[Paco Roca] Rughe
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Allo scorso Cartoomics, un mesetto fa, mi sono fermato quasi per caso allo stand della Tunuè, giusto per curiosare un po'. Lì ho avuto l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con uno degli standisti, e dato che guardando i fumetti esposti mi è caduto l'occhio su alcuni volumi di Paco Roca, scrittore spagnolo di cui avevo già sentito parlare bene in precedenza, ho pensato bene di consultarmi con il ragazzo con cui stavo parlando, per capire cosa mi consigliava per iniziare a conoscere il tipo di lavoro di Roca.
Il comprare fumetti di cui non conosco la trama e di un autore che conosco solo di fama, guidato dai consigli di un addetto ai lavori, è un'esperienza che compio troppo raramente: in realtà, come anche Grrodon in questo periodo dovrebbe imparare ( ), tale modo di agire può portare a sorprese inaspettate.
E' questo il caso: dei vari titoli dell'autore, pubblicati da Tunuè, mi è stato consigliato di iniziare con Rughe, che peraltro tra il 2007 e il 1009 ha vinto un bel po' di premi fumettistici (Miglior Fumetto e Miglior Sceneggiatura al Salone di Barcellona, il Gran Guinigi a Lucca, giusto per fare due esempi).
Quello che mi ha colpito a fondo di questo Rughe è la cura e l'altissima qualità dei due aspetti primari in un fumetto: la sceneggiatura e i disegni.
Partendo proprio dall'aspetto grafico, lo stile di Paco Roca mi ricorda la linea chiara di scuola francese, con un modo di disegnare le persone tendente al caricaturale ma con un che ci "cartoonoso", un tratto morbido che offre personaggi dall'aspetto simpatico e attirevole. Di contro, gli sfondi si rivelano spesso molto essenziali, limitandosi a pochi aspetti che rendano riconoscibile l'ambientazione. La struttura della tavola, per quanto molto classica, non ha paura a ricorrere a vignette di varie dimensioni per dare il ritmo alla narrazione.
Un tipo di disegno del genere, morbido, pulito e rassicurante, si sposa in modo ottimale con l'atmosfera narrativa, che è qualcosa di molto profondo quanto difficile da raccontare. Rughe si concentra sul tema della vecchiaia, della terza età vista con i suoi problemi, le sue contraddizioni e i suoi rimpianti e filtrata dagli occhi dei vari comprimari della storia, tutti rigorosamente anziani.
L'azione si svolge infatti in un ospizio, dove il protagonista Emilio viene portato dal figlio che non ha più modo e tempo di seguirlo. E lì Emilio farà conoscenza con gli altri ospiti della struttura, un manipolo di vecchietti più o meno in male arnese che tentano di resistere alla vita, chi beffardo, chi vinto, chi illudendo gli altri di star bene nella situazione che si è ricavato.
L'analisi della vecchiaia come stato umano e mentale si accompagna ad un tema ancora più toccante e forte, che si accompagna all'avanzare degli anni: Emilio infatti scopre con orrore e con rifiuto iniziale di essere affetto da Alzheimer, e il lettore assiste con le lacrime agli occhi al procedere incessante e inevitabile di una delle malattie più terribili, che ti cancella i ricordi e fa progressivamente tabula rasa del tuo cervello.
La narrazione di Roca sa alternare con sapienza lacrime risate, comunque: la levità del disegno si sposa sì con la malinconia di fondo che pervade tutto il volume, ma gli intermezzi ironici su questi personaggi così ben caratterizzati riescono a strappare sorrisi, benché a volte comunque amari.
Come stile narrativo ed estetica, mi ha ricordato molto L'Illusionista di Tati.
Il volume Tunuè è realizzato molto bene: brossurato con le alette interne, contiene alcune tavole inedite schizzate a matita dell'autore e una breve postfazione di Paco Roca stesso.
Non posso che consigliare caldamente a tutti quelli cui voglio bene questo fumetto, un vero e proprio capolavoro dell'arte sequenziale che saprà arricchire molto chi deciderà di entrare in questo piccolo universo. Dal canto mio, invece, penso che mi metterò al più presto alla ricerca sistematica delle altre opere di Paco Roca: magari alla prossima fiera, così da poter ringraziare di persona i tipi della Tunuè.Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...
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Ottimo. Roca riesce a narrare un argomento delicato con grande leggerezza, senza per questo cadere nel banale o nel patetico. Avendo avuto poi un parente colpito da questa terribile malattia sono forse riuscito ad immedesimarmi ancora di più.
Tra l'altro è l'unica opera di Paco Roca che ho letto che mi sia veramente piaciuta: Le Strade di Sabbia non ci ho capito niente, Memorie di un Uomo in Pigiama mi ha detto poco, e il celebrato I Solchi del Destino mi ha lasciato inaspettatamente del tutto freddo.
Tra l'altro è l'unica opera di Paco Roca che ho letto che mi sia veramente piaciuta: Le Strade di Sabbia non ci ho capito niente, Memorie di un Uomo in Pigiama mi ha detto poco, e il celebrato I Solchi del Destino mi ha lasciato inaspettatamente del tutto freddo.
Assurancetourix
Sono indeciso su cosa fare prima: vedere il film o leggere il fumetto.
Il film è bellissimo. A me il fumetto manca ancora, ma direi che da dove cominci, cominci benePangur Ban ha scritto:Sono indeciso su cosa fare prima: vedere il film o leggere il fumetto.