[Bonelli] Le Storie

Editore che ha dato i natali ad alcuni dei personaggi più iconici della tradizione fumettistica italiana, toccando tanti generi diversi ma con uno stile unico e inconfondibile.
  • Concordo. Per chi, come me, ama il gotico, è un fumetto davvero ottimo. Per chi gli è indifferente, parliamo comunque di un'ottima storia: non è semplicemente gotico, ma è dell'ottimo gotico: ben narrato, ben disegnato e con una buona idea dietro.

    L'unico motivo per non prenderlo, concordo con Zangief, è il disgusto per il gotico.
    Lorenzo Breda
    Website | Google+ | DisneyStats | deviantART

    If you couldn't find any weirdness, maybe we'll just have to make some!
    Hobbes, Calvin&Hobbes

    [No bit was mistreated or killed to send this message]
  • Le Storie #38 - Ramsey & Ramsey

    Immagine

    In attesa che le fumetterie che bazzico abbiano disponibile il n. 34 della testata, così calorosamente consigliatomi da Zangief e Breda e che sono ancora fermamente determinato a recuperare, appena gli eventi me lo consentiranno, in edicola è uscito il nuovo albo di Le Storie, che ho prontamente preso in virtù dello sceneggiatore di turno.
    Alessandro Bilotta torna infatti a firmare un numero della collana più "autoriale" della Bonelli, dopo aver già scritto ben 4 albi, sempre caratterizzati dal quella vena malinconica, crepuscolare e riflessiva che mi ha fatto conoscere e amare Bilotta tramite il suo Valter Buio.
    Anche in questo caso l'atmosfera viaggia su quei binari, aiutata da un'ambientazione che personalmente ho sempre trovato suggestiva: la Londra vittoriana. Lo sceneggiatore realizza così una storia che fa della nebbia il proprio carattere distintivo, tanto fisicamente quanto metaforicamente, attingendo a piene mani dalla mitologia legata a Jack lo Squartatore e prendendo in prestito da Lo strano caso del Dottor Jeckyll e del Signor Hyde le sensazioni e la tematica del doppio.
    Ne risulta una storia che solo superficialmente si connota nell'indagine che il nuovo ispettore capo di Scotland Yard Philip Wisdom deve affrontare, a base di prostitute sgozzate da un misterioso individuo che in molti ritengono essere il vecchio Jack tornato alla carica 5 anni dopo il suo ultimo delitto. Il caso è invece un pretesto per Alessandro Bilotta per mettere in scena una serie di maschere che non sono mai quello che sembrano, in una sceneggiatura che assomiglia ad un labirinto pieno di false uscite e di tranelli, o a un gorgo concentrico entro cui cadere scivolare sempre verso il basso. Tutti i protagonisti sembrano infatti non essere mai davvero quello che professano o mostrano, da Wisdom ai due fratelli gemelli che danno il titolo alla storia, fino alla moglie di uno dei due.
    La solitudine, tema centrale nella poetica narrativa dell'autore, trova qui una connotazione nuova, leggermente diversa e sottilmente inquietante: l'uomo è solo perché ciascun essere umano ha con sé il proprio demone da tenere a bada, perché ognuno è diviso nella parte che mostra agli altri perché è quella che gli altri si aspettano di vedere e una più istintuale e forse più genuina, tenuta a bada. Certo, c'è molto Stevenson di Jeckyll e Hyde, come detto prima, e pur non inventando nulla di nuovo Bilotta riesce a raccontarcelo sotto una luce diversa, forse già presente ma meno immediatamente riconoscibile, e sulla quale invece lui punta molto.

    Ai disegni troviamo un esordiente in Bonelli: Michele Bertilorenzi mostra un tratto piuttosto classico e assimilabile ad uno stile tipico per la casa editrice di via Buonarroti. La struttura della gabbia non gode di guizzi di nessun tipo, attenendosi alla scansione standard, ma il genere della storia porta naturalmente a questa scelta. Alcuni volti, soprattutto nei primi piani, sembrano eccessivamente "finti", "di plastica", ma si tratta di un minimo numero di vignette, laddove nella maggior parte del numero i visi dei personaggi riescono efficacemente trasmettere le sensazioni richieste, e sto pensando al declino fisico che conosce Wisdom, mostrato dalla barba incolta e dai cappelli arruffati, e ai due Ramsey, che pur identici dovevano essere caratterizzati soprattutto graficamente per essere resi al meglio nelle loro similitudini e differenze, atte a sviare o a suggerire al lettore la verità sui due.
    Il disegnatore si dimostra capace anche nel rendere in modo credibile le vignette distorte dalla visione sotto oppiacei, in alcune soggettive che Bilotta ha piazzato per immergere ancora maggiormente il lettore nella storia. Non ultimi, sono da notare gli sfondi, realizzati in modo piuttosto dettagliato tanto negli esterni, dove si raffigurano gli edifici londinesi, tanto negli interni, dove mi ha colpito la carta da parati della casa di Ramsey.
    In definitiva Bertilorenzi è quindi promosso, al netto di qualche incertezza, mostrando di aver affrontato una prima prova non proprio semplicissima dal punto di vista estetico.

    E promosso anche il numero, consigliato come consiglio calorosamente tutto quello che scrive Alessandro Bilotta. Rispetto all'ultimo Dylan Dog Special, che pur presentando elementi validi crollava un po' sull'intreccio e sugli sviluppi della trama principale, qui lo sceneggiatore ritrova una gestione piena e soddisfacente dell'insieme.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Le Storie #42 - La Terra dei Vigliacchi

    Immagine
    Bramo ha scritto: In attesa che le fumetterie che bazzico abbiano disponibile il n. 34 della testata, così calorosamente consigliatomi da Zangief e Breda e che sono ancora fermamente determinato a recuperare, appena gli eventi me lo consentiranno, in edicola è uscito il nuovo albo di Le Storie, che ho prontamente preso in virtù dello sceneggiatore di turno.
    L'intro rimane lo stesso del precedente albo di questa testata che comprai e di cui parlai qui, quindi mi quoto da solo :P e parto in medias res per parlare del quarantaduesimo numero di Le Storie, uscito poco più di una settimana fa e accattato subito, in virtù dello sceneggiatore all'opera. Di Alessandro Bilotta non mi faccio scappare nulla che appare su questa collana, che effettivamente gli permette di sfornare una serie di storie indipendenti le une dalle altre e da qualsiasi personaggi fisso bonelliano per portare avanti le sue tematiche incentrate sull'essere umano, la sua ancestrale e irrisolvibile solitudine e l'origine del male.
    Anche con La Terra dei Vigliacchi segue questo andazzo, ambientando la storia nella California di fine anni '30: la storia vede protagonista un giovane agente di polizia in stanza a Los Angeles che viene spedito nel paesino in cui viveva da ragazzo per risolvere l'omicidio di una giovane ragazza. Questo consente di alternare in modo riuscito presente e passato tramite flashback strategici che di volta in volta chiariscono cos'è successo ai tempi della giovinezza del protagonista e come tali avvenimenti siano collegati all'indagine del presente. L'omicidio è solo un pretesto per rimettere il tormentato personaggio sulla strada di ricordi, timori e inquietudini mai sopite ma dalle quali era semplicemente fuggito. Pontificazioni sulle origini del male nelle persone, tormenti vari, impossibilità di capire in che direzioni portare la propria vita... il tutto in bilico tra giovinezza e mezza età, quando certe domande paiono superate mentre basta fare un passo indietro nella propria storia per capire che dal proprio passato e dai suoi dubbi non si scappa, se non vengono risolti a suo tempo. Marciscono e creano mostri indicibili, magari sottoforma di un vecchio amico che non ci sta più con la testa e che si è in qualche modo contribuito a creare per il mostro che è.
    I disegni di Pietro Vitrano sono sobri, eleganti, dettagliati negli sfondi, ma senza eccedere: fanno il loro lavoro ottimamente, accompagnano la sceneggiatura senza distogliere il lettore da essa, dall'incedere degli eventi. Flashback e tavole nel presente seguono lo stesso stile e procedono con chiarezza e tranquillità, visualizzando al meglio la storia di Bilotta, che ancora una volta ha fatto centro consegnandoci un grumo di umanità sulla quale riflettere, per provare a capire un po' meglio anche noi stessi.

    Una bella e riuscita recensione di quest'albo l'ha fatta Davide Scagni su Lo Spazio Bianco :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Zangief ha scritto:Le Storie #34 - L'Innocente

    Immagine
    Ce n'è voluto di tempo, ma alla fine sono riuscito a trovare in una delle mie fumetterie di fiducia questo albo, spammato da Zangief e Breda sia in questo topic che a me direttamente :)
    E così finalmente l'ho letto, uscendo soddisfatto dalla lettura.
    Io non sono esattamente un fan del genere gotico, ma nemmeno mi disgusta, quindi mi sono approcciato alla storia in modo tutto sommato neutra: quello che ho trovato è una bel racconto, una sceneggiatura solida e portata avanti in modo davvero interessante. Il mistero presente, legato alla scia di misteriose morti che si verificano in questo placido paesello inglese di inizio Ottocento, viene presentato con le giuste modalità per intrigare il lettore, a cui vengono forniti man mano indizi sulla fonte di quanto sta accadendo, per poi far trovare una conclusione chiara e non banale, perfettamente in armonia con quanto visto per tutta l'indagine dell'Io narrante. E dopo aver soddisfatto il lettore con una "chiusura del cerchio" ben calibrata c'è pure spazio per un colpo di scena ulteriore, che rende il tutto ancora più bello.
    Gianmaria Contro (curatore della testata Le Storie, qui al suo esordio come sceneggiatore) scrive quindi una storia ispirata, piacevolmente dark e con un'ottima atmosfera vittoriana, caratteristiche che vengono rappresentate molto bene dai disegni di Francesco Ripoli, con un tratto elegante e dettagliato, soprattutto negli sfondi, e con uno stile che diventa acquerellato nelle tavole di flashback, riuscendo in un colpo solo a differenziare visivamente i tempi della narrazione e a realizzare vignette davvero affascinanti.
    Insomma... grazie del consiglio ;)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Arrivo un po' in ritardo, perché ho cominciato settimana scorsa dal numero 1 (me li stra prestando un amico) !
    Finora sono arrivato al cinque e devo dire che nel complesso mi hanno colpito quasi tutti, fanno eccezione il samurai e la rivolta dei sepoy: il primo perché non trovato la storia molto interessante, il secondo perché l'ambientazione alla Sandokan proprio faccio fatica a sopportarla :D
    Molto belli il #1 (boia di parigi) e il #5.
    Se vuoi puoi dare un'occhiata al mio blog!
  • Le Storie Speciale #3 – Klon (Mastantuono)

    Immagine

    Il terzo speciale annuale della collana Le Storie mi ha attratto per due motivi, che non me l’hanno fatto snobbare come accaduto per i precedenti due albi estivi: la tematica e l’autore, che alla fine sono le motivazioni che mi spingono a comprare determinati numeri del mensile.
    Klon tratta infatti di quella fantascienza distopica che sa sempre toccare le mie corde, e che si desumeva già dalla trama presente sul sito Bonelli: ambientata in una Roma di qualche decennio più avanti del nostro – quindi un futuro non troppo lontano, altro punto a favore – la storia racconta infatti la vicenda di un programmatore di sistemi di sicurezza che si trova al centro di un intrigo fatto di cospirazioni, segreti e colpi di scena.
    Un plot sicuramente affascinante, capace di fondere la fantascienza futuristica con il thriller di stampo più classico. Klon si dimostra infatti una lettura assolutamente piacevole, pur non priva di limiti strutturali: proprio i lettori più appassionati di questo tipo di storie potranno riscontrare un sapore già sentito in queste pagine, visto che le assi portanti della trama sono soluzioni narrative viste e riviste nei due generi di riferimento, per quanto qui vengano amalgamati con un certo gusto. Inoltre anche lo sviluppo in salsa mystery dell’avventura regala un colpo di scena piuttosto telefonato, se non nei dettagli perlomeno nell’ambiguità e nel doppio gioco di un certo personaggio, del quale il lettore è portato a dubitare fin troppo presto.
    Di contro, l’aspetto complottistico risulta curato e interessante, esposto in maniera lucida e in grado di legarsi in modo intelligente ad un argomento relativo a questo futuro, la clonazione, portando ad un piano abbastanza articolato. Resta una leggera delusione sul fatto che oltre a questo elemento non venga esplorata più di tanto la Roma del futuro, se non in alcuni dettagli posti soprattutto nella prima parte, lasciando un senso di potenzialità inespressa.
    Il pregio principale di Klon, oltre alle atmosfere di genere, è però il protagonista: Rocco Basile è un disadattato, caratterizzato da lunghi monologhi interiori che leggiamo attraverso didascalie molto ispirate – pur a tratti un po' troppo verbose – che tracciano l’identikit di una personalità dissociata, poco immersa nella quotidianità e che mal sopporta la società del suo presente. Segnato da un’infanzia costellata da un paio di traumi e contraddizioni irrisolte, e colto ora da alcuni disturbi mentali che lo portano a stati allucinativi, il protagonista è molto poco eroico... è più una vittima degli eventi che malgrado tutto accetta di mettersi in gioco per fare la cosa giusta. Certo, una figura che così descritta non si discosta da molti altri anti-eroi, ma che nel fumetto emerge in tutta la sua originalità e spigolosità.
    Anche il disegno aiuta a descrivere il personaggio: i lineamenti del viso sono molto netti, tagliati, rendendo il protagonista inquieto anche graficamente.
    L’autore dei disegni, così come dei testi e dei colori, è Corrado Mastantuono: l’artista si confeziona tutto da solo questo progetto, e il suo stile si vede più negli sfondi e in alcuni comprimari che in Rocco, sul quale ravviso invece una ricerca stilistica più ricercata.
    L’albo è quindi consigliato a tutti gli amanti del thriller futuristico, ma proprio per i grandi debiti della storia verso il genere non ci si aspetti di trovare qualcosa di sorprendente: si tratta di una solida storia d’azione, ben raccontata e disegnata, e credo che basti comunque questo :)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Le Storie #47 - Sangue e Ghiaccio (Faraci, Frisenda)

    Immagine

    Tito Faraci si riscatta dal progetto non proprio perfettamente riuscito sul "Topo" di questa settimana con il numero di questo mese del bonelliano Le Storie.
    Sangue e Ghiaccio prende infatti uno scenario decisamente avvincente già di suo (la disfatta dell'esercito napoleonico dopo la campagna di Russia) e lo racconta con un'attenzione ai dettagli davvero lodevole: sia nel caratterizzare direttamente i protagonisti sia nel raccontare le sensazioni dei soldati francesi, dispersi nel gelido inverno russo, attraverso dialoghi credibili e di spessore.
    L'avventura si tinge poi ad un certo punto di tinte vagamente horror, che cresceranno man mano con lo sviluppo e che sconcertano il lettore, in senso buono, che si ritrova senza soluzione di continuità in un genere diverso da quello che si aspettava ma comunque coerente con quanto visto fin dall'inizio.
    La sceneggiatura di Faraci si presenta serrata e pulita, sorprende e trascina il lettore in un gorgo ansiogeno in cui è piacevole perdersi, insieme ai personaggi, smarriti e confusi, della storia.
    Applausi a scena aperta, poi, per Pasquale Frisenda ai disegni: l'artista realizza con una tecnica splendidamente acquarellata la maggior parte delle tavole dell'albo, con un risultato pittorico di grande effetto estetico, accresciuto anche di quando in quando da alcune vignette dove il tradizionale bianco e nero si contamina di una deliziosa quanto inquietante bicromia: capita infatti che il fuoco o due occhi nell'oscurità siano colorati di un rosso sfumato, con un esito simile a quanto operato su Morgan Lost.
    Tavole da guardare e riguardare, ammirati.

    Sangue e Ghiaccio sorprende (anche alle spalle) e si fa leggere avidamente: un ottimo tassello per questa collana, che non delude.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Le Storie #48 - Notturno newyorkese (Marolla, Avogadro)

    Immagine

    Secondo albo di fila che compro per Le Storie... e il mese prossimo saranno tre, visto che uscirà finalmente l'albo con la storia di Francesco Artibani :)
    Ma per ora concentriamoci sul numero di settembre, uscito oggi nella mia edicola con un anticipo di due giorni rispetto alla data ufficiale: Notturno newyorkese è esattamente quello che promette di essere fin dall'evocativa copertina di Aldo di Gennaro, un'avventura profondamente immersa nell'hard-boiled e nel noir.
    Gli stilemi ci sono tutti, infatti: la pioggia perenne, l'ambientazione nella Grande Mela, uno scrittore spiantato che ha perso la memoria del suo passato, gangster, un amore impossibile e un misterioso furto, il tutto frullato assieme con mestiere e con una sapiente patina di disorientamento dovuta al capovolgimento tra realtà e fantasia di quanto si vede, in bilico tra vicenda reale e scene del libro che sta scrivendo il protagonista.
    Ho comprato questo fumetto proprio attirato da questo genere, dovrei essere contento di trovarci dentro le principali caratteristiche: ma forse me le aspettavo meno inserite da "manuale di genere", inanellate in questo modo rischiano infatti di essere poco sorprendenti.
    Certo, il motivo c'è: del resto Samuel Marolla non è l'ultimo arrivato, con all'attivo una carriera da scrittore di narrativa e alcuni numeri di Dampyr per quanto riguarda il fumetto, e infatti nulla è lasciato al caso, né i misteri né i movimenti di cause-conseguenze, dimostrando grande capacità di scrittore (i suoi dialoghi sono molto buoni, così come la descrizione delle atmosfere in alcune sapienti vignette, alcune mute) e conoscenza dei cliché dell'hard-boiled, tanto da usarli per un finale sorprendente che ribalta buona parte della percezione di quanto letto fino a quel punto.
    Ma... ma tutta la prima parte resta, con i suoi pregi ma anche i suoi limiti, e questo nonostante il cambio di prospettiva. Cambio di prospettiva che comunque, per quanto faccia il suo dovere nel momento della lettura, non è ormai più così originale e spiazzante.
    Ad ogni modo consiglio agli amanti del genere questo numero: ritroveranno tanti elementi a loro familiari e una storia tutto sommato godibile, che fa più del ritmo narrativo che della sostanza il suo punto di forza. Inoltre vi beccate i bei disegni di Max Avogadro, che realizza delle tavole che ho trovato davvero ispirate, cariche di atmosfera nel delineare ambienti come il bar o l'appartamento del protagonista, così come nel riuscire a rendere molto bene le sensazioni della pioggia perenne.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Le Storie #49 - Golem (Artibani/Dell'Edera)

    Immagine

    Non c'è bisogno di spendere troppe parole per consigliarvi caldamente l'acquisto di questo albo: Francesco Artibani scrive una storia ambientata nella Praga del 1942, invasa dai nazisti, e racconta i tentativi di un gruppo di ebrei di sopravvivere alla repressione. Ma in un contesto altamente drammatico lo sceneggiatore romano riesce a infilare un elemento fantastico che destabilizza la narrazione, riuscendo al contempo a portare avanti in modo ancora più forza le sensazioni drammatiche delle prime tavole.
    Il Golem, creatura leggendaria che viene qui risvegliata per proteggere il popolo ebraico nella sua ora più buia, non è semplicemente la figura stigmatizzata del super-essere, è un simbolo di resistenza e di volontà.
    Nello sviluppo della trama, inoltre, il personaggio assume una posizione etica distante da quella umana, dando un significato ulteriore all'intera avventura, che assume ulteriore spessore.
    Una storia che si fa leggere con grande entusiasmo, della quale parlerò più diffusamente nella mia recensione per Lo Spazio Bianco, ma che nel frattempo vi indirizzo sicuramente a comprare perché ne vale la pena; del resto anche i disegni sono un valido argomento che porta all'acquisto, visto che Werther Dell'Edera mette in campo il suo stile realistico ma sintetico, fortemente espressivo, tirando fuori dal cilindro alcune vignette di grande effetto e mantenendo una media generale molto buona anche negli sfondi e nel character design dei protagonisti.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Letta per metà e già così mi è piaciuta tantissimo! Non vedo l'ora di continuare!L'elemento fantastico si inserisce perfettamente nella narrazione, la tensione si taglia col coltello e i disegni sono fantastici tenebrosi e oscuri quanto basta.
  • Bramo ha scritto: Una storia che si fa leggere con grande entusiasmo, della quale parlerò più diffusamente nella mia recensione per Lo Spazio Bianco,
    Per gli interessati: http://www.lospaziobianco.it/189549-gol ... esistenza/ ;)
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Le Storie #50 - Il condannato (Vitaliano/Pittaluga)

    Immagine

    Quarto numero di fila che acquisto della testata antologica della Bonelli.
    E il motivo, come capita nel 90% dei casi, si trova nello sceneggiatore: Fausto Vitaliano è un autore che seguo sempre con un certo interesse e curisità, avendo dimostrato in diverse occasioni di avere delle cose da dire nei suoi fumetti, e anche con uno stile peculiare. Non tutto quello che ha fatto mi è piaciuto, ma mi piace seguire la sua produzione, quando posso.
    Il condannato, purtroppo, non mi ha convinto molto. A dirla tutta, la sua precedente prova su Le Storie, al netto di alcuni difetti che evidenziavo in quel post e nella recensione sullo Spazio Bianco lì linkata, la trovai migliore, perché comunque mi narrava un racconto capace di coinvolgermi e anche sorprendermi.
    Stavolta invece l'avventura non mi ha preso: mi sono accorto che a livello formale la sceneggiatura è scritta "da manuale", la storia si innesta fermamente nel filone avventuroso di stampo puro classico, da romanzo per ragazzi dei secoli scorsi, e lo fa seguendo i vari passaggi e soluzioni su cui si forma tale narrativa. Peccato che lo faccia così bene... da non sorprendere né catturare il mio interesse, perché mi racconta una storia che pur con personaggi e scenari diversi è fin troppo simile ad un canovaccio classico letto e visto più volte. Un rampollo inglese che viene incastrato e condannato all'esilio su un'isola lontana (l'Australia) dove svolgere lavori di fatica, che fugge dai controlli e decide di ricostruirsi una vita in questo nuovo mondo. Conosce amici che lo tradiscono, il contatto-connessione con gli aborigeni locali, una famiglia di agricoltori che lo aiuta e con cui vive, un signorotto che decide di ostacolarlo quando diventa troppo popolare... the same old story.
    Il protagonista funziona anche bene, come caratterizzazione, ma anche nel suo caso abbiamo la figura di un uomo tutto d'un pezzo che è decisamente ricorrente in queste opere, e che non offre nessun quid particolare per spiccare.
    E il finale metanarrativo, per quanto anche carino come omaggio, sembra appiccicato senza troppa coerenza con quanto letto in precedenza, quasi gratuito e poco integrato con la storia.
    I disegni di Luigi Pittaluga accompagnano il testo: bei disegni, che coerentemente a quanto raffigurano sono di sapore classicamente bonelliano, solidi, sicuri, con una gabbia inamovibile e spesso dettagliati. Nulla da eccepire, anche se in alcune vignette mi sono sembrati meno precisi, ma nel complesso piacevoli.

    Il condannato è una lettura che si può sicuramente affrontare senza troppi patemi, ma non mi spingo a consigliarlo: agli appassionati del genere avventuroso sembrerà di leggere un more of the same, troppo aderente a qualcosa di già letto, mentre a chi non lo è potrebbe annoiare per il suo impianto fin troppo basico.
    Andrea "Bramo" L'Odore della Pioggia
    Osservate l'orrendo baratro su cui è affacciato l'universo! ... senza spingere...

    LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!

    SEGUI LOSPAZIOBIANCO SU:
    Twitter | Facebook
  • Bramo ha scritto: ma in molti non snobberebbero il ritrovare in azione Mercurio e Ottone in nuove avventure.
    E infatti da maggio è in arrivo il nuovo mensile Bonelli a colori dedicato proprio a Mercurio Loi.
    Assurancetourix
  • Torna a “Fumetto Bonelli”