molto. De Felici, infine, nel suo ruolo di colorista para del rispetto con cui si è accostato all'opera del collega artista, mostrando un approccio umile e al servizio della storia.
    La nota finale di Recchioni mette in scena tutta la gratitudine dell'autore romano verso questa grande opportunità che la SBE e Tiziano Sclavi gli hanno dato: gratitudine, senso di responsabilità e forse anche commozione traspaiono da quell'ultima, sentita pagina, che rende sicuramente significativa questa variant version.

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    Ultima sopresina. :)
    Chi a Lucca si accattava tutte e 3 le edizioni variant riceveva in omaggio un albettino spillato dal titolo John Ghost. Questo speciale fuori serie ha il compito di introdurre in anteprima l'omonimo personaggio, che presto entrerà nella vita di Dylan ponendo come nuovo antagonista.
    Nell'albetto vi sono due brevi "storielle", che in realtà dovrebbero essere estratti da uno dei prossimi numeri di Dylan Dog, nelle quali compare questo villain. Nelle tavole scritte da Roberto Recchioni e disegnate da Angelo Stano, John Ghost appare come un dandy, un damerino dallo sguardo sornione e terribilmente ironico, vestito di bianco e in modo assolutamente elegante... e ci viene presentato come al servizio del Caos. Le tavole che chiudono lo spillato ci mostrano in modo inquietante il suo "datore di lavoro", e sono pagine d'impatto, ma ancor più interessanti sono le prime, dove vediamo l'approccio del personaggio:l'effetto farfalla è un'arte che Ghost conosce bene e che non si fa scrupolo di usare per ottenere drammatici effetti.
    Un cattivo subdolo e sottile, perché ha le sembianze e gli atteggiamenti di una persona signorile e affettata... ma proprio per questo assolutamente pericolo e antitetico a Dylan.
    C'è anche una paginetta in cui Stano parla del personaggio e di come vi s è approcciato graficamente, che ben spiega queste caratteristiche.
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  • Dylan Dog #339 - Anarchia nel Regno Unito (Simeoni/Casertano)

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    Numero particolare: l’orrore, ben presente nella storia scritta da Gigi Simeoni, non sta tanto in mostri o attività sovrannaturali, ma soprattutto nelle incontrollate esplosioni di violenza che si fanno veicolo delle proteste dei cittadini contro le vessazioni e le ingiustizie sociali. Spia di un risentimento arrivato al culmine della sopportazione, e potenziale anticamera di una guerra civile, era lo scenario invocato dalla scena musicale punk degli anni ’70 che, non a caso, viene richiamata esplicitamente nel titolo (Anarchy in the U.K. dei Sex Pistols, obviously) e anche nell’editoriale di Roberto Recchioni, che riesce a fotografare bene quel sentimento, che oggi più che mai è tornato di grande attualità.
    Il tema è caldo, quindi, e trovo che Simeoni l’abbia trattato in maniera convincente. Il risvolto della medaglia è che ho trovato meno riuscita la spiegazione “occulta”, che mi appare quasi come forzata in un’avventura che poteva essere decisamente inquieta anche senza il misterone alla Dylan.

    Due importanti note sulla storia: Dylan cerca di impratichirsi con Internet e Google, scroccando la connessione dello smartphone di un poliziotto. Alcune frasi del protagonista al riguardo hanno un sapore metanarrativo :P
    Entra poi in scena l’ispettore Carpenter, sostituto di Bloch, che come da anticipazioni dà del filo da torcere a Dylan, togliendogli il vecchio distintivo e schiaffandolo in cella. È una figura forte, carismatica, su modello dei poliziotti “duri e cattivi” di certa narrativa hard-boiled. Mi piace :)
    Per quando riguarda la sua vice Raina, invece, ho qualche riserva, ma vedremo sulla lunga distanza.

    Infine, i disegni di Casertano: buoni, ma non eccellenti, in alcune tavole non mi hanno esaltato molto, in altre un po' meglio ed è anche gradevole. Altalenante.
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  • Dylan Dog #340 - Benvenuti a Wickeford (Medda/Nizzoli)

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    Mbah, mboh.
    Il nuovo numero di DyD è poco più che buono, e mi spiace dirlo. Mi spiace perché, pur senza entusiasmarmi o estasiarmi troppo, questi primi numeri della rinascita mi stavano piacendo abbastanza, tanto da spingermi a comprare con una certa spinta l'albo successivo (che è poi uno dei successi maggiori che un episodio di un fumetto seriale può raggiungere), mentre stavolta così non è. Strano, visto che la storia è firmata da quel Michele Medda che nelle poche cose che ho letto in passato non mi aveva deluso: stavolta invece lo trovo a scrivere una storia piuttosto banale, che si trascina stancamente su alcun binari consolidati e che trova l'unica punta di interesse nel colpo di scena, o presunto tale. Presunto perché, anche se lo svolgimento è costruito "da manuale" nell'allontanare i sospetti da quello che si rivelerà il colpevole, in realtà come Bloch stesso afferma nella ultime tavole "le prove escludevano tutte le altre ipotesi". La sceneggiatura era blindata, non c'erano scappatoie possibili ed era inevitabile, quindi, che il mostro fosse quello sotto gli occhi di tutti. A peggiorare la situazione, la vicenda accelera bruscamente nel finale, dall'illuminazione di Dylan allo svelamento del cattivo la situazione prende la rincorsa lasciando il lettore un po' frastornato.
    Plaudo invece al contesto: la placida cittadina di pensionati in cui si ritira Bloch (che, come giustamente osserva Recchioni nell'editoriale, ricorda molto quelle dei gialli televisivi alla Miss Marple o alla Ispettore Barnaby) è perfettamente riuscita nell'apparire come un angolino apparentemente tranquillo e riposante.
    I disegni di Marco Nizzoli non mi hanno molto soddisfatto: curati e dettagliati sono gli ambienti, ma nel ritrarre i personaggi l'autore sfoggia uno stile che personalmente non mi prende molto. Segnalo in particolare l'ultima tavola come esempio di diverse vignette che non mi convincono affatto, né per le espressioni dei personaggi né (in questo caso) per gli sfondi.

    Prenderò comunque il prossimo numero: come riporta l'anteprima, l'albo in uscita a fine mese segnerà il debutto di John Ghost, il nuovo "nemico" di Dylan Dog, di cui ho potuto avere una piccola anticipazione nello spillatino omaggio distribuito alla scorsa Lucca Comics (le tavole lì presente, presumibilmente, dovrebbero essere state tratte proprio dal prossimo numero). Questo personaggio mi incuriosisce molto, e quindi lo leggerò volentieri. La sceneggiatura sarà opere di Recchioni stesso, il che probabilmente mi istigherà a prendere anche il numero successivo (del quale è stata diffusa da pochi giorni la cover, vagamente "sanvalentiniana").
    Ad ogni modo, chi vivrà vedrà.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
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  • Dylan Dog #341 - Al Servizio del Caos (Recchioni/Stano-Bigliardo)

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    Siamo di fronte al miglior numero di questa nuova fase editoriale della testata.
    E torna Roberto Recchioni ai testi. Coincidenze? :P
    Forse no. Forse il Rrobe è l'unico che ha capito davvero come dare una rinfrescata al tipo di storie da proporre, l'unico che - in quanto principale promotore di questa "rinascita" dell'indagatore dell'incubo - sa quali stratagemmi mettere in campo per evitare che una storia presenti come novità solo degli elementi nuovi nello status quo del personaggio, ma annacquati in un tipo di racconto vecchio e poco coinvolte. La cosa è successa con l'introduzione dell'ispettore Carpenter e con il pensionamento di Bloch, ma è con piacere che rilevo che l'errore non si ripete con l'ingresso nel cast del nuovo rivale di Dylan, l'annunciato John Ghost.
    In Al Servizio del Caos è quasi più lui il protagonista dello stesso Dylan, ma la cosa non infastidisce perché si avverte che il personaggio ha bisogno di spazio per esordire al meglio, per poter mostrare al lettore la complessità di sfumature che lo contorna. In fondo non è un "cattivo" nel senso classico e assoluto del termine, e difatti non si conoscono né lasciano così, lui e il il titolare di testata. Solo che Dylan lo vede con un certo sospetto, com'è normale nei confronti di una sorta di super-capitalista che ostenta noncuranza di fronte ad un'emergenza come quella per cui ha assunto Dylan Dog in questo numero, dove il particolare design dell'ultimo modello di cellulare prodotto dalle Ghost Industries fa impazzire la gente, trasformandola in folli killer.

    Il primo incontro di Dylan con la tecnologia non poteva essere più adeguato: descritto con la consistenza di un incubo mostruoso :P
    La storia scorre molto bene, anche grazie al comparto grafico davvero molto apprezzabile: prologo ed epilogo (già visti in anteprima nell'albetto omaggio distribuito a Lucca Comics 2014) sono ritratti dalla matita classica di Angelo Stano, che se la cava molto bene con il suo tratto pulito e netto. Il corpo centrale dell'avventura è invece affidata al disegno di Daniele Bigliardo, il cui tratto si presenta come più complesso, affascinante nella sua capacità di essere nitido ma di presentare anche vignette che all'occorrenza sanno essere più ricche di sfumature, dove le ombre e a volte la composizione stessa della pagina sanno uscire dai canoni per trasmettere una sensazione diversa al lettore. Credo di non aver mai letto null'altro disegnato da questo Bigliardo, ma la prima impressione è decisamente positiva! E contribuisce ad un giudizio decisamente positivo sull'albo.
    A fine mese c'è ancora Recchioni come sceneggiatore, e poi Simeoni come autore completo nel numero successivo. La domanda è: riuscirò ad uscire dal gorgo o in questa nuova gestione ci sarà sempre un modo per incuriosirmi e comprare "ancora un numero"? :P

    PS: menzione d'onore per la citazione palese ad Alan Moore, ben presente nella storia in qualche modo ;)
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  • Dylan Dog #342 - Il Cuore degli Uomini (Recchioni/Dall'Agnol) - Dylan Dog #343 - Nel Fumo della Battaglia (Simeoni)

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    Ho recuperato in extremis il numero di marzo di Dylan Dog, giusto prima che venisse sostituito dal numero successivo, da ieri/oggi in edicola.
    Questo perché fino all'ultimo ero indeciso se proseguire o meno la serie... la firma di Roberto Recchioni non bastava più, come un mese e mezzo fa credevo, a spingermi all'acquisto e mi domandavo se davvero volevo continuare. Alla fine (complice anche Dylan Top?), mi sono buttato.
    Ho fatto bene, direi: Il Cuore degli Uomini è un albo molo riuscito, prosegue sulla falsariga di questa Fase 2 incentrata sugli aspetti più personali del protagonista, dove l'orrore da combattere è ovviamente presente ma sempre partendo da situazioni e persone relative alla vita di Dylan. Dopo essersi occupati del congedo a Bloch, dell'arrivo del nuovo ispettore e del nuovo rivale, ecco che si va a riflettere sul personaggio stesso, su una delle caratteristiche della creatura di Sclavi: la ragazza del mese :P
    È uno degli elementi/tormentoni più noti relativi a Dylan Dog, e anche quello più "favolistico" se vogliamo: il Rrobe sceglie non tanto di concettualizzarlo, quanto piuttosto di far riflettere il personaggio in primis su questa sua stramba gestione dei sentimenti. Lo fa con una soluzione piuttosto classica (rapimento per vendicarsi di una storia troncata), ma l'idea viene gestita molto bene e portata avanti fino alle estreme conseguenze, cosa che mi ha sorpreso.
    Groucho, che in questo intreccio potrebbe sembrare secondario, spicca per l'anomalia delle sue reazioni, che lo rendono straordinariamente reale.
    I disegni di Piero Dall'Agnol mi dylaniano :P : lo stile grezzo e sporco che l'artista sfoggia ha un che di ipnotico e disturbante che ben si adatta alla vicenda narrata... ma in senso generale ammetto che non è esattamente la mia tazza di tè. C'è da rilevare però che nelle parti relative alla "dimensione onirica" che appare nella mente di Dylan quando perde i sensi il disegnatore fa un lavoro di grande pregio, dove riesce a variare il proprio stile in maniera interessante e piacevolissima.

    È di oggi invece l'uscita del numero di aprile, una storia curata da Gigi Simeoni come autore completo. È forse la prima storia di questa fase di rilancio in cui non sussiste la tensione dettata dal dover inserire nuovi personaggi, situazioni diverse e da riflessioni sul protagonista. L'autore scrive una classica indagine di Dylan, su commissione di una madre che riceve messaggi in chat dal proprio figlio morto da un anno. Non mancano comunque elementi che connotano la storia all'interno del "nuovo corso", e sto parlando della citazione al cellulare ottenuto due numeri fa e dell'incursione in Facebook da parte di Dylan, ma il cuore della vicenda è l'indagine, il mistero, l'inquietudine che l'autore riesce a inculcare nel lettore. Non tutto è perfetto, la seconda parte dell'albo infatti corre molto più velocemente del ritmo narrativo che scandiva le prime pagine, il che rappresenta forse un effetto voluto per comunicare il crescendo di tensione, ma che appare comunque anche coma dissonanza nel tempo della narrazione.
    Ma in generale la storia avvince e convince. I disegni aiutano, visto che il tratto di Simeoni (che già conoscevo e amavo) si riconferma assolutamente piacevole, senza particolari guizzi ma decisamente bello da vedere.
    La copertina è molto particolare, più d'impatto che altro visto che potrebbe virtualmente andar bene per qualunque albo. Anzi, mi sfugge il motivo per cui fare una cover del genere proprio per questo numero in particolare. Ma vabbè, apprezzo nell'ottica del fornire un prodotto sempre con qualcosa di diverso e che presenti dettagli in grado di attirare l'attenzione :)

    Continuare? Non continuare? Per ora sono più soddisfatto che insoddisfatto, arrivato a metà del primo anno di Fase 2.
    In più le notizie che arrivano dallo scorso Mantova Comics fa mi porterebbero a tenere duro fino per gustarmi la Fase 3 dal prossimo autunno con una vera e propria run serrata di un anno, che potrebbe essere ancora più conforme ai miei gusti di lettore.
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  • Dylan Dog Color Fest #14

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    Copertina: Matteo De Longis

    Peggy del lago
    Soggetto: Lorenzo De Felici e Giovanni Masi
    Sceneggiatura: Giovanni Masi
    Disegni e colori: Lorenzo De Felici
    Come’è possibile che due guardiani notturni, ritrovati appesi ai rami di un albero in un cantiere, siano morti affogati, senza che vi sia nessuno specchio d’acqua nei dintorni? Una favola nera incentrata su una creatura, terribile e meravigliosa allo stesso tempo.
    Party Girls
    Soggetto e sceneggiatura: Giulio Antonio Gualtieri e Stefano Marsiglia
    Matite e colori: Mirka Andolfo
    Chine: Simone Di Meo
    Kate, Lucy, Vicki ed Eva si ripropongono di spassarsela durante una scatenata serata mondana… Ma nonostante il quartetto intenda darsi al divertimento più sfrenato, Kate non riesce a togliersi dalla testa Dylan Dog, verso il quale nutre un’autentica ossessione… E la serata finirà per trasformarsi in un massacro.
    Il vestito del demone
    Soggetto, sceneggiatura e disegni: Federico Rossi Edrighi
    Colori: Luca Bertelè
    L’Indagatore dell’Incubo viene assunto per far luce su uno dei più bizzarri casi di possessione demoniaca che gli siano mai capitati. Riuscirà il Nostro a esorcizzare un Demone dalla presenza umana che l’ha invaso?
    Come si diventa cattivi
    Soggetto e sceneggiatura: Michele Monteleone
    Disegni e colori: Flaviano Armentaro
    Il piccolo, gracile Clayton deve vedersela quotidianamente con le angherie dei bulletti locali. Ma, in suo aiuto, intervengono le suggestioni provenienti dalle letture fumettistiche. Clayton costruisce così un grande e potentissimo pard artificiale, insieme al quale affrontare le mille insidie della vita.



    Delle quattro storie brevi la terza (Il vestito del demone) è quella che mi è piaciuta di più. Federico Rossi Edrighi ha uno stile di disegno che non è tra i miei preferiti ma anche una comicità semplice ed efficace.
    Tra battute ("Perchè lavori ancora qui?" "Un'antica maledizione: si chiama affitto") e citazioni ("Fuggite sciocchi!") divertenti, lo promuovo come miglior sceneggiatore di questo Color, proprio lui che di solito lavora solo come disegnatore.

    Deluso assai da Mirka Andolfo. Lo stile-manga con cui ha disegnato la seconda storiella mi è sembrato davvero poca cosa. Irritante perfino! E il soggetto di Gualtieri/Marsiglia non ha aiutato. Peccato perchè è capace di molto meglio:

    http://www.ilsollazzo.com/forum/viewtop ... 499#p60499
  • Bramo ha scritto: Continuare? Non continuare? Per ora sono più soddisfatto che insoddisfatto, arrivato a metà del primo anno di Fase 2.
    Eh, però alla fine avevo praticamente deciso di non continuare.
    I numeri 344 e 345 li avevo bellamente saltati, dopo attenta riflessione sul contenuto: sfogliati in edicola e lette alcune recensioni online, ho preferito evitarli, pensando che inseguire un'idea di completismo in una collezione che vorrebbe iniziare dal n. 337 è di per sé ridicolo e pretestuoso.
    Accettata questa verità, è stato semplice trovare la via di mezzo tra "seguire Dylan Dog" e "non seguire Dylan Dog": compro solo i numeri che ritengo validi e quelli importanti per la continuity.
    È il caso di

    Dylan Dog #346 - ... E Cenere Ritornerai (Barbato/Cestaro brothers)

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    Dylan è ormai allo stremo, ossessionato dalle troppe sconvolgenti novità che si sono abbattute sulla sua vita negli ultimi mesi: Bloch in pensione, il suo sostituto Carpenter che non lo sopporta, John Ghost, la ragazza innamorata di lui che voleva punirlo... tante situazioni che hanno colpito l'Indagatore dell'Incubo sul personale, minandone la tranquillità e la sanità mentale.
    La storia di Paola Barbato è un lungo declino verso il baratro della follia, dell'isolamento, della perdita di riferimenti sociali e più generalmente della speranza. Dylan è allo sbando, preda di allucinazioni visive che lo assalgono. Qui c'è da complimentarsi con Raul e Gianluca Cestaro, che hanno disegnato bellissime tavole in grado di cogliere l'inquietudine di quanto il protagonista vede attorno a sé, senza sfociare in un'estetica puerile o irreale, ma dando al tutto una connotazione grottesca che rende anche le visioni più assurde credibili e inquietanti.
    Inquietante è l'aggettivo migliore anche per la sceneggiatura della Barbato: più che mostri o strane apparizioni, è lo scontro con le difficoltà della vita quotidiana in vero orrore che ci schiaccia senza tregua (da quel che so, d'altronde, è la formula che utilizzava spesso Tiziano Sclavi stesso), e vedere Dylan sopraffatto da questa situazione appare disturbante, anche per il lettore che non è un lettore fedele della testata.
    Vedere poi le ultime due tavole che, anche quando tutto sembra essersi risolto, ribaltano la prospettiva per rimettere tutto in discussione e per aprire tutto un universo narrativo di possibilità che non può essere ignorato ma che necessariamente troverà uno sviluppo nei prossimi mesi, fa apprezzare ancora di più un numero che si pone tra i migliori (se non il migliore) di questa Fase 2 della rinascita del personaggio.
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  • E io scioccone che ho saltato Spazio profondo, pensando fosse la solita metanarrativata autoconclusiva.

    Cmq sì, i 3 filler (343-344-345) non sono stati un bene. E quindi sì, se ce ne saranno altri andranno zompati.
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    Ottimo lavoro.
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