Con discreto ritardo arrivo a dire due parole sul numero
3073 del "
Topo".
Parto dal fondo dicendo che
Topolino e il mistero da record è il classico giallo con Mickey versione detective dilettante: Mazzoleni segue fedelmente la scansione narrativa di questo tipo di storie, dimostrando di aver appreso la lezione teorica ma di non riuscire a farla sua. La soluzione finale però non è scontata e mi ha piacevolmente sorpreso, quindi alla fine la storia non è poi da buttare. I disegni di Di Vita non mi hanno mai entusiasmato ma qui mi appaiono leggermente più dinamici del solito.
Zio Paperone e la lana autotessente è una storia di cui non sentivo il bisogno: si diverte a citare Cimino con lo strano mezzo di trasporto ma la storia che realizza ricalca in modo pedissequo una trama già vista e rivista (con tanto di Paperino in fuga da Paperone e sindaco incazzati!), peraltro facendo convergere due situazioni - l'affare della lana di Paperone e il lavoro da impacchettatore di Paperino - in modo piuttosto gratuito. Bello il tratto di Palazzi, veramente piacevole alla vista e morbido, ma la trama è piuttosto banale e forzata a mio avviso. Non nego però che ai più giovani che non hanno mai incontrato una storia del genere possa piacere e fare il suo lavoro, acquisendo magari valore laddove io trovo una certa debolezza nella coniugazione dei due aspetti principali della storia.
Marco Bosco firma l'ennesimo
Andiamo al cinema, stavolta incentrato sul cinema noir: che dire, come sempre funziona e si ride, i tempi comici sussistono e la storia scorre nelle sue poche tavole e nella sua struttura ormai rodata. Peccato per i disegni di Asteriti, che non sembrano adatti alla storia.
Veniamo al meglio del numero. Sicuramente il nuovo
Fantomius, dove Marco Gervasio può mettere finalmente in azione la sua versione papera di Sherlock Holmes contrapponendolo all'anti-eroe protagonista.
Il bottino dei Barkserville è una storia piacevole, dalle atmosfere suggestive e con uno sviluppo interessante nonché piuttosto fedele al romanzo da cui prende spunto fin dal titolo. Trovo che contrapporre Fantomius a queste grandi menti investigative, oltre che al solito Pinko, faccia risaltare il carattere del ladro gentiluomo, che nelle sfide si esalta e offre il meglio di sé. Sempre buono il lato grafico.
Infine c'è Fausto Vitaliano ad aprire l'albo, con
Paperinik, Dinamite Bla e la conservazione del rapone, per i disegni di un Ettore Gula in grande spolvero: il disegnatore nell'ultimo periodo mi appariva appannato rispetto ai fasti di inizio millennio, ma in questa storia (come nella precedente da lui disegnata) pare tornato a quello stile che tanto me lo faceva apprezzare: bene così.
Per quanto riguarda la trama, rilevo che è la prima storia post-ritorno di Fausto in cui quella tendenza distruttiva
a cui accennavo qui non fa capolino. C'è il suo Dinamite ben in parte, c'è il Paperinik versione macchietta con cui ormai sappiamo che dobbiamo conviverci, e c'è un'improbabile missione da portare a termine. La trama è coerente con sé stessa, non trovo spunti introdotti e smarriti o trattati in modo non adeguato, e la storia è senz'altro godibile come tranquilla lettura rilassante. Si tratta di una storia standard, senza particolare guizzi e che segue un copione ben rodato, tanto che a volte pare quasi contenersi nell'esprimere la propria vitalianietà. Dinamite, per quanto ben caratterizzato, a tratti sembra più tranquillo del solito, per esempio. Ad ogni modo, se la strada per svoltare rispetto alla direzione della decostruzione senza pietà inizia così, io ci sto