Provo a spiegarmi per rendermi chiaro, ti chiedo scusa se non lo sono stato. :-)LBreda ha scritto:Prima di tutto, chiariscimi questo, che mi sto perdendo. Tu dici che cerchi di tradurre in un italiano dell'epoca. Io dico che certe cose sono fortemente riprese dal giapponese. Tu dici che è corretto, perché i personaggi sono giapponesi. Come questo non nega la prima affermazione?
Non è che io "usi un italiano d'epoca" per tradurre il giapponese d'epoca. In questo modo ci sarebbe una lettura di stile nell'originale che poi si sovraimpone nella resa, e per me questo già non va bene (salvo rare eccezioni). Semplicemente, se si fa indagine semantica sulle parole, se si indaga davvero filologicamente, i conti torneranno automaticamente. Per esempio, nel caso di "se discernerai con pupille non offuscate", per 'non offuscate' c'è "kumori-naku" - letteralmente senza nuvole, non rannuvolate, e non è il modo più semplice e comune per dire, in giapponese, 'con visione chiara'. E' blandamente metaforico come nella mia resa - che mantiene anche la semantica del cielo rannuvolato, un pochino. Allo stesso modo, per 2pupille" c'è il termine "manako", che è peculiare. Non è certo "me" (occhi) e neppure "hitomi" (sempre pupille, in modo più semplice/comune). Di norma, io valuto tutte queste cose per ogni parola, ogni costrutto, ogni idioma su dizionari monolingua e dizionari monolingua dei sinonimi e contrari. E mi confronto con traduttori madrelingua.
Quindi, quel che io dico è che se si è fedeli a questo livello, il "tenore" del dialogo originale verrà automaticamente riprodotto, per quanto si possa. :-)
Capisco. Anche questo è soggettivo, ho molte testimonianze di persone che trovano perfettamente "on the spot" i miei adattamenti, ma non intendo dire che queste persone siano la maggioranza, si intende. Anche perché sarebbe, per me, comunque irrilevante. Perché il punto, per me, non sono le persone del pubblico: è il film in quanto tale. Qualcuno ha parlato, per questo mi atteggiamento, di una "rivoluzione copernicana" in termini di traduzione/adattamento rispetto al cattivo uso italiano. Potrebbe essere vero, perché in genere mi pare che la traduzione italiana sia una forma di piaggeria verso un pubblico presunto.Shito ha scritto: C'è di piú: il suo suonare innaturale mi distrae dai contenuti del film, spesso.
Ti incollo quello che scrissi altrove, ai tempi di Mononoke Hime:
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Il mio lavoro è dare la possibilità al pubblico italiano di capire i film stranieri su cui lavoro. A chi abbia voglia di capire, si intende. La volontà di capire è una questione personale.
E non va data per scontata.
Ma d'altro canto "dare la possibilità di capire" non significa: semplificare, spiegare. Chi intende così una traduzione, un adattamento, un doppiaggio, non si rende conto che proprio questa tendenza è distruttiva. Ciò che un doppiaggio "toglie" dall'originale, tipicamente nell'idea di "semplificarlo per il pubblico locale", è perso per tutti: per chi non l'avrebbe capito, e anche per chi avrebbe voluto capirlo. E quindi è terribile: non si possono sacrificare proprio i disposti alla comprensione sull'altare del crasso compiacimento dei meno volenterosi a quella.
Citerò Eboshi, che non interrompe la sua missione per tornarne in aiuto delle donne della sua cittadella, sotto assalto dei samurai: "Alle donne è stata data tutta la preparazione possibile. A ciascuno sta proteggersi da sé."
Allo stesso modo, io credo che una localizzazione non debba spiegare niente a nessuno, ma debba solo preservare fedelmente quanti più contenuti dell'originale in un suo adattamento linguistico. Chi vorrà capire, così, *avrà la possibilità* di farlo. Chi non vorrà capire, non avrebbe comunque voluto. E comunque non possono essere i volenterosi, ovvero i virtuosi, a fare le spese della pigrizia dei pigri, dei poco interessati. E meno che meno il film stesso, in quanto tale.
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Ma è impossibile, ed è anche una pretesa ingiusta.Se per "sollazzo" intendi "divertimento", no.
Se intendi "ricezione del film con la stessa naturalezza con cui lo riceve un giapponese", sí.
Tu stai guardando un film giapponese, e sei italiano. Perché, come mai al mondo potrebbe o dovrebbe risultarti naturale come a un giapponese? E' un assurdo. Se così fosse, sicuramente molto sarebbe andato perso, non ti pare? Peraltro, "quanto il film risulti naturale ai giapponesi" è una cosa non valutabile, né verificabile. Certo, ci sono pagine e pagine di giapponesi che si chiedono cosa significhi questo o quello, nei film di Miyasan. Specie su Mononoke Hime, sai? Solo, chissà perché, si PRESUME SEMPRE che i film stranieri suonino perfettamente semplici e comprensibili alle orecchie del loro pubblico originale. Lo stai facendo anche tu, vedi? Ma in base a cosa lo fai? In base al fatto che i film italiani, o americani doppiati in italiano, sono in genere delle idiozie con testi degni di un temino delle elementari? Non significa implicitamente che sia sempre così.
Se hai tempo e voglia, troverai la questione molto argomentata nei commenti di questo articolo:
http://www.animeclick.it/news/40064-si- ... recensione
che sono divenuti poi un dibattimento a due tra me e un interlocutore onesto per quanto avverso al mio modo di lavorare, un po' come trovo anche te qui. :-)
Si può essere fedeli a lessico e semantica, anzi lo si è sempre, salvo fare come te: intendere la semantica in modo funzionalista e voler "spiegare" la semantica straniera con una traduzione non fedele.A mia difesa però dico che purtroppo non si può essere contemporaneamente fedeli al lessico e alla semantica. Tu mi sembri essere molto fedele al lessico, e da questo punto di vista tradurre "miss" con "prof" è abbastanza sbagliato (ma neanche troppo: ho qui l'Oxford Concise, ed. 1995, che tra i significati di "miss" mette "the title used to address a female scoolteacher, shop assistant, etc."). Io sono molto fedele alla semantica, e se un ragazzino inglese dice "miss" con il palese stesso significato con cui in italiano direbbe "prof", non vedo perché tradurre "signorina".
Se in Inghilterra si chiama "signorina" una professoressa, sì. Lasciandolo così, si capirà - perché credo sia chiaro che nel nostro caso si trattava di una docente, no? L'Inghilterra non è l'Italia: ricondurre la semantica dell'una all'altra non rende nulla più comprensibile, deforma soltanto il contenuto culturale dell'originale.
Ottimo!Uh? Gli italiani parlano italiano.Shito ha scritto:E' strano, stai dicendo che A [in italiano] = B [come gli italiani], ma A e B sono diversi, infatti hanno una dicitura diversa.LBreda ha scritto:Io dico che in italiano si dovrebbe parlare come gli italiani.
E' un assurdo.
Ma qui parliamo di giapponesi tradotti, che parlano (per simbolico falso) IN italiano, ma NON parlano italiano. Parlano giapponese in italiano, infatti.
Non sto dicendo della mia traduzione/adattamento, sto dicendo della realtà dei fatti: della realtà interna alla storia (dentro la quarta parete) e sensibile al pubblico straniero: fuori dalla quarta parte e filtrata dalla quinta.
E' davvero una zona grigia dai confini tutti soggettivi e tutti morbidi. Molto molto pericoloso.Per "traduzione letterale" indico quella, corretta sintatticamente e morfologicamente, con un grado di fedeltà tale da rendere palese un'origine non italiana.
Vedi come sopra: esprimi un'istanza che per logica debbo dire insensata e indebita. Ti rimando ancora al mio link, se hai tempo e voglia. :-)Tu successivamente parli del doppiaggio come "quinta parete". Ecco, mi piace, ed è una parete trasparente. Il problema è che questa trasparenza può lasciar trasparire cose diverse. Io voglio che lasci trasparire il messaggio nel modo piú vicino possibile a come arriva a chi guarda in originale.
Mi inchino alla tua onestà intellettuale, dunque, e ti ringrazio per il bello scambio che stiamo qui conducendo. :-)LBreda ha scritto:E ciò è giustissimo: ho fatto correggere con una dicitura piú soggettiva già ieri.Shito ha scritto:Benone. Solo, se per giustificare questo tuo personale "non trovartici" metterai in campo cose pseudo-obiettive come "Cannarsi adatta avvicinandosi alla sintassi giapponese", o surrettiziamente elevi il tuo gusto a quello di una non definita massa nazionale, allora ti farò giustamente notare che stai dicendo cose false, insensate e assurde. Obiettivamente.LBreda ha scritto: Però oh, col tuo modo di tradurre non mi ci trovo. Non sono il solo, e non so neanche se sono in minoranza, e neanche mi interessa troppo. Ma non mi ci trovo.
Ti chiedo anche scusa se a volte appaio un po' troppo ispido nell'argomentare le mie posizioni. E' un difetto forse dovuto a molti molti anni di dialogo online sedimentato nella mia memoria. D'altro canto, e qui tu e questo forum non c'entrate NIENTE, la sovracomunicazione digitale sta ormai portando verso i più deteriori eccessi, e non starò a fare esempi... ^^;