[Topolino] Annata 2014

Gottfredson, Barks, Scarpa, Rosa, la scuola italiana, con un occhio di riguardo anche ai Disney spillati. Perché ricordiamo che il Sollazzo nasce qui, grazie a un certo papero mascherato...
  • ...e quindi alla fine, in sostanza, concordi con Bramo. Che è una posizione diametralmente opposta rispetto a quella da cui sei partito. :P
  • Il punto è che qui state facendo confusione tra il concetto della minaccia economica ai danni di Paperone, un canovaccio che può essere declinato in mille modi per altrettante avventure senza mai venire a noia (ed è ciò che io sto difendendo dall'altro ieri) e le dinamiche con cui quel canovaccio viene adoperato in questa storia, che sono il vero motivo per cui la storia sa di già visto, poiché sono simili a quelle delle precedenti storie di Vito. E se parliamo di queste ultime, sì, concordo con te e Bramo.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Mason ha scritto:un canovaccio che può essere declinato in mille modi per altrettante avventure senza mai venire a noia (ed è ciò che io sto difendendo dall'altro ieri) e le dinamiche con cui quel canovaccio viene adoperato in questa storia
    Rotfl, ma veramente è quello che ho detto IO nella prima risposta.
    Ma vabbè, potenza della maieutica. :asd:
  • PORTAMANTELLO ha scritto:Rotfl, ma veramente è quello che ho detto IO nella prima risposta.
    Uhhhm, quale parte di
    Mason ha scritto: E se parliamo di queste ultime, sì, concordo con te e Bramo.
    non hai capito? :P

    Io ero d'accordo con te fin dal secondo post, poi magari sei tu che devi averlo interpretato male (in effetti è un po' confuso, ma che ci vuoi fare, l'ho scritto alle sette di mattina dal telefono nel bel mezzo del corteo studentesco) e sei partito col
    PORTAMANTELLO ha scritto:Nope :P

    ...ma vabbé, dai, maieutica. :P
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Immagine
  • Immagine

    Su Topolino 3073 troviamo una nuova strabiliante impresa del ladro gentiluomo Fantomius di Gervasio e "Paperinik, Dinamite Bla e la conservazione del rapone" di Vitaliano.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Con discreto ritardo arrivo a dire due parole sul numero 3073 del "Topo".
    Parto dal fondo dicendo che Topolino e il mistero da record è il classico giallo con Mickey versione detective dilettante: Mazzoleni segue fedelmente la scansione narrativa di questo tipo di storie, dimostrando di aver appreso la lezione teorica ma di non riuscire a farla sua. La soluzione finale però non è scontata e mi ha piacevolmente sorpreso, quindi alla fine la storia non è poi da buttare. I disegni di Di Vita non mi hanno mai entusiasmato ma qui mi appaiono leggermente più dinamici del solito.
    Zio Paperone e la lana autotessente è una storia di cui non sentivo il bisogno: si diverte a citare Cimino con lo strano mezzo di trasporto ma la storia che realizza ricalca in modo pedissequo una trama già vista e rivista (con tanto di Paperino in fuga da Paperone e sindaco incazzati!), peraltro facendo convergere due situazioni - l'affare della lana di Paperone e il lavoro da impacchettatore di Paperino - in modo piuttosto gratuito. Bello il tratto di Palazzi, veramente piacevole alla vista e morbido, ma la trama è piuttosto banale e forzata a mio avviso. Non nego però che ai più giovani che non hanno mai incontrato una storia del genere possa piacere e fare il suo lavoro, acquisendo magari valore laddove io trovo una certa debolezza nella coniugazione dei due aspetti principali della storia.
    Marco Bosco firma l'ennesimo Andiamo al cinema, stavolta incentrato sul cinema noir: che dire, come sempre funziona e si ride, i tempi comici sussistono e la storia scorre nelle sue poche tavole e nella sua struttura ormai rodata. Peccato per i disegni di Asteriti, che non sembrano adatti alla storia.

    Veniamo al meglio del numero. Sicuramente il nuovo Fantomius, dove Marco Gervasio può mettere finalmente in azione la sua versione papera di Sherlock Holmes contrapponendolo all'anti-eroe protagonista. Il bottino dei Barkserville è una storia piacevole, dalle atmosfere suggestive e con uno sviluppo interessante nonché piuttosto fedele al romanzo da cui prende spunto fin dal titolo. Trovo che contrapporre Fantomius a queste grandi menti investigative, oltre che al solito Pinko, faccia risaltare il carattere del ladro gentiluomo, che nelle sfide si esalta e offre il meglio di sé. Sempre buono il lato grafico.
    Infine c'è Fausto Vitaliano ad aprire l'albo, con Paperinik, Dinamite Bla e la conservazione del rapone, per i disegni di un Ettore Gula in grande spolvero: il disegnatore nell'ultimo periodo mi appariva appannato rispetto ai fasti di inizio millennio, ma in questa storia (come nella precedente da lui disegnata) pare tornato a quello stile che tanto me lo faceva apprezzare: bene così.
    Per quanto riguarda la trama, rilevo che è la prima storia post-ritorno di Fausto in cui quella tendenza distruttiva a cui accennavo qui non fa capolino. C'è il suo Dinamite ben in parte, c'è il Paperinik versione macchietta con cui ormai sappiamo che dobbiamo conviverci, e c'è un'improbabile missione da portare a termine. La trama è coerente con sé stessa, non trovo spunti introdotti e smarriti o trattati in modo non adeguato, e la storia è senz'altro godibile come tranquilla lettura rilassante. Si tratta di una storia standard, senza particolare guizzi e che segue un copione ben rodato, tanto che a volte pare quasi contenersi nell'esprimere la propria vitalianietà. Dinamite, per quanto ben caratterizzato, a tratti sembra più tranquillo del solito, per esempio. Ad ogni modo, se la strada per svoltare rispetto alla direzione della decostruzione senza pietà inizia così, io ci sto :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Immagine

    Su Topolino 3074 troviamo "Topolino e il dollaro dell'imperatore" di Artibani e Perina.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Francesco Artibani è un autore da seguire, senza se e senza ma, e ormai è diventato chiaro che la cosa non vale solo per le storie-evento come L'Ultima Avventura, Moby Dick o Potere e Potenza, ma anche per le avventure più "ordinarie".
    Topolino #3074 si apre proprio con una sua storia di questo tipo, Topolino e il dollaro dell'imperatore, e si rivela una lettura piacevolissima e scorrevole, dove Topolino e Pippo sono caratterizzati egregiamente: il primo è eroico al punto giusto, senza esagerare, rimanendo nello spirito un giovanotto amante dell'avventura e dell'onestà, il secondo mantiene la sua filosofia laterale esprimendola al meglio, senza fare la figura dello svampito.
    L'imperatore Norton, poi, diventa un co-protagonista d'eccezione molto valido e convincente: Artibani tratteggia una figura esuberante e malinconica allo stesso tempo. Di più, esprime la poesia e la malinconia insite nella follia di un uomo, una follia che funge da rifugio verso le storture della realtà. Il personaggio, realmente esistito, aveva già contribuito a rendere memorabile una storia del Sandman di Neil Gaiman, e qui conferma le sue potenzialità narrative.
    Alessandro Perina bravissimo: il disegnatore riconferma il suo tratto morbido, accogliente e piacevole che lo contraddistingue da anni, creando tavole semplici ed efficaci e illustrando sul volto di Mickey delle espressioni splendide :)

    Un'altra storia molto ben congegnata è quella di Alessandro Sisti sui "racconti d'evasione" di Nonno Bassotto: La fuga della vergogna incuriosisce il lettore riguardo al piano del vecchio bandito, semina in modo corretto e puntuali gli indizi e svela con uno "spiegone" leggero e soddisfacente la fuga studiata dal Bassotto. Il finale, paradossale e ironico, costituisce una chiusa efficace e divertente. I disegni della Perissinotto sono nella media, piuttosto convenzionali, ma comunque molto buoni.

    C'è poi una breve su Paperino Paperotto ad opera della Camerini, per i disegni di Andrea Lucci: ottimo quest'ultimo, capace di sfoggiare un tratto dinamico e dai contorni sottili, con un risultato fresco e davvero caruccio. La trama è buona, più per il messaggio di cui è portatrice che per il modo in cui viene espresso, ma toccando un argomento a cui sono sensibile ho gradito.
    Chiudono l'albo una breve indolore su Pippo e una danese che parla di uno scontro tra Paperone e un Cuordipietra disegnato male :P Tra le storie importate ho visto di peggio in passato, ciò non toglie che questa Business volante non mi abbia colpito particolarmente.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Voglio spendere anche io qualche parola sulla storia di Norton.

    Negli ultimi anni Francesco Artibani sta mantenendo una media produttiva assolutamente invidiabile. Il suo nome è sempre al centro delle iniziative più prestigiose del settimanale, dimostrando una capacità di adattamento formidabile, sempre in nome della qualità. L'abbiamo infatti visto all'opera con le due storie omaggio a Camilleri, dietro l'epopea in tre parti sulla caduta di Zio Paperone, nell'adattamento di Moby Dick, per non parlare del ritorno di Pk, evento a dir poco rivoluzionario per il fumetto disneyano. Questi importantissimi kolossal sono ciò su cui il giornale ha puntato negli ultimi tempi, facendo finalmente parlare nuovamente di sé i media.

    Il motivo per cui i kolossal artibanici hanno l'approvazione di tutti è che non si tratta di marchette, di eventi fini a sé stessi, di scorciatoie e giochini che l'autore fa cavalcando l'onda di effimeri successi. Non sono eventi che vivono del loro essere evento, ma si tratta prima di tutto di storie che raccontano una storia. Non è una cosa così scontata, di questi tempi, attenzione. Avere qualcosa di effettivo da raccontare è solitamente ciò che rende onesto un narratore, distinguendolo da un ciarlatano. Poi ovviamente c'è l'abilità nel catturare l'attenzione, intrattenere il lettore, rispettare i personaggi, tutte cose che nell'operato artibanico ci sono, ovviamente. Ma prima di ogni altra cosa c'è una fortissima ragion d'essere, elemento immancabile in ogni sua storia.

    "Topolino e il Dollaro dell'Imperatore" non è una storia evento, non ha ricevuto particolare promozione, non è legata a nessuna iniziativa. Questa volta tocca ad un'avventura "tradizionale", ma proprio per questo ancor più speciale e meritevole di attenzione di tanti kolossal. Perché è di questo che deve vivere un settimanale per stare in piedi, non di eccezioni e particolarità ma di un sottobosco di storie narrativamente robusto e dallo standard qualitativo elevato. E per riuscire a far storie "normali" che siano belle e arricchiscano il lettore senza tradire le formule base della testata, ci vuole forse un'abilità ancora maggiore che con i kolossal.

    Artibani ha ripreso qui uno dei filoni disneyani più nutriti e a lui più cari, quello della Macchina del Tempo, e l'ha usato per spalancare una finestra su un momento storico ancora poco bazzicato, incentrando la vicenda su un personaggio del tutto inaspettato, controverso e proprio per questo interessante: l'autoproclamatosi imperatore degli Stati Uniti Joshua Norton, una figura storica a metà strada tra follia e buon senso, una sorta di "caso sociale" ad oggi unico. Artibani pesca dal cilindro quindi una situazione inusuale per il mondo Disney e riesce con classe e sensibilità a dare la sua versione dei fatti, tratteggiando una figura comica, malinconica e al contempo piena di poesia. La pazzia sbarca in grande stile sulle pagine di Topolino, trattata con delicatezza e "mediata" dalle tenere parole di Pippo, il più strampalato della banda Disney. E, cosa ancora più importante, diventando il centro di una storia dall'impostazione tradizionale. I disegni di Perina, morbidi, tondeggianti e assolutamente disneyani si rivelano assolutamente azzeccati e il mix ci restituisce il sapore di una storia disneyana "fatta come si deve".

    Personalmente la storia mi ha messo una gran curiosità e instillato il desiderio di approfondire la vita di questo insolito e nel contempo romantico personaggio, che riuscì con la sua eccentricità a contagiare un intero paese. Che altro chiedere da una storia di Topolino?
  • Immagine

    Questa settimana su Topolino 3075 Mickey indaga sulla sparizione dello sceneggiatore televisivo Steve Moffetta nella nuova storia di Casty "Topolino e i casi dell'ispettore Bonton", mentre Gervasio ci mostra Fantomius in trasferta a Venezia.
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • Numero davvero intrattenevole! Mi sa che non si dice "intrattenevole", ma considerando la qualità delle storie di Casty e di Gervasio lo uso lo stesso :P
    Topolino e i casi dell'Ispettore Bonton è un classico giallo con protagonista il buon Mickey, e Casty quando scrive storie gialle raramente sbaglia un colpo. L'avventura di questa settimana è infatti un mystery avvincente, dove l'autore riesce a miscelare citazioni alla serialità televisiva (Steve Moffetta è già idolo), una raffinata satira alla discrepanza tra qualità e riscontro di pubblico e ovviamente un caso enigmatico, la cui risoluzione finale forse non è così imprevedibile ma viene esposta con i giusti tempi narrativi e senza forzature.
    La storia di Casty scorre liscia come l'olio, con un intreccio curato e con tutti gli elementi al loro posto. Le tre anime della storia si collegano tra di loro in modo naturale e compenetrato, permettendo così alla trama di assumere maggiore sostanza ed essere più godibile. La presenza di Topesio appare quantomai giustificata dal sottotesto satirico, veicolando un certo modo di intendere la narrativa, e rende questa forse la mia storia preferita del Castellan con l'odioso topo dal lungo naso :P
    Una storia davvero di classe, impreziosita dai disegni dello stesso Casty che qui sfoggia il suo tratto sempre pulito e classico, adatto allo atmosfere della storia.

    Marco Gervasio segue subito dopo ma si difende benissimo: la terza puntata di questo nuovo ciclo di Fantomius è coinvolgente, la migliore del lotto e sicuramente una delle più avvincenti di tutta la serie dedicata al ladro gentiluomo. Il tesoro del Doge non è *solo* un altro furto del bandito mascherato, e si intuisce fin dalla prima, misteriosa tavola: il corpo centrale dell'avventura è più canonico, ma il ritorno in scena di Pinko e le atmosfere veneziane contribuiscono a rendere ancora più intrigante la nuova incursione notturna di Fantomius. Bello il colpo di scena sorprendente, e carica di aspettative l'ultima tavola, dove vengono lanciati importanti semi per le future storie della serie e per un'idea di continuity orizzontale che nella serie era in qualche modo già presente, ma che ora promette di diventare più consistente.
    Belle le matite di Gervasio, che ci regala degli spettacolari scorci di Venezia!

    Il resto del numero offre storie brevi più o meno riuscite, più l'avventura conclusiva che propone un team-up tra Paperinik e Nonna Papera che mi ha lasciato ben poco.
    Devo dire però che Zio Paperone e il formidabile Guardarobot, di Macchetto e Panaro, mi ha piacevolmente sorpreso: le caratteristiche narrative dello sceneggiatore, improntate sull'eccessiva "dolciosità", non mancano ma sono gestite in maniera più efficace e partendo da una tematica concreta e realistica come l'inadeguatezza dell'uomo comune al confronto con i divi del cinema. L'idea è carina e lo sviluppo buono, per quanto convenzionale. Ma la presenza di alcuni dettagli simpatici come il Bulabulator o come certe frasi dette dalle fidanzate ai propri partner contribuiscono a rendere più che leggibile la storiella in oggetto :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Innanzitutto vorrei fare i complimenti a Casty per la storia che ha realizzato, autentico manifesto del suo modo di intendere la narrativa. Non è chiaramente il giallo a costituire il succo della storia, ma la messa in burletta di certi miopi modi di pensare che affossano spesso e volentieri il mondo delle arti mediatiche. Casty punge, e punge forte, e utilizza Topesio ancora meglio del solito, calandolo in un ruolo di villain "autentico", molto più dei soliti criminali. Questo perché Topesio esiste e nella vita di tutti i giorni lo incontriamo in continuazione, e questo favorisce l'identificazione con Topolino. E' probabilmente fra tutte le storie di Casty quella più "grassa", c'è dentro di tutto, e ogni vignetta nasconde una battuta, una gag o una lezione di narrativa. Wow.

    Anche Gervasio mi ha colpito molto. Questo per vari motivi: il comparto grafico della storia colpisce l'occhio. Il Gervasio "paesaggista" forse lo preferisco pure a quello dei personaggi, e la Venezia qui delineata l'ho trovata immersiva e avvolgente. Ottima la volontà di creare una leggera trama orizzontale, e chicca unica il crossover con la Saga di Zio Paperone, che preannuncia un futuro team up interessantissimo. E' anche la prima volta, da che ne ho memoria che "la versione donrosiana" prende davvero piede in Italia, se si escludono un paio di storie a tema firmate da Carlo Panaro, la cui natura era più che altro one shot. Trovare queste cose all'interno di una saga di successo come Fantomius aumenta la coesione e l'illusione di trovarsi di fronte ad un universo di personaggi credibile e intrigante, tutto da esplorare.
  • Immagine

    Su Topolino 3077 si festeggia in grande stile il compleanno di Mickey Mouse con la nuova storia di Casty e Faccini "Topolino e i 7 Boglins".
    A volte ho paura a guardare le sue opere. Paura di quella loro perfezione assoluta. Sembra che quest'uomo non conosca solo la magia di ogni mezzo tecnico, ma sappia anche agire sulle corde più segrete dei pensieri, delle immagini mentali e dei sentimenti umani. Sergej M. Ejzenstejn su Walt Disney
  • SEGUONO SPOILER

    TOPOLINO E I 7 BOGLINS, by Casty-Faccini (ma è giusto ricordare come quest'ultimo abbia curato anche la sceneggiatura, nonostante nei credits non venga accreditato!) si rivela una storia decisamente singolare. La prima parte danza fra ritmi onirici e surreali, facendo addirittura pensare a me, che sono un credulone (e non mi ero informato su quante pagine ci fossero in totale), di trovarmi di fronte ad un soggetto celebrativo, in palese stile Faccini, con qualche buon guizzo ma senza troppe pretese, e che stia per finire con la rivelazione della festa a sorpresa, prima che avvenga il primo colpo di scena disorientante... e già solo per avermi spiazzato così, la premiata ditta Casty-Faccini vince alla grande!

    Anche perché con la seconda parte avviene un vero e proprio cambio di registro su tutti i fronti: adesso si è in pieno thriller psicologico, e la matita passa da Faccini a Casty, espediente che io sappia inedito nel suo genere, che evidenzia ancor di più la distinta resa emozionale dei due tempi. I riferimenti gottfredsoniani in questa vicenda sono diversi (anche gli omaggi grafici), ma quello più grande è il ritorno in pista di un personaggio che mai ti saresti immaginato di ritrovare, e che al momento della scoperta è stato causa di un ampio smascellamento [spoiler](la sete di vendetta dei vecchi nemici di Mickey è una brutta bestia da pelare... dopo la Spia Poeta e Miklos dobbiamo aspettarci altri ritorni in futuro?)[/spoiler]! Il finale è da bomba ad orologeria di hitchcockiana memoria, con tutti i pezzi del mosaico che si inseriscono perfettamente, facendomi avvertire anche dei sentori mezzavilliani (Topolino e la sindrome visionaria), oltre a qualche uscita sdrammatizzante castyanissima ("Non potremmo sfamare i piccioni?") durante una sequenza di vignette in cui il Topo se la vede brutta. In definitiva, una delle migliori Casty-Faccini di sempre! Promossissima! :adore:

    P.S. salve forum :P
  • Casty ha vinto.

    ...e non saprei aggiungere altro a quello che ha già detto Pacuvio (ma tanto ci pensano Valerio e Bramo a redigere la megarecensione carpiata)
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Topolino #3077 ospita una storia epica e memorabile, un'avventura che riserva ben più di una sorpresa e sa avvincere il lettore, catturandone l'attenzione e offrendo un vero e proprio racconto thriller, emozionate e teso come una corda di violino.
    Topolino e i 7 Bloglins, Casty ed Enrico Faccini, risulta essere una storia dalle diverse anime, dove nel primo tempo (disegnato da Faccini) prevale l'elemento folle, surreale, destabilizzante ma in senso più giocoso: in città ci sono sette cloni di Topolini che si divertono a complicargli la vita e a fargli fare figuracce.
    Questo primo mistero si risolve relativamente in fretta, e con una soluzione piuttosto leggera, ma è solo l'anticamera per la seconda parte dell'avventura, che si tinge di thriller psicologico con venature disturbanti. Da lì in poi la storia si fa sempre più inquieta, fino allo svelamento finale, che segna un grande ritorno gottfredsoniano che, ammetto, mi ha davvero colto di sorpresa. Pur conoscendo e ricordando bene [spoiler]Topolino contro Topolino di Gottfredson, non avevo pensato minimamente a Miklos[/spoiler] fino a quando non l'ha voluto l'autore. In fondo, [spoiler]lui era un topo grigio mentre qui la controparte topolinesca è ginger; inoltre, Miklos non è l'unico sosia di Topolino visto in passato, quindi ci stava che Casty avesse utilizzato un nuovo personaggio.[/spoiler] La sorpresa mi ha spiazzato, e l'ho gradita alquanto perché ancora una volta (come con la Spia Poeta, Atomino, Topesio etc.) il recupero non è fine a se stesso ma assolutamente motivato all'interno dell'intreccio.
    Intreccio che, a prescindere da questo elemento, ricorda molto il ritmo narrativo delle strisce quotidiane: il susseguirsi delle situazioni, i tempi comici delle gag, l'evolversi della vicenda principale richiamano molto l'andamento delle daily strips.
    Pericolo, mistero e inquietudine la fanno da padrone, quindi, senza rinunciare a quelle godibilissime spruzzate di comicità disneyana (prettamente castyana, comunque) che spezzano ottimamente la tensione senza inibirla.
    Applausi a scena aperta: per idea di partenza, richiami classici, gestione della trama, utilizzo del cast e atmosfera iniettata in ogni tavola, questa storia non è solo una delle migliori del team Casty-Faccini, ma è già una delle migliori in assoluto di Casty, nella mia personale top-5 dell'autore.

    Il resto del numero non è all'altezza di questa folgorante apertura (che si prende comunque mezzo albo!): Paperinik colpisce ancora! pare (fin dal titolo) il remake dell'ultima parte delle martiniane Paperinik alla riscossa e di Paperinik e il castello delle tre torri. È palese il tentativo di Gabriele Mazzoleni di scrivere una storia che richiami le prime, gloriose avventure del Diabolico Vendicatore, ma qui non ci sono elementi nuovi, la trama segue quanto accadeva in quelle due avventure (e magari in altre che ora non ricordo) senza idee originali. Buoni i disegni di Paolo De Lorenzi.
    Infine la danese di turno: Zio Paperone e il tesoro ritrovato non funziona un granché bene, mettendo in mezzo i Bassotti senza utilizzarli in modo realmente utile ai fini della sceneggiatura e ponendo come avversario di Paperone un vecchio amico dal dente avvelenato al quale bastano tuttavia due moine per pentirsi. Inoltre anche qui la trama pecca in originalità, offrendo un plot visto e rivisto in mille salse. Pure il "nostro" Massimo Fecchi mi sembra meno in forma del solito.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • [spoiler]Io sinceramente avevo pensato a Miklos, ma verso la metà della seconda parte ho cominciato a perdere le speranze. Per fortuna Casty è uno di noi :-P[/spoiler]




    Comunque, non si potrebbe ritoccare la voce nel banner? Così com'è ora da' l'idea di una storia dove Topolino affronta sette malvagi demoni internettari.
    <Grrodon> Sì ma a 15 anni è troppo vecchia
  • Mason ha scritto: Comunque, non si potrebbe ritoccare la voce nel banner? Così com'è ora da' l'idea di una storia dove Topolino affronta sette malvagi demoni internettari.
    Uh... cioè? Ho messo semplicemente titolo, autori e dove si può trovare la storia.
    Ho per caso fatto un errore di battitura di cui non mi accorgo? :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Torna a “Fumetto Disney”